Nell'album della mia famiglia ho trovato questa foto che ritrae una bella coppia di sposi.
Non so chi siano...ho una mezza idea...
Ipotizzo, osservando i lineamenti, possano essere Francesca (figlia di Silverio Iacono e di Candida Califano) e Carmine Migliaccio.
Se così fosse la sposa è cugina di mio padre...l'album fotografico era dei miei nonni.
Se qualcuno ne sa di più ben venga...
giovedì 28 giugno 2018
lunedì 25 giugno 2018
Un antico mestiere: 'u bbanne
Un mestiere che non esiste più è quello del banditore.
Anche a Ponza c'era...
Luigi Sandolo in Su e giù per Ponza così scrive:
Il commerciante che voleva far pubblicità ad una merce affidava ad un banditore l'incarico di gridare per le strade la qualità della merce stessa ed il prezzo. Il banditore gridando iettava un bbanne.
L'ultimo banditore è stato Menicuccio 'a vocca storte al secolo Domenico Coppa.
La sua voce baritonale rimbombava in tutti gli angoli dell'isola.
Gestiva un negozietto di cianfrusaglie, frutta e verdure che però amava vendere per le strade più che nel negozio stesso affidato alla moglie.
Quando iettave 'u bbanne non annunziava la sua merce.
Era analfabeta ma non sbagliava mai i conti che con segni solo a lui comprensibili faceva sulla carta nella quale poi avvolgeva la merce.
Menicuccio lo ricordo vagamente però so che il negozio era in Corso Pisacane.
Dall'alto si vede anche il Corso Pisacane dove Menicuccio aveva il negozio
Corso Pisacane che un tempo si chiamava Corso Principe di Napoli
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Anche a Ponza c'era...
Luigi Sandolo in Su e giù per Ponza così scrive:
Il commerciante che voleva far pubblicità ad una merce affidava ad un banditore l'incarico di gridare per le strade la qualità della merce stessa ed il prezzo. Il banditore gridando iettava un bbanne.
L'ultimo banditore è stato Menicuccio 'a vocca storte al secolo Domenico Coppa.
La sua voce baritonale rimbombava in tutti gli angoli dell'isola.
Gestiva un negozietto di cianfrusaglie, frutta e verdure che però amava vendere per le strade più che nel negozio stesso affidato alla moglie.
Quando iettave 'u bbanne non annunziava la sua merce.
Era analfabeta ma non sbagliava mai i conti che con segni solo a lui comprensibili faceva sulla carta nella quale poi avvolgeva la merce.
Menicuccio lo ricordo vagamente però so che il negozio era in Corso Pisacane.
Dall'alto si vede anche il Corso Pisacane dove Menicuccio aveva il negozio
Corso Pisacane che un tempo si chiamava Corso Principe di Napoli
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
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venerdì 22 giugno 2018
La notte delle streghe
Si racconta che la notte di San Giovanni, tra il 23 ed il 24 giugno, sia quella delle streghe.
Il Tricoli nella Monografia dell'Ottocento così scrive: MAGHE- Si pensa che nella notte di S.Giovanni queste introducansi nelle abitazioni per succhiare il sangue dei ragazzi, percui divengono rachitici od in altro modo deformi. A preservarsene nella vigilia ligano per lo interno della porta e finestra alcune borsette con arena, sulla certezza che non potendola la strega numerare, tampoco potrà entrarvi.
Molte leggende circolano a proposito della notte di San Giovanni questa è di un ponzese dell'Ottocento.
Una notte all'isola di Ponza
(Foto di Rossano Di Loreto - gennaio 2018)
Nota:
Un tempo i primi bagni si iniziavano dopo la festività di San Giovanni
Il Tricoli nella Monografia dell'Ottocento così scrive: MAGHE- Si pensa che nella notte di S.Giovanni queste introducansi nelle abitazioni per succhiare il sangue dei ragazzi, percui divengono rachitici od in altro modo deformi. A preservarsene nella vigilia ligano per lo interno della porta e finestra alcune borsette con arena, sulla certezza che non potendola la strega numerare, tampoco potrà entrarvi.
Molte leggende circolano a proposito della notte di San Giovanni questa è di un ponzese dell'Ottocento.
Una notte all'isola di Ponza
(Foto di Rossano Di Loreto - gennaio 2018)
Nota:
Un tempo i primi bagni si iniziavano dopo la festività di San Giovanni
martedì 19 giugno 2018
Dove c'è un ponzese c'è San Silverio
Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...
San Silverio, il nostro vecchiariello, come viene chiamato affettuosamente , ha sempre seguito i ponzesi nel loro girovagare, in cerca di fortuna, lontano da Ponza, anche nei tempi passati.
Il Santo per il ponzese è come un padre, uno di famiglia, è sacro, non si tocca...
A tal proposito monsignor Luigi Dies nel libro Da Frosinone a Ponza... scrive: "...Profuga da Lagosta, al termine dell'ultima guerra, la colonia dei nostri pescatori ponzesi giunse, un triste giorno, a Ponza, povera e immiserita. Una donna, capogruppo dei fuggiaschi, recava tra le braccia, piangendo, la statuina di San Silverio, che gli Iugoslavi comunisti avevano frantumata. E quei pezzi della statuina cara dovettero passare dalle braccia di lei nelle mani del parroco: solo allora quei perseguitati furono tranquilli."
Anche questa è una testimonianza di amore verso il nostro Santo protettore, San Silverio.
Buon San Silverio!!!
Il modellino della barchetta di San Silverio realizzato dal maestro d'ascia Ciro Iacono, mio padre
Ha realizzato, nei primi anni '60, anche la barchetta che porta il Santo in processione
San Silverio, il nostro vecchiariello, come viene chiamato affettuosamente , ha sempre seguito i ponzesi nel loro girovagare, in cerca di fortuna, lontano da Ponza, anche nei tempi passati.
Il Santo per il ponzese è come un padre, uno di famiglia, è sacro, non si tocca...
A tal proposito monsignor Luigi Dies nel libro Da Frosinone a Ponza... scrive: "...Profuga da Lagosta, al termine dell'ultima guerra, la colonia dei nostri pescatori ponzesi giunse, un triste giorno, a Ponza, povera e immiserita. Una donna, capogruppo dei fuggiaschi, recava tra le braccia, piangendo, la statuina di San Silverio, che gli Iugoslavi comunisti avevano frantumata. E quei pezzi della statuina cara dovettero passare dalle braccia di lei nelle mani del parroco: solo allora quei perseguitati furono tranquilli."
Anche questa è una testimonianza di amore verso il nostro Santo protettore, San Silverio.
Buon San Silverio!!!
Il modellino della barchetta di San Silverio realizzato dal maestro d'ascia Ciro Iacono, mio padre
Ha realizzato, nei primi anni '60, anche la barchetta che porta il Santo in processione
domenica 17 giugno 2018
San Silverio papa patrono dell'isola di Ponza
Monsignor Carlo Pergamo, vescovo di Gaeta, il 25 agosto 1772 elegge come patrono dell'isola di Ponza San Silverio papa e pone al suo fianco Flavia Domitilla.
Nel costruire la chiesa venne dedicato uno degli altari laterali proprio a San Silverio che doveva custodire la statua.
La statua di San Silverio è antica, del Settecento, e negli ultimi quarant'anni è stata restaurata già due volte.
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno, rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione.
Il Tricoli già nell'Ottocento scrive della statua di San Silverio portata in processione e sicuramente è la stessa che oggi abbiamo nella nostra chiesa.
La statua di San Silverio
San Silverio
Le luminarie disegnano San Silverio nella barchetta
(Foto di Rossano Di Loreto - giugno 2018)
Nel costruire la chiesa venne dedicato uno degli altari laterali proprio a San Silverio che doveva custodire la statua.
La statua di San Silverio è antica, del Settecento, e negli ultimi quarant'anni è stata restaurata già due volte.
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno, rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione.
Il Tricoli già nell'Ottocento scrive della statua di San Silverio portata in processione e sicuramente è la stessa che oggi abbiamo nella nostra chiesa.
La statua di San Silverio
San Silverio
Le luminarie disegnano San Silverio nella barchetta
(Foto di Rossano Di Loreto - giugno 2018)
venerdì 15 giugno 2018
Che tristezza!!! Cisterne Romane chiuse!
Giungono da Ponza notizie poco piacevoli per quanto riguarda il patrimonio archeologico dell'isola.
Le Cisterne romane della Dragonara e del Corridoio risultano chiuse, quindi non fruibili ai visitatori.
Potremmo ammirarle di nuovo???
Chissà...non vorrei che finissero di nuovo nell'oblio.
Anche perchè sono state recuperate con fatica e soldi della comunità.
Ho visto brillare gli occhi dei visitatori davanti a tanta bellezza, ammirare la bravura dei Romani nel realizzare queste imponenti opere d'ingegneria idraulica.
A Ponza ce ne sono altre...
Oltre alle Cisterne della Dragonara e del Corridoio si stava cercando di recuperare quella più grande in via Parata, una vera cattedrale, da paragonarla in quanto a imponenza e bellezza al Cisternone di Formia.
Nel febbraio del 2017 era stato avviato per il recupero di questa Cisterna la pratica per l'Art Bonus visti i costi elevati, circa duecentomila euro. Era stata pubblicata sul sito del Comune di Ponza, ma poi è sparita.
Circa quarant'anni fa riuscimmo a far venire a Ponza la Soprintendenza ai Beni Archeologici proprio per gli abusi nella Cisterna di via Parata, ma poi tutto finì nel nulla.
Amo troppo la mia isola e vederla maltrattata fa male.
Credo che ogni euro ricavato, se dovessero essere riaperte le Cisterne, debba essere reinvestito nella manutenzione e nel recupero di altri siti archeologici di cui Ponza è ricca.
Questo è il mio pensiero...
Ci vuole passione affinchè l'isola mostri il suo lato migliore come anche i tesori nascosti che molti non conoscono.
Cisterna della Dragonara
(estate 2015)
Da qui si entra nella Cisterna del Corridoio in via del Comandante
Questo è il pozzo da cui si attingeva l'acqua della Cisterna del Corridoio
(estate 2017)
Cisterna del Corridoio
(Foto di Marianna Licari)
Questa è la pratica dell'Art Bonus con la descrizione della Cisterna di via Parata pubblicata sul sito del comune di Ponza e poi sparita
Questo è lo stato in cui versa la Cisterna di via Parata
Nota:
L'Art Bonus, legge n.106 del 29.07.2014, è stato introdotto come credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito d'imposta.
Le Cisterne romane della Dragonara e del Corridoio risultano chiuse, quindi non fruibili ai visitatori.
Potremmo ammirarle di nuovo???
Chissà...non vorrei che finissero di nuovo nell'oblio.
Anche perchè sono state recuperate con fatica e soldi della comunità.
Ho visto brillare gli occhi dei visitatori davanti a tanta bellezza, ammirare la bravura dei Romani nel realizzare queste imponenti opere d'ingegneria idraulica.
A Ponza ce ne sono altre...
Oltre alle Cisterne della Dragonara e del Corridoio si stava cercando di recuperare quella più grande in via Parata, una vera cattedrale, da paragonarla in quanto a imponenza e bellezza al Cisternone di Formia.
Nel febbraio del 2017 era stato avviato per il recupero di questa Cisterna la pratica per l'Art Bonus visti i costi elevati, circa duecentomila euro. Era stata pubblicata sul sito del Comune di Ponza, ma poi è sparita.
Circa quarant'anni fa riuscimmo a far venire a Ponza la Soprintendenza ai Beni Archeologici proprio per gli abusi nella Cisterna di via Parata, ma poi tutto finì nel nulla.
Amo troppo la mia isola e vederla maltrattata fa male.
Credo che ogni euro ricavato, se dovessero essere riaperte le Cisterne, debba essere reinvestito nella manutenzione e nel recupero di altri siti archeologici di cui Ponza è ricca.
Questo è il mio pensiero...
Ci vuole passione affinchè l'isola mostri il suo lato migliore come anche i tesori nascosti che molti non conoscono.
Cisterna della Dragonara
(estate 2015)
Da qui si entra nella Cisterna del Corridoio in via del Comandante
Questo è il pozzo da cui si attingeva l'acqua della Cisterna del Corridoio
(estate 2017)
Cisterna del Corridoio
(Foto di Marianna Licari)
Questa è la pratica dell'Art Bonus con la descrizione della Cisterna di via Parata pubblicata sul sito del comune di Ponza e poi sparita
Questo è lo stato in cui versa la Cisterna di via Parata
Nota:
L'Art Bonus, legge n.106 del 29.07.2014, è stato introdotto come credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito d'imposta.
mercoledì 13 giugno 2018
Un bel video
Un bel video del 1998, che ho trovato su Youtube, in cui possiamo vedere scene di pesca, la chiesa dedicata a San Silverio e Santa Domitilla, Palmarola, Chiaia di Luna e una Cala Fonte che non esiste più.
Buona visione!!!
domenica 10 giugno 2018
Un matrimonio bellissimo!!!
Ieri nella splendida cornice della città di Anzio si sono uniti in matrimonio Andrea e Flavia.
Una coppia stupenda e piena d'amore che ci ha fatto emozionare.
Andrea è figlio di mia sorella Olimpia.
Un pezzo di Ponza in terra d'Anzio.
Lo sposo con la sua mamma, Olimpia, attende l'arrivo della sposa
Andrea insieme ai genitori Rocco e Olimpia
Che meraviglia!!!
La cerimonia religiosa è terminata
Il picchetto d'onore da parte dei colleghi
Bellissimi!!!
Che splendida coppia!!!
Tanti auguri di cuore!!!
Una coppia stupenda e piena d'amore che ci ha fatto emozionare.
Andrea è figlio di mia sorella Olimpia.
Un pezzo di Ponza in terra d'Anzio.
Lo sposo con la sua mamma, Olimpia, attende l'arrivo della sposa
Andrea insieme ai genitori Rocco e Olimpia
Che meraviglia!!!
La cerimonia religiosa è terminata
Il picchetto d'onore da parte dei colleghi
Bellissimi!!!
Che splendida coppia!!!
Tanti auguri di cuore!!!
venerdì 8 giugno 2018
San Silverio raccontato da Norman Douglas
Lo scrittore Norman Douglas visitò Ponza nel 1908 e nel suo libro "Isole d'estate" descrive le nostre isole.
Così scrive di San Silverio: "Anche Palmarola è in grado di vantare il suo martire, speditovi in esilio, anzi uno dei più illustri. Per volontà di Giustiniano vi fu infatti relegato Papa Silverio, al quale venne poi dedicata una cappella (oggi in rovina) sulla vetta del colle adiacente allo sbarcatoio. L'imperatrice Teodora aveva preso le parti di Vigilio, l'altro papa, e furono le trame di quest'ultimo a causare la messa al bando del rivale. Nell'anno 539 il deposto pontefice convocò qui un concilio, il primo e l'ultimo tenutosi in queste isole. Adesso, essendo diventato santo e patrono locale, Silverio cerca in ogni modo di rendersi utile.
Non molto tempo fa una nave naufragò qui a Palmarola, e i marinai furono trascinati dalle onde in un punto ove le rocce cadono a strapiombo sul mare. Già si consideravano persi quando, comparve un vecchio dall'aspetto venerabile che s'offrì come guida. Difatti li accompagnò fino alla vetta- dove sono le case rupestri- ma, giunti a salvamento, gli uomini appresero stupiti che la parete, da loro appena superata con facilità, era considerata assolutamente insormontabile. Chi altri poteva essere quel vecchio (che nel frattempo era sparito), se non lo stesso San Silverio?"
E' interessante questa pagina di Norman Douglas visto che è del 1908...ci fa ricordare tante altre storie del nostro Santo Protettore, San Silverio, che ci hanno raccontato i nostri genitori...i nostri nonni...
Una correzione da apportare al testo di Norman Douglas circa l'anno in cui fu convocato il concilio, nelle isole, da Papa Silverio, non è il 539 poichè egli morì il 21 novembre 537.
In lontananza Palmarola...il cielo non promette niente di buono...arriverà una tempesta???
(Foto che ho scattato nell'agosto 2013)
La statuetta di San Silverio posta nella cappellina sul Faraglione
L'isola di Palmarola illuminata dai raggi del sole al tramonto
(Foto di Rossano Di Loreto)
La cappellina dedicata a San Silverio sul Faraglione a Palmarola costruita nei primi anni dell'Ottocento, pare, sui ruderi di un'antica torre di guardia
(Foto di Rossano Di Loreto 2015)
La cappellina sul Faraglione di San Silverio che ospita una statuetta del Santo...fu costruita nella prima decade del 1800.
In questa foto del 1995 alcuni devoti stanno facendo la pulizia annuale
Così scrive di San Silverio: "Anche Palmarola è in grado di vantare il suo martire, speditovi in esilio, anzi uno dei più illustri. Per volontà di Giustiniano vi fu infatti relegato Papa Silverio, al quale venne poi dedicata una cappella (oggi in rovina) sulla vetta del colle adiacente allo sbarcatoio. L'imperatrice Teodora aveva preso le parti di Vigilio, l'altro papa, e furono le trame di quest'ultimo a causare la messa al bando del rivale. Nell'anno 539 il deposto pontefice convocò qui un concilio, il primo e l'ultimo tenutosi in queste isole. Adesso, essendo diventato santo e patrono locale, Silverio cerca in ogni modo di rendersi utile.
Non molto tempo fa una nave naufragò qui a Palmarola, e i marinai furono trascinati dalle onde in un punto ove le rocce cadono a strapiombo sul mare. Già si consideravano persi quando, comparve un vecchio dall'aspetto venerabile che s'offrì come guida. Difatti li accompagnò fino alla vetta- dove sono le case rupestri- ma, giunti a salvamento, gli uomini appresero stupiti che la parete, da loro appena superata con facilità, era considerata assolutamente insormontabile. Chi altri poteva essere quel vecchio (che nel frattempo era sparito), se non lo stesso San Silverio?"
E' interessante questa pagina di Norman Douglas visto che è del 1908...ci fa ricordare tante altre storie del nostro Santo Protettore, San Silverio, che ci hanno raccontato i nostri genitori...i nostri nonni...
Una correzione da apportare al testo di Norman Douglas circa l'anno in cui fu convocato il concilio, nelle isole, da Papa Silverio, non è il 539 poichè egli morì il 21 novembre 537.
In lontananza Palmarola...il cielo non promette niente di buono...arriverà una tempesta???
(Foto che ho scattato nell'agosto 2013)
La statuetta di San Silverio posta nella cappellina sul Faraglione
L'isola di Palmarola illuminata dai raggi del sole al tramonto
(Foto di Rossano Di Loreto)
La cappellina dedicata a San Silverio sul Faraglione a Palmarola costruita nei primi anni dell'Ottocento, pare, sui ruderi di un'antica torre di guardia
(Foto di Rossano Di Loreto 2015)
La cappellina sul Faraglione di San Silverio che ospita una statuetta del Santo...fu costruita nella prima decade del 1800.
In questa foto del 1995 alcuni devoti stanno facendo la pulizia annuale
mercoledì 6 giugno 2018
Uno strano pesce
Delle persone con uno strano pesce
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
In un libro di Ernesto Prudente ho trovato qualcosa a tal proposito, ecco cosa scrive: "Questo signore di nome Damiano, era un pescatore che giornalmente frequentava i mari di levante di Ponza e un giorno, nei pressi delle Formiche, trovò impigliato nella sua rete un pesce dalle forme strane. Un qualcosa che non aveva mai visto. Lo smagliò con attenzione e lo pose sulla prua coprendolo con un sacco. Al rientro in porto, come al solito, portò il pescato nella pescheria ma quel pesce lo tenne da parte per portarselo a casa per farlo vedere ai suoi familiari e al vicinato. Nel percorrere il tratto di strada Banchina Di Fazio- Via Scarpellini, dove abitava, era costretto a passare, sulla Punta Bianca, oggi Piazza Gaetano Vitiello, davanti allo studio fotografico di Biagio D'Arco, attuale negozio di "Totonno, tutto per la pesca". Il fotografo lo notò e notò anche lo strano animale per cui chiese di fotografarlo. Si radunarono e parteciparono anche alcuni giovani che si trovavano occasionalmente nella zona, come risulta dalla foto.
Siamo negli anni 1930-1934.
Il pesce ha, per la parte della testa, più o meno, le caratteristiche del pesce porco ma è totalmente differente nella parte centrale dove presenta due curiose pinne pettorali e nella parte caudale dove mostra addirittura due zampe simili ai piedi palmati di un gabbiano o di un qualsiasi pesce acquatico.
Nessuno, fra la tanta gente interpellata a cui è stata mostrata la foto, ha saputo darmi spiegazioni."
E' un grossopterigio? Come potrebbe sembrare.
se così fosse ci troveremmo davanti ad un caso di enorme interesse scientifico perchè l'esemplare potrebbe essere un celacanto, creduto a lungo estinto. Nel 1939, con grande meraviglia degli scienziati, un esemplare di celacanto fu pescato al largo delle coste sudafricane e venne chiamato latemerie dal nome di uno studioso che si interessò al caso.
Da allora anche altri esemplari sono stati pescati nelle acque profonde al largo delle isole Comore nell'oceano Indiano. se il pesce pescato dal Tagliamonte fosse, pertanto, un celacanto aprirebbe nuovi discorsi tecnici perchè la sua pesca risale a diversi anni prima del 1939, anno dell'esemplare preso al largo del Sudafrica, e il luogo di pesca sono le acque delle Formiche, una secca ad un miglio ad est dell'isola di Ponza, nel pieno del mar Tirreno."
Anche questi racconti fanno parte della storia di Ponza...
domenica 3 giugno 2018
L'antico percorso della processione di San Silverio
Un tempo, fino al 1955, la processione di San Silverio percorreva un tragitto diverso.
Lo racconta il Tricoli, storico dell'Ottocento così: "Di mattino dopo la messa cantata, dalla Parrocchia sorte lo stendardo, ed indi due o trecento divoti colle torcette, il gonfalone nonchè la congrega, la banda musicale, la croce e il clero, la statua, pallio, indi il comandante, giudice e sindaco seguiti dagli uffiziali e funzionari, la truppa con lo stuolo de' seguaci di ogni classe e condizione, girando, per la Parata, Scarpellino, Santantuono, Molo e ritorna."
"Mentre il convoglio gira per lo cennato abitato presso al porto, il clero vi canta inni, la musica tocca, il popolo ripete: Gran Santo protettore - Silverio venerato - Il popolo adunato - a te s'inchina..."
In queste foto c'è la storia di Ponza, persone che non ci sono più...
La processione con la statua di San Silverio nella vecchia barca si avvia sulla Parata
(Foto dall'album della mia famiglia)
In questa foto scende dagli Scarpellini
Quando ancora portavano San Silverio in processione su un trono...siamo a Santantuono
Ancora a Santantuono
La processione ritorna
In questa foto si intravede mia nonna Olimpia
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Lo racconta il Tricoli, storico dell'Ottocento così: "Di mattino dopo la messa cantata, dalla Parrocchia sorte lo stendardo, ed indi due o trecento divoti colle torcette, il gonfalone nonchè la congrega, la banda musicale, la croce e il clero, la statua, pallio, indi il comandante, giudice e sindaco seguiti dagli uffiziali e funzionari, la truppa con lo stuolo de' seguaci di ogni classe e condizione, girando, per la Parata, Scarpellino, Santantuono, Molo e ritorna."
"Mentre il convoglio gira per lo cennato abitato presso al porto, il clero vi canta inni, la musica tocca, il popolo ripete: Gran Santo protettore - Silverio venerato - Il popolo adunato - a te s'inchina..."
In queste foto c'è la storia di Ponza, persone che non ci sono più...
La processione con la statua di San Silverio nella vecchia barca si avvia sulla Parata
(Foto dall'album della mia famiglia)
In questa foto scende dagli Scarpellini
Quando ancora portavano San Silverio in processione su un trono...siamo a Santantuono
Ancora a Santantuono
La processione ritorna
In questa foto si intravede mia nonna Olimpia
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
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