In questo momento il cimitero di Ponza è diventato insufficiente...non c'è più posto e l'attuale Amministrazione Comunale sarebbe propensa ad ampliarlo.
Ma nel Settecento i primi coloni giunti da Ischia dove seppellivano i propri cari?
Sono state trovate sepolture in diverse località dell'isola come nei pressi del porto, accanto alla chiesa, in zona Dragonara, a Santa Maria...
Il Tricoli scrive: "Solo nel 1772 venne costruito il camposanto scoverto in dorso del bagno di Pilato, cinto da un muro, con tre profonde fosse, oltre la estensione di suolo per inumarvi, nonchè quello esterno destinato per gl'impenitenti ed appestati. Sulla parte più elevata di quel luogo fu edificato quello coverto, con tre altari dedicati alla Madonna della Salvazione, a S. Lucia, ed alle anime del Purgatorio, mentre delle quattro fosse col dispaccio del 12 maggio 1792 erano classificate, una per i sacerdoti, uffiziali e notabili; la seconda per soldati e condannati; la terza per gli uomini; e l'altra per le donne e ragazzi."
E a Le Forna?
Era previsto un cimitero anche in quella parte dell'isola, accanto alla chiesa dell'Assunta, infatti si autorizzò la sepoltura con un dispaccio del 18 agosto 1801, ed il Re donò una lapide, con un'iscrizione in latino, che fece arrivare da Palermo, che ora si trova nei locali del Museo di Ponza.
Un discorso a parte meritano le Necropoli che sono situate sui Guarini ed al Bagno Vecchio degli Scotti.
Giovanni Maria De Rossi in "Ponza Palmarola Zannone" scrive: "In entrambi i casi ci si trova in presenza di tombe a camera scavate nel banco roccioso, per deposizioni miste (incinerazione ed inumazione). Sia ai Guarini che al Bagno Vecchio i sepolcri si snodano dalla sommità lungo ai fianchi sud e sud-est dell'altura; il loro orientamento è determinato dall'orografia che imponeva lo sfruttamento dei terrazzamenti naturali e degli interposti pianori, senza l'intervento di forzature artificiali."
Il Mattei, nel 1847, così scrive della Necropoli dei Guarini: "Ma sul pendio di Chiaia di Luna non mi aspettava imbattermi nel sepolcreto Ponziano antico. Di esso mi offriva la certezza, oltre all'aspetto, anche la disposizione delle tombe, la frequenza delle medesime sulle pendici del colle, serbata la visuale della propinqua città."
Iscrizione marmorea in latino proveniente dall'ex Cimitero delle Forna di Ponza (Deposito Comunale di Ponza).
Il testo dice: "Affinchè coloro che furono creati di polvere e che polvere sono tornati, in attesa della beatitudine e della gloria del Gran Dio, abbiano un seppellimento temporaneo, la beneficenza religiosa di Ferdinando IV P.F.A.Re delle Due Sicilie ha costruito questo cimitero pubblico alle Forna di Ponza. Consulente, Michele San Severino vescovo di Gaeta, nell'anno di rinnovata salute 1807."
(Da "Le isole pontine attraverso i tempi")
Necropoli sopra Chiaia di Luna, precisamente sui Guarini, disegni del Mattei, 1847
La Necropoli del Bagno Vecchio
(Foto di Filippo Conte)
"La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi"
Marco Tullio Cicerone
sabato 29 marzo 2014
giovedì 27 marzo 2014
Ponza antica # 13
Di questa foto Ernesto Prudente così scrive nel suo libro "Ponza il tempo della storia e quello del silenzio":
"Bellissima immagine della baia con, in primo piano, la Dragonara dove risulta costruito il caseggiato Conte.
A S.Antonio si nota solo il pianterreno della casa Martinelli.
Le costruzioni sopra Giancos sono aumentate ed infine, cosa molto importante, la foto ritrae la traccia della strada Circea che si immette nel traforo di S.Maria dal lato mare.
La foto risale al 1925."
"La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento"
Henri Cartier - Bresson
martedì 25 marzo 2014
L'alba di un nuovo giorno.....sull'isola
Per vedere l'alba bisogna alzarsi presto......ma i colori sono sempre belli...soprattutto se si ha lo scenario meraviglioso di un'isola come Ponza.......
Le foto sono di Rossano Di Loreto
Alba sul porto
Il sole sta sorgendo......un gabbiano è in volo....
Magica alba......
Il sole è tra le nuvole....
L'alba di marzo
Che meraviglia!!!
L'alba di oggi.....
"Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perchè oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta."
Khalil Gibran
Le foto sono di Rossano Di Loreto
Alba sul porto
Il sole sta sorgendo......un gabbiano è in volo....
Magica alba......
Il sole è tra le nuvole....
L'alba di marzo
Che meraviglia!!!
L'alba di oggi.....
"Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perchè oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta."
Khalil Gibran
sabato 22 marzo 2014
La chiesa di San Giuseppe a Santa Maria
Nel mese di marzo com'è consuetudine, a Ponza, nella frazione di Santa Maria, si festeggia San Giuseppe.
In quella zona, a due passi dalla spiaggia, c'è una chiesa che è un gingillo...un amore, tenuta benissimo, dedicata proprio a San Giuseppe.
La chiesa di San Giuseppe fu costruita sul terreno donato da Pietro Mazzella detto "Pietr uapp", ma pare che già nel 1228 esistesse una chiesa a Santa Maria.
Infatti il "Codex Cajetanus", riporta, sotto la data del 1 dicembre 1228, l'accettazione da parte di Leone, prete della chiesa di Santa Maria, nell'isola di Ponza, di un legato a favore di detta chiesa fatto da D.Maria Gattola (fonte: Fabrizio M.Apollonj Ghetti "L'arcipelago pontino nella storia del Medio Tirreno")
La prima pietra venne benedetta il 4 marzo 1828, dal vescovo di Gaeta Monsignor Parisio ma i lavori furono interrotti dall'improvviso crollo del tetto.
E pensare che gli abitanti di quella zona ci tenevano tanto alla loro chiesa....avevano trasportato le pietre durante i lavori per costruirla.....
Il 15 novembre 1886, dopo aver sperato inutilmente che riprendessero i lavori, gli abitanti di Santa Maria e dei Conti mandarono una petizione al papa Leone XIII chiedendo un aiuto.
Già in quella petizione scrivono di San Giuseppe come Protettore........
Fanno presente che la chiesa di Ponza Porto è distante e durante l'inverno non riuscivano ad andare a Messa.
Finalmente i lavori della chiesa ripresero ed il 21 giugno 1895 venne consacrata dal vescovo di Gaeta.
Venne affidata al sacerdote don Antonino Conte, anche lui si era prodigato scrivendo la lettera chiedendo il completamento della chiesa. E poi ancora don Aniello Conte, nipote di don Antonino Conte, di cui ho già raccontato in un altro post (Aneddoti o quasi: "Addò sta Ddie?)
Per molti anni è stato parroco della chiesa di Santa Maria don Salvatore Tagliamonte.
Frazione di Santa Maria....poche case e la chiesa......imbarcazioni tirate a secco sulla spiaggia (foto antica)
Frazione di Santa Maria (foto antica)
Don Antonino Conte (1821- 1917) fratello del mio bisnonno Placido, il sacerdote a cui fu affidata la chiesa di Santa Maria
Iscrizione all'interno della chiesa
L'interno della chiesa.......sull'altare San Giuseppe
In quella zona, a due passi dalla spiaggia, c'è una chiesa che è un gingillo...un amore, tenuta benissimo, dedicata proprio a San Giuseppe.
La chiesa di San Giuseppe fu costruita sul terreno donato da Pietro Mazzella detto "Pietr uapp", ma pare che già nel 1228 esistesse una chiesa a Santa Maria.
Infatti il "Codex Cajetanus", riporta, sotto la data del 1 dicembre 1228, l'accettazione da parte di Leone, prete della chiesa di Santa Maria, nell'isola di Ponza, di un legato a favore di detta chiesa fatto da D.Maria Gattola (fonte: Fabrizio M.Apollonj Ghetti "L'arcipelago pontino nella storia del Medio Tirreno")
La prima pietra venne benedetta il 4 marzo 1828, dal vescovo di Gaeta Monsignor Parisio ma i lavori furono interrotti dall'improvviso crollo del tetto.
E pensare che gli abitanti di quella zona ci tenevano tanto alla loro chiesa....avevano trasportato le pietre durante i lavori per costruirla.....
Il 15 novembre 1886, dopo aver sperato inutilmente che riprendessero i lavori, gli abitanti di Santa Maria e dei Conti mandarono una petizione al papa Leone XIII chiedendo un aiuto.
Già in quella petizione scrivono di San Giuseppe come Protettore........
Fanno presente che la chiesa di Ponza Porto è distante e durante l'inverno non riuscivano ad andare a Messa.
Finalmente i lavori della chiesa ripresero ed il 21 giugno 1895 venne consacrata dal vescovo di Gaeta.
Venne affidata al sacerdote don Antonino Conte, anche lui si era prodigato scrivendo la lettera chiedendo il completamento della chiesa. E poi ancora don Aniello Conte, nipote di don Antonino Conte, di cui ho già raccontato in un altro post (Aneddoti o quasi: "Addò sta Ddie?)
Per molti anni è stato parroco della chiesa di Santa Maria don Salvatore Tagliamonte.
Frazione di Santa Maria....poche case e la chiesa......imbarcazioni tirate a secco sulla spiaggia (foto antica)
Frazione di Santa Maria (foto antica)
Don Antonino Conte (1821- 1917) fratello del mio bisnonno Placido, il sacerdote a cui fu affidata la chiesa di Santa Maria
Iscrizione all'interno della chiesa
L'interno della chiesa.......sull'altare San Giuseppe
giovedì 20 marzo 2014
Le fortificazioni a Ponza nell'Ottocento: Forte Papa
Forte Papa si trova nella parte settentrionale dell'isola di Ponza, Le Forna.
A tal proposito così scrive il Tricoli nella Monografia per le isole del Gruppo Ponziano:
"L'amena ed ubertosa contrada della Forna nella stessa Ponza, lungi cinque miglia dallo abitato, si rimaneva ancora deserta, perchè i primi coloni erano retrosi ad avervi possedimenti, anche per la poca sicurezza. Vi rimediò il Regnante colla costruzione del Forte Papa sullo sporgente riguardante la romagna, e che domini quel seno di ricovero, con tre pezzi di artiglieria, e ponte alzante."
Per poter assicurare una certa sicurezza ai coloni Torresi che arrivarono nel 1772 e si stabilirono a Le Forna, Re Ferdinando fece costruire Forte Papa.
Ma in quel luogo, forse, c'era già stata una fortificazione, nel secolo XVI, pare voluta da papa Paolo III, erede della famiglia Farnese, proprietari dell'isola, proprio a scopo difensivo.
Ecco l'origine del nome.....Forte Papa
Il Forte Papa visto dal Mattei nel 1847 che scrive così:
"Non una via praticabile vi conduce, ma la roccia è conformata a grandi scaglioni ed a ripiani successivi sfranandosi precipitosa a perpendicolo nel sinistro fianco di una breve spiaggia di mare; e sul ciglione indifeso della spianata mi assisi per ritrarre un pò di sbieco quella singolare posizione del forte."
Schema planimetrico dei resti del Forte Papa
(Giovanni Maria De Rossi "Ponza Palmarola Zannone")
I ruderi del Forte Papa
Forte Papa posizionato su un promontorio
(Foto di Rossano Di Loreto)
A tal proposito così scrive il Tricoli nella Monografia per le isole del Gruppo Ponziano:
"L'amena ed ubertosa contrada della Forna nella stessa Ponza, lungi cinque miglia dallo abitato, si rimaneva ancora deserta, perchè i primi coloni erano retrosi ad avervi possedimenti, anche per la poca sicurezza. Vi rimediò il Regnante colla costruzione del Forte Papa sullo sporgente riguardante la romagna, e che domini quel seno di ricovero, con tre pezzi di artiglieria, e ponte alzante."
Per poter assicurare una certa sicurezza ai coloni Torresi che arrivarono nel 1772 e si stabilirono a Le Forna, Re Ferdinando fece costruire Forte Papa.
Ma in quel luogo, forse, c'era già stata una fortificazione, nel secolo XVI, pare voluta da papa Paolo III, erede della famiglia Farnese, proprietari dell'isola, proprio a scopo difensivo.
Ecco l'origine del nome.....Forte Papa
Il Forte Papa visto dal Mattei nel 1847 che scrive così:
"Non una via praticabile vi conduce, ma la roccia è conformata a grandi scaglioni ed a ripiani successivi sfranandosi precipitosa a perpendicolo nel sinistro fianco di una breve spiaggia di mare; e sul ciglione indifeso della spianata mi assisi per ritrarre un pò di sbieco quella singolare posizione del forte."
Schema planimetrico dei resti del Forte Papa
(Giovanni Maria De Rossi "Ponza Palmarola Zannone")
I ruderi del Forte Papa
Forte Papa posizionato su un promontorio
(Foto di Rossano Di Loreto)
martedì 18 marzo 2014
Una tragedia dimenticata: il Corriere di Ponza
Il 21 marzo 1918, durante la prima guerra mondiale,venne affondata una goletta, Il Corriere di Ponza,colpito da un siluro lanciato da un sottomarino austriaco.
Il Corriere di Ponza, era una goletta di 150 tonnellate dell'armatore Erasmo Vitiello, che trasportava persone e merci tra Ponza e Gaeta..
Prima si chiamava Angelo Raffaele poi venne tramutato in Corriere di Ponza che era il nome del battello che aveva sostituito perchè non poteva più essere utilizzato.
Venne colpita a 6 miglia ad est di Zannone ed il comandante del sottomarino austriaco diede mezzora di tempo per far mettere in salvo i passeggeri sulle scialuppe.
Ma su quella goletta, forse, c'era troppa gente, si fecero prendere dal panico e i superstiti raccontarono che una delle scialuppe si capovolse mentre veniva calata in mare.
I soccorsi da Ponza non partirono subito ma dopo 24 ore, il freddo, il buio ed il mare mosso provocarono la morte di 35 persone. Tra i morti 25 erano militari ponzesi che dovevano tornare al fronte e 10 erano civili.
Una vera tragedia però dimenticata di cui si sa ancora poco.
Il porto di Ponza com'era un tempo.....
La Baia di Ponza.....in lontananza Zannone
Nota:
In questa tragedia morì Giovanni Calisi, commerciante, marito di Rosalia Conte, sorella di mio nonno Salvatore.
Il Corriere di Ponza, era una goletta di 150 tonnellate dell'armatore Erasmo Vitiello, che trasportava persone e merci tra Ponza e Gaeta..
Prima si chiamava Angelo Raffaele poi venne tramutato in Corriere di Ponza che era il nome del battello che aveva sostituito perchè non poteva più essere utilizzato.
Venne colpita a 6 miglia ad est di Zannone ed il comandante del sottomarino austriaco diede mezzora di tempo per far mettere in salvo i passeggeri sulle scialuppe.
Ma su quella goletta, forse, c'era troppa gente, si fecero prendere dal panico e i superstiti raccontarono che una delle scialuppe si capovolse mentre veniva calata in mare.
I soccorsi da Ponza non partirono subito ma dopo 24 ore, il freddo, il buio ed il mare mosso provocarono la morte di 35 persone. Tra i morti 25 erano militari ponzesi che dovevano tornare al fronte e 10 erano civili.
Una vera tragedia però dimenticata di cui si sa ancora poco.
Il porto di Ponza com'era un tempo.....
La Baia di Ponza.....in lontananza Zannone
Nota:
In questa tragedia morì Giovanni Calisi, commerciante, marito di Rosalia Conte, sorella di mio nonno Salvatore.
domenica 16 marzo 2014
Tramonti dall'isola
Le foto sono di questi giorni..... ci mostrano così una Ponza che pian piano sta uscendo dal grigiore invernale......si va verso la bella stagione.....
Grazie Rossano......
Tramonto sul mare.....
Tramonto a Chiaia di Luna
Stupenda Chiaia....
Tramonto su Palmarola
Il mare, i sassi, la spiaggia ed il tramonto.....
Il mare calmo della sera.......con i colori del tramonto
"Quando guardo un tramonto e mi emoziono, non mi domando a che velocità gira la Terra o a che distanza è il Sole o quanto sono grandi.
Amo quel momento. Punto. Non c'è da capire c'è d'amare."
Fabio Volo
Grazie Rossano......
Tramonto sul mare.....
Tramonto a Chiaia di Luna
Stupenda Chiaia....
Tramonto su Palmarola
Il mare, i sassi, la spiaggia ed il tramonto.....
Il mare calmo della sera.......con i colori del tramonto
"Quando guardo un tramonto e mi emoziono, non mi domando a che velocità gira la Terra o a che distanza è il Sole o quanto sono grandi.
Amo quel momento. Punto. Non c'è da capire c'è d'amare."
Fabio Volo
venerdì 14 marzo 2014
U munaciello
La credenza popolare immagina che u munaciello sia un fantasma che indossa il saio da monaco, un folletto a tratti buono ma anche dispettoso che occupa la casa.
La famiglia che abita in quella casa può ricevere tanta fortuna oppure essere infastidita a tal punto da essere costretta ad a cambiare abitazione.
La tradizione impone un fatto importante, la famiglia che riceve fortuna non dovrà mai dire ad altre persone della presenza del munaciello, se uno solo del nucleo familiare parla, da quel momento riceveranno solo guai.
La leggenda del munaciello ha origini antiche.....nasce a Napoli nel 1445.
Il munaciello sarebbe il figlio di Caterinella, una signorina benestante che quando la sua famiglia si accorse che era incinta la rinchiusero in convento ed uccisero il fidanzato.
Il figlio gracilino crebbe in quel convento, indossava un vestito da monaco e morì in circostanze misteriose.
Da lì partì la leggenda del munaciello che i nostri antenati portarono fino a Ponza.
Ernesto Prudente nel suo libro "Leggende isolane" racconta del munaciello così:
"E' rimasto nelle zone dove è vissuto da vivo. E in questi luoghi la gente lo rivede mentre scorrazza nelle case vendicandosi, in qualsiasi modo e in qualsiasi maniera, di chi lo ha tormentato.
Una vendetta contraria la manifesta per chi ha avuto nei suoi confronti parole e opere di generosità e di umanità.
Quando la padrona di casa trova la bottiglia dell'olio rovesciata e vuota, la vescica della "nzogne" presa di mira dagli artigli del gatto, anche se non vive in casa, il salame appeso mangiucchiato dal roditore, l'acqua che ha invaso la cucina e allora non ci sono dubbi: il colpevole è il "munacielle".
E' lui che urtando il braccio della signorinella, che lavora al ricamo, le fa pungere il dito e il sangue non si stagna più. E' lui che mette lo sgambetto alla ragazza che porta a tavola il vassoio con i bicchieri, facendola rotolare per terra.
E' lui che inacidire il vino nelle botti.
In tutte le manifestazioni avverse c'è la mano diabolica del "munacielle".
Una diabolicità che si notava anche nel pianto continuo e abitudinario di un bambino. Le mamme, per tenere lontano il "munaciello", attaccavano agli indumenti intimi dei bambini, con una spilla di sicurezza, un "abbetielle", uno scapolare fatto da un pezzetto di stoffa che avvolgeva l'immagine di un santo.
Quando invece la massaia trovava sul tavolo della cucina una borsa piena di pasta, un fiasco pieno di olio, un sacchetto di patate, era stata anche opera del "munacielle" come era opera sua quando, nel rifare il letto, si trovava, fra le lenzuola, qualche moneta d'argento.
Era lui che tormentava coloro che lo deridevano."
Era lui che portava in casa benessere e tesori.
I nostri antenati lo importarono anche a Ponza dove ha vissuto, sempre a vicende alterne, fino alla metà del secolo scorso. Ha avuto un posto di rilievo nella cultura isolana. Si è sempre parlato della sua discontinua apparenza, con doni o bastonate a seconda del proprio comportamento o del proprio credito.
Ernesto scrive ancora a proposito del munacielle:
"Con gli anni è scomparso. E con la morte di Marietta a Gaetana e Titina int'i palette, nessuno ne parla più.
Nessuno, rivolgendosi a qualche fortunato, dice più: "Tiene u munacielle a case".
Il "munacielle" era temuto e rispettato. Da qualcuno finalmente amato".
Immagine del munaciello
Immagine di Ponza antica......
Ponza com'era tempo fa.....
Corso Pisacane....giù alla Banchina viveva Marietta a Gaetana
La famiglia che abita in quella casa può ricevere tanta fortuna oppure essere infastidita a tal punto da essere costretta ad a cambiare abitazione.
La tradizione impone un fatto importante, la famiglia che riceve fortuna non dovrà mai dire ad altre persone della presenza del munaciello, se uno solo del nucleo familiare parla, da quel momento riceveranno solo guai.
La leggenda del munaciello ha origini antiche.....nasce a Napoli nel 1445.
Il munaciello sarebbe il figlio di Caterinella, una signorina benestante che quando la sua famiglia si accorse che era incinta la rinchiusero in convento ed uccisero il fidanzato.
Il figlio gracilino crebbe in quel convento, indossava un vestito da monaco e morì in circostanze misteriose.
Da lì partì la leggenda del munaciello che i nostri antenati portarono fino a Ponza.
Ernesto Prudente nel suo libro "Leggende isolane" racconta del munaciello così:
"E' rimasto nelle zone dove è vissuto da vivo. E in questi luoghi la gente lo rivede mentre scorrazza nelle case vendicandosi, in qualsiasi modo e in qualsiasi maniera, di chi lo ha tormentato.
Una vendetta contraria la manifesta per chi ha avuto nei suoi confronti parole e opere di generosità e di umanità.
Quando la padrona di casa trova la bottiglia dell'olio rovesciata e vuota, la vescica della "nzogne" presa di mira dagli artigli del gatto, anche se non vive in casa, il salame appeso mangiucchiato dal roditore, l'acqua che ha invaso la cucina e allora non ci sono dubbi: il colpevole è il "munacielle".
E' lui che urtando il braccio della signorinella, che lavora al ricamo, le fa pungere il dito e il sangue non si stagna più. E' lui che mette lo sgambetto alla ragazza che porta a tavola il vassoio con i bicchieri, facendola rotolare per terra.
E' lui che inacidire il vino nelle botti.
In tutte le manifestazioni avverse c'è la mano diabolica del "munacielle".
Una diabolicità che si notava anche nel pianto continuo e abitudinario di un bambino. Le mamme, per tenere lontano il "munaciello", attaccavano agli indumenti intimi dei bambini, con una spilla di sicurezza, un "abbetielle", uno scapolare fatto da un pezzetto di stoffa che avvolgeva l'immagine di un santo.
Quando invece la massaia trovava sul tavolo della cucina una borsa piena di pasta, un fiasco pieno di olio, un sacchetto di patate, era stata anche opera del "munacielle" come era opera sua quando, nel rifare il letto, si trovava, fra le lenzuola, qualche moneta d'argento.
Era lui che tormentava coloro che lo deridevano."
Era lui che portava in casa benessere e tesori.
I nostri antenati lo importarono anche a Ponza dove ha vissuto, sempre a vicende alterne, fino alla metà del secolo scorso. Ha avuto un posto di rilievo nella cultura isolana. Si è sempre parlato della sua discontinua apparenza, con doni o bastonate a seconda del proprio comportamento o del proprio credito.
Ernesto scrive ancora a proposito del munacielle:
"Con gli anni è scomparso. E con la morte di Marietta a Gaetana e Titina int'i palette, nessuno ne parla più.
Nessuno, rivolgendosi a qualche fortunato, dice più: "Tiene u munacielle a case".
Il "munacielle" era temuto e rispettato. Da qualcuno finalmente amato".
Immagine di Ponza antica......
Ponza com'era tempo fa.....
Corso Pisacane....giù alla Banchina viveva Marietta a Gaetana
giovedì 13 marzo 2014
Bambini di tanto tempo fa a Ponza # 8
La foto è prima del 1940 perchè si vede chiaramente che la chiesa non è stata ancora ampliata
"I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato"
Keith Haring
martedì 11 marzo 2014
Le fortificazioni a Ponza nell'Ottocento: La Batteria Leopoldo
A difendere il porto di Ponza fu costruita, nel 1808, per ordine del Principe di Canosa, uomo di fiducia dei Borboni, la Batteria Leopoldo, che prese questo nome dal nipote di Ferdinando I, Re delle due Sicilie.
Fu collocata proprio sopra le Grotte di Pilato, dov'è ora il cimitero e quella parte viene chiamata ancora abbascio 'a Battaria.
La batteria Leopoldo, possedeva tre cannoni ed una fornace per arroventare le palle. Venne costruita per rafforzare le difese dell'isola e contrastare i francesi.
Doveva operare in concomitanza col Fortino di Frontone, che però fu costruito successivamente, nel 1813, ed il Forte Bentick, sulla Ravia.
La Batteria Leopoldo venne raffigurata anche da un disegno del Mattei, nel 1847, che la visitò e così scrisse:"......una ripida discesa mi condusse ad un pianerottolo poco superiore al mare, che di sbieco guardava l'entrata della baia principale dell'isola. Tre o quattro pezzi d'artiglieria, affiancati da un corpo di guardia con sentinella militare, mi avvertirono dello scopo di quella fortificazione".
Ma di questo ne ho già scritto in un altro post su questo blog........
Particolare di una pianta del 1815 con l'ubicazione della Batteria Leopoldo (n.25 della pianta, in basso a sin.)
(dal libro di Giovanni Maria De Rossi "Ponza Palmarola Zannone)
Progetto di completamento della Batteria Leopoldo (C.Afan De Rivera)
(dal libro "Le isole Pontine attraverso i tempi")
Pianta geometrica del terreno dove è situata la Batteria Leopoldo 14 maggio 1820 (Michele Andreini sott. del Genio)
(dal libro "Pontio. L'isola di Pilato" di V.Bonifacio)
Abbascio 'a Battaria
(Foto dell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
La Batteria Leopoldo era nella parte bassa del cimitero....in questa foto si vede chiaramente....
Fu collocata proprio sopra le Grotte di Pilato, dov'è ora il cimitero e quella parte viene chiamata ancora abbascio 'a Battaria.
La batteria Leopoldo, possedeva tre cannoni ed una fornace per arroventare le palle. Venne costruita per rafforzare le difese dell'isola e contrastare i francesi.
Doveva operare in concomitanza col Fortino di Frontone, che però fu costruito successivamente, nel 1813, ed il Forte Bentick, sulla Ravia.
La Batteria Leopoldo venne raffigurata anche da un disegno del Mattei, nel 1847, che la visitò e così scrisse:"......una ripida discesa mi condusse ad un pianerottolo poco superiore al mare, che di sbieco guardava l'entrata della baia principale dell'isola. Tre o quattro pezzi d'artiglieria, affiancati da un corpo di guardia con sentinella militare, mi avvertirono dello scopo di quella fortificazione".
Ma di questo ne ho già scritto in un altro post su questo blog........
Particolare di una pianta del 1815 con l'ubicazione della Batteria Leopoldo (n.25 della pianta, in basso a sin.)
(dal libro di Giovanni Maria De Rossi "Ponza Palmarola Zannone)
Progetto di completamento della Batteria Leopoldo (C.Afan De Rivera)
(dal libro "Le isole Pontine attraverso i tempi")
Pianta geometrica del terreno dove è situata la Batteria Leopoldo 14 maggio 1820 (Michele Andreini sott. del Genio)
(dal libro "Pontio. L'isola di Pilato" di V.Bonifacio)
Abbascio 'a Battaria
(Foto dell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
La Batteria Leopoldo era nella parte bassa del cimitero....in questa foto si vede chiaramente....
lunedì 10 marzo 2014
Cartoline dall'isola
Ancora un pò di foto di Rossano Di Loreto che ogni giorno mette in rete delle belle immagini di Ponza....delle stupende cartoline....
L'isola di Palmarola vista da Lucia Rosa
Dalla spiaggia di Chiaia di Luna....il sole è già tramontato
La spiaggia di Sant'Antonio
La Punta del Fieno...in lontananza le nuvole giocano con i colori
L'ora del tramonto....a Chiaia
Il paradiso.......
"Una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d'animo, è più potente di pagine e pagine scritte"
Isabel Allende
L'isola di Palmarola vista da Lucia Rosa
Dalla spiaggia di Chiaia di Luna....il sole è già tramontato
La spiaggia di Sant'Antonio
La Punta del Fieno...in lontananza le nuvole giocano con i colori
L'ora del tramonto....a Chiaia
"Una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d'animo, è più potente di pagine e pagine scritte"
Isabel Allende
sabato 8 marzo 2014
Antichi mestieri: ' A capere
'A capere è l'antesignana del parrucchiere odierno che, però, esercitava a domicilio quindi era lei che si recava in casa delle clienti.
A proposito di questo mestiere Luigi Sandolo così scrive nel libro "Su e giù per Ponza":
"Così veniva chiamata la pettinatrice o acconciatrice dei capelli che non mancava in occasione di matrimoni e feste. All'igiene ed alla pettinatura quotidiana la donna, che portava i capelli lunghi, si faceva aiutare da una parente o amica".
A Ponza, un tempo, veniva un parrucchiere, un certo Vitullo, ma ho un vago ricordo.......
Però il parrucchiere che ha acconciato tante teste ponzesi è stato Silverio Spignesi che aveva il negozio in piazza Pisacane........Silverio 'u parrucchier......poi subentrò suo figlio Vittorio.....ma col tempo hanno lasciato questa professione per fare tutt'altro.
Sul corso Pisacane, in estate, apriva il suo negozio di coiffeur Madame, una bella signora francese, la moglie di Marcel Bouton del ristorante Ippocampo....io m'incantavo nel vederla lavorare.....
Poi, ha aperto il negozio, Oriana, una marchigiana, giù alla Banchina Nuova....ed ancora America Beauty di Maria Pia Mazzella che tutto l'anno garantisce, con professionalità, alle donne ponzesi e non, di poter acconciare i propri capelli.
La bellezza di una donna sta anche nell'avere dei bei capelli curati..........
Ma ritornando alla capere.......
Un tempo le donne portavano capelli lunghi che raccoglievano in un tupè, 'u tuppo.
Io ricordo i bellissimi capelli di mia nonna Olimpia acconciati in un tupè........
A proposito di questo mestiere Luigi Sandolo così scrive nel libro "Su e giù per Ponza":
"Così veniva chiamata la pettinatrice o acconciatrice dei capelli che non mancava in occasione di matrimoni e feste. All'igiene ed alla pettinatura quotidiana la donna, che portava i capelli lunghi, si faceva aiutare da una parente o amica".
A Ponza, un tempo, veniva un parrucchiere, un certo Vitullo, ma ho un vago ricordo.......
Però il parrucchiere che ha acconciato tante teste ponzesi è stato Silverio Spignesi che aveva il negozio in piazza Pisacane........Silverio 'u parrucchier......poi subentrò suo figlio Vittorio.....ma col tempo hanno lasciato questa professione per fare tutt'altro.
Sul corso Pisacane, in estate, apriva il suo negozio di coiffeur Madame, una bella signora francese, la moglie di Marcel Bouton del ristorante Ippocampo....io m'incantavo nel vederla lavorare.....
Poi, ha aperto il negozio, Oriana, una marchigiana, giù alla Banchina Nuova....ed ancora America Beauty di Maria Pia Mazzella che tutto l'anno garantisce, con professionalità, alle donne ponzesi e non, di poter acconciare i propri capelli.
La bellezza di una donna sta anche nell'avere dei bei capelli curati..........
Ma ritornando alla capere.......
Un tempo le donne portavano capelli lunghi che raccoglievano in un tupè, 'u tuppo.
Io ricordo i bellissimi capelli di mia nonna Olimpia acconciati in un tupè........
'A capera
Chissà in quante case di questa Ponza 'a capera è andata a pettinare le donne ponzesi................
giovedì 6 marzo 2014
La bellezza di un'isola.......
Un'isola è sempre bella.......anche d'inverno......
Magari dopo una tempesta la natura ci mostra paesaggi incantati......
Un pò di foto di Rossano Di Loreto che ogni giorno ci regala delle vere chicche fotografando gli angoli più disparati di Ponza
La magica spiaggia di Chiaia di Luna.....
Ancora Chiaia di Luna......che spettacolo!
Spiaggia di Chiaia di Luna al tramonto....un vero paradiso...
il Faro della Guardia......semplicemente meraviglioso.....
Spiaggia di Giancos e Scoglio di Frisio
"Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un'alba o un tramonto."
Tiziano Terzani
Magari dopo una tempesta la natura ci mostra paesaggi incantati......
Un pò di foto di Rossano Di Loreto che ogni giorno ci regala delle vere chicche fotografando gli angoli più disparati di Ponza
La magica spiaggia di Chiaia di Luna.....
Ancora Chiaia di Luna......che spettacolo!
Spiaggia di Chiaia di Luna al tramonto....un vero paradiso...
il Faro della Guardia......semplicemente meraviglioso.....
Spiaggia di Giancos e Scoglio di Frisio
"Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un'alba o un tramonto."
Tiziano Terzani
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