domenica 29 giugno 2025

San Silverio a Golfo Aranci

  A Golfo Aranci, in Sardegna, c'è una comunità ponzese che ogni 20 giugno, festeggia San Silverio.

E' una festa tramandata dai pescatori ponzesi che nel secolo scorso si stabilirono a Golfo Aranci portando le loro tradizioni e la devozione verso San Silverio.

Quest'anno al termine della processione è stata offerta la zuppa di pesce che, un tempo, i pescatori ponzesi consumavano sulle loro barche. Gli abitanti di Golfo Aranci non hanno alterato l'autenticità del piatto ponzese. 

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...

Queste foto sono della festa del 2022 e mi sono state inviate da Tiziana Varchetta scattate dalla signora Paola che ha curato anche l'addobbo del Santo.






20 giugno 2025, da "OLBIANOVA" (Segnalazione che mi ha inviato Maddalena Del Ponte)

venerdì 27 giugno 2025

Carlo e Giuseppina

 Sono molte le storie d'amore tra ragazze ponzesi e confinati dal regime fascista all'isola di Ponza. 

Ogni storia è diversa dall'altra ma tutte piene di sofferenza e consapevolezza.

Questa è la storia di Giuseppina Bosso, ponzese, e Carlo Fabbri, confinato ed è tratta dal libro Zì Baldone di Silverio Corvisieri.

"Insieme a Maria Vitiello, Giuseppina Bosso è forse la ragazza di Ponza che si spinse più avanti di qualsiasi altra, ben al di là della piena solidarietà al proprio uomo perseguitato dal fascismo. Divenne ella stessa una militante forte e consapevole, decisa a lottare fino in fondo , anche fino alla morte. Lo si vide con chiarezza già nel 1935 quando una tempesta repressiva particolarmente maligna si abbattè  sui confinati e sulle donne ponzesi che li avevano sposati. L'intera famiglia Bosso fu presa di mira e sconvolta..."

"...Carlo Fabbri, pubblicista e tipografo, era stato arrestato nel 1931 per l'aver progettato la preparazione e la diffusione di un manifestino di propaganda. Soltanto progettato! Per la polizia fascista andava comunque punito  perchè era "un accanito antifascista, capace di accettare di buon grado incarichi delittuosi ai danni del Regime". Nel 1935 fu nuovamente arrestato a Ponza per aver partecipato alla lotta dei confinati e quindi condannato a dieci mesi di carcere da scontare a Napoli. Quando potè tornare sull'isola chiese a Giuseppina - già colpita dall'ammonizione - di sposarlo al più presto. Fu come gettare in faccia alle autorità un guanto di sfida. Da un giorno all'altro lo strapparono dalla moglie e lo spedirono alle Tremiti. Giuseppina, in dolce attesa, invano chiese di poter seguire il marito. Le negarono il permesso perchè non aveva dato "segni di ravvedimento", cioè non si era piegata al ricatto poliziesco tendente a trasformarla in una collaboratrice, in una spia e, quantomeno, in una persona capace d'indurre il marito ad arrendersi al fascismo. Rimasta a Ponza e alle prese con una gravidanza che presto apparve molto difficile, la donna si ammalò in modo preoccupante. Le fu perciò consentito dopo molti mesi di recarsi alle Tremiti. Il viaggio aggravò le sue condizioni tanto che, appena arrivata in quelle isole e riabbracciato Carlo, dovette essere ricoverata d'urgenza nell'ospedale di Foggia dove partorì prematuramente una bimba cui venne dato il nome di Teresa. 

Tornata alle Tremiti Giuseppina, pur nelle pesanti condizioni economiche che rendevano ardua la sopravvivenza, conobbe qualche mese di serenità. Ma durò poco perchè nel luglio del 1937 suo marito fu di nuovo arrestato. Questa volta la sua "colpa" era di essersi rifiutato di fare il saluto fascista come invece il direttore della colonia pretendeva. Gli fu inflitta una condanna a un anno e sei mesi di reclusione e altri dieci di arresto. Con l'occasione si scoprì che anche Giuseppina era un "elemento non desiderabile" da rispedire immediatamente a Ponza..."

"...Seguirono altri anni tormentati. Altri trasferimenti, altre angherie, altre sofferenze. Il 25 luglio colse Giuseppina e Carlo a Ponza dove festeggiarono con entusiasmo la caduta di Mussolini. La donna, nuovamente incinta, avrebbe voluto prolungare quella parentesi di felicità ma Carlo fu inflessibile nel proposito di abbandonare l'isola e raggiungere i suoi compagni che in continente stavano riorganizzando il partito comunista. Egli non si faceva alcuna illusione circa le intenzioni dei tedeschi di reagire occupando l'Italia e perciò riteneva un dovere assoluto la partecipazione alla guerra di liberazione nazionale che ormai  si profilava  come ineluttabile. Giuseppina lo supplicò di aspettare almeno qualche giorno anche perchè l'unico piroscafo che collegava Ponza a Gaeta e Napoli era stato affondato e non sostituito. Di fronte alla fermezza del marito la donna decise di seguirlo. S'imbarcarono il 23 agosto sul motofrigorifero "San Giuseppe" per tentare di raggiungere Terracina e di qui partire per il Nord. Arrivata a 8 miglia dal Circeo la barca s'incagliò su un cavo che collegava una mina all'altra, e subì una brusca inclinazione. In un baleno si diffuse il terrore e 15 delle 22 persone che erano a bordo si gettarono in mare temendo un'improvvisa esplosione. Carlo Fabbri, che non sapeva nuotare, rimase sulla barca mentre sua moglie, in preda a una grande agitazione, si teneva a galla senza allontanarsi. I soccorsi tardarono ad arrivare. Due militari ponzesi, Salvatore Scotti e Raffaele Nocerino non furono più trovati. Il freddo e lo spavento danneggiarono la già fragile salute della donna. Furono comunque salvati e poterono raggiungere l'organizzazione di partito alla quale era stato destinato Fabbri, a Cannobio, in provincia di Novara. Carlo fu tra i primi a prendere le armi dopo l'invasione tedesca e la proclamazione della Repubblica di Salò. Giuseppina, sempre più malata, all'ottavo mese di gravidanza, fu ricoverata in ospedale per una improvvisa rottura delle acque: morirono lei e la nascitura. Fabbri dopo un breve periodo trascorso in Svizzera, divenne commissario politico di una formazione partigiana e fu tra i protagonisti della Repubblica dell'Ossola, territorio provvisoriamente liberato e governato dalle forze antifasciste; quando i fascisti contrattaccarono in forze, Carlo si trovava con pochi compagni nella sede del comando partigiano a Cannobio dove erano custoditi documenti che non dovevano assolutamente cadere nelle mani del nemico. Cercò insieme ai suoi di resistere al fuoco fascista quanto più tempo possibile; contemporaneamente bruciò le carte compromettenti. Alla fine Carlo Fabbri pur di non essere catturato e torturato con il rischio di non farcela a resistere e di danneggiare così la Resistenza preferì darsi la morte ingoiando la dose mortale del veleno che portava sempre con sè." 

Qualche mese prima di morire Carlo Fabbri scrisse una lettera, un testamento alla figlia Teresa ecco le parti più salienti:

"Mia cara piccola

, se non tornassi, sappi che sono morto per la libertà del popolo italiano e per la vittoria dei lavoratori di tutto il mondo. Ricordati, e ripensaci quando avrai più anni, che la mamma ed io abbiamo sempre lottato pensando a te; per assicurarti un domani senza fame, senza oppressione e senza guerre. Per evitare a te le umiliazioni, che ha subito in vita la mamma da parte dei fascisti e della polizia.

La tua povera mamma è stata una martire. Io ho fatto meno del mio dovere e sono stato spesso inferiore al mio compito; la mamma invece ha fatto molto di più di quello che ci si aspettava da lei.

Venera la sua memoria. Ti ha voluto molto bene. Studia!...

Il domani ha bisogno di ingegneri e di medici: se puoi mettiti a studiare queste materie. Sii degna di tua madre, che amò, ma non fu una bambola: ella fu innanzitutto una lavoratrice e una combattente...

Addio, 1944, tuo padre"

Quanta sofferenza!!!


La ponzese Giuseppina Bosso ed il marito Carlo Fabbri, caduto nella Resistenza (Foto tratta dal libro di Silverio Corvisieri " Zì Baldone (accadde a Ponza nel Novecento)"


Sulla Dragonara (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



mercoledì 25 giugno 2025

San Silverio, l'incendio e i dollari bruciati

 Noi ponzesi amiamo il nostro San Silverio, guardando la statua del Santo è come se guardassimo nostro padre. Dobbiamo conservarla con amore.

Questo episodio che sto per raccontare è giunto a noi grazie alla testimonianza di alcuni confinati presenti sull'isola. 

Verso la metà degli anni '30, il 20 giugno, scoppiò un incendio in chiesa forse provocato dai ceri accesi. La statua di San Silverio rischiò di essere danneggiata seriamente dal fuoco. Bruciarono le banconote di dollari donate dai fedeli giunti dagli Stati Uniti che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione.

Ma abbiamo anche la testimonianza di Walter Audisio che così scrive: "...Povero S.Silverio! Lo vidi all'indomani, nudo come un verme, affumicato e bruciacchiato, nello studiolo che il compagno Giorgi, aveva allestito in una stanzetta al "prato della miseria". Era con lui il compagno Callegari di Milano, fine stuccatore, dediti entrambi a ripristinare le soavi fattezze del vecchio Santo barbuto e a far sparire le tracce che il fuoco pareva aver lasciato sulla sua corruscata fronte"



Si vedono chiaramente i dollari donati dai ponzesi tornati dagli Stati Uniti



Processione di San Silverio, credo, anni '40



La statua di San Silverio dopo un restauro


domenica 22 giugno 2025

Un fotografo ponzese di un tempo, Alfredo Tricoli

 In queste foto possiamo ammirare la macchina fotografica di Alfredo Tricoli, fotografo ponzese di un tempo.

Era nato all'isola di Ponza nel settembre del 1912 ed è scomparso nel novembre 1982. Era il papà di Giuseppe, "Il Barone".

Un suo antenato era Giuseppe Cesare Tricoli, autore della " Monografia" dell'Ottocento.





La macchina fotografica di Alfredo Tricoli (Per gentile concessione della famiglia Tricoli)


Nel cerchio rosso possiamo vedere Alfredo Tricoli


Il promontorio della Guardia (Foto di Alfredo Tricoli, il papà di Giuseppe "il Barone")


venerdì 20 giugno 2025

San Silverio ad Arbatax

Il 20 giugno in ogni luogo dove c'è un ponzese si festeggia San Silverio.

Anche ad Arbatax, borgo marinaro della Sardegna, dove c'è una bella comunità di ponzesi, di cui alcuni sono miei parenti, si porta in processione San Silverio.

Foto di mia cugina Amelia Musella



giovedì 19 giugno 2025

Buon San Silverio!!!

Il 20 giugno ogni ponzese ovunque si trovi rivolge il proprio pensiero al suo Santo protettore, San Silverio.

San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola, nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni. 

All'isola di Ponza San Silverio viene portato in processione in una barchetta colma di garofani rossi.

La devozione verso il Santo oltrepassa i confini dell'isola, dove c'è un Ponzese c'è San Silverio

Buon San Silverio!!!

Foto di Annalisa Sogliuzzo


martedì 17 giugno 2025

Una situazione di pericolo e un'invocazione a San Silverio nel 1888

 I ponzesi quando si trovano in difficoltà invocano il loro Santo protettore, San Silverio, ovunque si trovino e da sempre.

Don Luigi Coppa , nel 1921, nella "Vita di San Silverio Papa e Martire" racconta questo episodio:
" Il 14 febbraio del 1888 una violenta tempesta si abbattè sull'isola di Ponza. Mai si ricordava un mare così agitato. Due barche incapparono nell'improvvisa mareggiata, non riuscendo a far ritorno in porto si rifugiarono nel ridosso di Le Forna. 
I due pescatori, Cristoforo Tagliamonte e Vincenzo Colonna, dovettero faticare non poco per tenere le barche ancorate. anche a ridosso della tempesta il vento era forte e le onde alte non accennava a diminuire mentre la pioggia incessante cadeva in tale quantità da impressionare i più anziani ed esperti pescatori. 
I parenti e una parte della popolazione si raccolsero in chiesa per pregare San Silverio. 
Dopo molte preghiere e suppliche esposero la statua sotto il colonnato mentre la tempesta infuriava ed ecco che " il Santo invocato da tante voci condusse nell'isola le due barche sane e salve."

Racconti come questo ce ne sono tantissimi  e la statua di San Silverio usciva dalla chiesa solo in situazioni di pericolo per la comunità ponzese, oltre che, ovviamente, per la processione del 20 giugno. 
Portare la statua in giro per l'isola su barche e furgoni non deve essere folclore, non ne abbiamo bisogno. 
Chissà cosa avrebbero detto i nostri padri, i nostri nonni, i nostri antenati. 
Le nostre tradizioni vengono stravolte irrimediabilmente.


San Silverio in una processione di tanti anni fa


La chiesa madre prima dell'ampliamento degli anni '40



La statua di San Silverio su una barca nella notte del 9 giugno 2025



La statua di San Silverio accanto a quella di Le Forna, chiesa SS, Maria Assunta in Cielo,  15 giugno 2025)


lunedì 16 giugno 2025

domenica 15 giugno 2025

San Silverio è anche a Bonifacio

Qualche anno fa, sul sito dell'Associazione Culturale Terraurunca ho letto che il nostro patrono San Silverio è venerato anche a Bonifacio, città a sud della Corsica.

Nella zona della marina precisamente nella chiesa di San'Erasmo c'è una statua di San Silverio.
Sicuramente i ponzesi nel loro peregrinare per il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore hanno portato il culto di San Silverio anche in Corsica come è già avvenuto in diverse località della Sardegna.
Mio padre, Ciro, raccontava che entrando in questa chiesa, vedendo la statua di San Silverio, aveva esclamato: " Allora anche qui ci sono i ponzesi!"

A Bonifacio si fanno due processioni: il 2  giugno per Sant'Erasmo, protettore dei marinai ed il 20 dello stesso mese per San Silverio protettore dei pescatori di aragoste.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...


La statua di San Silverio                                                                                                            


La chiesa di Sant'Erasmo



Le scogliere di Bonifacio

(Immagini reperite in rete)

venerdì 13 giugno 2025

I fiori del fico d'India

 Lina Raso su Facebook ha pubblicato delle belle foto dei fiori del fico d'India. Devo dire che sono proprio belli!!!

A Ponza ci sono tantissime piante di fico d'India e in dialetto ponzese i frutti si chiamano fechetìne mentre la pianta palètte.
La pianta può essere alta anche cinque metri, i fiori sono gialli o rosati ed i frutti a forma ovale, avvolti da una scorza spinosa, sono buonissimi.
I nostri contadini con il succo delle fechetìne e il mosto preparavano i mustarde, dolci che si mettevano ad asciugare al sole coperti da un velo per proteggerli dagli insetti.
La pianta del fico d'India veniva utilizzata anche per delimitare i confini tra le proprietà terriere ma anche per riparare dal vento le coltivazioni.




I fiori (Foto di Lina Raso)


I frutti, i fichetìne

mercoledì 11 giugno 2025

La Luna di Fragola a Ponza

Così

Quasi nascosta
Come a voler preservare la tua bellezza
E tu ...
...o Luna
Ne accentuerai
...la sua meraviglia ...

Chiesetta della Madonna della Civita
Ponza
Acquerellabili e china su Canson Heritage
©IL DISEGNATORE DI LUNE
Gianluca Campoli




lunedì 9 giugno 2025

Trase a' festa i San Silverie

 Ogni anno la sera del 9 giugno ha qualcosa di magico, è speciale per Ponza e per i ponzesi.

Trase a' feste i' San Silverie, il Santo patrono dell'isola.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono la barca con lo stendardo di San Silverio.
A mezzanotte ecco sbucare da dietro il promontorio della Madonna una barca illuminata seguita da altre.
E' un tripudio di fuochi, canti, tante belle sensazioni ed emozioni.
Una suggestiva processione notturna si snoda per le strade dell'isola portando lo stendardo fino alla chiesa madre che verrà poi collocato sul finestrone centrale.

Gran Santo protettore
Silverio venerato
il popolo adunato
a te s'inchina

Iniziano i festeggiamenti in onore di San Silverio.


Foto di Rossano Di Loreto di qualche anno fa






domenica 8 giugno 2025

San Silverio a Bologna

 In molte parti del mondo si festeggia San Silverio, anche a Bologna.

In questa città San Silverio è il patrono della parrocchia di Chiesa Nuova, in via Murri. 

Oggi la chiesa dedicata al Santo è un moderno edificio ma un tempo c'era quella vecchia, ormai in disuso, del 1585 e ampliata verso la metà del '700.

Il 18 maggio c'è stata la sagra di San Silverio che possiamo vedere con le foto pubblicate su Facebook da Marco Muzzi.








Foto di Marco Muzzi

Questa è la vecchia chiesa


Un disegno della vecchia chiesa


La chiesa nuova dedicata a San Silverio
(Immagini reperite in rete)

venerdì 6 giugno 2025

La malva arborea

 Di questa pianta dai fiori bellissimi non ne conoscevo il nome ed ho fatto qualche ricerca per saperne di più.

E'  la Lavatera o Malva arborea (Malvone maggiore) e in dialetto ponzese viene chiamata Màura o Marvòne. 
Cresce nei terreni incolti delle nostre isole (Arcipelago Ponziano) ma anche lungo le spiagge o le strade.
E' una pianta officinale con proprietà antinfiammatorie, emollienti e lassative. E' utile per la tosse, il mal di gola, la stitichezza e le irritazioni cutanee.

Isola di Ponza, foto di Annalisa Sogliuzzo







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