Oggi è un mestiere quasi scomparso perchè quando si rompe una scarpa si comprano altre nuove.
Credo che a Ponza non ci siano più calzolai ma, di questo mestiere, così scrive Luigi Sandolo, nel libro "Su e giù per Ponza":
"Di scarpe nei tempi lontani non se ne consumavano troppe perchè i contadini usavano i zampitti, ricavati dalla pelle degli asini ed i marinai gli zoccoli. A calzare gli altri e le donne provvedevano Francesco e Giuseppe Bosso e Ciro e Vincenzo Cuomo.
Angelo Pacifico e Francesco De Luca detto Ciccille 'e maestà, entrambi menomati negli arti inferiori, riparavano le scarpe mentre attorno al loro deschetto gli amici conversavano di cose allegre.
Un autentico artigiano del cuoio è Pietro Iozzi."
La moglie di Pietro Iozzi, Maria, aiutava il marito nel suo laboratorio di artigiano e dopo la sua morte ha continuato a riparare le scarpe dei ponzesi.
E' mancata qualche anno fa ultranovantenne.
Maria Iozzi, l'ultima calzolaia
(Foto di Teresa Rotondo)
Una foto antica di Giancos dove aveva il laboratorio Pietro Iozzi portato avanti in seguito dalla moglie Maria
domenica 29 settembre 2019
venerdì 27 settembre 2019
A' Vòtte
A' Vòtte così viene chiamato nel dialetto ponzese la Botte, uno scoglio che si staglia nel mare tra Ponza e Ventotene, un tempo forse erano più di uno.
I suoi fondali molto profondi sono ricchissimi di pesce.
E' stato per molti anni bersagliato dai colpi di cannone per le esercitazioni della Marina Militare che ne hanno fatto perdere la forma originaria, quella di una Botte.
Il sismologo Mercalli, nel 1892, è riuscito con "difficoltà ad approdare a questo Scoglio, che scende quasi a picco nel mare da tutte le parti."
Mercalli ritiene che "l'isolotto della Botte sia il residuo di un vulcano sorto dal fondo del mare indipendentemente da quelli di Ponza e di Ventotene."
Sir William Hamilton, nel 1786, scrive così: "Tra Ventotene e l'isola di Ponza, e da quest'ultima distante circa dodici miglia, un gruppo di scogli si elevano parecchi piedi sulla superficie del mare. Sono chiamati la Botte e sono composti da una lava compatta; probabilmente sono esigui resti di un'altra isola vulcanica le cui parti più tenere forse sono state portate via e livellate dall'azione del mare che qui è aperto e violento."
Un tempo, i pirati saraceni facevano le loro scorribande anche nel mare intorno allo scoglio della Botte.
Attaccarono di notte un paranzello carico di merci, comandato dal capitano Francesco Coppa, proveniente da Ischia e diretto a Ponza. Si salvò soltanto il giovane Andrea Conte che nuotò per dieci ore raggiungendo il porto di Ponza.
Era il 14 agosto 1795.
Oggi lo scoglio della Botte lo possiamo ancora vedere distintamente dalla Parata.
Nei colori dell'alba ponzese si vede chiaramente lo scoglio della Botte
(Foto di Rossano Di Loreto)
La Botte e il lontananza Ponza
La Botte da un'altra angolazione
(Immagini reperite in rete)
In questa carta si vede chiaramente la Botte disegnata in due scogli
L'autore è Magini Giovanni Antonio (1555-1617)
Estratto della Terra Aurunca da Mappe Italia 1562
I suoi fondali molto profondi sono ricchissimi di pesce.
E' stato per molti anni bersagliato dai colpi di cannone per le esercitazioni della Marina Militare che ne hanno fatto perdere la forma originaria, quella di una Botte.
Il sismologo Mercalli, nel 1892, è riuscito con "difficoltà ad approdare a questo Scoglio, che scende quasi a picco nel mare da tutte le parti."
Mercalli ritiene che "l'isolotto della Botte sia il residuo di un vulcano sorto dal fondo del mare indipendentemente da quelli di Ponza e di Ventotene."
Sir William Hamilton, nel 1786, scrive così: "Tra Ventotene e l'isola di Ponza, e da quest'ultima distante circa dodici miglia, un gruppo di scogli si elevano parecchi piedi sulla superficie del mare. Sono chiamati la Botte e sono composti da una lava compatta; probabilmente sono esigui resti di un'altra isola vulcanica le cui parti più tenere forse sono state portate via e livellate dall'azione del mare che qui è aperto e violento."
Un tempo, i pirati saraceni facevano le loro scorribande anche nel mare intorno allo scoglio della Botte.
Attaccarono di notte un paranzello carico di merci, comandato dal capitano Francesco Coppa, proveniente da Ischia e diretto a Ponza. Si salvò soltanto il giovane Andrea Conte che nuotò per dieci ore raggiungendo il porto di Ponza.
Era il 14 agosto 1795.
Oggi lo scoglio della Botte lo possiamo ancora vedere distintamente dalla Parata.
Nei colori dell'alba ponzese si vede chiaramente lo scoglio della Botte
(Foto di Rossano Di Loreto)
La Botte e il lontananza Ponza
La Botte da un'altra angolazione
(Immagini reperite in rete)
In questa carta si vede chiaramente la Botte disegnata in due scogli
L'autore è Magini Giovanni Antonio (1555-1617)
Estratto della Terra Aurunca da Mappe Italia 1562
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mercoledì 25 settembre 2019
Il belvedere della Parata
Erano passate da pochissimo le otto e trenta del mattino del 30 luglio quando si sono sentiti due boati ed una parte della falesia della Parata è crollata.
Si sa da anni che c'è un pericolo di frane ma finora non è stato fatto niente.
L'ultima conferenza dei servizi risale al 2016 e poi il nulla.
Bisognerebbe impegnarsi di più, fare qualcosa.
Eppure è una parte dell'isola di Ponza, in pieno centro storico, dove c'è un belvedere bellissimo e non ci si può nemmeno affacciare più.
Il muretto è transennato da oltre dieci anni ed anche la spiaggia sottostante è chiusa.
Dopo il crollo del 30 luglio è stata posizionata una rete alta ed affissa un'ordinanza che risale al 2009.
Per fortuna la sera prima del crollo ho scattato qualche foto.
Eccole:
Una sensazione di pace la sera prima e di rabbia, di impotenza, invece il giorno dopo.
Possibile che non si riesca a fare niente per quest'isola?
Foto del 29 luglio 2019
Si sa da anni che c'è un pericolo di frane ma finora non è stato fatto niente.
L'ultima conferenza dei servizi risale al 2016 e poi il nulla.
Bisognerebbe impegnarsi di più, fare qualcosa.
Eppure è una parte dell'isola di Ponza, in pieno centro storico, dove c'è un belvedere bellissimo e non ci si può nemmeno affacciare più.
Il muretto è transennato da oltre dieci anni ed anche la spiaggia sottostante è chiusa.
Dopo il crollo del 30 luglio è stata posizionata una rete alta ed affissa un'ordinanza che risale al 2009.
Per fortuna la sera prima del crollo ho scattato qualche foto.
Eccole:
Una sensazione di pace la sera prima e di rabbia, di impotenza, invece il giorno dopo.
Possibile che non si riesca a fare niente per quest'isola?
Foto del 29 luglio 2019
domenica 22 settembre 2019
La Madonna del Latte
Scendendo dalla strada Panoramica per il viottolo che porta in quella zona di Ponza chiamata Santa Croce, nome proveniente dalla Cappella lì ubicata, mi sono imbattuta in questa immagine posta sul muro di un'abitazione.
Altre volte l'avevo vista ma non avevo prestato sufficiente attenzione ad un particolare, non era la solita immagine mariana.
Su questa mattonella è raffigurata la Madonna con il seno scoperto, colta nell'atto di allattare il Bambinello o in procinto di farlo. Ho fatto qualche ricerca e pare sia chiamata Madonna del Latte.
Peccato che alcune parti siano danneggiate.
La Madonna del Latte
(Estate 2019)
La stessa immagine, Madonna del Latte
(Estate 2014)
Il viottolo che congiunge la strada Panoramica con la Santa Croce
(Estate 2016)
Altre volte l'avevo vista ma non avevo prestato sufficiente attenzione ad un particolare, non era la solita immagine mariana.
Su questa mattonella è raffigurata la Madonna con il seno scoperto, colta nell'atto di allattare il Bambinello o in procinto di farlo. Ho fatto qualche ricerca e pare sia chiamata Madonna del Latte.
Peccato che alcune parti siano danneggiate.
La Madonna del Latte
(Estate 2019)
La stessa immagine, Madonna del Latte
(Estate 2014)
Il viottolo che congiunge la strada Panoramica con la Santa Croce
(Estate 2016)
venerdì 20 settembre 2019
Il ricordo non muore mai
Buon compleanno papà...ovunque tu sia!!!
Ciro Iacono, mio padre, maestro d'ascia dell'isola di Ponza
Un cuore di padre è il capolavoro della natura
Abbé Prévost
Ciro Iacono, mio padre, maestro d'ascia dell'isola di Ponza
Un cuore di padre è il capolavoro della natura
Abbé Prévost
mercoledì 18 settembre 2019
Una casa diroccata
Nella vecchia strada di Le Forna, all'isola di Ponza, chiusa per anni dopo lo scempio causato dalla miniera di bentonite, c'è una casa diroccata con una finestrella da cui si può vedere il mare.
E' molto lesionata probabilmente dagli scavi minerari e quindi abbandonata.
E' interessante comunque perchè si vede la tecnica con cui si costruiva la volta di una casa.
La volta veniva costruita con mattoncini di tufo (spaccatelle) e ricoperta da uno strato di lapillo, una pozzolana proveniente dai Campi Flegrei, mescolata alla calce della cava di Zannone, per renderla impermeabile.
Veniva poi battuta con il mazzuolo di legno per alcuni giorni in modo da compattarla e lasciata asciugare.
La costruzione della volta di un'abitazione era una vera e propria arte, pochi ci riuscivano.
Il tufo prima proveniva da Procida in seguito venne usato quello della cava ponzese del Bagno Vecchio che era più leggero, più adatto alla costruzione di volte.
Sarebbe interessante conoscere la storia di questa casa diroccata, la famiglia che ci abitava.
La casa diroccata con la finestrella vista mare
Il comignolo
Il paesaggio della finestrella
(Estate 2019)
E' molto lesionata probabilmente dagli scavi minerari e quindi abbandonata.
E' interessante comunque perchè si vede la tecnica con cui si costruiva la volta di una casa.
La volta veniva costruita con mattoncini di tufo (spaccatelle) e ricoperta da uno strato di lapillo, una pozzolana proveniente dai Campi Flegrei, mescolata alla calce della cava di Zannone, per renderla impermeabile.
Veniva poi battuta con il mazzuolo di legno per alcuni giorni in modo da compattarla e lasciata asciugare.
La costruzione della volta di un'abitazione era una vera e propria arte, pochi ci riuscivano.
Il tufo prima proveniva da Procida in seguito venne usato quello della cava ponzese del Bagno Vecchio che era più leggero, più adatto alla costruzione di volte.
Sarebbe interessante conoscere la storia di questa casa diroccata, la famiglia che ci abitava.
La casa diroccata con la finestrella vista mare
Il comignolo
Il paesaggio della finestrella
(Estate 2019)
domenica 15 settembre 2019
A' tofata
All'alba del 15 agosto, giorno in cui si festeggia la Madonna Assunta in cielo, un gruppo di fedeli si reca a piedi fino a Le Forna. Si radunano a Sant'Antonio, attraversano il villaggio di Santa Maria, salgono per i Conti, intanto strada facendo si aggregano sempre più persone.
Pregando e cantando arrivano alla chiesa di Le Forna dedicata alla Madonna Assunta in Cielo per assistere alla Santa Messa.
Un tempo passavano per la strada vecchia dei Conti e mia madre Elvira ricorda che quando era bambina vedeva passare questa processione davanti casa sua.
Ma, un tempo, sempre all'alba si faceva anche una processione via mare, con le barche a remi che raggiungevano Cala Inferno. Durante la navigazione suonavano le tofe e inneggiavano nel dialetto ponzese alla Beata Vergine Maria.
Giunti a Cala Inferno salivano i gradini e si riunivano con i fedeli giunti a piedi dal porto di Ponza nel piazzale della chiesa di Le Forna.
Questo suono di tofe, simile alle sirene delle navi, veniva chiamato a' tofata ed è finita nel dimenticatoio come la scala di Cala Inferno inagibile da tanti anni.
Come perdere le tradizioni...
Partono a piedi i fedeli per raggiungere la chiesa di Le Forna
Le barche a remi, un tempo, costeggiavano Santa Maria, Frontone, prima di raggiungere Cala Inferno suonando le tofe
Cala Inferno
(Foto di Rossano Di Loreto)
La scalinata di Cala Inferno com'era un tempo, ora non è più accessibile
A' tofa
Un uomo che suona la tofa
(Immagini reperite in rete)
Nota:
A' tofa così viene chiamata nel dialetto ponzese è il tritone (charonia tritonis), un mollusco gasteropode con una grossa conchiglia
Pregando e cantando arrivano alla chiesa di Le Forna dedicata alla Madonna Assunta in Cielo per assistere alla Santa Messa.
Un tempo passavano per la strada vecchia dei Conti e mia madre Elvira ricorda che quando era bambina vedeva passare questa processione davanti casa sua.
Ma, un tempo, sempre all'alba si faceva anche una processione via mare, con le barche a remi che raggiungevano Cala Inferno. Durante la navigazione suonavano le tofe e inneggiavano nel dialetto ponzese alla Beata Vergine Maria.
Giunti a Cala Inferno salivano i gradini e si riunivano con i fedeli giunti a piedi dal porto di Ponza nel piazzale della chiesa di Le Forna.
Questo suono di tofe, simile alle sirene delle navi, veniva chiamato a' tofata ed è finita nel dimenticatoio come la scala di Cala Inferno inagibile da tanti anni.
Come perdere le tradizioni...
Partono a piedi i fedeli per raggiungere la chiesa di Le Forna
Le barche a remi, un tempo, costeggiavano Santa Maria, Frontone, prima di raggiungere Cala Inferno suonando le tofe
Cala Inferno
(Foto di Rossano Di Loreto)
La scalinata di Cala Inferno com'era un tempo, ora non è più accessibile
A' tofa
Un uomo che suona la tofa
(Immagini reperite in rete)
Nota:
A' tofa così viene chiamata nel dialetto ponzese è il tritone (charonia tritonis), un mollusco gasteropode con una grossa conchiglia
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venerdì 13 settembre 2019
L'orologio di Piazza Carlo Pisacane
Così scrive Norman Douglas, nel libro "Isole d'estate", dopo la visita a Ponza, nel 1908:
"A Ponza il tempo scorre veloce, almeno così si direbbe giudicando alla maniera in cui si comporta l'orologio del paese.
Nei cinque minuti durante i quali restammo ad osservarlo, incantati dai movimenti, le lancette passarono da mezzogiorno alle sette di sera".
L'orologio di Piazza Carlo Pisacane all'isola di Ponza
(Estate 2019)
"A Ponza il tempo scorre veloce, almeno così si direbbe giudicando alla maniera in cui si comporta l'orologio del paese.
Nei cinque minuti durante i quali restammo ad osservarlo, incantati dai movimenti, le lancette passarono da mezzogiorno alle sette di sera".
L'orologio di Piazza Carlo Pisacane all'isola di Ponza
(Estate 2019)
mercoledì 11 settembre 2019
Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita
L'ultima pubblicazione di Silverio Mazzella Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita è un viaggio nel tempo.
Si racconta una parte molto importante della vita dei ponzesi come le tradizioni, le preghiere ed anche le superstizioni, che sono poi la cultura di un popolo.
E' corredato da belle foto di persone che ci fanno fare un tuffo nel passato.
E' un libro molto interessante...
Non può mancare in libreria...si può acquistare dal Brigantino all'isola di Ponza
Nel libro c'è anche una preghiera tratta da Frammenti di Ponza che recitava mia zia Francesca
Mia zia Francesca Iacono
Si racconta una parte molto importante della vita dei ponzesi come le tradizioni, le preghiere ed anche le superstizioni, che sono poi la cultura di un popolo.
E' corredato da belle foto di persone che ci fanno fare un tuffo nel passato.
E' un libro molto interessante...
Non può mancare in libreria...si può acquistare dal Brigantino all'isola di Ponza
Nel libro c'è anche una preghiera tratta da Frammenti di Ponza che recitava mia zia Francesca
Mia zia Francesca Iacono
domenica 8 settembre 2019
Considerazioni di fine estate
Come ogni anno faccio le mie considerazioni sull'estate trascorsa sull'isola.
Non dovrei dire cose brutte perché i ponzesi che non vivono a Ponza non possono parlare, a quanto pare non ne hanno il diritto secondo alcuni.
Siamo nati a Ponza e la amiamo con tutto il cuore e vedere lo scempio che c'è in giro fa male al cuore.
Ma qualcuno se ne accorge? Forse hanno i paraocchi...
Strade impraticabili, piene di escrementi, bisogna fare dei veri e propri salta la merda. Non si può godere del panorama perché bisogna guardare per terra, altrimenti si rischia di portare a casa un ricordino.
Questo non succede solo sulle strade periferiche ma anche sul Corso principale. Le povere bestie hanno dei padroni impossibili. Non sono solo gli animali dei villeggianti, ma anche quelli di alcuni ponzesi che lasciano liberi i propri cani. Questi addirittura saltano addosso alle persone o disturbano i clienti di bar e ristoranti.
Poi non parliamo dell'immondizia lasciata in giro o dei bidoni puzzolenti mai lavati.
Chi controlla?
La spiaggia di Frontone era piena di cicche di sigarette, nascoste sotto i sassolini, e quant'altro.
Si parla tanto di ambiente, ma sono tutti sordi e tra un po' distruggeremo quel po' di mare rimasto.
Prima di Ferragosto è stata messa sulla spiaggia di Frontone una bella transenna arancione con tanto di ordinanza del 2012 che vietava l'accesso a quel tratto. Inutile dire che la gente se ne è fregata e l'ha oltrepassata comunque, anche perché sulla spiaggia non c'era più posto.
Cosa hanno messo a fare le reti di protezione sulla parete rocciosa se comunque non si può accedere a quel tratto di spiaggia. Il dubbio sorge spontaneo...se sono stati fatti dei lavori sulla parete sovrastante la spiaggia l'ordinanza è ormai superata...o no?
Per non parlare del fatto che dopo Ferragosto le barche che fanno la spola con la spiaggia di Frontone erano strapiene di gente. Sembravano quasi quelle dei migranti. Le norme di sicurezza dove sono andate a finire?
A fine luglio siamo stati svegliati da due boati causati dal crollo di parte del costone roccioso vicino al Belvedere della Parata. Tutto transennato anche lì con ordinanza del 2009.
Possibile che non si riesca a fare niente per quest'isola?
Ormai credo che Ponza rimarrà un'isola chiusa se continuiamo così.
Ma come si fa a restare indifferenti davanti a questa triste realtà...
A proposito, ma Chiaia di Luna è stata riaperta? E' una domanda che volevo fare a quelle persone che erano convintissime dell'imminente apertura e ora con la coda tra le gambe vanno nella caotica Frontone.
Il ponzese dovrebbe salvaguardare la propria isola e non distruggerla. Dovrebbe fare in modo di far rispettare le regole alle persone (turisti e non) che le ignorano o fanno finta di niente.
Io personalmente ho richiamato chi non rispettava le regole del vivere civile.
Un'altra cosa che ho notato sono i bordi delle strade piene di erbacce. La scala che porta sugli Scotti è in condizioni pietose, sembrava di stare nella giungla.
L'isola dovrebbe essere un gioiello e non un letamaio.
Poi è accaduto anche un fatto strano...
Qualcuno, sicuramente una mente malata, è arrivato a toccare addirittura la comunità religiosa colpendo, anzi decapitando, la statua di Padre Pio che si trova in località Tre Venti.
Come siamo finiti!
Il cartello con l'ordinanza del 2012
Si sono svegliati in pieno agosto
Queste reti cosa sono state messe a fare allora?
La gente è aumentata in quella parte di spiaggia
Il crollo della parete della Parata
Un cane sciolto scorrazza per il Corso
In via Madonna
Attenzione pericolo!
La statua di Padre Pio danneggiata
Non dovrei dire cose brutte perché i ponzesi che non vivono a Ponza non possono parlare, a quanto pare non ne hanno il diritto secondo alcuni.
Siamo nati a Ponza e la amiamo con tutto il cuore e vedere lo scempio che c'è in giro fa male al cuore.
Ma qualcuno se ne accorge? Forse hanno i paraocchi...
Strade impraticabili, piene di escrementi, bisogna fare dei veri e propri salta la merda. Non si può godere del panorama perché bisogna guardare per terra, altrimenti si rischia di portare a casa un ricordino.
Questo non succede solo sulle strade periferiche ma anche sul Corso principale. Le povere bestie hanno dei padroni impossibili. Non sono solo gli animali dei villeggianti, ma anche quelli di alcuni ponzesi che lasciano liberi i propri cani. Questi addirittura saltano addosso alle persone o disturbano i clienti di bar e ristoranti.
Poi non parliamo dell'immondizia lasciata in giro o dei bidoni puzzolenti mai lavati.
Chi controlla?
La spiaggia di Frontone era piena di cicche di sigarette, nascoste sotto i sassolini, e quant'altro.
Si parla tanto di ambiente, ma sono tutti sordi e tra un po' distruggeremo quel po' di mare rimasto.
Prima di Ferragosto è stata messa sulla spiaggia di Frontone una bella transenna arancione con tanto di ordinanza del 2012 che vietava l'accesso a quel tratto. Inutile dire che la gente se ne è fregata e l'ha oltrepassata comunque, anche perché sulla spiaggia non c'era più posto.
Cosa hanno messo a fare le reti di protezione sulla parete rocciosa se comunque non si può accedere a quel tratto di spiaggia. Il dubbio sorge spontaneo...se sono stati fatti dei lavori sulla parete sovrastante la spiaggia l'ordinanza è ormai superata...o no?
Per non parlare del fatto che dopo Ferragosto le barche che fanno la spola con la spiaggia di Frontone erano strapiene di gente. Sembravano quasi quelle dei migranti. Le norme di sicurezza dove sono andate a finire?
A fine luglio siamo stati svegliati da due boati causati dal crollo di parte del costone roccioso vicino al Belvedere della Parata. Tutto transennato anche lì con ordinanza del 2009.
Possibile che non si riesca a fare niente per quest'isola?
Ormai credo che Ponza rimarrà un'isola chiusa se continuiamo così.
Ma come si fa a restare indifferenti davanti a questa triste realtà...
A proposito, ma Chiaia di Luna è stata riaperta? E' una domanda che volevo fare a quelle persone che erano convintissime dell'imminente apertura e ora con la coda tra le gambe vanno nella caotica Frontone.
Il ponzese dovrebbe salvaguardare la propria isola e non distruggerla. Dovrebbe fare in modo di far rispettare le regole alle persone (turisti e non) che le ignorano o fanno finta di niente.
Io personalmente ho richiamato chi non rispettava le regole del vivere civile.
Un'altra cosa che ho notato sono i bordi delle strade piene di erbacce. La scala che porta sugli Scotti è in condizioni pietose, sembrava di stare nella giungla.
L'isola dovrebbe essere un gioiello e non un letamaio.
Poi è accaduto anche un fatto strano...
Qualcuno, sicuramente una mente malata, è arrivato a toccare addirittura la comunità religiosa colpendo, anzi decapitando, la statua di Padre Pio che si trova in località Tre Venti.
Come siamo finiti!
Il cartello con l'ordinanza del 2012
Si sono svegliati in pieno agosto
Queste reti cosa sono state messe a fare allora?
La gente è aumentata in quella parte di spiaggia
Un cane sciolto scorrazza per il Corso
In via Madonna
Attenzione pericolo!
La statua di Padre Pio danneggiata
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venerdì 6 settembre 2019
A' quinnicina...per l'Assunta
"Non scendo in paese..troppa confusione.. Nonostante il caldo, preferisco, ad una certa ora della sera, uscire a far 2 passi..Guardo qua e là, le lucette delle barche dondolanti, come lucciole, la luna che avvolge l'Isola, le casette colorate, che spiccano, pur nel buio.
Quanto è bella, la mia isola.
E, allora, senza accorgermene, l'atmosfera magica mi riporta all'adolescenza..
E sento...
Un coro dolcissimo di voci, che mi arriva dal terrazzino sopra il Giudicato. Recitano e cantano il Rosario ed altre preghiere in onore dell'Assunta. Ci si riunisce in gruppetti, dopo cena, e si innalzano lodi e invocazioni.
Il silenzio riporta echi non distanti..Si sente il coro,che sosta sul terrazzo di Rosa i' Santella, la mamma della nostra cara amica Adele, ancora oggi voce vigorosa nelle funzioni religiose.
L'eco mi porta a valle il coro degli Scotti, stanziato sul terrazzino, in prossimità della cappellina, sotto il portico di passaggio. E, persino, ancora più lontano e più suggestivo, un coro da sopra Giancos. Che dolce nostalgia.. Sono le voci delle nostre nonne, delle parenti, delle amiche, che risuonano nel mio cuore e mai si allontaneranno...
Ponza che prega, che fa la quindicina ( cominciava il primo d'agosto, si concludeva il 15. Da qui, il nome...) in onore dell'Assunta..Un silenzio magico, di altri tempi, di altra gente..."
Queste bellissime parole racchiudono i ricordi della mia amica Maria Conte sulla "quinnicina" per l'Assunta
Le barche dondolanti, come lucciole, la luna che avvolge l'isola...
(Foto di Rossano Di Loreto, agosto 2019)
La statua della Madonna Assunta che viene portata in processione per le strade di Le Forna
L'affresco sulla navata della chiesa di Le Forna che raffigura Maria Assunta in Cielo
Nota:
A' quinnicina sono preghiere in dialetto che si recitavano per prepararsi alla festa della Madonna Assunta
"I quindici d'aust,
na' rosa spampanata
Maria sarà chiamata
per un'eternità..."
Le barche dondolanti, come lucciole, la luna che avvolge l'isola...
(Foto di Rossano Di Loreto, agosto 2019)
La statua della Madonna Assunta che viene portata in processione per le strade di Le Forna
L'affresco sulla navata della chiesa di Le Forna che raffigura Maria Assunta in Cielo
Nota:
A' quinnicina sono preghiere in dialetto che si recitavano per prepararsi alla festa della Madonna Assunta
"I quindici d'aust,
na' rosa spampanata
Maria sarà chiamata
per un'eternità..."
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