A Prièzze è il nome di una casa che si trova, all'isola di Ponza, sugli Scotti di sopra ed è oggetto dell'ultimo libro dell'architetto Giuliano Massari.
Il titolo del libro è "PONZA Scotti di sopra. Un fabbricato speciale della metà del sec. XIX"
Giuliano analizza i vari aspetti architettonici, racconta un pò la storia di questo edificio, costruito su uno sperone di roccia, con le varie testimonianze, con vecchie foto prima della ristrutturazione. Una bella testimonianza è quella di Adriana Scotti che racconta la casa appartenuta a sua nonna con molta nostalgia. In quella casa ha abitato dal 1963 al 1967 anche un pittore americano, Paul Thek e proprio lì dipinse diversi quadri.
Nel 1984 la casa fu venduta e ristrutturata.
Ecco il racconto di Ernesto Prudente in uno dei suoi libri:
"...Una terrazza che dominava un vasto settore della costa orientale dell'isola. Uno scenario che va dai faraglioni del Calzone muto ai faraglioni della Madonna passando per le Formiche, e arriva a Le Forna,a Zannone. Sotto, un mare dai colori diversi perchè di diverso è il fondo marino. Un mare maestosamente bello in ogni sua dimensione..."
"...All'ingresso della casa di Roberto notammo, cementata nel muro, una mattonella con sopra scritto: "A Prièzze". Che bella parola. Che magnifica espressione.
"A Prièzze" è una parola di origine partenopea, di grande finezza, di grande squisitezza, di immensa delicatezza. Era usata anche nel vocabolario ponzese. Una parola in declino sia per la decadenza della parlata dialettale ma soprattutto perchè è meno frequente, se non raro, oggi, con i valori della vita moderna, vedere, incontrare o sentire uno che è "priate".
"A Prièzze" è un qualcosa che sta dentro, nell'animo, nel cuore, e che si riesce a esternare e a palesare più con lo sguardo, con la manifestazione, che con le sole fredde e aride parole..."
"..."A Prièzze" è un insieme di allegrezza, letizia, gaudio, contentezza, gioia, esultazione, giocondità nel senso di gratificazione che appaga, che premia, che allieta, che soddisfa. Essa esprime sia il piacere dell'animo che il piacere dei sensi..."
Ernesto aveva suggerito quel nome al proprietario della casa.