"Le luci, fioche e tremolanti, che illuminavano le strade dell'isola, si erano già accese da tempo.
Le ombre di quella sera di dicembre erano calate molto prima del solito a causa di nuvoloni neri che coprivano, senza spiragli, la volta del cielo. Salivano, quei nuvoloni, dalle spalle del monte Guardia talmente ammassati l'uno all'altro che non facevano trasparire alcun segno della presenza della luna, che a quell'ora era già alta nel cielo, nella sua ultima fase crescente.
Sotto questa cappa l'isola era ancora più isola.
Era una di quelle consuete serate invernali.
Il vento, il forte vento che soffiava da libeccio, era tangibile solo sulla Parata e a Chiaia di luna dove si infilava nelle gole facendo sentire il suo pauroso ululato.
Nella insenatura del porto, riparata dalla dorsale Scotti - monte Guardia - Guarini, si notava soltanto qualche refolo che nel suo corso increspava leggermente un mare piatto."
"...La piazza e il lungomare erano quasi deserti. Poca, pochissima gente circolava.
Nei bar, piccoli gruppi di giovani, discutendo di Inter e Juventus, Fiorentina e Milan con pochi e rari osanna al Napoli, aspettavano l'ora della cena per il loro definitivo rientro a casa. Attendevano anche l'arrivo dei quotidiani, che in continente, a quell'ora, erano già nei cestini, per i commenti che avrebbero accanito maggiormente le loro discussioni.
Qualche singola persona, o sparuto gruppetto, era al riparo sotto gli archi del palazzo comunale in attesa dell'arrivo della nave.
L'arrivo della nave che collega l'isola con il continente è sempre un avvenimento importante, un evento straordinario che rompe una monotonia incallita.
Rappresentava l'ultimo quadro dell'atto finale di un'opera la cui recita giornaliera era sempre a soggetto..."
"...Sempre a piccoli gruppetti, sparpagliati qua e là, parlava del più e del meno, per ammazzare l'attesa.
Lucia arrivò con il solito passo svelto, coperta da un impermeabile di colore avorio e con il capo avvolto in una sciarpa di lana.
Era una giovane maestra ventenne, al suo primo anno di incarico. Veniva da Ventotene e aveva preso alloggio nel piccolo convento di suore.
"Sono venuta a prendere Franco" ci disse quando si avvicinò al nostro gruppo. Franco, un nostro carissimo amico, era il suo fidanzato che lei amava con un amore profondo..."
"...Di tanto in tanto tirava su la manica dell'impermeabile per dare un'occhiata all'orologio. L'attesa, spasmodica, la inebriava e la rendeva felice. Una felicità che venne stroncata dalla notizia "la nave non arriva" data da un marinaio della capitaneria che, più di corsa che a passo svelto, si avviava alla testata del molo per avvertire l'ormeggiatore di rimettere a posto la passerella che aveva già approntata per darla alla nave.
Quella notizia fu come un clic di un interruttore che spegne la luce.
Lucia diventò, in un baleno, triste e muta. I suoi occhi persero lo sfavillio e si riempirono di lacrime.
Erano la voce del suo cuore che, in quel momento, soffriva. Non rispose più alle canzonature e agli sfottò..."
"...le dissi: " vieni, andiamo a fare un giro in macchina e poi vieni a cena da me". Una cosa, per lei, molto usuale.
Teneva il finestrino della macchina aperto per guardare il mare a cui certamente non rivolgeva pensieri affettuosi.
Il boato dei tuoni, che da tempo rintronava vicino e lontano, aveva nella galleria di S. Maria un rimbombo cupo e forte da far paura.
Avevamo superato l'ultimo caseggiato della zona quando un violento acquazzone si abbattè su Ponza.
Accompagnò il nostro procedere, a passo d'uomo, fino all'ingresso della Panoramica.
Come avviene quasi sempre con le libecciate, la pioggia cessò di colpo.
Il vento, che ora, con i suoi prolungati ululati, faceva sentire la sua forza e la sua potenza, aveva squarciato la grossa e densa nuvolaglia facendo vedere chiazze di cielo illuminate dalla luna che permettevano di seguire il cammino veloce delle nuvole da sud verso nord.
Lucia ruppe il suo silenzio chiedendomi: "ma allora, è proprio cattivo tempo"?
"E' maletièmpe. E' nu gruosse maletièmpe", le risposi
Non ebbi il tempo di spiegarle le reali condizioni atmosferiche perchè venni colpito da un fenomeno naturale che, per la prima volta in vita mia, mi era dato di assistere.
Da Palmarola alla punta della Guardia un ampio arcobaleno mostrava, tra una nuvola e l'altra, la sua identità con colori nitidi e precisi.
Uno spettacolo nuovo, Una luminaria meravigliosa e maestosa.
Un arcobaleno di notte! Cosa mai pensata.
Scendemmo dalla macchina per gustarlo pienamente.
L'unico grosso rammarico fu quello di non avere a portata di mano la macchina fotografica per immortalarlo.
Quando svanì ci mettemmo in macchina e, commentando l'avvenimento, raggiungemmo casa mia dove Lucia venne accolta, come sempre, da Luciana, come una sorellina, a cui dedicava sempre tante accortezze perchè viveva lontano dalla famiglia.
Mentre Luciana metteva in tavola la cena io e Lucia ci ingolfammo nello sfogliare libri per trovare riscontro a quanto eravamo spettatori. E lo trovammo.
Eravamo stati occasionali protagonisti di uno spettacolo molto raro: l'arcobaleno lunare.
Fu un esperienza che non si è più ripetuta e di cui non ho mai sentito raccontare."
( Tratto dal libro di Ernesto Prudente "L'ombra")
Nota:
L'arcobaleno di notte, "moonbow", è un fenomeno molto raro che avviene quando è la luce della Luna a essere rifratta dalle goccioline d'acqua sospese nell'aria.
Isola di Ponza (Foto di Dimitri Scripnic)Arcobaleno di notte (Immagini reperite in rete)