sabato 31 maggio 2025

Un'antica tradizione ponzese

 Un'antica tradizione ponzese si compie nella notte dell'Ascensione, quella del vacìle cu i fiuri.

Ci spiega bene questa tradizione Maria Conte, ponzese a Padova da una vita, scomparsa lo scorso gennaio.
Ecco:
"Stasera, metti in un catino petali di rosa e di altri fiori, rametti e foglie di tutte le erbe aromatiche che hai. Lasciale, se puoi, al fresco delle stelle. Domattina, dopo l'igiene personale, aspergi il viso  con l'acqua profumata del catino e recita tre Gloria."
Si possono mettere anche delle spighe di grano.

Bisogna tramandare le tradizioni di Ponza perchè sono la cultura della nostra isola.
Quella del vacìle cu i fiuri è bellissima ed io ricordo che nei giorni precedenti andavo alla ricerca dei fiori.
Per me è ancora più importante perchè sono nata nel giorno dell'Ascensione.




Vacili cu i fiuri inviatomi anni fa da Maria Conte


Questo è di mia cugina Candida Musella ad Arbatax in Sardegna


Questo è di Tulica Coppola


Questo è di Danielli Tofanin


Questo è di Eva Mazzella


Questo è di Carolina Tagliamonte


mercoledì 28 maggio 2025

Pellegrinaggio a Palmarola in onore di San Silverio

 All'isola di Palmarola, nell'Arcipelago Ponziano, sulla sommità di un Faraglione c'è una suggestiva Cappellina in cui c'è una piccola statua di San Silverio.

San Silverio da lassù protegge l'isola e i naviganti che solcano quelle acque.
La piccola statua fu acquistata nel 1950 a Napoli però ci fu bisogno di un ritocco di pittura per renderla più simile a quella della chiesa madre di Ponza.
L'intervento fu eseguito da Silverio Scotti, Baffetièlle.
La statua di San Silverio fu portata a Palmarola da Vincenzo Di Fazio con la barca Ondina.
Nella Cappella, eretta dai vecchi ponzesi, c'è un quaderno dove i visitatori possono lasciare un pensiero, un'emozione...
Possiamo trovare scritto: Ciao Silverio, anche se non credo nei dogmi cattolici, questa cappella mi impone severe riflessioni.
Oppure: Che la pace e la serenità che si godono da quassù, vicino a te, San Silverio, siano sempre nei nostri cuori. Proteggi sempre la grande famiglia umana.
Ed ancora: Sono salito pieno di turbamento e ho trovato la pace.

Ogni anno, prima dell'inizio dei festeggiamenti in onore di San Silverio, i ponzesi vanno in pellegrinaggio a Palmarola e alla base del Faraglione viene celebrata la Messa.




Sul Faraglione c'è la Cappellina con la statuina di San Silverio
(Foto di Rossano Di Loreto)


L'interno della Cappellina, si vede la statuina di San Silverio protetta da una campana di vetro e il quaderno su cui scrivere un pensiero (Foto di Arianna Mercurio, agosto 2019)

domenica 25 maggio 2025

Isola di Ponza, a bordo dell'Amerigo Vespucci

 Mentre l'Amerigo Vespucci è in rada nell'isola di Ponza una piccola delegazione, guidata dal sindaco Francesco Ambrosino, ha avuto l'onore di salire a bordo della nave più bella del mondo.

Un pò di foto dal reportage di Rossano Di Loreto



























sabato 24 maggio 2025

L' Amerigo Vespucci nelle acque dell'isola di Ponza

 La nave Amerigo Vespucci in questi giorni è in tour nel Mediterraneo e sta sostando in diversi porti italiani. 

Nel tragitto da Cagliari verso Gaeta oggi ha omaggiato con la sua presenza Ponza facendo una sosta di alcune ore nella baia dell'isola.

La nave più bella del mondo è stata ammirata da ponzesi e ospiti dell'isola.

Foto di Odissey Diving Ponza di Andrea Musella






venerdì 23 maggio 2025

Accadde nel maggio 1943

 Giuseppe faceva parte della grande famiglia Sandolo, originaria dell'isola di Ponza. Una famiglia dedita alla pesca che commerciava le aragoste.

Nel 1931 Giuseppe si trasferì con la sua famiglia ad Alghero per collaborare con i Sandolo che vendevano le aragoste a Marsiglia.

Durante la seconda guerra mondiale fu requisita una vecchia baleniera, l'Onda, di proprietà dell'armatore Nicola Delfino "per esigenze delle Forze armate" con un Regio Decreto. La baleniera fu trasferita a Porto Torres per la pesca ed il sostentamento della popolazione visto il periodo in cui i viveri erano scarsi.

Il comando dell'Onda venne affidato al ponzese Giuseppe Sandolo ed era l'unica imbarcazione che pescava nel golfo di Asinara.

Il 25 maggio 1943 l'Onda afferrò nelle reti qualcosa di pesante, era un sottomarino inglese che emerse poco più in là.

Giuseppe Sandolo avvisò subito la base militare di Cala Reale ma non venne creduto e per qualche giorno non uscì in mare.

Cinque giorni dopo, il 30 maggio, Giuseppe ed il suo equipaggio furono obbligati ad andare a pescare altrimenti per loro c'era il plotone di esecuzione. Appena in mare il sommergibile  colpì con dodici cannonate la baleniera Onda che affondò.

Giuseppe insieme a due marinai perse la vita e non furono più ritrovati.

L'Onda fu recuperata trenta mesi dopo.

Una delle tragedie della guerra.

(Notizie e foto sono tratte dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")


Giuseppe Sandolo


La baleniera Onda ormeggiata alla banchina e rimessa in servizio per la pesca

mercoledì 21 maggio 2025

L'arcobaleno di notte

 "Le luci, fioche e tremolanti, che illuminavano le strade dell'isola, si erano già accese da tempo.

Le ombre di quella sera di dicembre erano calate molto prima del solito a causa di nuvoloni neri che coprivano, senza spiragli, la volta del cielo. Salivano, quei nuvoloni, dalle spalle del monte Guardia talmente ammassati l'uno all'altro che non facevano trasparire alcun segno della presenza della luna, che a quell'ora era già alta nel cielo, nella sua ultima fase crescente.

Sotto questa cappa l'isola era ancora più isola.

Era una di quelle consuete serate invernali.

Il vento, il forte vento che soffiava da libeccio, era tangibile solo sulla Parata e a Chiaia di luna dove si infilava nelle gole facendo sentire il suo pauroso ululato.

Nella insenatura del porto, riparata dalla dorsale Scotti - monte Guardia - Guarini, si notava soltanto qualche refolo che nel suo corso increspava leggermente un mare piatto."

"...La piazza e il lungomare erano quasi deserti. Poca, pochissima gente circolava.

Nei bar, piccoli gruppi di giovani, discutendo di Inter e Juventus, Fiorentina e Milan con pochi e rari osanna al Napoli, aspettavano l'ora della cena per il loro definitivo rientro a casa. Attendevano anche l'arrivo dei quotidiani, che in continente, a quell'ora, erano già nei cestini, per i commenti che avrebbero accanito maggiormente le loro discussioni.

Qualche singola persona, o sparuto gruppetto, era al riparo sotto gli archi del palazzo comunale in attesa dell'arrivo della nave.

L'arrivo della nave che collega l'isola con il continente è sempre un avvenimento importante, un evento straordinario che rompe una monotonia incallita.

Rappresentava l'ultimo quadro dell'atto finale di un'opera la cui recita giornaliera era sempre a soggetto..."

"...Sempre a piccoli gruppetti, sparpagliati qua e là, parlava del più e del meno, per ammazzare l'attesa.

Lucia arrivò con il solito passo svelto, coperta da un impermeabile di colore avorio e con il capo avvolto in una sciarpa di lana.

Era una giovane maestra ventenne, al suo primo anno di incarico. Veniva da Ventotene e aveva preso alloggio nel piccolo convento di suore.

"Sono venuta a prendere Franco" ci disse quando si avvicinò al nostro gruppo. Franco, un nostro carissimo amico, era il suo fidanzato che lei amava con un amore profondo..."

"...Di tanto in tanto tirava su la manica dell'impermeabile per dare un'occhiata all'orologio. L'attesa, spasmodica, la inebriava e la rendeva felice. Una felicità che venne stroncata dalla notizia "la nave non arriva" data da un marinaio della capitaneria che, più di corsa che a passo svelto, si avviava alla testata del molo per avvertire l'ormeggiatore di rimettere a posto la passerella che aveva già approntata per darla alla nave.

Quella notizia fu come un clic di un interruttore che spegne la luce. 

Lucia diventò, in un baleno, triste e muta. I suoi occhi persero lo sfavillio e si riempirono di lacrime.

Erano la voce del suo cuore che, in quel momento, soffriva. Non rispose più alle canzonature e agli sfottò..."

"...le dissi: " vieni, andiamo a fare un giro in macchina e poi vieni a cena da me". Una cosa, per lei, molto usuale.

Teneva il finestrino della macchina aperto per guardare il mare a cui certamente non rivolgeva pensieri affettuosi.

Il boato dei tuoni, che da tempo rintronava vicino e lontano, aveva nella galleria di S. Maria un rimbombo cupo e forte da far paura.

Avevamo superato l'ultimo caseggiato della zona quando un violento acquazzone si abbattè su Ponza.

Accompagnò il nostro procedere, a passo d'uomo, fino all'ingresso della Panoramica.

Come avviene quasi sempre con le libecciate, la pioggia cessò di colpo.

Il vento, che ora, con i suoi prolungati ululati, faceva sentire la sua forza e la sua potenza, aveva squarciato la grossa e densa nuvolaglia facendo vedere chiazze di cielo illuminate dalla luna che permettevano di seguire il cammino veloce delle nuvole da sud verso nord.

Lucia ruppe il suo silenzio chiedendomi: "ma allora, è proprio cattivo tempo"?

"E' maletièmpe. E' nu gruosse maletièmpe", le risposi

Non ebbi il tempo di spiegarle le reali condizioni atmosferiche perchè venni colpito da un fenomeno naturale che, per la prima volta in vita mia, mi era dato di assistere.

Da Palmarola alla punta della Guardia un ampio arcobaleno mostrava, tra una nuvola e l'altra, la sua identità con colori nitidi e precisi.

Uno spettacolo nuovo, Una luminaria meravigliosa e maestosa.

Un arcobaleno di notte! Cosa mai pensata.

Scendemmo dalla macchina per gustarlo pienamente.

L'unico grosso rammarico fu quello di non avere a portata di mano la macchina fotografica per immortalarlo.

Quando svanì ci mettemmo in macchina e, commentando l'avvenimento, raggiungemmo casa mia dove Lucia venne accolta, come sempre, da Luciana, come una sorellina, a cui dedicava sempre tante accortezze perchè viveva lontano dalla famiglia.

Mentre Luciana metteva in tavola la cena io e Lucia ci ingolfammo nello sfogliare libri per trovare riscontro a quanto eravamo spettatori. E lo trovammo. 

Eravamo stati occasionali protagonisti di uno spettacolo molto raro: l'arcobaleno lunare.

Fu un esperienza che non si è più ripetuta e di cui non ho mai sentito raccontare."

( Tratto dal libro di Ernesto Prudente "L'ombra")


Nota:

L'arcobaleno di notte, "moonbow", è un fenomeno molto raro che avviene quando è la luce della Luna a essere rifratta dalle goccioline d'acqua sospese nell'aria.



Isola di Ponza (Foto di Dimitri Scripnic)



Arcobaleno di notte (Immagini reperite in rete)



domenica 18 maggio 2025

I strùglie

 Una volta in quasi tutte le case  si usavano le scope di "strùglie"  per cui questa pianta aveva anche una sua utilità.

Le foglie, che sono delle lamine molto lunghe, venivano legate a mazzo e la parte superiore alla legatura  veniva piegata nuovamente. Al centro della piegatura risultava un foro in cui veniva infilato il bastone. 

Si facevano anche scope più piccole, "u scupille". Esse servivano per biancheggiare.

(Dal libro di Ernesto Prudente "A Spòrte d'u Tarallare")

Il nome scientifico di questa pianta è Ampelodesmos mauritanicus ma in dialetto ponzese viene chiamata oltre a strùglie anche scupàzzi e stràmma.

Intrecciate si potevano realizzare anche cordame (rièste) e selle per asini (vàrde).




(Immagini reperite in rete)

venerdì 16 maggio 2025

Che bella foto!!!

 Questa foto è stata scattata all'isola di Ponza, credo, nei primi anni '60 e vediamo un gruppo di persone  in cui traspare tanta allegria.

Il primo da sinistra è mio nonno Peppino Iacono, poi mia nonna Olimpia, la signora con i capelli bianchi, con amici forestieri che mangiano il cocomero. La signora con i capelli neri accanto a nonna Olimpia, dietro al bambino che sta bevendo, è sua nipote Grazia Di Lorenzo.

I miei nonni strinsero un bel rapporto di amicizia con questa famiglia.

Che belle persone sorridenti!!!

(Dall'album di famiglia)



martedì 13 maggio 2025

Buon compleanno mamma!!!

 Buon compleanno mamma, ovunque tu sia!!!

Il ricordo non muore mai...

Elvira Conte Iacono, la mia mamma  (14 / 05/ 1926 - 10 / 11 / 2022 )

(Foto scattata da mia figlia, Marianna Licari, il 31 luglio 2017)



domenica 11 maggio 2025

I diavoli della Forcina di Pamarola

  Secondo antiche leggende ponzesi la Forcina di Palmarola era un luogo misterioso in cui pare dimorassero munacielli, streghe e diavoli.

Infatti veniva chiamata anche Forcina del Diavolo. Nelle notti di Luna piena i diavoli si davano appuntamento a Palmarola. Pare che accendessero fuochi con rami secchi mostrando i loro volti diabolici.

La Forcina veniva considerato il luogo più misterioso di Palmarola e terrorizzava i ponzesi.

Anche il Tricoli racconta qualcosa nella Monografia scritta verso la metà dell'Ottocento.

Scrive così: "DIAVOLERIA. Si racconta che presso i cucuzzoli di Palmarola, località denominata la "Forcina", vi faccia residenza una famiglia di "pacifici - diavoli" che s'incaricano semplicemente a ritenersi gli "ossessi" e gli "affascinati" che vi sono attaccati da magia e diconsi tanti altri fatti infernali e ridicoli."




Foto di Rossano Di Loreto
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