La farfalla in dialetto ponzese viene chiamata palummèlle.
Nel libro La fauna dell'isola di Ponza negli acquerelli di Silverio Mazzella ho scoperto che c'è una farfalla endemica, la Hipparchia di Ponza.
Ecco cosa c'è scritto: "Endemismo delle isole Ponziane. Le tre isole occidentali si trovano sulla platea continentale e la profondità del mare non supera i 200 metri.Durante la fase di regressione glaciale del mare, queste isole probabilmente furono collegate al continente. Invece un ponte di terra tra Ponza e Ventotene si ritiene improbabile e lo scoglio della Botte potrebbe essere servito da trampolino durante la fase di diffusione del lepidottero, sulle isole più orientali dell'arcipelago. Vive intorno a pendici scoperte del piano basale sino a circa 280 metri s.l.m. Ha una generazione annuale, con sfarfallamento in giugno. Farfalla caratterizzata dal grande mimetismo con la lunghezza dell'ala anteriore di mm 30-40. Depone centinaia di uova preferibilmente nella Graminacea Brachypodium ramosum (a Ponza detto Paliere). Ogni uovo, alto 1 mm, ha 25 striature longitudinali. Il bruco ha riflessi ocra, raramente striature scure dorsali. Iniziano a nutrirsi in primavera ancora con l'oscurità. Hanno una forte mortalità durante la crescita."
Una "palummèlle" a Ponza
Credo sia la "Vanessa cardui"
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)
Hipparchia sbordonii (La farfalla di Ponza)
(Immagine reperita in rete)
Nota:
Endemismo significa che alcune specie sono esclusive di un dato territorio
domenica 30 giugno 2019
venerdì 28 giugno 2019
Ponza nel 1882 vista con gli occhi di un architetto ponzese dell'Ottocento
L'architetto ponzese, Silverio Migliaccio, realizzò un dipinto, datato 28 luglio 1882, che raffigura una "Veduta in prospettiva del porto e piazza di Ponza e sue adiacenze, spiaggia del Grano".
Possiamo così osservare l'abitato di Ponza, di quel tempo, con gli occhi competenti di un architetto.
Riconosciamo il faro della Madonna, l'elegante casina del Commendatore D'Ambrosio sul Belvedere, la Cappella del Cimitero, la Chiesa ma anche i terreni coltivati.
Possiamo osservare l'attuale Corso Pisacane che a quel tempo si chiamava Corso Principe di Napoli.
Spiccano la palazzina a due piani in zona Parata e quella di Gambardella accanto alla Chiesa.
E poi ancora la Torre, la Lanterna del Porto.
Questo dipinto ci dà l'idea di Ponza di quel tempo ed è veramente interessante.
Silverio Migliaccio, architetto, è citato anche dal Tricoli nella "Monografia per le isole del Gruppo Ponziano".
Immagine tratta dal libro di Giuliano Massari "La mia Aragosta"
Veduta in prospettiva del porto e piazza di Ponza e sue adiacenze, spiaggia del Grano
Dipinto dall'architetto Silverio Migliaccio 28 luglio 1882
(Per gentile concessione di Giuseppina Migliaccio, della quale l'architetto era un antenato)
La palazzina a due piani in via Parata visibile nella "veduta prospettica" realizzata dall'architetto Silverio Migliaccio nel 1882.
Appare la sagoma di questo palazzo anche in un disegno del Mattei nel 1847, forse era in costruzione.
Il palazzo Gambardella vicino alla chiesa
Nota:
L'architetto Silverio Migliaccio, nel 1861, alle prime elezioni dopo l'Unità d'Italia venne eletto consigliere comunale.
Possiamo così osservare l'abitato di Ponza, di quel tempo, con gli occhi competenti di un architetto.
Riconosciamo il faro della Madonna, l'elegante casina del Commendatore D'Ambrosio sul Belvedere, la Cappella del Cimitero, la Chiesa ma anche i terreni coltivati.
Possiamo osservare l'attuale Corso Pisacane che a quel tempo si chiamava Corso Principe di Napoli.
Spiccano la palazzina a due piani in zona Parata e quella di Gambardella accanto alla Chiesa.
E poi ancora la Torre, la Lanterna del Porto.
Questo dipinto ci dà l'idea di Ponza di quel tempo ed è veramente interessante.
Silverio Migliaccio, architetto, è citato anche dal Tricoli nella "Monografia per le isole del Gruppo Ponziano".
Immagine tratta dal libro di Giuliano Massari "La mia Aragosta"
Veduta in prospettiva del porto e piazza di Ponza e sue adiacenze, spiaggia del Grano
Dipinto dall'architetto Silverio Migliaccio 28 luglio 1882
(Per gentile concessione di Giuseppina Migliaccio, della quale l'architetto era un antenato)
La palazzina a due piani in via Parata visibile nella "veduta prospettica" realizzata dall'architetto Silverio Migliaccio nel 1882.
Appare la sagoma di questo palazzo anche in un disegno del Mattei nel 1847, forse era in costruzione.
Il palazzo Gambardella vicino alla chiesa
Nota:
L'architetto Silverio Migliaccio, nel 1861, alle prime elezioni dopo l'Unità d'Italia venne eletto consigliere comunale.
martedì 25 giugno 2019
Antiche leggende: 'a janàre
Per sconfiggere 'a janàre (strega) si svolgevano dei riti antichi e uno di questi ci viene raccontato dalla mia amica Maria, tratto dal suo vissuto a Ponza.
Ecco il suo racconto:
"Le janàre, in dialetto nostro, creature diaboliche e maligne, ma non so perchè si scatenavano la notte dal 23 al 24 giugno. Si cercava di esorcizzarne l'effetto con preghiere e qualche rituale.
Io ne ricordo uno.
Alcune amiche ed io ci riunivamo nel locale del forno di Maria Grazia (allora tra piazza e corso c'erano quattro panetterie...ora solo pizze).
Vi si accedeva dalla scaletta che porta dal Corso, poco prima del tunnel di S.Antonio sulla destra, alla banchina.
Eravamo privilegiate, per assistere al rito...
Il papà di Liliana, gran brava persona, oltre che provetto fornaio, preparava gli arnesi: un catino con l'acqua, una ciotolina di ferro, alcuni piombini, di quelli che si usavano per la confezione dei pacchi postali.
Nel silenzio più assoluto, circondato da noi, che seguivamo il tutto con gli occhi sgranati e un pò di paura, don Benedetto poneva due, tre piombini nella ciotola, sulla brace. Il piombo si liquefaceva piano piano.
Quando la piccola massa argentea era del tutto pronta, con maestria, il nostro amico la versava nel catino, dove sfrigolando e schiumando, si rapprendeva in piccoli, vari corpuscoli dalle forme strane.
Quando tutto si era raffreddato, don Benedetto prendeva alcuni frammenti rappresi, ce li mostrava e dall'immagine che ciascuno di loro suscitava, ne traeva auspici...sempre buoni e confortanti, logico.
Finalmente, serene e consolate da uno "scagliuozzo", omaggio del fornaio ce ne andavamo.
Le janàre erano sconfitte anche stavolta...
Non c'era concesso in maniera più assoluta e non so il perchè, iniziare i bagni...San Giovanni non voleva. Correvamo il rischio di affogare contravvenendo alla tradizione."
Isola di Ponza, il centro storico
Il Corso da dove si raggiungeva il forno di Maria Grazia
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Le scalette per raggiungere il luogo del rito
(estate 2015)
Da queste parti c'era il forno in cui si svolse il rito
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
I janàre
(Immagine reperita in rete)
Nota:
Scagliuozzo era una focaccina fatta con la farina di granturco, uva passa ed un pò di sugna
Ecco il suo racconto:
"Le janàre, in dialetto nostro, creature diaboliche e maligne, ma non so perchè si scatenavano la notte dal 23 al 24 giugno. Si cercava di esorcizzarne l'effetto con preghiere e qualche rituale.
Io ne ricordo uno.
Alcune amiche ed io ci riunivamo nel locale del forno di Maria Grazia (allora tra piazza e corso c'erano quattro panetterie...ora solo pizze).
Vi si accedeva dalla scaletta che porta dal Corso, poco prima del tunnel di S.Antonio sulla destra, alla banchina.
Eravamo privilegiate, per assistere al rito...
Il papà di Liliana, gran brava persona, oltre che provetto fornaio, preparava gli arnesi: un catino con l'acqua, una ciotolina di ferro, alcuni piombini, di quelli che si usavano per la confezione dei pacchi postali.
Nel silenzio più assoluto, circondato da noi, che seguivamo il tutto con gli occhi sgranati e un pò di paura, don Benedetto poneva due, tre piombini nella ciotola, sulla brace. Il piombo si liquefaceva piano piano.
Quando la piccola massa argentea era del tutto pronta, con maestria, il nostro amico la versava nel catino, dove sfrigolando e schiumando, si rapprendeva in piccoli, vari corpuscoli dalle forme strane.
Quando tutto si era raffreddato, don Benedetto prendeva alcuni frammenti rappresi, ce li mostrava e dall'immagine che ciascuno di loro suscitava, ne traeva auspici...sempre buoni e confortanti, logico.
Finalmente, serene e consolate da uno "scagliuozzo", omaggio del fornaio ce ne andavamo.
Le janàre erano sconfitte anche stavolta...
Non c'era concesso in maniera più assoluta e non so il perchè, iniziare i bagni...San Giovanni non voleva. Correvamo il rischio di affogare contravvenendo alla tradizione."
Isola di Ponza, il centro storico
Il Corso da dove si raggiungeva il forno di Maria Grazia
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Le scalette per raggiungere il luogo del rito
(estate 2015)
Da queste parti c'era il forno in cui si svolse il rito
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
I janàre
(Immagine reperita in rete)
Nota:
Scagliuozzo era una focaccina fatta con la farina di granturco, uva passa ed un pò di sugna
venerdì 21 giugno 2019
Che fiore è???
Annalisa Sogliuzzo pubblica ogni giorno delle bellissime foto dell'isola di Ponza sul suo profilo Facebook.
Qualche giorno fa ha fotografato questo bellissimo fiore di cui non conosco il nome. Sarebbe interessante saperne di più...
Ho fatto qualche ricerca e potrebbe essere il daucus gingidium (carota delle scogliere), a Ponza viene chiamato pastenàca.
E' una pianta delle ombrellifere che piace tanto ai conigli.
Cresce sulle rupi e sabbie marittime dell'Arcipelago Ponziano.
Se qualcuno sa qualcosa in più ben venga...
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)
Ho fatto qualche ricerca e potrebbe essere il daucus gingidium (carota delle scogliere), a Ponza viene chiamato pastenàca.
E' una pianta delle ombrellifere che piace tanto ai conigli.
Cresce sulle rupi e sabbie marittime dell'Arcipelago Ponziano.
Se qualcuno sa qualcosa in più ben venga...
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)
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mercoledì 19 giugno 2019
Buon San Silverio!!!
Buon San Silverio!!!
E' l'augurio che ci scambiamo tra ponzesi il 20 giugno ma che va oltre...ormai sono molti i forestieri che amano così tanto Ponza da seguirne anche le tradizioni come il culto di San Silverio.
La processione con la statua del Santo posizionata nella barchetta colma di garofani rossi è il momento più toccante della festa.
Molti seguono con le barche il Santo quando viene portato da un peschereccio nella baia del porto per la benedizione in memoria dei caduti in mare.
Un tempo San Silverio veniva portato in processione sopra un trono poi su una barca ma quella odierna venne costruita dal maestro d'ascia, Ciro Iacono, più vicina ai modelli di imbarcazioni ponzesi, nei primi anni sessanta,
San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola...nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni...
La devozione verso San Silverio oltrepassa i confini dell'isola...dove c'è un ponzese c'è San Silverio...
San Silverio esce dalla chiesa
(Foto di Giovanni Pacifico 20 giugno 2018)
La barchetta di San Silverio
La preparazione della barchetta con i garofani rossi
San Silverio in processione
(Foto di Rossano Di Loreto, 20 giugno 2018)
E' l'augurio che ci scambiamo tra ponzesi il 20 giugno ma che va oltre...ormai sono molti i forestieri che amano così tanto Ponza da seguirne anche le tradizioni come il culto di San Silverio.
La processione con la statua del Santo posizionata nella barchetta colma di garofani rossi è il momento più toccante della festa.
Molti seguono con le barche il Santo quando viene portato da un peschereccio nella baia del porto per la benedizione in memoria dei caduti in mare.
Un tempo San Silverio veniva portato in processione sopra un trono poi su una barca ma quella odierna venne costruita dal maestro d'ascia, Ciro Iacono, più vicina ai modelli di imbarcazioni ponzesi, nei primi anni sessanta,
San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola...nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni...
La devozione verso San Silverio oltrepassa i confini dell'isola...dove c'è un ponzese c'è San Silverio...
San Silverio esce dalla chiesa
(Foto di Giovanni Pacifico 20 giugno 2018)
La barchetta di San Silverio
La preparazione della barchetta con i garofani rossi
San Silverio in processione
(Foto di Rossano Di Loreto, 20 giugno 2018)
martedì 18 giugno 2019
U garofano i San Silverio
San Silverio viene portano in processione all'isola di Ponza, il 20 giugno, su una piccola barca colma di garofani rossi. Alla fine della processione, sul sagrato della chiesa, vengono lanciati centinaia di garofani che vengono raccolti e custoditi gelosamente dai fedeli.
Il garofano rosso per i ponzesi è il simbolo di San Silverio.
La preparazione della barca con i garofani rossi
San Silverio in processione nella barca colma di garofani rossi
Il lancio dei garofani
Il significato del garofano rosso
Nota:
La piccola barca che porta la statua di San Silverio in processione è stata costruita dal maestro d'ascia Ciro Iacono, mio padre, nei primi anni'60
Il garofano rosso per i ponzesi è il simbolo di San Silverio.
La preparazione della barca con i garofani rossi
San Silverio in processione nella barca colma di garofani rossi
Il lancio dei garofani
Il significato del garofano rosso
Nota:
La piccola barca che porta la statua di San Silverio in processione è stata costruita dal maestro d'ascia Ciro Iacono, mio padre, nei primi anni'60
domenica 16 giugno 2019
La statua di San Silverio
La statua di San Silverio che i ponzesi portano in processione su una bellissima barchetta piena di garofani rossi è antica, è del Settecento.
Ecco cosa scrive Monsignor Luigi Maria Dies a proposito della statua di San Silverio nel libro Da Frosinone a Ponza...: "La statua di S.Silverio che veneriamo nella nostra chiesa di Ponza è tanto bella, troneggia nell'artistico e monumentale altare di Ciro Piro. Scultura lignea del Settecento, essa ha uno sguardo sereno e paterno; le labbra semiaperte; pare che parlino e il popolo, sul volto del caro simulacro, è solito leggere le gioie e le pene, le soddisfazioni e i dispiaceri della vita, giacchè S.Silverio alla semplicità della loro fede sempre rivela."
La statua di San Silverio quindi è quella davanti a cui hanno pregato anche i nostri antenati.
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno, rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione.
Negli ultimi quarant'anni è stata restaurata già due volte.
Siamo tutti legati al nostro San Silverio e nei momenti di difficoltà della nostra isola la statua è stata portata fuori dalla chiesa chiedendo protezione.
Il nostro San Silverio
Ecco cosa scrive Monsignor Luigi Maria Dies a proposito della statua di San Silverio nel libro Da Frosinone a Ponza...: "La statua di S.Silverio che veneriamo nella nostra chiesa di Ponza è tanto bella, troneggia nell'artistico e monumentale altare di Ciro Piro. Scultura lignea del Settecento, essa ha uno sguardo sereno e paterno; le labbra semiaperte; pare che parlino e il popolo, sul volto del caro simulacro, è solito leggere le gioie e le pene, le soddisfazioni e i dispiaceri della vita, giacchè S.Silverio alla semplicità della loro fede sempre rivela."
La statua di San Silverio quindi è quella davanti a cui hanno pregato anche i nostri antenati.
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno, rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione.
Negli ultimi quarant'anni è stata restaurata già due volte.
Siamo tutti legati al nostro San Silverio e nei momenti di difficoltà della nostra isola la statua è stata portata fuori dalla chiesa chiedendo protezione.
Il nostro San Silverio
venerdì 14 giugno 2019
La deposizione di Papa Silverio
Papa Silverio fu deposto, nel 537, da Belisario per volere di Teodora, moglie di Giustiniano, imperatore d'Oriente.
Gli venne tolto il Pallio dal collo e gli abiti pontificali indossando quelli da monaco.
Silverio morì di stenti sull'isola di Palmarola ma qualcuno sostiene che fu ucciso.
Chissà...
Nella chiesa di Ponza c'è un affresco che raffigura la deposizione di San Silverio ricavato da un'incisione del 1636 dedicata al Cardinale Richelieu.
L'affresco è stato realizzato da Florentine Wallner, nel 1989, grazie al contributo di Maria Di Fazio.
L'affresco che raffigura la deposizione di Papa Silverio
(Foto di Marianna Licari)
Nota:
Il Pallio è una lunga striscia di lana bianca che poggiato sulla spalla sinistra girava intorno al collo
Altra nota:
La pittrice Florentine Wallner è la figlia del tedesco che abitava nella casa sulla Ravia.
Gli venne tolto il Pallio dal collo e gli abiti pontificali indossando quelli da monaco.
Silverio morì di stenti sull'isola di Palmarola ma qualcuno sostiene che fu ucciso.
Chissà...
Nella chiesa di Ponza c'è un affresco che raffigura la deposizione di San Silverio ricavato da un'incisione del 1636 dedicata al Cardinale Richelieu.
L'affresco è stato realizzato da Florentine Wallner, nel 1989, grazie al contributo di Maria Di Fazio.
L'affresco che raffigura la deposizione di Papa Silverio
(Foto di Marianna Licari)
Nota:
Il Pallio è una lunga striscia di lana bianca che poggiato sulla spalla sinistra girava intorno al collo
Altra nota:
La pittrice Florentine Wallner è la figlia del tedesco che abitava nella casa sulla Ravia.
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mercoledì 12 giugno 2019
La Controra nei ricordi di una bambina ponzese
Della Controra ne ho già scritto in un altro post.
A proposito della Controra, la mia amica Maria mi ha inviato uno scritto con i suoi ricordi di bambina.
Ecco:
"La calura,scoppiata, violenta..qui da noi, giorni fa, mi ha aperto un angolino nel forziere dei ricordi. La controra..
A proposito della Controra, la mia amica Maria mi ha inviato uno scritto con i suoi ricordi di bambina.
Ecco:
"La calura,scoppiata, violenta..qui da noi, giorni fa, mi ha aperto un angolino nel forziere dei ricordi. La controra..
Ancora oggi, non so bene se associarla ad uno Spirito benigno del riposo estivo, o solo a una frazione di tempo..
Ero piccola. Il rituale familiare imponeva che, dopo il bagno a S. Antonio ed il pranzo, ci si dovesse riposare, al buio, in silenzio, per la pennichella..Cosa che io, e i ragazzi, in genere odiavano.. Perché, per forza? Perché, sennò veniva la Controra e...Dio chissà cosa di male poteva succedere..Con il broncio e con Topolino in mano, non potevamo leggere, doveva esserci il buio, sennò arrivava lei.., ci abbandonavamo su un materasso, steso a terra, all'incrocio di due porte, socchiuse per un po' di refrigerio..e sognavamo, in attesa delle quattro pomeridiane, quando un verso gradito annunciava dalla strada" lattuga, lattuga, carot', rafaniell' citrul'." Era un ragazzo che portava, dalla patura.., i prodotti freschi in vendita a lenire il caldo delle cene estive..
Saltavamo in piedi, lieti del "fermo" finito..e pronti per andare a giocare in strada, senza divieti, senza macchine..e magari gustare un gelatino da mast'Artur..
Tiemp' bell i' na vota.. Forse, la Controra era un lasso di tempo, ma anche uno Spirito benefico, se ora mi dà gioia e nostalgia il ricordarla".
Io immaginavo la Controra avvolta in un lenzuolo bianco.
Le case di Ponza...i bambini riposano altrimenti arriva la Controra
La spiaggia di Sant'Antonio
Bagnanti a Sant'Antonio
Corso Pisacane
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
"La paura alimenta l'immaginazione"
Joseph Joubert
Nota:
La parola controra, dal latino contra horas, significa ore contrarie.
In dialetto indica le prime ore pomeridiane destinate al riposo.
Io immaginavo la Controra avvolta in un lenzuolo bianco.
Le case di Ponza...i bambini riposano altrimenti arriva la Controra
La spiaggia di Sant'Antonio
Bagnanti a Sant'Antonio
Corso Pisacane
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
"La paura alimenta l'immaginazione"
Joseph Joubert
Nota:
La parola controra, dal latino contra horas, significa ore contrarie.
In dialetto indica le prime ore pomeridiane destinate al riposo.
domenica 9 giugno 2019
Trase a' feste i' San Silverie
Ogni anno la sera del 9 giugno ha qualcosa di magico, è speciale per Ponza e per i ponzesi.
Trase a' feste i' San Silverie, il Santo patrono dell'isola.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono la barca con lo stendardo di San Silverio.
A mezzanotte ecco sbucare da dietro il promontorio della Madonna una barca illuminata seguita da altre.
E' un tripudio di fuochi, canti, tante belle sensazioni ed emozioni.
Una suggestiva processione notturna si snoda per le strade dell'isola portando lo stendardo fino alla chiesa madre che verrà poi collocato sul finestrone centrale.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono lo stendardo di San Silverio
La barca sta arrivando
Davanti alla Cappella sulla Punta Bianca è posizionato un modellino della barca di San Silverio
Si accendono le luminarie
(Foto di Rossano Di Loreto)
Trase a' feste i' San Silverie, il Santo patrono dell'isola.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono la barca con lo stendardo di San Silverio.
A mezzanotte ecco sbucare da dietro il promontorio della Madonna una barca illuminata seguita da altre.
E' un tripudio di fuochi, canti, tante belle sensazioni ed emozioni.
Una suggestiva processione notturna si snoda per le strade dell'isola portando lo stendardo fino alla chiesa madre che verrà poi collocato sul finestrone centrale.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono lo stendardo di San Silverio
La barca sta arrivando
Davanti alla Cappella sulla Punta Bianca è posizionato un modellino della barca di San Silverio
(Foto di Rossano Di Loreto)
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venerdì 7 giugno 2019
La pioggia delle rose rosse
A Roma, il giorno di Pentecoste c'è la pioggia delle rose rosse.
Dall'ampia apertura circolare della cupola, l'oculus centrale, i vigili del fuoco lasciano cadere, all'interno del Pantheon, migliaia di petali di rose rosse.
E' un antico rito religioso che risale al Medio Evo, simboleggia la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sotto forma di fiammelle rappresentate dai petali.
Questa cosa mi ha fatto ritornare in mente che anche nella nostra chiesa di Ponza, perlomeno ai tempi di Monsignor Dies, il giorno di Pentecoste si lanciavano i petali di rose all'inizio della messa.
Io ho questo ricordo...chissà se questo avviene ancora...non lo so...
La pioggia di rose rosse al Pantheon
I petali lentamente cadono dalla cupola come una pioggia
La chiesa dell'isola di Ponza
Dall'ampia apertura circolare della cupola, l'oculus centrale, i vigili del fuoco lasciano cadere, all'interno del Pantheon, migliaia di petali di rose rosse.
E' un antico rito religioso che risale al Medio Evo, simboleggia la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sotto forma di fiammelle rappresentate dai petali.
Questa cosa mi ha fatto ritornare in mente che anche nella nostra chiesa di Ponza, perlomeno ai tempi di Monsignor Dies, il giorno di Pentecoste si lanciavano i petali di rose all'inizio della messa.
Io ho questo ricordo...chissà se questo avviene ancora...non lo so...
La pioggia di rose rosse al Pantheon
I petali lentamente cadono dalla cupola come una pioggia
La chiesa dell'isola di Ponza
mercoledì 5 giugno 2019
Antica cartografia dell'Arcipelago Ponziano
In rete ho trovato queste cartografie antiche dell'Arcipelago Ponziano molto interessanti
Il Regno di Napoli e nella seconda foto in particolare l'Arcipelago Ponziano
Per Antonio de Medici
Realizzata da Giovanni Antonio Magini (1555- 1617)
Estratto della Terra Aurunca da Mappe Italia 1562
BIBLIOTECA NACIONAL DE ESPANA
La Terra del Lavoro e in particolare le isole
Per Antonio Gaetano d'Aragona, duca di Laurenzana
Realizzata da Francesco Cassiano da Silva, incisore lombardo di origine spagnola, che collaborò con il Pacichelli per la stesura di un atlante "Il regno di Napoli" (1703)
Le nostre isole
1807
Ponza, Palmarola, Zannone
realizzata da Rizzi Zannoni, 1792
Il Regno di Napoli e nella seconda foto in particolare l'Arcipelago Ponziano
Per Antonio de Medici
Realizzata da Giovanni Antonio Magini (1555- 1617)
Estratto della Terra Aurunca da Mappe Italia 1562
BIBLIOTECA NACIONAL DE ESPANA
La Terra del Lavoro e in particolare le isole
Per Antonio Gaetano d'Aragona, duca di Laurenzana
Realizzata da Francesco Cassiano da Silva, incisore lombardo di origine spagnola, che collaborò con il Pacichelli per la stesura di un atlante "Il regno di Napoli" (1703)
Le nostre isole
1807
Ponza, Palmarola, Zannone
realizzata da Rizzi Zannoni, 1792
lunedì 3 giugno 2019
Il pellegrinaggio a Palmarola
E' consuetudine fare, prima dell'inizio dei festeggiamenti in onore di San Silverio, il pellegrinaggio a Palmarola, nell'Arcipelago Ponziano.
Sul Faraglione dell'isola di Palmarola c'è una cappellina, costruita all'inizio dell'Ottocento dai vecchi palmarolesi, che custodisce una piccola statua di San Silverio.
Da lassù il Santo veglia, protegge...
Negli ultimi anni la motonave Carloforte porta i pellegrini a Palmarola accostando fin sotto il Faraglione di San Silverio ed è un momento di intensa spiritualità.
Tantissimi anni fa, ero una ragazzina, ricordo che andai con la nave Falerno o Isola di Ponza. Scendemmo dalla nave con le scialuppe per partecipare alla Messa sulla spiaggia di Cala del Porto.
C'era anche mia nonna Olimpia.
La cappellina di San Silverio a Palmarola
(Foto di Rossano Di Loreto)
La cappellina sul Faraglione di San Silverio che ospita una statuetta del Santo...fu costruita nella prima decade del 1800.
In questa foto del 1995 alcuni devoti stanno facendo la pulizia annuale.
La statuetta di San Silverio custodita su Faraglione
(Immagine reperita in rete)
Sul Faraglione dell'isola di Palmarola c'è una cappellina, costruita all'inizio dell'Ottocento dai vecchi palmarolesi, che custodisce una piccola statua di San Silverio.
Da lassù il Santo veglia, protegge...
Negli ultimi anni la motonave Carloforte porta i pellegrini a Palmarola accostando fin sotto il Faraglione di San Silverio ed è un momento di intensa spiritualità.
Tantissimi anni fa, ero una ragazzina, ricordo che andai con la nave Falerno o Isola di Ponza. Scendemmo dalla nave con le scialuppe per partecipare alla Messa sulla spiaggia di Cala del Porto.
C'era anche mia nonna Olimpia.
La cappellina di San Silverio a Palmarola
(Foto di Rossano Di Loreto)
La cappellina sul Faraglione di San Silverio che ospita una statuetta del Santo...fu costruita nella prima decade del 1800.
In questa foto del 1995 alcuni devoti stanno facendo la pulizia annuale.
La statuetta di San Silverio custodita su Faraglione
(Immagine reperita in rete)
sabato 1 giugno 2019
'U vacìle cu i fiuri
Un'antica tradizione ponzese si compie in questa notte dell'Ascensione, quella del vacìle cu i fiuri.
Ci spiega bene questa tradizione la mia amica Maria Conte, ponzese a Padova da una vita.
Ecco:
"Stasera, metti in un catino petali di rosa e di altri fiori, rametti e foglie di tutte le erbe aromatiche che hai. Lasciale, se puoi, al fresco delle stelle. Domattina, dopo l'igiene personale, aspergi il viso con l'acqua profumata del catino e recita tre Gloria."
Bisogna tramandare le tradizioni di Ponza perchè sono la cultura della nostra isola.
Quella del vacìle cu i fiuri è bellissima ed io ricordo che nei giorni precedenti andavo alla ricerca dei fiori.
Per me è ancora più importante perchè sono nata nel giorno dell'Ascensione.
'U vacìle cu i fiuri
Foto che sono giunte oggi, da Ponza, a Maria Conte che me le ha inviate
Nota:
u vacìle è il bacile, il catino
Ci spiega bene questa tradizione la mia amica Maria Conte, ponzese a Padova da una vita.
Ecco:
"Stasera, metti in un catino petali di rosa e di altri fiori, rametti e foglie di tutte le erbe aromatiche che hai. Lasciale, se puoi, al fresco delle stelle. Domattina, dopo l'igiene personale, aspergi il viso con l'acqua profumata del catino e recita tre Gloria."
Bisogna tramandare le tradizioni di Ponza perchè sono la cultura della nostra isola.
Quella del vacìle cu i fiuri è bellissima ed io ricordo che nei giorni precedenti andavo alla ricerca dei fiori.
Per me è ancora più importante perchè sono nata nel giorno dell'Ascensione.
'U vacìle cu i fiuri
Foto che sono giunte oggi, da Ponza, a Maria Conte che me le ha inviate
Nota:
u vacìle è il bacile, il catino
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