Quando
si parla dell’arcipelago Ponziano si decantano sempre le bellezze di
Palmarola, il fascino delle cale di Ponza, ma di Zannone si dice solo
che fa parte del Parco Nazionale del Circeo.
È
invece una gemma incastonata nel mar Tirreno, è l’isola verde infatti
c’è un bellissimo bosco di lecci e tanta macchia mediterranea.
L’isola,
soprattutto di notte, si annuncia ai naviganti, con quell’inebriante
insieme di profumi sprigionati da cespugli di ginestra, lavanda,
rosmarino, timo, lentisco ed erica.
Zannone
è interessante anche dal punto di vista faunistico infatti c’è una
colonia di mufloni, molti uccelli sia stanziali che di passo, ma non ci
sono serpenti.
A
proposito di serpenti…c’è una vecchia leggenda che lega questi animali
al pescatore Sennone, da cui l’isola pare abbia preso il nome.
“Tanto tempo fa….un re si arrabbiò con un giovane pescatore che aveva incantato sua figlia con il suo bel canto.
Per punizione lo mandò in quell’isola piena di serpenti, amanti però della bella musica.
Il pescatore se fosse ritornato tutto intero avrebbe potuto sposare la figlia del re.
L’impresa
sembrava impossibile…ma lui era un ragazzo geniale perciò veniva
chiamato Sennone e cominciò a cantare ininterrottamente conducendo i
serpenti fino al mare, dove… annegarono.
Da quel giorno possiamo ammirare le bellezze di Zannone senza essere disturbati dai serpenti.”
Sono
molti anni che non vado a Zannone e ricordo con piacere il dott.
Spadazzi, amico romano di mio padre. Amava quest’isola in modo
particolare e trascorreva le sue vacanze nella casa del faro.
Ora sull’isola ci vivono le guardie forestali che sorvegliano l’isola onde evitare atti di bracconaggio.
L’isola
si può comunque visitare e per godere del suo splendore bisogna
camminare un bel po’….ma il tutto sarà ricompensato da un grande senso
di libertà….