venerdì 31 gennaio 2025

Era il 1953 all'isola di Ponza: Sophia Loren e il maglione

 Nel 1953 giungeva all'isola di Ponza una giovanissima Sophia Loren per girare il film "Africa sotto i mari".

Nel libro di Paolo Iannuccelli " GENTE DI PONZA" ho trovato un aneddoto.

Eccolo:

"Salvatore Mazzella è apparso tante volte in televisione per raccontare le sue storie, soprattutto quella vissuta con protagonista Sophia Loren, allora diciannovenne, mentre girava a Ponza il film "Africa sotto i mari", nel 1953, diretto da Giovanni Roccardi. 

"Facevo il bagnino al Frontone, dove erano state realizzate 35 cabine - racconta Salvatore -, e mi fu chiesto un piccolo motoscafo in affitto. Sophia Loren lo utilizzò per una gita insieme al suo collega, l'attore Antonio Cifariello, deceduto in un incidente aereo nel 1968 nello Zambia. Erano entrambi napoletani e si resero immediatamente conto delle bellezze naturali di Ponza. 

Passai l'intera giornata a lavorare affittando ombrelloni e pulendo la spiaggia, arrivò la sera e mi ricordai di aver affittato un motoscafo che non era più tornato nella baia del Frontone. Cominciai a preoccuparmi, allora non esistevano telefonini o altri mezzi per collegarsi con le barche date in affitto. Salii immediatamente su una lancetta e trovai il motoscafo di Sophia e Antonio in panne, a tre miglia dal Frontone vicino allo scoglio della Botte. Era buio. I due erano arrabbiatissimi perchè non avevano avuto più la possibilità di far funzionare il motore. Me ne dissero un pò di tutti i colori. Sophia rabbrividiva dal freddo ed io gli prestai il mio maglione blu marino. Trainai il motoscafo sino al Frontone e gli chiesi 500 lire per l'affitto. Naturalmente mi dissero che non mi avrebbero dato una lira: dopo quello che hai combinato pretendi anche i soldi? 

Dopo una settimana Sophia mi riportò il famoso maglione che non potei più indossare perchè il suo seno prosperoso lo aveva allargato a dismisura. Era profumatissimo e tutti i compagni di lavoro mi presero in giro bonariamente. Poi non feci altro che regalare quel maglione a una mia amica, Maria, anche lei molto dotata"

Nota:

Alcune scene sono state girate alla "Chiàna Jànche"

Ha lavorato in questo film  il ponzese Giovanni Ronca


Sophia Loren all'isola di Ponza, si intravedono i Faraglioni di Mezzogiorno a Palmarola
(Per gentile concessione di Lina Raso)



La spiaggia di Frontone


A Chiàna Jànche (Foto di Rossano Di Loreto)


La spiaggia di Frontone

mercoledì 29 gennaio 2025

Da Ponza agli Stati Uniti d'America

Nella prima metà del Novecento in tanti hanno lasciato l'Italia creando un notevole flusso migratorio verso  le Americhe.

Anche tanti  ponzesi sono emigrati negli Stati Uniti, l'Argentina ed hanno fatto fortuna. Purtroppo a Ponza non c'era lavoro e si sono imbarcati sui transatlantici sperando in una una vita migliore. Non c'era ancora l'aereo e tornavano a Ponza dopo tanti anni.

Anche zio Giovanni...

 Giovanni Iacono, figlio di Peppino ed Olimpia Feola,  era uno dei fratelli minori di mio padre, ed era nato il 24 settembre 1930. 

Tutta la sua vita l'ha trascorsa negli Stati Uniti con la moglie Felicia ed i suoi figli.

Ha lavorato nella ristorazione, pare fosse un bravissimo pizzaiolo

E' importante ricordare...

Nelle foto: 

1) Zio Giovanni

2) Nel giorno del suo matrimonio con zia Felicia

3) Zio Giovanni mentre prepara le pizze

4) Con i suoi figli






martedì 28 gennaio 2025

Quel 30 gennaio 1999 all'isola di Ponza

 Il 30 gennaio 1999 all'isola di Ponza ci fu una nevicata eccezionale e il manto nevoso creò un paesaggio incantato, da fiaba.

Un pò di foto di Ponza con la neve


















lunedì 27 gennaio 2025

Un ponzese in una foto del fotografo Bernard Plossu

 Mia figlia ha trovato delle foto di Ponza di fine anni '80 tratte da una mostra del fotografo Bernard Plossu a Parigi di cui ho già scritto in un precedente post.

La mostra si intitola Bernard Plossu "Dopo l'estate, le petites ile italiennes"

https://la-fab.com/en/la_galerie/bernard-plossu-dopo-lestate/

Nel libro edito da Textuel, c'è anche la foto di questa persona che non conosco.

Sarebbe bello conoscere la sua identità.

Nota:

E' Silverio Coppa, navigante, viveva sulla Dragonara all'isola di Ponza. E' stato riconosciuto dalla figlia Clelia su Facebook




venerdì 24 gennaio 2025

Il naufragio della nave Kastel Luanda

 Il 18 dicembre 1974 all'isola di Ponza, in località Le Forna,  a Cala dell'Acqua, affondò il cargo battente bandiera panamense, Kastel Luanda.

Era in quella Cala in cui c'era la miniera di bentonite e caolino per caricare il minerale ma, purtroppo, durante le operazioni il tempo cambiò, il vento di ponente determinò il mare molto mosso.

Nel momento di partire la nave ebbe difficoltà ad avviare i motori che si fermarono e non ripartirono più. 

La nave in balia delle onde finì sul pontile distruggendolo, poi si arenò su uno scoglio sommerso. Alcuni pescherecci tentarono di salvarla, provarono a portarla al largo, ma non ci riuscirono.

I marinai dovettero abbandonare la nave che naufragò.



La nave Kastel Luanda 


Cala dell'Acqua e la zona mineraria


La nave Kastel Luanda ormai inclinata (Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")

mercoledì 22 gennaio 2025

Che bella sorpresa!!!

 In una giornata di gennaio la nostra famiglia composta già da tre figli fu allietata dalla nascita delle gemelle.

Erano gli anni Sessanta, io avevo quasi cinque anni, ma quel giorno non lo dimenticherò mai.
Mia madre non sapeva di aspettare due bebè, a quei tempi non esisteva l'ecografia e a Ponza si partoriva in casa.
Quella mattina salutai mia madre ed andai come al solito all'asilo infantile "Ciro Piro" così si chiamava, un tempo, la scuola materna, non immaginando che quello sarebbe stato un giorno speciale.
All'uscita da scuola con mio fratello e mia sorella andammo a casa di nonno Peppino che ci preparò la pasta in bianco con i capperi o uva passa, non so, ma io, ricordo, che non mangiai niente.
Verso sera nonno ci accompagnò a casa e con grande stupore trovammo accanto a nostra madre due fagottini. Una cicciottella era avvolta in una copertina rosa, l'altra, più piccola, in una copertina verdina.
Una vera sorpresa!!!
Mio padre, Ciro, impazzì di gioia, mise alla finestra due fiocchi rosa, era orgoglioso.
In quegli anni abitavamo in una piccola casa che affacciava su Corso Pisacane.
Un parto gemellare per Ponza era un evento...

BUON COMPLEANNO SORELLINE!!!



Le gemelle Lella e Anna Maria Iacono

(Dall'album di famiglia)

lunedì 20 gennaio 2025

San Silverio è sempre presente tra i ponzesi

 San Silverio è sempre presente nella vita dei ponzesi anche in quelli molto lontani dall'isola di Ponza. 

Questo storia è raccontata da Ernesto Prudente che ha raccolto la testimonianza del protagonista, Pasquale,  ponzese emigrato giovanissimo in Argentina con i suoi genitori dopo la seconda guerra mondiale. 

In un paese della provincia di Buenos Aires Pasquale conobbe Giuseppina  i cui genitori erano ponzesi, si sposarono e la loro vita fu tranquilla fino al 2004. Nell'ottobre di quell'anno Pasquale fu colpito da un malattia al fegato che sfociò in un'infiammazione della pelle con croste. 

Dice Pasquale:" Sembravo un pesce ricoperto di squame, e un prurito mi faceva impazzire. Girai una serie di ospedali dove venivo visitato e curato da medici illustri senza, però, raggiungere un risultato positivo. Ero arrivato al punto di invocare la morte come liberazione. Non ne  potevo più di sopportare quelle atrocità provocate dal dolore e, soprattutto, dallo spasimo del prurito".

Persone amiche consigliarono di portarlo nell'ospedale "Mayor de Rosario". Andò e venne ricoverato. "Il primario del reparto di Dermatologia era una donna - racconta Pasquale - una brava e gentile dottoressa che passava tutte le mattine e aveva sempre una parola di conforto, di sollievo per ogni ammalato. Ero ricoverato da oltre un mese quando una mattina vidi la dottoressa, seguita dai due soliti assistenti e dalla solita infermiera che trascinava il solito carrello su cui erano poggiate le cartelle cliniche dei malati, che si era fermata all'ingresso della stanza per parlare con un medico di passaggio nel corridoio.

La sua figura di donna si stagliava netta tra quelle maschili. La guardavo con attenzione. La vidi salutare il collega sfoggiando il solito sorriso che, entrando diresse anche a noi con il saluto del buongiorno."

" Quando, varcando la soglia, mise piede nella stanza notai subito che si dirigeva verso il mio letto, posto sul lato destro della camera e il più lontano dall'ingresso. Nella stanza eravamo in tre ammalati. Nell'avvicinarsi parlava. Non so cosa dicesse ma mentre si avvicinava al mio letto notavo un cambiamento nella sua figura e nella voce. Non era più una donna il personaggio che si era avvicinato al mio letto. Vedevo un uomo, avevo davanti agli occhi la figura di un uomo che si accostava risoluto al mio letto e il timbro della sua voce non era quello dolce e mite della dottoressa. Le mie orecchie percepivano la cadenza ferma e decisa di un uomo. Avevo davanti a me la sagoma di un uomo. Non potevo sbagliarmi, aveva anche la barba."

"Ero totalmente imbambolato da non capire più niente. Ricordo solo di aver sentito che ero guarito e che domani o dopodomani mi avrebbero dimesso. Come si allontanò dal mio letto misi la testa sotto le coperte e piansi. Così mi trovò mia moglie quando venne per la solita visita mattutina."

"Cosa è successo? mi disse scoprendomi la testa, perchè piangi?"

"Le raccontai la mia tribolazione, lei aprì la giacca del pigiama  e constatò la mia guarigione. Le incrostazioni erano sparite come per incanto, di un giorno all'altro. Stringendomi la mano mi guardò negli occhi mentre i suoi si riempirono di lacrime. 

Capimmo cosa era successo ma nessuno dei due fiatò.

Nessuno ha mai saputo spiegarmi le cause che hanno determinato la mia guarigione.

Quel giorno era il 20 dicembre.

Per un ponzese, in qualunque parte del mondo si trovi è la giornata di San Silverio.

Ventiquattro ore dopo fui dimesso dall'ospedale. Quella figura di medico, durante le mie visite di controllo, e ne ho fatte tante, non l'ho mai più vista.

L'ho incontrata, rivista e ringraziata solo questa mattina quando è uscito dalla chiesa per essere portato in processione. Quel medico era Lui, era San Silverio. Sono venuto apposta dall'Argentina, appena ho potuto per guardarlo in viso e rendergli devozione e riverenza.

Questo mio viaggio è stato un pellegrinaggio". 



San Silverio all'isola di Ponza 

domenica 19 gennaio 2025

Buon viaggio Maria!!!

 Qualche giorno fa è scomparsa Maria Conte ponzese ma da una vita a Padova.

Era una donna di grande cultura, ha insegnato Lettere nelle scuole Medie,  che nonostante fosse ultranovantenne riusciva a parlare con i giovani, era al passo con i tempi.

Ricordava con nostalgia la sua vita a Ponza, le tradizioni, le persone.

Spesso mi inviava storie, dettagli della vita ponzese di un tempo e gradiva molto che le pubblicassi sul mio blog che seguiva con interesse.

Ogni estate tornava nella sua amata isola, nella sua casa "ncòppe a Pònte" da cui osservava il paesaggio straordinario. Quest'estate, purtroppo, è mancata all'appuntamento...

Era molto amica della mia famiglia, mio padre, Ciro, le aveva costruito la sua prima barca. 

Un altro pezzo di storia di Ponza che se ne va... 

Mi sembra doveroso ricordarla...

Buon viaggio Maria!!!



In questa foto di tanti anni fa a destra Maria Conte sorridente con la sua amica Mamena Di Monaco, davanti al bar Tripoli


In questa foto si vede la sua casa  (Foto di Annalisa Sogliuzzo)



giovedì 16 gennaio 2025

A Sant'Antuono maschere e suoni

 A Sant'Antuono maschere e suoni.

Questo detto è riferito a Sant'Antonio abate che si festeggia il 17 gennaio, giorno in cui entra ufficialmente il Carnevale. Il culto di questo Santo fu portato all'isola di Ponza dai coloni ischitani.
In questo giorno, il 17 gennaio,  si facevano dei falò ed io ricordo quello dìnte u vico, Corso Umberto.

Racconta Aniello De Luca, memoria storica dell'isola, che nel vico Corso Umberto la famiglia Ambrosino con tutto il vicinato facevano un bel falò. La signora Diana lanciava dal balcone una vecchia sedia da bruciare, gli altri portavano le frasche usate per il presepe che alimentavano il fuoco. Poi si portava la carbonella che sarebbe servita per il braciere a zì Verucciella, zì Miliuccia, zì Olimpia, Nduniella...

Il giorno seguente Cicciariello, lo spazzino, puliva la strada.

Questo rito si lega al momento in cui torna la luce, le giornate cominciano ad allungarsi, portando vita e fertilità nei campi.

Che bella tradizione!!!

A proposito di Sant'Antonio Abate c'è anche questo detto all'isola di Ponza:
Sant'Antonio dalla barba bianca, famme truà chelle ca me manche

Nella zona di Sant'Antonio in una mappa del XVI secolo è indicata una Cappella dedicata al Santo che non viene menzionata però dal Pacichelli nel suo viaggio a Ponza avvenuto nel 1685.
Il Tricoli nella Monografia per le isole del gruppo Ponziano scrive:
"Nella medesima spiaggia è piantato questo vasto monumento tutto di mattoni, marmi o fabbrica reticolata, ed era in tre comprese, la prima un rettangolo, attualmente coverta dalla fabbrica del Parroco Vitiello, la seconda sferica con vasta vasca per accumulare l'acqua sorgiva delle Forna per uso delle sacre obluzioni, ed in ultimo un esagono. Lo stucco lucido è gremito di vario dipinto, coi pezzi di colonna, capitelli, ed altri intagli su marmi. Gli affreschi, e bassi rilievi simbolici tra i rottami, indicano che il tempio era dedicato ai cennati Dioscuri, anche perchè non è presumibile, che i Ponzesi avessero trascurato il culto a tali protettori marini.
Vi fu sostituito Sant'Antuono dei marinari, finchè i barbari lo diroccarono." 
Quindi al culto dei Dioscuri successe quello di Sant'Antonio Abate a cui erano devoti i coloni ischitani.


Località Sant'Antuono, foto di Annalisa Sogliuzzo



Via Sant'Antuono

Un falò


Corso Umberto chiamato, un tempo, Vico Mazzini


Un'immagine di Sant'Antonio abate



mercoledì 15 gennaio 2025

Levantàte

 In inverno può accadere che l'isola di Ponza sia colpita da violente mareggiate di Levante, un vento che spira da est. 

Sono memorabili le traversate in nave, quando parte, con il mare ingrossato da questo vento.

Negli anni '70 (credo il 1973), nei giorni precedenti al Natale, noi studenti che dovevamo tornare all'isola, dalle nostre famiglie per le vacanze rimanemmo fermi a Formia per due giorni. Ricordo che fui ospitata da mia zia Olga, sorella di mia madre. Finalmente il terzo giorno la nave partì ma il mare era ancora molto mosso e non si sapeva se avrebbe attraccato al molo. C'era il rischio che avrebbe dovuto sostare a Cala Feola, nell'altro versante dell'isola, dove era più riparata dal levante, e far scendere i passeggeri con delle scialuppe. Per fortuna ciò non avvenne.

In questi giorni di gennaio 2025 da Ponza giungono alcune foto 


La Parata, foto di Maurizio Musella








Foto di Annalisa Sogliuzzo












Foto di Rossano Di Loreto
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