L’Isola è nata dal fuoco, il fuoco creatore, sprigionato dalla terra.
Il suo destino è essere sgretolata, erosa dal mare e dal vento.
Ma spesso l’uomo, che dovrebbe essere custode e non padrone,
usa il fuoco diverso, distruttore.
E non solo sull’Isola!
Pensando solo ai suoi interessi, usa il fuoco come strumento di potere,
di ricatto, verso gli altri uomini, strumento di sfregio verso la natura stessa.
Ponza è da sempre vittima degli incendi e degli incendiari.
Anni fa un vastissimo incendio, partito dal Frontone, aveva fatto danni gravissimi, mettendo quasi in ginocchio l’isola intera. Ogni parte dell’isola è stata più o meno colpita da un incendio, accidentale (causato dall’abitudine di bruciare le sterpaglie) o doloso.
Nell'agosto 2007 i danni sono stati ingenti, ha preso fuoco la zona del monte Guardia.
Io ricordo quello del 24 luglio 2011 quando nel pieno di una tempesta di maestrale il fuoco ha colpito la zona di Chiaia di Luna e i Guarini.
Uno scempio!!!
Nell'agosto 2007 i danni sono stati ingenti, ha preso fuoco la zona del monte Guardia.
Io ricordo quello del 24 luglio 2011 quando nel pieno di una tempesta di maestrale il fuoco ha colpito la zona di Chiaia di Luna e i Guarini.
Uno scempio!!!
Il verde è importantissimo per l’equilibrio ambientale. La macchia mediterranea evita le frane che tormentano l’isola e permette il drenaggio della pioggia dalle colline. È fondamentale. È il rifugio di piccoli animali, di uccelli migratori, di specie vegetali ormai rare.
Inoltre una rigogliosa vegetazione fa dell’isola un meraviglioso giardino pensile.Coltivare e proteggere la terra è sicuramente meglio che incendiarla.
Il turista non vuole vedere una terra brulla e sentire l’odore di bruciato.
Ma riposare gli occhi ammirando un giardino, un gioiello in mezzo al mare.
Un Canadair nella difficile impresa di spegnimento(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
24 luglio 2011...
Il mare in tempesta e l'incendio sulla falesia...24 luglio 2011
Un Canadair in azione...si vedono le fiamme sotto la casa rosa
Si prova a spegnere
(Foto di Marianna Licari)