mercoledì 29 novembre 2023

Marianna Gambardella

 Nel Sepolcreto Tricoli, all'interno del cimitero dell'isola di Ponza, proprio di fronte alla tomba di mio padre Ciro,  è sepolta Marianna Gambardella che ha un legame con i miei antenati Iacono.

Vediamo come...

Marianna Gambardella era nata il 4 agosto 1839 ed era sposata ad Antonio Tricoli, figlio di Giuseppe colui che ha scritto la "Monografia per le isole del gruppo Ponziano". Era figlia di Francesco Gambardella e Mariantonia Iacono.

La mamma, Mariantonia Iacono, nata nel 1811 era la sorella del mio trisavolo Giuseppe Salvatore Iacono nato nel 1816. 

Ecco il legame con la mia famiglia.

Mio fratello Peppino un pò di tempo fa mi ha inviato la foto della lapide di Marianna Gambardella  poichè si era incuriosito, quindi ho fatto qualche ricerca

Nota:

Gambardella era una delle famiglie benestanti dell'epoca,  l'Ottocento,  all'isola di Ponza.



Il Sepolcreto Tricoli


Nel Sepolcreto Tricoli è sepolto Giuseppe Tricoli colui che ha scritto la "Monografia per le isole del gruppo Ponziano"


La lapide sulla tomba di Marianna Gambardella


domenica 26 novembre 2023

Che splendida donna!!!

 Nell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico si trovano delle vere chicche, come questa foto che ritrae una splendida donna, molto elegante e raffinata. Una  vera bellezza. 

E' Giulia da giovane, la moglie di Silverio Tricoli, il falegname, amico di mio padre Ciro. E' scomparsa qualche anno fa.

La ricordo.



venerdì 24 novembre 2023

Il Bagno Vecchio attraverso le foto dei primi anni 2000

 Isola di Ponza, località Bagno Vecchio visto attraverso le foto che mi ha inviato gentilmente Fabio Massimo Arati, scattate nei primi anni 2000.

In questa zona già nell'Ottocento estraevano il tufo per costruire le case in cui tuttora abitiamo. Ad estrarre le pietre erano i coatti che vennero alloggiati in un grottone vicino alla cava, da qui il nome Bagno Vecchio.
Quando venne fatto l'ampliamento della chiesa di San Silverio e Santa Domitilla, nel 1940, le pietre vennero estratte proprio al Bagno Vecchio. Venivano caricate sulle barche, scaricate al porto e portate a spalla dalla popolazione.

















martedì 21 novembre 2023

La festa degli alberi anche a Ponza

 Ricordo molto bene quel novembre del 1965 quando, a Ponza, celebrammo la festa degli alberi nella scuola media "Carlo Pisacane". Noi piccoli alunni della scuola elementare, insieme ai ragazzi più grandi delle medie, recitammo poesie, filastrocche, dedicate agli alberi.

Io recitai insieme a Vincenzo Il testamento dell'albero di Trilussa.
Il parroco, don Michele Colaguori, benedisse un piccolo albero.
Anche allora come oggi si cercava di far amare gli alberi.
Un pò di storia degli alberi all'isola di Ponza...
Un tempo il territorio dell'isola di Ponza era coperto di alberi ma con l'arrivo dei nuovi coloni vennero dissodati i terreni persino sulle cime delle colline.
Gli alberi servivano, come scrive il Tricoli, "...a resistere alle intemperie, attutire la violenza dei venti, a frapporre ostacoli alle acque piovane coi rami, e radici delle piante suddividendole a filtrare, e la mancanza di tal tessuto, oltre la penuria del combustibile, à fatto scomparire le perenni sorgenti, e col fatto orgogliosi vi dominano i venti, mentre le cadenti acque trascinano a mare la terra vegetale."
Conrad Haller, nel 1822, scrive della zona di Chiaia di Luna così: "...Questa vallata, che non è se non altro grande giardino, offre una passeggiata quanto mai piacevole, ombreggiata da centinaia di alberi da frutto, che sono protetti dai venti da un succedersi di poggi ricoperti di bei vigneti."
Quindi nei primi anni dell'Ottocento ancora c'erano un bel pò di alberi.
In piazza Pisacane ci sono dei lecci sui cui rami trovano rifugio i passarièlli.
In giro per l'isola ci sono alberi che hanno un particolare valore paesaggistico, naturalistico.
Nel giardino della chiesa madre dell'isola di Ponza c'erano due alberi alti più di sessanta metri, ora ne è rimasto solo uno.
Sono dei Pini del Paranà (Araucaria), originari dell'America meridionale e dell'Australia.
La prima pianta è stata donata da una famiglia ponzese e la seconda è nata dai semi della prima.

Qualche albero in giro per Ponza (Foto di Annalisa Sogliuzzo)









domenica 19 novembre 2023

Una pagina di storia poco conosciuta

Nel 1911 giunsero a Ponza 450 prigionieri, catturati tra le forze di opposizione durante la Guerra di Libia. Queste persone subirono un trattamento disumano, molti morirono durante la traversata e i loro corpi furono gettati in mare. Ponza non fu il loro unico luogo di prigionia in quanto furono rinchiusi anche alle Tremiti, a Ustica, a Favignana e in altri luoghi dell'Italia.

Silverio Corvisieri così racconta nel libro "All'isola di Ponza":

"I libici furono costretti a dormire, in sei - sette in piccole camerette, su un sacco di paglia e senza coperte. Non fu loro assegnato nè un asciugamano nè un sacco per chiudere le loro povere cose. Il vitto giornaliero consisteva in 750 grammi di pane e una minestra  di 200 grammi, la carne la vedevano soltanto una volta alla settimana. I  prigionieri erano quasi tutti beduini abituati a vivere nel deserto, alla vita nomade, a un clima più caldo. Il delegato di pubblica sicurezza, Nazzareno Musco, sentì il dovere di segnalare al prefetto di Caserta la indecenza della situazione. Scrisse che i libici usavano le lenzuola loro assegnate per "confezionare, riducendole in strisce, dei turbanti e dei berretti per la testa nonchè delle cinture per il ventre"; essi usavano radersi anche la testa; non disponevano di camicie ; "durante la lunga e rigida stagione invernale"  - aggiunge Musco  - gli arabi stavano "quasi sempre rinchiusi nel vasto locale del bagno...ravvolti nei barracani, seduti per terra, in attesa d'un raggio di sole" che consentisse loro di uscire all'aperto. I ponzesi, mentre in tutta Italia si continuava a cantare "Tripoli bel suol d'amore" non sapevano se imprecare contro la decisione del governo che riportava l'isola in condizioni peggiori di quelle causate dal domicilio coatto oppure impietosirsi per il trattamento disumano inflitto a quei "turchi" . La denutrizione e le pessime condizioni igieniche ebbero conseguenze fatali sulla salute di molti libici: nei primi sei mesi del 1912 ne morirono ben 13 mentre numerosi altri contraevano gravi malattie polmonari. I cadaveri dei prigionieri furono gettati in una fossa comune fuori del cimitero."

Nel cimitero di Ponza c'è un monumento che ricorda i poveri libici.


In questo angolo del cimitero di Ponza si intravede il monumento in ricordo dei deportati libici


In questi cameroni oltre ai confinati ci furono anche i libici


Foto tratta dalla pagina FB di Isole Minori

"Isola di San Nicola, Isole Tremiti, Sante Naccarati, 1911
Un gruppo di prigionieri arabi di fronte al castello di San Nicola.
Le ambizioni coloniali italiane sfociarono nella guerra Italo - Turca, detta anche Guerra di Libia. Il governo di Giolitti dichiarò guerra all'Impero Ottomano e invase le regioni della Tripolitania e Cirenaica. Per piegare la popolazione libica, che combatteva al fianco dei turchi, il 25 ottobre 1911 il governo decise la deportazione dei ribelli nelle varie colonie penitenziarie italiane, anche su alcune isole minori. Dai 400 previsti, furono deportati almeno 4000 libici. Le condizioni di viaggio furono terrificanti e i morti nel viaggio furono molti. Chi arrivò nelle colonie non ebbe vita facile. Si stima che alla fine delle detenzione sopravvisse solo un terzo dei prigionieri. Una pagina tremenda della Storia. Il dramma dei deportati libici è ricordato da una scultura alle isole Tremiti, un monumento nel cimitero di Ponza (anche con una targa fuori dai cameroni dove erano rinchiusi) e una lapide in quello di Ustica.
Foto dall'Illustrazione Italiana, Anno XXXVIII, No 48, 26 Novembre 1911."

venerdì 17 novembre 2023

Una foto degli anni '20

 Isola di Ponza, ncòppe i Scuotte, donne e bambini anni '20. 

Chissà chi erano queste persone...

Il bambino seduto in primo piano ha una fisionomia conosciuta.

(Foto tratta dal libro di Ernesto prudente "PONZA il tempo della storia e quello del silenzio")



mercoledì 15 novembre 2023

Festeggiando un centenario ponzese tanti anni fa

 Il 30 maggio 1992 Giosuè Iodice ha compiuto 100 anni poichè era nato nel 1892.

Giosuè era il nonno di mio cognato Maurizio e noi eravamo molto legati a lui, oltre che per la sua simpatia,  perchè festeggiava il compleanno il 30 maggio  proprio come me e mia figlia. 

Mia figlia Marianna da piccola,  quando andavamo a fargli visita, si sedeva sulle sue ginocchia e lui era felicissimo.

Abitava a Le Forna sulla Piana ed era una persona amabile.

E' bello ricordare...


Giosuè Iodice con a sinistra mio padre Ciro Iacono e a destra Carmine Pagano. Qui sotto il retro della foto con il ricordo scritto da mio padre Ciro. 


               



domenica 12 novembre 2023

Una brutta storia ai Faraglioni

 "Erano quasi arrivate a maturazione i fichi della coltivazione di famiglia nelle terre ai "Faraglioni". Bisognava organizzare i turni di guardia perchè i fichi potevano essere oggetti di furto. Si producevano quintali per essere essiccati al sole e costituire le riserva alimentari per l'inverno. 

Quella sera era il turno di Michele, il più grande dei figli. Raggiunse i terrazzamenti all'imbrunire. A malapena si vedeva all'orizzonte l'isola di Palmarola ormai quasi completamente avvolta dall'oscurità quando Michele scorse su un albero di fichi un cane nero che stava devastando i frutti. Saltava con una agilità impressionante facendo molto danno e rovinando la pianta. Subito accorse con un bastone per scacciarlo ma quando arrivò ai piedi dell'albero, con suo grande stupore, il cane parlò: " - Che vuoi?  non mi scacciare, io sono l'anima dannata di un coatto che qui, in queste terre sono stato privato della cosa più di valore di un essere umano, la vita". 

Dallo stupore Michele passò alla paura. Per fortuna il cane scomparve e lui rimase rannicchiato in un angolo aspettando con impazienza che facesse giorno. Il mattino seguente raccontò tutto al padre che incredulo andò a verificare la pianta indicata. Del cane non c'erano tracce, ma i rami e i fichi dell'albero erano veramente devastati. Non seppero mai darsi una spiegazione razionale."

(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita")


I terreni ai "Faraglioni" in lontananza l'isola di Palmarola (Foto tratta da un video di Danilo Conte)


Albero di fichi andando ncòppe i Cuonte (Estate 2015)


Un cane nero (Immagine reperita in rete)




giovedì 9 novembre 2023

E' già passato un anno

 E' già passato un anno dalla scomparsa di mamma Elvira e noi ogni giorno la ricordiamo insieme a papà Ciro. 

Era il 10 novembre 2022

Il ricordo non muore mai...


Mamma Elvira Conte, foto scattata il 31 luglio 2017 da Marianna Licari, mia figlia

mercoledì 8 novembre 2023

A cònnole

In dialetto ponzese a cònnole è la culla, il lettino per bambini, in legno,  concavo e in bilico in modo che possa essere dondolato. 

Ninna oh, ninna oh, 

questo bimbo a chi lo do...


 


Isola di Ponza, novembre 2022



A cònnole, peccato che non sia riuscita a trovare una culla antica ponzese

(Immagine reperita in rete)

lunedì 6 novembre 2023

Mareggiata di novembre alla Parata

 Ieri, 5 novembre, è stata una giornata con vento forte e mare agitato. I collegamenti marittimi con Ponza erano interrotti poichè le onde erano molto alte. 

Una giornata autunnale che però ha regalato anche qualche scatto particolare come questo meraviglioso alla Parata. 

Una foto fantastica che mi ha inviato mio fratello Peppino


Isola di Ponza, la Parata, 5 novembre 2023

domenica 5 novembre 2023

Buon viaggio maestra Iole!!!

 Oggi è scomparsa la mia maestra  Iole Conte, era ultranovantenne, ma  sempre nel mio cuore. 

E' stata la mia maestra dalla seconda elementare fino alla quinta e la ricordo con tanto affetto.

Quando si è assentata poichè doveva nascere il figlio Nestore ci mancava molto ed appena abbiamo potuto siamo andate a farle visita. Lei era felicissima di vederci.

Era una bella signora, sempre elegante. 

Non viveva più a Ponza ma  ogni estate tornava nella sua casa sulla Dragonara. Quando incontravo Licia, sua figlia, le mandavo i saluti.

Buon viaggio maestra!!!


Con la maestra Iole in terza elementare


In seconda elementare

venerdì 3 novembre 2023

L'edicola votiva dedicata alla Santa Croce

 Sulla Parata, all'isola di Ponza,  c'è un'edicola votiva dedicata alla Santa Croce ma fino alla metà degli anni '30 c'era al suo posto una fontana. Durante il periodo fascista venne sostituita con una garitta militare per controllare i confinati politici. 

Oggi in questa edicola votiva, oltre alla Croce,  ci sono anche le foto di chi non c'è più ed abitava in quella zona. 

(Notizie attinte dal libro di G. e S. Mazzella "A piedi per Ponza")


L'edicola votiva dedicata alla Santa Croce sulla Parata

mercoledì 1 novembre 2023

Cimitero vista mare

  In questi giorni il ricordo va ai nostri cari che non ci sono più ed il mio pensiero va al cimitero di Ponza.

Dallo scorso novembre riposa lì, accanto a papà Ciro, anche mia madre Elvira.

Il piccolo cimitero di Ponza è posizionato in un posto con un panorama magnifico e mi sembra giusto che riposino lì i nostri morti.
Man mano che scendi le scalette o  dietro i vetri di una cappella ti imbatti nella foto di una persona che hai conosciuto.
In questo luogo c'è la storia della nostra isola, i nostri antenati.
Hanno scelto di essere sepolti a Ponza anche non ponzesi che l'hanno amata tanto e spesso la loro tomba è rivolta verso il mare. Il cantante Mike Francis, nome d'arte di Francesco Puccioni, riposa proprio nel cimitero di Ponza.
Purtroppo da un pò di tempo non c'è più spazio e  anche i morti vengono sfrattati.
Ogni tanto si parla di ampliamento, chissà...
Ognuno di noi vuole tornare alla sua terra madre.

Un pò di foto scattate ad agosto 2023













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