Una volta in quasi tutte le case si usavano le scope di "strùglie" per cui questa pianta aveva anche una sua utilità.
Le foglie, che sono delle lamine molto lunghe, venivano legate a mazzo e la parte superiore alla legatura veniva piegata nuovamente. Al centro della piegatura risultava un foro in cui veniva infilato il bastone.
Si facevano anche scope più piccole, "u scupille". Esse servivano per biancheggiare.
(Dal libro di Ernesto Prudente "A Spòrte d'u Tarallare")
Il nome scientifico di questa pianta è Ampelodesmos mauritanicus ma in dialetto ponzese viene chiamata oltre a strùglie anche scupàzzi e stràmma.
Intrecciate si potevano realizzare anche cordame (rièste) e selle per asini (vàrde).
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