domenica 30 giugno 2019

'A palummèlle

La farfalla in dialetto ponzese viene chiamata palummèlle.
Nel libro La fauna dell'isola di Ponza negli acquerelli di Silverio Mazzella ho scoperto che c'è una farfalla endemica, la Hipparchia di Ponza.
Ecco cosa c'è scritto: "Endemismo delle isole Ponziane. Le tre isole occidentali si trovano sulla platea continentale e la profondità del mare non supera i 200 metri.Durante la fase di regressione glaciale del mare, queste isole probabilmente furono collegate al continente. Invece un ponte di terra tra Ponza e Ventotene si ritiene improbabile e lo scoglio della Botte potrebbe essere servito da trampolino durante la fase di diffusione del lepidottero, sulle isole più orientali dell'arcipelago. Vive intorno a pendici scoperte del piano basale sino a circa 280 metri s.l.m. Ha una generazione annuale, con sfarfallamento in giugno. Farfalla caratterizzata dal grande mimetismo con la lunghezza dell'ala anteriore di mm 30-40. Depone centinaia di uova preferibilmente nella Graminacea Brachypodium ramosum (a Ponza detto Paliere). Ogni uovo, alto 1 mm, ha 25 striature longitudinali. Il bruco ha riflessi ocra, raramente striature scure dorsali. Iniziano a nutrirsi in primavera ancora con l'oscurità. Hanno una forte mortalità durante la crescita."



Una "palummèlle" a Ponza
Credo sia la "Vanessa cardui"

(Foto di Annalisa Sogliuzzo)



Hipparchia sbordonii (La farfalla di Ponza)

(Immagine reperita in rete)

Nota:
Endemismo significa che alcune specie sono esclusive di un dato territorio

venerdì 28 giugno 2019

Ponza nel 1882 vista con gli occhi di un architetto ponzese dell'Ottocento

L'architetto ponzese, Silverio Migliaccio, realizzò un dipinto, datato 28 luglio 1882, che raffigura una "Veduta in prospettiva del porto e piazza di Ponza e sue adiacenze, spiaggia del Grano".
Possiamo così osservare l'abitato di Ponza, di quel tempo, con gli occhi competenti di un architetto.
Riconosciamo il faro della Madonna, l'elegante casina del Commendatore D'Ambrosio sul Belvedere, la Cappella del Cimitero, la Chiesa ma anche i terreni coltivati.
Possiamo osservare l'attuale Corso Pisacane che a quel tempo si chiamava Corso Principe di Napoli.
Spiccano la palazzina a due piani in zona Parata e quella di Gambardella accanto alla Chiesa.
E poi ancora la Torre, la Lanterna del Porto.
Questo dipinto ci dà l'idea di Ponza di quel tempo ed è veramente interessante.
Silverio Migliaccio, architetto, è citato anche dal Tricoli nella "Monografia per le isole del Gruppo Ponziano".



Immagine tratta dal libro di Giuliano Massari "La mia Aragosta"




Veduta in prospettiva del porto e piazza di Ponza e sue adiacenze, spiaggia del Grano
Dipinto dall'architetto Silverio Migliaccio 28 luglio 1882

(Per gentile concessione di Giuseppina Migliaccio, della quale l'architetto era un antenato)





La palazzina a due piani in via Parata visibile nella "veduta prospettica" realizzata dall'architetto Silverio Migliaccio nel 1882.
Appare la sagoma di questo palazzo anche in un disegno del Mattei nel 1847, forse era in costruzione.



Il palazzo Gambardella vicino alla chiesa

Nota:
L'architetto Silverio Migliaccio, nel 1861, alle prime elezioni dopo l'Unità d'Italia venne eletto consigliere comunale.

martedì 25 giugno 2019

Antiche leggende: 'a janàre

Per sconfiggere 'a janàre (strega) si svolgevano dei riti antichi e uno di questi ci viene raccontato dalla mia amica Maria, tratto dal suo vissuto a Ponza.
Ecco il suo racconto:
"Le janàre, in dialetto nostro, creature diaboliche e maligne, ma non so perchè si scatenavano la notte dal 23 al 24 giugno. Si cercava di esorcizzarne l'effetto con preghiere e qualche rituale. 
Io ne ricordo uno.
Alcune amiche ed io ci riunivamo nel locale del forno di Maria Grazia (allora tra piazza e corso c'erano quattro panetterie...ora solo pizze).
Vi si accedeva dalla scaletta che porta dal Corso, poco prima del tunnel di S.Antonio sulla destra, alla banchina.
Eravamo privilegiate, per assistere al rito...
Il papà di Liliana, gran brava persona, oltre che provetto fornaio, preparava gli arnesi: un catino con l'acqua, una ciotolina di ferro, alcuni piombini, di quelli che si usavano per la confezione dei pacchi postali.
Nel silenzio più assoluto, circondato da noi, che seguivamo il tutto con gli occhi sgranati e un pò di paura, don Benedetto poneva due, tre piombini nella ciotola, sulla brace. Il piombo si liquefaceva piano piano.
Quando la piccola massa argentea era del tutto pronta, con maestria, il nostro amico la versava nel catino, dove sfrigolando e schiumando, si rapprendeva in piccoli, vari corpuscoli dalle forme strane.
Quando tutto si era raffreddato, don Benedetto prendeva alcuni frammenti rappresi, ce li mostrava e dall'immagine che ciascuno di loro suscitava, ne traeva auspici...sempre buoni e confortanti, logico.
Finalmente, serene e consolate da uno "scagliuozzo", omaggio del fornaio ce ne andavamo.
Le janàre erano sconfitte anche stavolta...
Non c'era concesso in maniera più assoluta e non so il perchè, iniziare i bagni...San Giovanni non voleva. Correvamo il rischio di affogare contravvenendo alla tradizione."



Isola di Ponza, il centro storico



Il Corso da dove si raggiungeva il forno di Maria Grazia

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



Le scalette per raggiungere il luogo del rito

(estate 2015)



Da queste parti c'era il forno in cui si svolse il rito

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



I janàre

(Immagine reperita in rete)

Nota:
Scagliuozzo era una focaccina fatta con la farina di granturco, uva passa ed un pò di sugna

venerdì 21 giugno 2019

Che fiore è???

Annalisa Sogliuzzo  pubblica ogni giorno delle bellissime foto dell'isola di Ponza sul suo profilo Facebook.
Qualche giorno fa ha fotografato questo bellissimo fiore di cui non conosco il nome. Sarebbe interessante saperne di più...
Ho fatto qualche ricerca e potrebbe essere il daucus gingidium (carota delle scogliere), a Ponza viene chiamato pastenàca.
E' una pianta delle ombrellifere che piace tanto ai conigli.
Cresce sulle rupi e sabbie marittime dell'Arcipelago Ponziano.
Se qualcuno sa qualcosa in più ben venga...








(Foto di Annalisa Sogliuzzo)


mercoledì 19 giugno 2019

Buon San Silverio!!!

Buon San Silverio!!!
E' l'augurio che ci scambiamo tra ponzesi il 20 giugno ma che va oltre...ormai sono molti i forestieri che amano così tanto Ponza da seguirne anche le tradizioni come il culto di San Silverio.
La processione con la statua del Santo posizionata nella barchetta colma di garofani rossi è il momento più toccante della festa.
Molti seguono con le barche il Santo quando viene portato da un peschereccio nella baia del porto per la benedizione in memoria dei caduti in mare.
Un tempo San Silverio veniva portato in processione sopra un trono poi su una barca ma quella odierna venne costruita dal maestro d'ascia, Ciro Iacono, più vicina ai modelli di imbarcazioni ponzesi, nei primi anni sessanta,
San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola...nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni...
La devozione verso San Silverio oltrepassa i confini dell'isola...dove c'è un ponzese c'è San Silverio...


San Silverio esce dalla chiesa

(Foto di Giovanni Pacifico 20 giugno 2018)



La barchetta di San Silverio



La preparazione della barchetta con i garofani rossi



San Silverio in processione

(Foto di Rossano Di Loreto, 20 giugno 2018)
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