La festa della Madonna della Civita, all'isola di Ponza, è stata immortalata dagli scatti del fotografo Italo Insolera.
Molti volti ponzesi...alcuni non ci sono più
Era il 1974
Pagine
▼
martedì 21 luglio 2020
lunedì 20 luglio 2020
La chiesetta della Madonna della Civita
Questa chiesetta, fu fortemente voluta da Monsignor Luigi Dies e fu costruita nel 1954, sugli Scotti, in località Fontana, sul terreno donato dalla famiglia di Costantino Tagliamonte.
E' una chiesetta carinissima in mezzo al verde, c'è un pozzo per l'acqua, nella piccola sacrestia c'è ancora il letto di Monsignore ed in una campana di vetro c'è una statuetta della Madonna con il Bambino.
Ogni 21 luglio c'è una suggestiva processione, con il quadro raffigurante la Madonna della Civita, tra i viottoli di campagna ed è seguita da gente che arriva da ogni parte dell'isola.
Il culto di questa Madonna però è secolare perchè i ponzesi, un tempo, si recavano a Itri dove a 673 metri di altezza c'è il Santuario a Lei dedicato.
I ponzesi partivano per Gaeta con piccoli gozzi e poi arrivavano al Santuario con le carrozzelle, chi addirittura ci andava a piedi per implorare qualche grazia o per ringraziare.
La chiesetta
Il quadro raffigurante la Madonna della Civita
La chiesetta alle pendici del monte Guardia
La Madonnina custodita nella chiesetta
Una processione di tanti anni fa
La processione del 1979
E' una chiesetta carinissima in mezzo al verde, c'è un pozzo per l'acqua, nella piccola sacrestia c'è ancora il letto di Monsignore ed in una campana di vetro c'è una statuetta della Madonna con il Bambino.
Ogni 21 luglio c'è una suggestiva processione, con il quadro raffigurante la Madonna della Civita, tra i viottoli di campagna ed è seguita da gente che arriva da ogni parte dell'isola.
Il culto di questa Madonna però è secolare perchè i ponzesi, un tempo, si recavano a Itri dove a 673 metri di altezza c'è il Santuario a Lei dedicato.
I ponzesi partivano per Gaeta con piccoli gozzi e poi arrivavano al Santuario con le carrozzelle, chi addirittura ci andava a piedi per implorare qualche grazia o per ringraziare.
La chiesetta
Il quadro raffigurante la Madonna della Civita
La chiesetta alle pendici del monte Guardia
La Madonnina custodita nella chiesetta
Una processione di tanti anni fa
La processione del 1979
venerdì 17 luglio 2020
La galletta
Ma che cos'è la galletta?
Ernesto Prudente ne scrive così:
"La galletta era come la nostra fresèlle, un tipo di pane biscottato a lunga conservazione. Essa era il sostitutivo del pane nell'ambiente marinaresco e ciò perchè era confezionata solo con acqua e farina, senza sale. Il sale è un elemento che attira l'umidità e rende le fresèlle umide e immangiabili.
Il fornaio delle gallette proveniva da Torre Annunziata dove i bastimenti ponzesi vi si recavano per acquistare grosse partite di gallette da distribuire, oltre che a loro, ai numerosi gozzi che pescavano aragoste in tutti i mari del Mediterraneo. Gennaro u gallettare pensò bene di trasferirsi a Ponza dove lavorò per oltre dieci anni. Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo fece rientrare al suo paese.
La galletta di forma simile ad un quadrato con il lato di 12-15 cm o di forma circolare con lo stesso diametro aveva uno spessore di circa due cm.
Era il pane di Giuseppe i Mamene, di Luigi l'iscaiuole; era il pane di Schiano, di Cirotte u carrettière, di Mezapacche, il pane dei Sacche, di zì Anièlle u vecchje.
La galletta era il pane dei pescatori.
Ogni gozzo, quando partiva da Ponza per recarsi nella zona di pesca, fosse essa la Toscana, la Sardegna o la Galite aveva sotto la prua come minimo un sacco di gallette e quando venivano a mancare si rifornivano dalle "mbrucchièlle", bastimenti vivaio, che, nel giro di prelievo delle aragoste, provvedevano anche ad approvvigionare i gozzi di quanto avevano bisogno.
La galletta era un pane biscottato senza sale per cui, anche se tenuta in luoghi madidi, come poteva essere un gozzo o una zona marina, dove i gozzi sostavano, sempre ricchi di umidità, non si impregnava di acquosità anzi la rifiutava mantenendo inalterate tutte le sue qualità e prerogative."
Il forno di Gennaro u gallettare era in via Corridoio, sulla sinistra del portone di Pascarella.
Le gallette
Via Corridoio
Imbarcazioni nel porto di Ponza
Ernesto Prudente ne scrive così:
"La galletta era come la nostra fresèlle, un tipo di pane biscottato a lunga conservazione. Essa era il sostitutivo del pane nell'ambiente marinaresco e ciò perchè era confezionata solo con acqua e farina, senza sale. Il sale è un elemento che attira l'umidità e rende le fresèlle umide e immangiabili.
Il fornaio delle gallette proveniva da Torre Annunziata dove i bastimenti ponzesi vi si recavano per acquistare grosse partite di gallette da distribuire, oltre che a loro, ai numerosi gozzi che pescavano aragoste in tutti i mari del Mediterraneo. Gennaro u gallettare pensò bene di trasferirsi a Ponza dove lavorò per oltre dieci anni. Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo fece rientrare al suo paese.
La galletta di forma simile ad un quadrato con il lato di 12-15 cm o di forma circolare con lo stesso diametro aveva uno spessore di circa due cm.
Era il pane di Giuseppe i Mamene, di Luigi l'iscaiuole; era il pane di Schiano, di Cirotte u carrettière, di Mezapacche, il pane dei Sacche, di zì Anièlle u vecchje.
La galletta era il pane dei pescatori.
Ogni gozzo, quando partiva da Ponza per recarsi nella zona di pesca, fosse essa la Toscana, la Sardegna o la Galite aveva sotto la prua come minimo un sacco di gallette e quando venivano a mancare si rifornivano dalle "mbrucchièlle", bastimenti vivaio, che, nel giro di prelievo delle aragoste, provvedevano anche ad approvvigionare i gozzi di quanto avevano bisogno.
La galletta era un pane biscottato senza sale per cui, anche se tenuta in luoghi madidi, come poteva essere un gozzo o una zona marina, dove i gozzi sostavano, sempre ricchi di umidità, non si impregnava di acquosità anzi la rifiutava mantenendo inalterate tutte le sue qualità e prerogative."
Il forno di Gennaro u gallettare era in via Corridoio, sulla sinistra del portone di Pascarella.
Le gallette
Via Corridoio
Imbarcazioni nel porto di Ponza
mercoledì 15 luglio 2020
L'edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine
A Le Forna, sulla Piana, c'è un'antica edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine.
E' stata edificata nel 1886 da Luigi Ippolito e Assunta Iodice
Ecco la descrizione nel libro "A piedi per Ponza" di Giuseppe e Silverio Mazzella:
"In via Forte Papa sorge in un antico fabbricato un'edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine. Venne inaugurata il 1 giugno del 1886 ed ogni 16 luglio, che è la data della festività, attorno ad essa erano organizzati giochi agonistici per solennizzare la ricorrenza. a quelle semplici ma sentite cerimonie ha dato un grande impulso Luigi Di Meglio, familiarmente detto Luigiello. Alla sua morte, però, la tradizione si è interrotta."
E' stata edificata nel 1886 da Luigi Ippolito e Assunta Iodice
Ecco la descrizione nel libro "A piedi per Ponza" di Giuseppe e Silverio Mazzella:
"In via Forte Papa sorge in un antico fabbricato un'edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine. Venne inaugurata il 1 giugno del 1886 ed ogni 16 luglio, che è la data della festività, attorno ad essa erano organizzati giochi agonistici per solennizzare la ricorrenza. a quelle semplici ma sentite cerimonie ha dato un grande impulso Luigi Di Meglio, familiarmente detto Luigiello. Alla sua morte, però, la tradizione si è interrotta."
lunedì 13 luglio 2020
Il sabato fascista
Durante il ventennio il sabato era la giornata dedicata alle attività sportive, culturali, politiche...
Ecco cosa scrive Ernesto Prudente: " Il sabato pomeriggio era dedicato al fascio, tanto da chiamarsi "sabato fascista". Il maestro, prima di uscire dalla scuola, ricordava che nel pomeriggio bisognava partecipare alle manifestazioni ginnico-sportive.
Si mangiava in fretta, si indossava la divisa e si scappava a Sant'Antonio, davanti la casa di Martinelli dove il primo piano era occupato dalla sede del fascio.
C'era tutta la gioventù di Ponza centro, maschile e femminile. Il vociare era assordante ma la voce possente, impetuosa, perentoria e imperiosa era quella dei vari cadetti, primi cadetti e capomanipoli, che ristabilivano subito l'ordine e il silenzio. Questi graduati si facevano rispettare.
Tra questi caporioni ricordo Luigi Murolo, un capomanipolo, con la sua impeccabile divisa: pantaloni vedi, camicia e cravatta nere e bustina rigida con mappa. Nella vita una fascia elastica anch'essa nera. era un vecchio gerarca occupava una posizione preminente nel partito.
Nella vita sociale non ha fatto mai pesare il suo stato e il suo credo politici come erano avvezzi a fare quasi tutti gli altri che indossavano quella divisa. E il popolo era tenuto al rispetto. Basterebbe pensare che intorno al torrione del molo spiccava, a lettere cubitali, lo scritto: CHI TOCCA LA MILIZIA AVRA' DEL PIOMBO."
Questo accadeva all'isola di Ponza come testimoniano alcune foto.
Manifestazione davanti al palazzo di Martinelli
Manifestazione sulla Punta Bianca, dietro c'era il Municipio
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Ragazzi che eseguono esercizi ginnici
(Dall'album di famiglia)
Nota:
Luigi Murolo divenne poi un acceso e accanito comunista
Ecco cosa scrive Ernesto Prudente: " Il sabato pomeriggio era dedicato al fascio, tanto da chiamarsi "sabato fascista". Il maestro, prima di uscire dalla scuola, ricordava che nel pomeriggio bisognava partecipare alle manifestazioni ginnico-sportive.
Si mangiava in fretta, si indossava la divisa e si scappava a Sant'Antonio, davanti la casa di Martinelli dove il primo piano era occupato dalla sede del fascio.
C'era tutta la gioventù di Ponza centro, maschile e femminile. Il vociare era assordante ma la voce possente, impetuosa, perentoria e imperiosa era quella dei vari cadetti, primi cadetti e capomanipoli, che ristabilivano subito l'ordine e il silenzio. Questi graduati si facevano rispettare.
Tra questi caporioni ricordo Luigi Murolo, un capomanipolo, con la sua impeccabile divisa: pantaloni vedi, camicia e cravatta nere e bustina rigida con mappa. Nella vita una fascia elastica anch'essa nera. era un vecchio gerarca occupava una posizione preminente nel partito.
Nella vita sociale non ha fatto mai pesare il suo stato e il suo credo politici come erano avvezzi a fare quasi tutti gli altri che indossavano quella divisa. E il popolo era tenuto al rispetto. Basterebbe pensare che intorno al torrione del molo spiccava, a lettere cubitali, lo scritto: CHI TOCCA LA MILIZIA AVRA' DEL PIOMBO."
Questo accadeva all'isola di Ponza come testimoniano alcune foto.
Manifestazione davanti al palazzo di Martinelli
Manifestazione sulla Punta Bianca, dietro c'era il Municipio
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Ragazzi che eseguono esercizi ginnici
(Dall'album di famiglia)
Nota:
Luigi Murolo divenne poi un acceso e accanito comunista
venerdì 10 luglio 2020
E dopo la festa, il fuoco...accadde negli anni '30
Ecco cosa scrive Monsignor Luigi Maria Dies a proposito della statua di San Silverio nel libro Da Frosinone a Ponza...: "La statua di S.Silverio che veneriamo nella nostra chiesa di Ponza è tanto bella, troneggia nell'artistico e monumentale altare di Ciro Piro. Scultura lignea del Settecento, essa ha uno sguardo sereno e paterno; le labbra semiaperte; pare che parlino e il popolo, sul volto del caro simulacro, è solito leggere le gioie e le pene, le soddisfazioni e i dispiaceri della vita, giacchè S.Silverio alla semplicità della loro fede sempre rivela."
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno,rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione. Probabilmente a causare l'incendio furono le candele.
Questo episodio lo hanno raccontato alcuni confinati presenti sull'isola di Ponza.
Giugno 2018
(Foto di Rossano Di Loreto)
San Silverio in processione tanti anni fa...
Verso la metà degli anni '30, durante un incendio scoppiato in chiesa il 20 giugno,rischiò di essere danneggiata seriamente, ma per fortuna bruciarono solo le banconote di dollari donate dai fedeli, giunti dagli Stati Uniti, che erano ancora attaccate alla statua dopo la processione. Probabilmente a causare l'incendio furono le candele.
Questo episodio lo hanno raccontato alcuni confinati presenti sull'isola di Ponza.
Giugno 2018
(Foto di Rossano Di Loreto)
San Silverio in processione tanti anni fa...
mercoledì 8 luglio 2020
Mastu Paolo
Mastu Paolo Laddomada costruiva barche in una grotta a Giancos dove c'è lo stabile della Centrale Elettrica chiusa qualche anno fa.
Negli anni '40 ci fu una grossa frana a Cala Fonte, crollò l'arco di tufo che collegava lo scoglio con la costa, distruggendo circa quaranta gozzi. Insieme al figlio Antonio (Totonno) lavorò intensamente per ricostruire queste imbarcazioni.
Le barche che costruiva Mastu Paolo erano in stile carlofortino, più larghe rispetto a quelle ponzesi.
Erano le spagnolette.
Aveva anche un negozio sulla Punta Bianca gestito poi dal figlio Totonno.
Purtroppo non so altro di lui...
Il gozzo da pesca "San Silverio Martire" costruito da Mastu Paolo nel 1938, insieme al figlio Totonno, per Silverio Aprea, Maria Pagano e Domitilla Feola.
(Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi, gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")
Una spagnoletta
A Giancos Mastu Paolo costruiva barche
Cala Fonte luogo dove una frana negli anni '40 distrusse tante imbarcazioni
Sulla destra il negozio di Mastu Paolo sulla Punta Bianca
Negli anni '40 ci fu una grossa frana a Cala Fonte, crollò l'arco di tufo che collegava lo scoglio con la costa, distruggendo circa quaranta gozzi. Insieme al figlio Antonio (Totonno) lavorò intensamente per ricostruire queste imbarcazioni.
Le barche che costruiva Mastu Paolo erano in stile carlofortino, più larghe rispetto a quelle ponzesi.
Erano le spagnolette.
Aveva anche un negozio sulla Punta Bianca gestito poi dal figlio Totonno.
Purtroppo non so altro di lui...
Il gozzo da pesca "San Silverio Martire" costruito da Mastu Paolo nel 1938, insieme al figlio Totonno, per Silverio Aprea, Maria Pagano e Domitilla Feola.
(Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi, gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")
Una spagnoletta
A Giancos Mastu Paolo costruiva barche
Cala Fonte luogo dove una frana negli anni '40 distrusse tante imbarcazioni
Sulla destra il negozio di Mastu Paolo sulla Punta Bianca
lunedì 6 luglio 2020
Il Lanternino
Il Lanternino è il Faro alla punta del molo di Ponza.
E' un pò il simbolo del porto di Ponza
Il Tricoli così lo descrive: "Il lanternino alla punta N.O. del molo, che si alza di palmi 44, si accende a riverbero parabolico detto fuoco di direzione".
Nel progetto di Winspeare la lanterna era esagonale poi invece venne eseguita ottagonale.
Ho trovato una bella pianta del Lanternino datata 7 luglio 1831 redatta dall'ingegnere Enrico Blanco (?) che ritengo molto interessante.
La pianta rappresenta la base della Torretta e la figura del Lanternino.
Legenda:
AB= Scala di proporzione
CD= Linea di proiezione del piano generativo lo spaccato
EF= Pianta della Torretta
GH= Ingresso alla Torretta
IK= Porzione del parapetto, che deve demolirsi o costruire nuova fabbrica per servire di parte della Torretta
N= Portellino per impedire che il vento s'immetta nella Lanterna
0P= Lanterna
QR= Urtanti di ferro per sicurezza della Lanterna
RS= Fumarola
TU= Pianta del Lanternino
(La pianta è orientata supponendo l'ingresso della porta intorno alla Batteria)
Il Lanternino
(Estate 2016)
La pianta del Lanternino datata 7 luglio 1831
E' un pò il simbolo del porto di Ponza
Il Tricoli così lo descrive: "Il lanternino alla punta N.O. del molo, che si alza di palmi 44, si accende a riverbero parabolico detto fuoco di direzione".
Nel progetto di Winspeare la lanterna era esagonale poi invece venne eseguita ottagonale.
Ho trovato una bella pianta del Lanternino datata 7 luglio 1831 redatta dall'ingegnere Enrico Blanco (?) che ritengo molto interessante.
La pianta rappresenta la base della Torretta e la figura del Lanternino.
Legenda:
AB= Scala di proporzione
CD= Linea di proiezione del piano generativo lo spaccato
EF= Pianta della Torretta
GH= Ingresso alla Torretta
IK= Porzione del parapetto, che deve demolirsi o costruire nuova fabbrica per servire di parte della Torretta
N= Portellino per impedire che il vento s'immetta nella Lanterna
0P= Lanterna
QR= Urtanti di ferro per sicurezza della Lanterna
RS= Fumarola
TU= Pianta del Lanternino
(La pianta è orientata supponendo l'ingresso della porta intorno alla Batteria)
Il Lanternino
(Estate 2016)
La pianta del Lanternino datata 7 luglio 1831
venerdì 3 luglio 2020
La piccola chiesa del Salvatore
In una tavola del XVI sec. troviamo citata la chiesa del Salvatore.
Sicuramente era precedente all'arrivo dei coloni giunti a Ponza da Ischia.
Ho fatto qualche ricerca...
L'abate Pacichelli nel 1685 così scrive:
"Vicino alla Grotta di Pilato, che per più sode testimonianze, ò molto poco, ò punto soggiornò in queste parti, stanno in piedi i fianchi della picciola chiesa di S.Salvadore, poco discosta dall'angusta grotta di Santa Domitilla (dicono Timotilla) nobil madrona di Terracina qui rilegata, cò Santi Nereo, Achilleo, Silverio Papa, ed altri Christiani di petto heroico, la quale hoggi fonde acqua da per tutto."
Quindi nel 1685 esisteva a Ponza una piccola chiesa, una Cappella, dedicata al Salvatore ma forse era già diroccata.
In "Appunti per un libro" don Salvatore Tagliamonte, racconta di una prima Cappella, non parrocchiale, piccola e angusta, a 50 metri di distanza, dalla chiesa precedente a quella attuale, nel fondo di Andrea Cassase (Cassese?), e poi di proprietà del defunto Luigi Tagliamonte.
Questa potrebbe essere, forse, la chiesetta che, secondo il Tricoli, venne consegnata nel 1698, al cappellano Don Aniello da Vico con gli arredi sacri "nonchè lo scarabattolo contenente la statua della Vergine, avendo il Bambino fra le braccia".
Non lo sappiamo...
Sicuramente era in zona perchè la Grotta di Pilato citata dall'abate Pacichelli è la Cisterna di via Parata ma non so l'esatta collocazione della piccola chiesa del Salvatore.
Successivamente venne sostituita con la chiesa della Trinità, che sorgeva ai piedi della Torre e divenne "regia" parrocchia il 26 maggio 1738 per volere di Carlo III di Borbone. Nel disegno del Mattei del 1847 si vedono ancora i ruderi di questa chiesa che fu sostituita perchè inadeguata al contesto architettonico che si stava realizzando a Ponza. Secondo il Tricoli i ruderi di questa chiesa furono visibili fino al 1853, anno in cui, al suo posto, fu costruita la casa di Gambardella.
Per quanto riguarda la chiesa attuale ne fu ordinata la costruzione nel 1775 ed ebbe l'incarico di progettarla il maggiore del Genio Antonio Winspeare.
E' dedicata alla SS. Trinità e la parrocchia prende il nome dai Santi Silverio e Domitilla.
Originariamente, fino al 7 agosto 1775, ebbe per titolo "SS. Silverio e Domitilla" e ancora oggi presso il governo italiano si trova denominata con questo titolo.
Sarebbe interessante sapere il luogo preciso della piccola chiesa del Salvatore.
Nel disegno del Mattei del 1847 si vedono ancora i ruderi della chiesa della Trinità.
A 50 metri di distanza c'era la piccola chiesa del Salvatore...chissà dov'è il luogo preciso
Schema del progetto di Winspeare.
Al numero 7 è la vecchia chiesa della Trinità edificata nel 1738 e poi sostituita con la nuova nel 1775
Sovrapposizione della planimetria di rilievo con quella del progetto originario di Winspeare
La nuova chiesa la cui costruzione iniziò nel 1775. Poco lontano c'era la vecchia chiesa e nei pressi la piccola chiesa del Salvatore
Sicuramente era precedente all'arrivo dei coloni giunti a Ponza da Ischia.
Ho fatto qualche ricerca...
L'abate Pacichelli nel 1685 così scrive:
"Vicino alla Grotta di Pilato, che per più sode testimonianze, ò molto poco, ò punto soggiornò in queste parti, stanno in piedi i fianchi della picciola chiesa di S.Salvadore, poco discosta dall'angusta grotta di Santa Domitilla (dicono Timotilla) nobil madrona di Terracina qui rilegata, cò Santi Nereo, Achilleo, Silverio Papa, ed altri Christiani di petto heroico, la quale hoggi fonde acqua da per tutto."
Quindi nel 1685 esisteva a Ponza una piccola chiesa, una Cappella, dedicata al Salvatore ma forse era già diroccata.
In "Appunti per un libro" don Salvatore Tagliamonte, racconta di una prima Cappella, non parrocchiale, piccola e angusta, a 50 metri di distanza, dalla chiesa precedente a quella attuale, nel fondo di Andrea Cassase (Cassese?), e poi di proprietà del defunto Luigi Tagliamonte.
Questa potrebbe essere, forse, la chiesetta che, secondo il Tricoli, venne consegnata nel 1698, al cappellano Don Aniello da Vico con gli arredi sacri "nonchè lo scarabattolo contenente la statua della Vergine, avendo il Bambino fra le braccia".
Non lo sappiamo...
Sicuramente era in zona perchè la Grotta di Pilato citata dall'abate Pacichelli è la Cisterna di via Parata ma non so l'esatta collocazione della piccola chiesa del Salvatore.
Successivamente venne sostituita con la chiesa della Trinità, che sorgeva ai piedi della Torre e divenne "regia" parrocchia il 26 maggio 1738 per volere di Carlo III di Borbone. Nel disegno del Mattei del 1847 si vedono ancora i ruderi di questa chiesa che fu sostituita perchè inadeguata al contesto architettonico che si stava realizzando a Ponza. Secondo il Tricoli i ruderi di questa chiesa furono visibili fino al 1853, anno in cui, al suo posto, fu costruita la casa di Gambardella.
Per quanto riguarda la chiesa attuale ne fu ordinata la costruzione nel 1775 ed ebbe l'incarico di progettarla il maggiore del Genio Antonio Winspeare.
E' dedicata alla SS. Trinità e la parrocchia prende il nome dai Santi Silverio e Domitilla.
Originariamente, fino al 7 agosto 1775, ebbe per titolo "SS. Silverio e Domitilla" e ancora oggi presso il governo italiano si trova denominata con questo titolo.
Sarebbe interessante sapere il luogo preciso della piccola chiesa del Salvatore.
Nel disegno del Mattei del 1847 si vedono ancora i ruderi della chiesa della Trinità.
A 50 metri di distanza c'era la piccola chiesa del Salvatore...chissà dov'è il luogo preciso
Schema del progetto di Winspeare.
Al numero 7 è la vecchia chiesa della Trinità edificata nel 1738 e poi sostituita con la nuova nel 1775
Sovrapposizione della planimetria di rilievo con quella del progetto originario di Winspeare
La nuova chiesa la cui costruzione iniziò nel 1775. Poco lontano c'era la vecchia chiesa e nei pressi la piccola chiesa del Salvatore