Con questa foto della Parata, mio luogo del cuore, all'isola di Ponza, voglio augurare
BUON ANNO!!!
Pagine
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sabato 30 dicembre 2017
giovedì 28 dicembre 2017
La Madonna di Ponza
Qualche giorno fa sulla pagina Facebook Formia e la sua storia di Raffaele Capolino c'era un post con la foto della Madonna di Ponza.
Curiosa come sono mi sono messa a cercare...
Nell'ottobre del 1454 i monaci cistercensi del monastero di S. Maria fuggirono dall'isola di Ponza per le ripetute incursioni dei Saraceni ed alcuni si stabilirono al porto di Mola di Gaeta, l'attuale Formia. Costruirono una chiesetta dedicata alla Vergine Maria e posero sull'altare il dipinto portato da Ponza.
Il dipinto fu rubato nel 2002 e fu ritrovato nel 2005.
Oggi è sotto protezione nella navata destra della chiesa di S.S. Lorenzo e Giovanni Battista di Formia.
La Madonna di Ponza
(Immagine reperita dalla pagina del Santuario Madonna di Ponza)
La Madonna di Ponza, dipinto restaurato nel 1980 da Gerardo De Meo
L'immagine pubblicata da Raffaele Capolino
Com'era prima del restauro
Il Santuario della Madonna di Ponza a Formia
La costruzione di questa chiesa sembra che abbia inglobato le rovine di una struttura più antica probabilmente quella dei monaci fuggiti da Ponza.
Nota:
Il Tricoli nella "Monografia per le Isole del Gruppo Ponziano" del 1855 così scrive: "...essi monaci in Ottobre 1454, mentre era abbate fra Giov. Corriger, i quali edificarono fuori il ponte di Mola di Gaeta altro monistero con la Chiesa dedicata alla S.Vergine e, con lo stesso quadro che avevano nell'Isola..."
Curiosa come sono mi sono messa a cercare...
Nell'ottobre del 1454 i monaci cistercensi del monastero di S. Maria fuggirono dall'isola di Ponza per le ripetute incursioni dei Saraceni ed alcuni si stabilirono al porto di Mola di Gaeta, l'attuale Formia. Costruirono una chiesetta dedicata alla Vergine Maria e posero sull'altare il dipinto portato da Ponza.
Il dipinto fu rubato nel 2002 e fu ritrovato nel 2005.
Oggi è sotto protezione nella navata destra della chiesa di S.S. Lorenzo e Giovanni Battista di Formia.
La Madonna di Ponza
(Immagine reperita dalla pagina del Santuario Madonna di Ponza)
La Madonna di Ponza, dipinto restaurato nel 1980 da Gerardo De Meo
L'immagine pubblicata da Raffaele Capolino
Com'era prima del restauro
Il Santuario della Madonna di Ponza a Formia
La costruzione di questa chiesa sembra che abbia inglobato le rovine di una struttura più antica probabilmente quella dei monaci fuggiti da Ponza.
Nota:
Il Tricoli nella "Monografia per le Isole del Gruppo Ponziano" del 1855 così scrive: "...essi monaci in Ottobre 1454, mentre era abbate fra Giov. Corriger, i quali edificarono fuori il ponte di Mola di Gaeta altro monistero con la Chiesa dedicata alla S.Vergine e, con lo stesso quadro che avevano nell'Isola..."
mercoledì 27 dicembre 2017
Il Falerno
Nel rivedere questa foto pubblicata su Facebook da Giovanni Pacifico la mia memoria è ritornata indietro nel tempo...
Ricordo bene il giorno in cui questa nave, il Falerno, arrivò a Ponza per il suo viaggio inaugurale.
Per vederla bene andai sul terrazzo del mio palazzo che ha un'ottima visuale.
Una nave tutta bianca che aveva una sirena dal suono inconfondibile. Per quei tempi, metà degli anni Sessanta, era una nave moderna, trasportava oltre ai passeggeri anche le auto.
Quanti viaggi!!!
Noi ragazzi che per poter studiare dovevamo andare in continente, lontano dalla nostra famiglia, dalla nostra isola, arrivati al porto di Formia, ci bastava salire sulla nave e sentirci già a casa.
Ricordo che un anno, qualche giorno prima di Natale, ci fu una mareggiata di levante e la nave non partì da Formia. Perdemmo i primi giorni di vacanza.
E poi che tristezza quando dovevamo partire da Ponza...ho ancora gli incubi.
Ricordo bene il giorno in cui questa nave, il Falerno, arrivò a Ponza per il suo viaggio inaugurale.
Per vederla bene andai sul terrazzo del mio palazzo che ha un'ottima visuale.
Una nave tutta bianca che aveva una sirena dal suono inconfondibile. Per quei tempi, metà degli anni Sessanta, era una nave moderna, trasportava oltre ai passeggeri anche le auto.
Quanti viaggi!!!
Noi ragazzi che per poter studiare dovevamo andare in continente, lontano dalla nostra famiglia, dalla nostra isola, arrivati al porto di Formia, ci bastava salire sulla nave e sentirci già a casa.
Ricordo che un anno, qualche giorno prima di Natale, ci fu una mareggiata di levante e la nave non partì da Formia. Perdemmo i primi giorni di vacanza.
E poi che tristezza quando dovevamo partire da Ponza...ho ancora gli incubi.
lunedì 25 dicembre 2017
Il mio presepe
Nella mia famiglia fare il presepe è stato sempre un momento bellissimo.
Infatti il presepe provoca in noi delle emozioni legate all'infanzia, ritorniamo un pò bambini.
Mio padre, Ciro, era l'artefice del presepe della mia infanzia che preparava con cura.
Nel mio ho qualche casetta che ha realizzato lui così c'è anche un tocco di suo.
Le foto del mio presepe di questo Natale 2017...c'è anche un pò di Ponza
Infatti il presepe provoca in noi delle emozioni legate all'infanzia, ritorniamo un pò bambini.
Mio padre, Ciro, era l'artefice del presepe della mia infanzia che preparava con cura.
Nel mio ho qualche casetta che ha realizzato lui così c'è anche un tocco di suo.
Le foto del mio presepe di questo Natale 2017...c'è anche un pò di Ponza
sabato 23 dicembre 2017
Buon Natale!!!
Con una foto di Ponza che con le sue casette sembra un presepe voglio augurare a tutti
BUON NATALE!!!
BUON NATALE!!!
giovedì 21 dicembre 2017
San Silverio in Argentina
A Ingeniero White, Bahia Blanca, in Argentina, c'è una comunità ponzese emigrata in questa parte del mondo nei primi anni del Novecento e quindi non può mancare il culto di San Silverio.
E' proprio vero che i ponzesi stanno ovunque...
Nell'immediato dopoguerra anche mio padre Ciro aveva deciso di andare in Argentina in cerca di lavoro seguendo suo cugino Alfonso Di Lorenzo ma poi il progetto non ebbe un seguito perchè con l'arrivo del turismo a Ponza cominciò a costruire barche.
E gli andò bene...
Ma ritornando a San Silverio......
La comunità ponzese nel mese di novembre celebra San Silverio con tanto di processione...anche in mare...come a Ponza...
San Silverio è il Santo patrono di Bahia Blanca e dei pescatori...
Dove ci sono i ponzesi c'è sempre San Silverio...
W San Silverio!!!
Nell'immediato dopoguerra anche mio padre Ciro aveva deciso di andare in Argentina in cerca di lavoro seguendo suo cugino Alfonso Di Lorenzo ma poi il progetto non ebbe un seguito perchè con l'arrivo del turismo a Ponza cominciò a costruire barche.
E gli andò bene...
Ma ritornando a San Silverio......
La comunità ponzese nel mese di novembre celebra San Silverio con tanto di processione...anche in mare...come a Ponza...
San Silverio è il Santo patrono di Bahia Blanca e dei pescatori...
Dove ci sono i ponzesi c'è sempre San Silverio...
W San Silverio!!!
Quest'anno la processione di San Silverio si è svolta il 3 dicembre
Le foto sono di Anabella Aiello
mercoledì 20 dicembre 2017
Un presepe molto originale
Ogni anno i ragazzi di Le Forna realizzano nella Chiesa dell'Assunta un presepe originale che per tutto l'anno è in bella mostra.
Lo scorso anno è stata realizzata la parte dell'isola devastata dalla miniera di bentonite che ha visto distrutta una zona molto bella. Quante case sono state abbattute!!! Molte persone sono andate via dall'isola...
Un pò di foto del presepe scattate da Marianna Licari
Lo scorso anno è stata realizzata la parte dell'isola devastata dalla miniera di bentonite che ha visto distrutta una zona molto bella. Quante case sono state abbattute!!! Molte persone sono andate via dall'isola...
Un pò di foto del presepe scattate da Marianna Licari
domenica 17 dicembre 2017
Le paure della nostra infanzia
Noi bambini di Ponza avevamo paura di personaggi reali ma anche immaginari, eravamo creduloni non come quelli di oggi che ci ridono in faccia.
Io personalmente avevo una paura terribile di Barzaccone di cui ho già scritto in questo blog.
Barzaccone era un personaggio reale, nu pièzze d'omme che abitava in via Madonna, di fronte alla Torre dei Borboni, girava con un lungo cappotto e una coppola in testa.
Era il mio terrore!!!
Passava spesso sotto casa mia.
Invece uno dei personaggi immaginari era Maria Lantèrne.
C'era proprio un verso che faceva rabbrividire: mò vène Maria Lantèrne chi capìlle che strascinano pè terra. Ed io immaginavo quindi una donna parecchio brutta con dei capelli lunghissimi.
E che dire della Controra, altro personaggio immaginario che guarda un pò passava nelle prime ore pomeridiane così eravamo costretti a dormire per non incontrarla. Questa invece la immaginavo con un lungo vestito bianco.
Fantasie di bambini...
Un pò di foto di Ponza di un tempo tratte dall'Archivio fotografico di Giovanni Pacifico
La zona del porto
La zona della Parata...Barzaccone passava di qui..
La spiaggia di Sant'Antonio...dopo il pranzo tutti a dormire che passa la Controra...
Io personalmente avevo una paura terribile di Barzaccone di cui ho già scritto in questo blog.
Barzaccone era un personaggio reale, nu pièzze d'omme che abitava in via Madonna, di fronte alla Torre dei Borboni, girava con un lungo cappotto e una coppola in testa.
Era il mio terrore!!!
Passava spesso sotto casa mia.
Invece uno dei personaggi immaginari era Maria Lantèrne.
C'era proprio un verso che faceva rabbrividire: mò vène Maria Lantèrne chi capìlle che strascinano pè terra. Ed io immaginavo quindi una donna parecchio brutta con dei capelli lunghissimi.
E che dire della Controra, altro personaggio immaginario che guarda un pò passava nelle prime ore pomeridiane così eravamo costretti a dormire per non incontrarla. Questa invece la immaginavo con un lungo vestito bianco.
Fantasie di bambini...
Un pò di foto di Ponza di un tempo tratte dall'Archivio fotografico di Giovanni Pacifico
La zona del porto
La zona della Parata...Barzaccone passava di qui..
La spiaggia di Sant'Antonio...dopo il pranzo tutti a dormire che passa la Controra...
venerdì 15 dicembre 2017
L'aereo caduto a Punta Incenso
Nel settembre del 1979, mi pare, un aereo proveniente dalla Corsica ebbe un'avaria al motore e tentò un atterraggio di fortuna all'isola di Ponza.
Purtroppo il terreno, il piano di Punta Incenso, era a gradoni e il Piper si ribaltò.
Il pilota a parte qualche escoriazione se la cavò.
L'aereo fu piantonato per parecchi giorni poi fu smontato e portato via a pezzi.
Questa storia mi è stata raccontata da Antonio Iacoletti che in quel periodo era in servizio, a Ponza, come carabiniere.
L'aereo caduto a Punta Incenso
(Foto dell'archivio di Giovanni Pacifico)
(Foto gentilmente concessa da Antonio Iacoletti)
Purtroppo il terreno, il piano di Punta Incenso, era a gradoni e il Piper si ribaltò.
Il pilota a parte qualche escoriazione se la cavò.
L'aereo fu piantonato per parecchi giorni poi fu smontato e portato via a pezzi.
Questa storia mi è stata raccontata da Antonio Iacoletti che in quel periodo era in servizio, a Ponza, come carabiniere.
L'aereo caduto a Punta Incenso
(Foto dell'archivio di Giovanni Pacifico)
(Foto gentilmente concessa da Antonio Iacoletti)
martedì 12 dicembre 2017
Che scoramento!!!
Leggendo su Latina oggi l'articolo riguardante il Cisternone Romano di Formia che si trasformerà nell'Ade, in cui verrà rievocato il mito di Orfeo ed Euridice, quindi una manifestazione teatrale, ho provato un moto di rabbia.
Ho pensato subito alla nostra cattedrale, la Cisterna di via Parata che è tornata nell'oblio totale.
Sono molte le analogie con il Cisternone di Formia, anche questo sito era pieno d'immondizia ma alla fine è stato recuperato.
Invece, per quanto riguarda la Cisterna di via Parata è ancora ingombra d'immondizia e con costruzioni abusive al'interno.
Evviva l'illegalità!!!
Una storia che va avanti da quarant'anni...ne ho scritto tante volte in questo blog.
Eppure ci avevo sperato in un recupero di questo sito archeologico così importante, mai eravamo stati così vicini...
Era stata avviata anche la pratica per l'Art Bonus da parte dell'assessore della precedente amministrazione, Francesco Ambrosino, ma sembra tutto svanito nel nulla.
Forse non si vuole , si andrebbero a toccare gli intoccabili...che hanno deturpato un Bene Archeologico molto importante, testimonianza di ingegneria idraulica romana e di storia.
Il Cisternone Romano di Formia
Ricostruzione in 3 D del Cisternone Romano di Formia
(da Youtube)
Ecco lo stato in cui versa la nostra Cisterna romana, quella di via Parata all'isola di Ponza che è la "cattedrale" tra le cisterne per la sua maestosità
Una piantina della Cisterna di via Parata detta anche del Bagno
La descrizione della Cisterna nella pratica dell'Art Bonus
Nota:
L'Art Bonus, legge n.106 del 29.07.2014, è stato introdotto come credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito d'imposta.
Ho pensato subito alla nostra cattedrale, la Cisterna di via Parata che è tornata nell'oblio totale.
Sono molte le analogie con il Cisternone di Formia, anche questo sito era pieno d'immondizia ma alla fine è stato recuperato.
Invece, per quanto riguarda la Cisterna di via Parata è ancora ingombra d'immondizia e con costruzioni abusive al'interno.
Evviva l'illegalità!!!
Una storia che va avanti da quarant'anni...ne ho scritto tante volte in questo blog.
Eppure ci avevo sperato in un recupero di questo sito archeologico così importante, mai eravamo stati così vicini...
Era stata avviata anche la pratica per l'Art Bonus da parte dell'assessore della precedente amministrazione, Francesco Ambrosino, ma sembra tutto svanito nel nulla.
Forse non si vuole , si andrebbero a toccare gli intoccabili...che hanno deturpato un Bene Archeologico molto importante, testimonianza di ingegneria idraulica romana e di storia.
Il Cisternone Romano di Formia
Ricostruzione in 3 D del Cisternone Romano di Formia
(da Youtube)
Ecco lo stato in cui versa la nostra Cisterna romana, quella di via Parata all'isola di Ponza che è la "cattedrale" tra le cisterne per la sua maestosità
Una piantina della Cisterna di via Parata detta anche del Bagno
La descrizione della Cisterna nella pratica dell'Art Bonus
Nota:
L'Art Bonus, legge n.106 del 29.07.2014, è stato introdotto come credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito d'imposta.
domenica 10 dicembre 2017
La leggenda del Core
Carl Graeser, durante il suo soggiorno a Ponza, verso la fine dell'Ottocento, ha visitato molti luoghi dell'isola, ha ascoltato storie che attraverso le sue parole sono giunte fino a noi.
Nel suo libro Aus Indien und Italien (Dall'India all'Italia) racconta anche la leggenda del Core.
Mentre è in barca, dopo aver visitato le varie grotte e scogli che circondano l'isola racconta così: "...Quando torniamo è ormai sera. Le rocce imponenti con le loro sagome e ombre si innalzano come bizzarri fantasmi. Tutta questa calma mi porta tristi pensieri di solitudine.
"Vedete il cuore?", mi dice, scuotendomi il pilota, "lassù la roccia bianca, sullo scoglio del Core?".
Davvero una parete bianca si eleva come la facciata di un duomo, e sulla destra è inchiodato un cuore, il "cuore insanguinato di un gigante". Il portone del 'duomo' è aperto: scivoliamo nel tempio roccioso.
Dentro c'è una oscurità crepuscolare simile a quella dell'ultima luce del giorno che penetra dalla vetrata a colori e il vecchio mi racconta la storia del 'cuore'.
"Qui un tempo molto molto lontano abitavano i Giganti che in lunghi e innumerevoli anni scavarono grotte gettandone i detriti nel mare.
Ma nel mare vivevano gli Dei delle acque con i quali i Giganti erano sempre in guerra continua.
Ora proprio in questa grotta veniva a bagnarsi la figlia di un Re. Uno degli dei dell'acqua se ne innamorò e la fece sua sposa.
E qui viene il bello, perchè " burraschi e donne fanno secche vonne!" (burrasche e donne fanno quel che vogliono!).
Don Luigi interrompe il suo racconto come per dire "so bene quello che dico", cullando la testa come è solito fare. Poi continua: "la figlia del re dei giganti, orgogliosa della sua bellezza, voleva che tutti fossero innamorati di lei e, incurante di ogni riguardo, spesso tradiva il suo coniuge.
Ma questi, potente signore del mare, fa la sua vendetta. Con un rabbioso comando agita le acque che s'alzano vorticose e inondano la riva dove la donna infedele annega miseramente. Allora il dio tradito afferra l'inerte corpo della fanciulla e ne strappa il cuore che ancora sanguinante, inchioda sulla pallida rupe.
Sono passati i secoli: il cuore dell'infedele è sempre lì, saldato alla roccia, mentre quello del dio che abita nelle spelonche marine è ancora colmo d'amore e di rabbia e non trova pace.
Ancora oggi nelle notti di burrasca si odono grida e lamenti che echeggiano nel cavo delle onde e nei cunicoli della cala che appunto per quel che vi ho raccontato si chiama Cala del Core.
Il cuore scolpito nella roccia
Cala del Core
La grotta del Core dove come racconta la leggenda andava a bagnarsi la figlia del Re dei Giganti
La grotta del Core
(Immagini reperite in rete)
Nel suo libro Aus Indien und Italien (Dall'India all'Italia) racconta anche la leggenda del Core.
Mentre è in barca, dopo aver visitato le varie grotte e scogli che circondano l'isola racconta così: "...Quando torniamo è ormai sera. Le rocce imponenti con le loro sagome e ombre si innalzano come bizzarri fantasmi. Tutta questa calma mi porta tristi pensieri di solitudine.
"Vedete il cuore?", mi dice, scuotendomi il pilota, "lassù la roccia bianca, sullo scoglio del Core?".
Davvero una parete bianca si eleva come la facciata di un duomo, e sulla destra è inchiodato un cuore, il "cuore insanguinato di un gigante". Il portone del 'duomo' è aperto: scivoliamo nel tempio roccioso.
Dentro c'è una oscurità crepuscolare simile a quella dell'ultima luce del giorno che penetra dalla vetrata a colori e il vecchio mi racconta la storia del 'cuore'.
"Qui un tempo molto molto lontano abitavano i Giganti che in lunghi e innumerevoli anni scavarono grotte gettandone i detriti nel mare.
Ma nel mare vivevano gli Dei delle acque con i quali i Giganti erano sempre in guerra continua.
Ora proprio in questa grotta veniva a bagnarsi la figlia di un Re. Uno degli dei dell'acqua se ne innamorò e la fece sua sposa.
E qui viene il bello, perchè " burraschi e donne fanno secche vonne!" (burrasche e donne fanno quel che vogliono!).
Don Luigi interrompe il suo racconto come per dire "so bene quello che dico", cullando la testa come è solito fare. Poi continua: "la figlia del re dei giganti, orgogliosa della sua bellezza, voleva che tutti fossero innamorati di lei e, incurante di ogni riguardo, spesso tradiva il suo coniuge.
Ma questi, potente signore del mare, fa la sua vendetta. Con un rabbioso comando agita le acque che s'alzano vorticose e inondano la riva dove la donna infedele annega miseramente. Allora il dio tradito afferra l'inerte corpo della fanciulla e ne strappa il cuore che ancora sanguinante, inchioda sulla pallida rupe.
Sono passati i secoli: il cuore dell'infedele è sempre lì, saldato alla roccia, mentre quello del dio che abita nelle spelonche marine è ancora colmo d'amore e di rabbia e non trova pace.
Ancora oggi nelle notti di burrasca si odono grida e lamenti che echeggiano nel cavo delle onde e nei cunicoli della cala che appunto per quel che vi ho raccontato si chiama Cala del Core.
Il cuore scolpito nella roccia
Cala del Core
La grotta del Core dove come racconta la leggenda andava a bagnarsi la figlia del Re dei Giganti
La grotta del Core
(Immagini reperite in rete)
giovedì 7 dicembre 2017
L'Immacolata a Ponza
Ogni 8 dicembre, a Ponza, alle cinque del mattino i giuvane d'a Mmaculàte cantano inni a Maria. E' una processione di soli uomini ma molto suggestiva.
Bella tu sei qual sole
bianca più della luna
e le stelle le più belle
non son belle al par di te...
La corona d'oro è stata offerta dai ponzesi a Maria come dono d'amore nel giugno del 1958. Portava la corona d'oro la piccola Olimpia Iacono che indossava il vestito della Prima Comunione, un velo con una stella dorata sulla fronte.
Bella tu sei qual sole
bianca più della luna
e le stelle le più belle
non son belle al par di te...
La corona d'oro è stata offerta dai ponzesi a Maria come dono d'amore nel giugno del 1958. Portava la corona d'oro la piccola Olimpia Iacono che indossava il vestito della Prima Comunione, un velo con una stella dorata sulla fronte.
mercoledì 6 dicembre 2017
Il naufragio di capitan Costagliola
Di naufragi nel corso dei secoli ne sono accaduti tantissimi, ne abbiamo perso la memoria.
Ecco cosa racconta Silverio Mazzella nel libro Racconti e leggende dell'isola dei pescatori : " Una violenta tempesta si abbattè nel Medio Tirreno. La marticana di Fabio Costagliola di Procida, appesantita da un carico di grano appoggiò, sospinto dai marosi, verso l'isola di Ponza nella speranza di trovare un ridosso.
Per il buio, il mare in tempesta e le difficoltà di manovra, nell'entrare nella rada del porto urtò violentemente gli scogli tra la Ravia e la Montagna di Santa Maria e naufragò nella notte del 3 dicembre del 1765.
Nella mattina del giorno 4 seguente, aiutati dai pescatori ponzesi coordinati dal governatore, i marinai della marticana guadagnarono la riva e la salvezza. Gran parte del carico, quello che uscì dalla stiva, spiaggiò a Sant'Antonio, Giancos, Santa Maria e le marine verso Frontone.
Il marinaio Scotto, scrivano di bordo e anch'egli di Procida, dichiarò che ben poca cosa si salvò e tutto il grano recuperato fu ammassato e messo a disposizione dell'Annona di Roma.
Ne seguì un contenzioso tra le Società Assicurative e il governatore dell'isola.
Evangelista Bianchi fu accusato di frode e profitto illecito da naufragio ma alla fine fu assolto e continuò il suo incarico ancora per molti anni. Quell'inverno molti ponzesi utilizzarono il grano raccolto con tanta pazienza tra la rena e gli scogli di Ponza."
Un pò di foto del mare in tempesta all'isola di Ponza
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Una marticana (martingana) napoletana
(immagine reperita in rete)
Nota:
Il libro di Silverio Mazzella "Racconti e leggende dell'isola dei pescatori" contiene anche del bellissimi acquerelli realizzati dall'autore.
Altra Nota:
La marticana (martigana o martingana) era un'imbarcazione di stazza rilevante, a vela, utilizzata per il trasporto delle merci. Copriva anche lunghe distanze. Nella "Monografia", scritta verso la metà dell'Ottocento, il Tricoli conta nel Porto di Ponza "3 martingane".
Ecco cosa racconta Silverio Mazzella nel libro Racconti e leggende dell'isola dei pescatori : " Una violenta tempesta si abbattè nel Medio Tirreno. La marticana di Fabio Costagliola di Procida, appesantita da un carico di grano appoggiò, sospinto dai marosi, verso l'isola di Ponza nella speranza di trovare un ridosso.
Per il buio, il mare in tempesta e le difficoltà di manovra, nell'entrare nella rada del porto urtò violentemente gli scogli tra la Ravia e la Montagna di Santa Maria e naufragò nella notte del 3 dicembre del 1765.
Nella mattina del giorno 4 seguente, aiutati dai pescatori ponzesi coordinati dal governatore, i marinai della marticana guadagnarono la riva e la salvezza. Gran parte del carico, quello che uscì dalla stiva, spiaggiò a Sant'Antonio, Giancos, Santa Maria e le marine verso Frontone.
Il marinaio Scotto, scrivano di bordo e anch'egli di Procida, dichiarò che ben poca cosa si salvò e tutto il grano recuperato fu ammassato e messo a disposizione dell'Annona di Roma.
Ne seguì un contenzioso tra le Società Assicurative e il governatore dell'isola.
Evangelista Bianchi fu accusato di frode e profitto illecito da naufragio ma alla fine fu assolto e continuò il suo incarico ancora per molti anni. Quell'inverno molti ponzesi utilizzarono il grano raccolto con tanta pazienza tra la rena e gli scogli di Ponza."
Un pò di foto del mare in tempesta all'isola di Ponza
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Una marticana (martingana) napoletana
(immagine reperita in rete)
Nota:
Il libro di Silverio Mazzella "Racconti e leggende dell'isola dei pescatori" contiene anche del bellissimi acquerelli realizzati dall'autore.
Altra Nota:
La marticana (martigana o martingana) era un'imbarcazione di stazza rilevante, a vela, utilizzata per il trasporto delle merci. Copriva anche lunghe distanze. Nella "Monografia", scritta verso la metà dell'Ottocento, il Tricoli conta nel Porto di Ponza "3 martingane".
domenica 3 dicembre 2017
La chiesa di Santa Maria
A Ponza, nella piccola frazione di Santa Maria, a due passi dalla spiaggia, c'è una chiesa che è un gingillo...un amore, tenuta benissimo, dedicata a San Giuseppe.
La chiesa di San Giuseppe fu costruita sul terreno donato da Pietro Mazzella detto "Pietr uapp", ma pare che già nel 1228 esistesse una chiesa a Santa Maria.
Infatti il "Codex Cajetanus", riporta, sotto la data del 1 dicembre 1228, l'accettazione da parte di Leone, prete della chiesa di Santa Maria, nell'isola di Ponza, di un legato a favore di detta chiesa fatto da D.Maria Gattola (fonte: Fabrizio M.Apollonj Ghetti "L'arcipelago pontino nella storia del Medio Tirreno")
La prima pietra venne benedetta il 4 marzo 1828, dal vescovo di Gaeta Monsignor Parisio ma i lavori furono interrotti per l'improvviso crollo del tetto.
E pensare che gli abitanti di quella zona ci tenevano tanto alla loro chiesa...avevano trasportato le pietre durante i lavori per costruirla...
Il 15 novembre 1886, dopo aver sperato inutilmente che riprendessero i lavori, gli abitanti di Santa Maria e dei Conti mandarono una petizione al papa Leone XIII chiedendo un aiuto.
Già in quella petizione scrivono di San Giuseppe come Protettore...
Fanno presente che la chiesa di Ponza Porto è distante e durante l'inverno non riuscivano ad andare a Messa.
Finalmente i lavori della chiesa ripresero ed il 21 giugno 1895 venne consacrata dal vescovo di Gaeta.
Venne affidata al sacerdote don Antonino Conte, anche lui si era prodigato scrivendo una lettera chiedendo il completamento della chiesa. E poi ancora don Aniello Conte, nipote di don Antonino Conte, di cui ho già raccontato in un altro post (Aneddoti o quasi: "Addò sta Ddie?)
Per molti anni è stato parroco della chiesa di Santa Maria don Salvatore Tagliamonte.
Alcune di queste foto sono state scattate dalla Cantoria grazie alla gentilezza della signora Cinzia che ha permesso alle mie figlie di salire lassù.
Le foto sono di Marianna Licari.
L'organo
La targa che attesta chi ha costruito l'organo
La chiesa di San Giuseppe fu costruita sul terreno donato da Pietro Mazzella detto "Pietr uapp", ma pare che già nel 1228 esistesse una chiesa a Santa Maria.
Infatti il "Codex Cajetanus", riporta, sotto la data del 1 dicembre 1228, l'accettazione da parte di Leone, prete della chiesa di Santa Maria, nell'isola di Ponza, di un legato a favore di detta chiesa fatto da D.Maria Gattola (fonte: Fabrizio M.Apollonj Ghetti "L'arcipelago pontino nella storia del Medio Tirreno")
La prima pietra venne benedetta il 4 marzo 1828, dal vescovo di Gaeta Monsignor Parisio ma i lavori furono interrotti per l'improvviso crollo del tetto.
E pensare che gli abitanti di quella zona ci tenevano tanto alla loro chiesa...avevano trasportato le pietre durante i lavori per costruirla...
Il 15 novembre 1886, dopo aver sperato inutilmente che riprendessero i lavori, gli abitanti di Santa Maria e dei Conti mandarono una petizione al papa Leone XIII chiedendo un aiuto.
Già in quella petizione scrivono di San Giuseppe come Protettore...
Fanno presente che la chiesa di Ponza Porto è distante e durante l'inverno non riuscivano ad andare a Messa.
Finalmente i lavori della chiesa ripresero ed il 21 giugno 1895 venne consacrata dal vescovo di Gaeta.
Venne affidata al sacerdote don Antonino Conte, anche lui si era prodigato scrivendo una lettera chiedendo il completamento della chiesa. E poi ancora don Aniello Conte, nipote di don Antonino Conte, di cui ho già raccontato in un altro post (Aneddoti o quasi: "Addò sta Ddie?)
Per molti anni è stato parroco della chiesa di Santa Maria don Salvatore Tagliamonte.
Alcune di queste foto sono state scattate dalla Cantoria grazie alla gentilezza della signora Cinzia che ha permesso alle mie figlie di salire lassù.
Le foto sono di Marianna Licari.
L'organo
La targa che attesta chi ha costruito l'organo