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martedì 16 aprile 2024

Lina la veneziana

 Leggendo un libro di Paolo Iannuccelli mi sono imbattuta nella figura di  Lina la veneziana (Carolina Zampieri), una ponzese acquisita, scomparsa qualche anno fa. Era una persona gentilissima, dolcissima.  Mia figlia Marianna, quando era piccola, si incantava davanti alla vetrina di quel negozio di souvenir. 

Paolo Iannuccelli così scrive di lei:

"Chi arriva a Ponza e passa per Corso Pisacane non può fare a meno di rimanere colpito da un negozio che fin dall'insegna, "Souvenirs Cartoline", appare diverso dagli altri. Lo gestisce Carolina Zampieri, da tutti conosciuta come Lina, una signora minuta e affabile, la cui voce è resa ancora più dolce dalla cadenza veneta. Lina infatti è nata vicino a Venezia: a Ponza si è trasferita  oltre quarant'anni fa, dopo aver sposato Tony (in realtà il suo vero nome era Antonio, ma la frequentazione della terra veneta dove già viveva il fratello Benito aveva operato la trasformazione).  A Ponza Lina ha vissuto diversi anni con il marito e i vecchi suoceri, in quella casa antica dall'architettura particolare: al piano terra il negozio di cartoline e dietro quella che ora si chiama "zona giorno",  al primo piano le camere da letto. Poi i suoceri  sono morti e purtroppo da qualche anno anche Tony non c'è più. Così Lina si è ritrovata sola in quel negozio, "Souvenirs Cartoline" dove la gente si ferma  sempre volentieri, perchè oltre a cartoline e piccoli oggetti da regalare o da portare a casa come ricordo di una piacevole vacanza, trova tanta cortesia, e soprattutto un  locale che sembra appartenere ad altri tempi. 

" All'inizio mi stupivo  vedendo i turisti che passando scattavano foto, sia dall'esterno che sulla porta - commenta sorridendo - ma ora i flash che ogni tanto vedo lampeggiare anche quando sono nella stanza dietro non mi fanno più effetto."  

Il fatto è che l'arredamento del locale è assolutamente particolare: lo stesso che apparteneva tanti anni fa,  ad una vecchia farmacia. Solo una mano di vernice, o forse più, ha alterato il colore originale del legno, ma gli scaffali, con mensole e sportelli, sono bellissimi e si vede che sono stati realizzati a mano. In tanti hanno chiesto di poterli acquistare. "Se ne potrà parlare quando chiuderò definitivamente il negozio", aggiunge Lina. Già. E' l'interrogativo di ogni anno.  L a "veneziana" trapiantata a Ponza fa infatti ritorno al suo paese nei mesi invernali; è lì che vivono i suoi familiari. All'inizio di ogni primavera, quando torna a Ponza, dice a se stessa e agli amici: "Questo è l'ultimo anno e poi mi ritiro definitivamente: sono stanza,  sono sola". Anche se poi qualcuno che le dà una mano nel negozio lo trova sempre. Così, stagione dopo stagione, il tempo passa e il negozio "Souvenirs Cartoline" resta sempre lo stesso, caratteristico nello stile e nell'impostazione: unica concessione al nuovo che avanza, gli infissi della porta d'ingresso, una necessità. Ma varcata la soglia, ecco le cartoline tutte infila nell'espositore di legno fatto; le barchette, le piastrelle, gli oggetti in ceramica e in legno occhieggiare dietro le vetrine chiuse dal di dentro con un gancio;  ecco altri sportelli con pomoli minuscoli.  Una piccola statua di San Silverio, nella versione con la barba bianca come quella esposta nella chiesa di Le Forna, ha il posto d'onore al centro della grande scaffalatura che occupa l'intera parete all'ingresso, sull'arco mascherato da una una tenda fiorata che porta nella stanza interna. Davanti al santo, due vasi con i garofani rossi, finti, immutabili: sembra che perfino la luce li abbia risparmiati, conservandone inalterati i colori. In alto, alla destra di chi entra, sono in bella mostra tre o quattro quadri a olio che immortalano  uno scorcio di Ponza. Sono opera di un artista napoletano che tanti anni fa venne a Ponza e si pagò la villeggiatura dipingendo. Un ristoratore ponzese lo prese a benvolere, e ancora oggi gli fa da mecenate: porta le sue opere a Lina e lei gliele vende quando trova un estimatore o un appassionato. Il che succede molto più spesso di quanto si potrebbe pensare.

In quel microcosmo in cui il tempo sembra essersi fermato, il turista sosta, ed è come immergersi in un'oasi, estranei alla confusione e al consumismo che fuori la fanno da padrone (anche i prezzi, detto tra noi, paiono fuori dal tempo).

Fra i turisti, poi,  si è sparsa la voce di questa presenza veneta, in un'isola  in cui tutti parlano napoletano: molti villeggianti vengono proprio dal Veneto e considerano un piacevole obbligo sostare in quel negozietto del corso, che dà proprio sul porto. Parlando con Lina si sentono a casa. E lei anche",

Questo negozio ormai non esiste più...


Carolina Zampieri (Lina) con il marito Antonio Farese (Tony) davanti al negozio (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

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