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sabato 30 settembre 2023

Clio Bittoni

 Clio Bittoni è la moglie del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano scomparso qualche giorno fa.

La sua storia familiare è legata con un filo a Ponza poichè i suoi genitori, socialisti, Amleto Bittoni e Diva Campanella, erano confinati proprio nella nostra isola durante il regime fascista.

Clio è stata concepita a Ponza e i suoi genitori scelsero questo nome, quello della figlia di un confinato greco anche lui  sull'isola. A loro piacque molto, quello di una Musa.

Clio Bittoni è nata  a Chiaravalle, in provincia di Ancona, nel novembre 1934.

Amleto e Diva Bittoni alloggiavano all'isola di Ponza in una casa in via Amalfitano.


La casa in cui alloggiavano a Ponza (Foto concessa gentilmente da Rita Bosso)



Anche qui si vede la casa dove alloggiavano durante il periodo di confino a Ponza (Estate 2015)


Clio Bittoni (Immagine reperita in rete)



giovedì 28 settembre 2023

Che bella foto!!!

 In questa foto vediamo molte persone che non ci sono più..

Da sinistra: Il primo sembra Raffaele Verde  poi zia Carmela D'Arco, il bambino sulla sedia è Pinuccio Conte, l'altro è Salvatore Conte, zio Antonino Conte, don Aniello Conte, nonno Salvatore Conte, il bambino è Gigi Galvano, poi Carlo Conte ed infine Rocco Massone marito di mia zia Olga Conte. I bambini Pinuccio e Salvatore Conte sono figli di Carmela d'Arco e Antonino Conte. Il bambino Gigi Galvano è il figlio di zia Cesira Conte, sorella di mia madre.

Credo sia stata scattata nei primi anni '50 e probabilmente in casa di don Aniello Conte ncòppe i Cuonte

(Dall'album di famiglia)



martedì 26 settembre 2023

E' riapparsa, finalmente

 Dopo tanti anni in cui ci siamo chiesti che fine avesse fatto è riapparsa nella chiesetta del Purgatorio, all'interno del cimitero di Ponza, la statua della Madonna della Salvazione. Ma soprattutto ci sono il Bambinello e la barchetta spariti da tanto tempo.

 E'  antica, credo, del '600.

Questa statua è molto importante per i naviganti, per  i pescatori, perchè ogni volta che uscivano in mare alzavano lo sguardo verso il promontorio dove c'è la chiesetta e si toglievano il cappello in segno di rispetto.

E' ritenuta miracolosa.

Resterà nella chiesetta, soprattutto nella nicchia che è sull'altare??? 

Chissà...speriamo


Settembre 2023, foto inviata da mia sorella Olimpia Iacono


Estate 2013



8 settembre 2023 il professor Gino Usai fa delle riflessioni con i fedeli sul culto della Madonna della Salvazione. (Foto di Daniele Balzano)

domenica 24 settembre 2023

Apprièzze

 Apprièzze, un tempo,  era un rito molto importante a Ponza, precedeva ogni matrimonio e consisteva nella valutazione del corredo che la ragazza portava in dote.

Nel libro di Silverio Mazzella Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita Olga Conte Massone, mia zia, sorella di mia madre racconta questo rito.

Ecco:

"Otto giorni prima del matrimonio, nel cortile di casa si faceva l'apprièzzo. Steso su un lenzuolo per terra tenuto per le estremità da due o quattro invitati, si procedeva all'enumerare i capi che componevano la dote prelevati dalla cassa e depositati sul lenzuolo stesso. Tutto era diligentemente annotato in un contratto che poi era firmato dai genitori, contratto che rimaneva agli sposi. I beni in dote erano sia capi di corredo, soldi ed ori. Seguiva una cena a cui partecipavano le due famiglie dei fidanzati e invitati.."

La cena chiudeva la cerimonia a base di coniglio o di capretto, a secondo la disponibilità e la stagione.

Tutto era riposto nella càscia di biancheria, che era trasportata nella nuova dimora degli sposi. 

Tra la biancheria i profumi di essenze naturali: boccioli dei Canzìrri, Giaggiolo, o i rametti dei germogli fioriti della Spigandòsse, Lavanda o anche la lavanda selvatica cioè la "Lavandula Stoechas" in cunucchièlle, mazzetti.



Olga Conte nata il 15 giugno 1915


Documento che attestava la dote di una ragazza per il suo matrimonio, febbraio 1911



Matrimonio di mia zia Francesca Iacono con Silverio Musella, gennaio 1948 (Dall'album di famiglia)


Particolare di un lenzuolo di lino (Immagine reperita in rete)

venerdì 22 settembre 2023

Ncòppe u Curretùre

 Ncòppe u Curretùre,  all'isola di Ponza, è una stradina piccola che è però l'accesso alle abitazioni che sono al primo piano di Corso Pisacane. E' una stradina molto comoda che soprattutto d'estate quando il Corso è affollato di gente percorro. 

Ma la stradina fa parte del progetto borbonico come leggiamo in queste parole tratte dal libro di Giovanni Maria De Rossi "PONZA PALMAROLA ZANNONE":

"...La funzione di trampolino di lancio obbligato per la fruizione dell'isola venne qui sottolineata dalla duplicazione dei percorsi che, correndo su due livelli differenti, consentivano la realizzazione di una vera e propria struttura  urbana. Questa venne concepita in modo da adattare alle esigenze del transito e dello stazionamento tutto un unicum architettonico compenetrato nel contesto naturale: a completare la sua straordinaria funzionalità venne ricavata una terza via (via Corridoio), accessoria ma utilissima per la fruizione dello stretto diaframma che la quinta scenica arcuata realizzava, automaticamente con il suo progredire, tra la sua facciata posteriore (cioè a monte) ed il ripido declivio roccioso. 

La interscambiabilità funzionale tra i vari segmenti viari era assicurata da rampe gradinate e, sul retro, da arconi e passerelle edilizie per l'aggancio tra via Corridoio ed il declivio roccioso sulla sommità del quale si snodava via Umberto.

E' ancor oggi possibile riconoscere e provare la funzionalità di tutto questo complesso percorrendolo e soffermandosi a piacimento."









Ncòppe u Curretùre (Foto di Annalisa Sogliuzzo, agosto 2023)

mercoledì 20 settembre 2023

Buon compleanno papà!!!

Il 21 settembre 1920 nasceva a Ponza Ciro Iacono, era un grande maestro d'ascia ma soprattutto era mio padre.

Buon Compleanno papà ovunque tu sia...


Il ricordo non muore mai...

lunedì 18 settembre 2023

Un bel San Silverio di fine Ottocento

 La storia di questo bel San Silverio è raccontata dalla signora Anna Conte.

Questa statua fatta di fogli di giornali simile alla cartapesta era di suo nonno Ciccillo Conte, capostipite della famiglia.

Angela, figlia di Anna, che mi ha inviato le foto, da bambina era molto curiosa e scoprì che all' interno della statua c'erano tanti fogli di giornali datati fine '800.

Negli anni Ottanta Silverio Scotti ,”baffettino”, lo restaurò con pazienza e mise una base di legno perché barcollante è quindi non si può vedere più l'interno.

Questo San Silverio ha visto due Guerre Mondiali, fa parte della famiglia di Angela , li guarda dal como’ nelle tante gioie e dolori...

"U Vecchiariello" sta sempre lì e continua a proteggere la famiglia Conte - Mazzella

Per gentile concessione di Angela Mazzella







sabato 16 settembre 2023

Meraviglioso settembre all'isola di Ponza

 Giungono dall'isola di Ponza foto meravigliose, il mare è una tavola, sembra un lago

Isola di Ponza 15 settembre 2023, foto inviate da mia sorella Anna Maria Iacono











venerdì 15 settembre 2023

Lettere di un confinato a Ponza

 Testo e foto inviate gentilmente dal nipote Peter Verc

Peter scrive così:

"Ecco qualche frammento di Ponza trovato tra le numerose lettere spedite da mio nonno, Roman Pahor, confinato sull'isola da gennaio 1929 a fine 1932 e poi nuovamente tra il 1936 e il 1937.
Le lettere alla fidanzata e poi moglie, Angela, prima di raggiungere Trieste passavano attraverso il visto censura, sebbene fossero quasi tutte scritte in sloveno. Evidentemente  a Ponza o a Napoli c'era qualcuno che parlava lo sloveno. In alcune occasioni mio nonno concludeva le missive in maniera ironica scrivendo: "non mi dilungo per non dare troppo lavoro al censore". 
La prima lettera di mio nonno ad Angela è del 17 gennaio 1929 e in essa descrive il tortuoso viaggio da Trieste a Ponza con le soste a Venezia, Bologna, Roma e nel carcere di Napoli. Scrive che a Ponza soffia un vento forte, paragonabile alla bora triestina. 
Angela gli chiede quindi una descrizione più dettagliata dell'isola e Roman, avendo già specificato che i confinati potevano muoversi lungo un tratto limitato, provvede nella lettera datata 2 marzo 1929. Paragona l'isola quasi senza alberi e cespugli al paesaggio spoglio che a causa della grande guerra si creò ai piedi delle colline sopra Monfalcone (cittadina famosa per il cantiere navale a metà strada tra Trieste e Gorizia). Elenca la terra rossastra, i limoni, i fichi, scrive dello scarno bestiame (poche mucche, un po' di pecore e capre, qualche asino), l'assenza di fonti di acqua potabile e infine la chiosa: "malgrado le difficoltà qui vivono circa 6000 anime e si continua a costruire".
Dopo qualche mese, a luglio, Roman riceve la visita di Angela; i due, molto probabilmente, discutono anche dell'eventualità di sposarsi (lo faranno, sempre a Ponza, il 18/2/1932) ma Roman non è di buon umore. Lo si apprende dalle lettere spedite in agosto e settembre, nelle quali si scusa per la refrattarietà nei giorni della visita di Angela. Roman è nervoso già di per sè, ma a rendere la vita ancora più difficile sono le mutate condizioni di vita a Ponza. Alcuni passaggi nelle lettere sono coperti dal nero della censura. Passa comunque una metafora nemmeno tanto velata: "da Ferragosto in poi il cielo si è fatto più grigio, segno delle tempeste con tanto di fulmini e tuoni". Il censore non copre nemmeno quest'informazione: "Abbiamo dovuto lasciare le nostre stanze e siamo tornati tutti a dormire nello stanzone comune".
Il motivo di questo repentino cambiamento è spiegato in una lettera spedita in ottobre da Napoli, dove Roman potè recarsi per due settimane per sostenere alcuni esami all'Università. Le lettere da Napoli non venivano censurate. In una di queste Roman scrive ad Angela che a causa della fuga da Lipari di Lussu, Nitti e Rosselli, anche a Ponza il confino si è fatto molto più duro. Alcuni sono impazziti, soffrono di allucinazioni e mania di persecuzione, "vedono i loro vecchi compagni versare a loro veleno nel bicchiere".
Poi, tornato dal permesso di studio a Napoli, Roman riporta altri dettagli dall'isola. 
E' interessante ciò che scrive il 9 febbraio 1930: "L'altra settimana è morto un miliziano. Era di guardia di notte sopra quella parete, dove facciamo il bagno. Il poveraccio probabilmente è scivolato ed è stato trovato senza vita sopra una roccia. 
Il giorno successivo 10 pescatori sono andati al largo e sono stati sorpresi da una tempesta. Cinque si sono salvati, gli altri sono stati divorati dalle onde. Ad oggi un solo corpo è stato ritrovato. Noi confinati abbiamo preso a cuore queste vittime e anche il nostro gruppo (si riferisce agli sloveni e ai croati) ha raccolto una discreta somma"."
 
Di Roman Pahor ne ho già scritto in questo blog, qui


Roman Pahor nel luogo in cui è stata scattata la foto negli anni di confino


Roman Pahor con la moglie Angela e la loro primogenita Sonia


La lettera alla suocera, scritta in sloveno, per informarla dell'arrivo di Angela a Ponza 


mercoledì 13 settembre 2023

Che foto incredibile!!!

 In questa foto Gelsomina Mazzella ha in braccio il suo futuro genero Silverio Mazzella detto Peppe u cafone.

Isola di Ponza, metà degli anni '30, credo.

Gelsomina era la sorella di Emiliano Mazzella padre di Peppe u cafone. Era anche la mamma di Anna futura moglie di Peppe, purtroppo morì giovane.

Un tempo, a Ponza, spesso i matrimoni avvenivano tra cugini.

Per gentile concessione di Emiliano Mazzella, figlio di Peppe e Anna.



domenica 10 settembre 2023

A Cappella d'a Madunnella

 Quando, nel 1734, arrivarono a Ponza i primi coloni provenienti da Ischia si cominciò a seppellire i morti intorno alla cappella della Madonna della Salvazione che ora non esiste più, pare sia crollata, e un tempo veniva chiamata A Madunnella vecchia.

A Madunnella era un antico Santuario scavato nella roccia sulla punta del promontorio della Madonna, era collocata dietro la cappella di don Salvatore. Al suo interno custodiva la statua della Madonna della Salvazione ritenuta miracolosa,  i naviganti e i pescatori erano molto devoti. 
Nel Settecento curava la Cappella d'a Madunnella l'eremita Giuseppe Scotti.  
Il Pacichelli, nel 1685, così la descrive: "tempietto incivosi dentro, basso, e stretto" ed era un luogo di culto in cui si celebrava la Messa.
Proprio qui si sviluppò il primo nucleo del Camposanto.
Ormai dimenticata, eppure è esistita i cui ruderi sono dietro alle cappelle del cimitero che stanno sul piazzale del Monumento ai caduti.


In fondo al piazzale ci sono i ruderi d'a Cappella d'a Madunnella (Estate 2016)







Ruderi della Cappella d'a Madunnella (Foto scattate qualche anno fa, quando fu ripulita l'area, da Giuseppe Cristo)


I ruderi in mezzo all'erbacce (Agosto 2023)


La statua della Madonna della Salvazione (Estate 2013)



Nel disegno del Mattei, aprile 1847, sulla rupe, in alto la Cappella d'a Madunnella ed il faro.

venerdì 8 settembre 2023

Maria Picicco, la mamma dei confinati

 Maria Picicco è soprannominata "la mamma dei confinati" perché negli anni del confino politico si è molto prodigata ad aiutarli. Nella sua casa in via Canalone hanno abitato molti perseguitati tra cui Umberto Terracini, futuro presidente dell'Assemblea Costituente e dirigente del partito comunista italiano, Pietro Nenni, leader storico del partito socialista italiano, e tanti altri. Quest'ultimo quando giunse a Ponza era malandato e in precarie condizioni di salute; Maria lo accudì bollendo i suoi vestiti pieni di pidocchi e dandogli gli abiti di suo figlio Silverio. Per tutte queste attenzioni verso i confinati Maria fu ammonita, perquisita e perennemente controllata sia di giorno che di notte.

Maria era una donna dalla forte personalità, determinata e che non si perdeva mai d'animo.

Negli anni 50 quando venne Togliatti a Ponza ci tenne molto a fare la sua conoscenza e si incontrarono nei locali del ristorante EEA insieme ai rappresentanti del partito comunista della sezione di Ponza.

Nelle foto:

1) Ci sono da sinistra Togliatti, Angelo Musco e Maria Picicco. La bambina che si vede sulla destra è la figlia adottiva di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, Marisa Malagoli Togliatti.

2) Silverio Picicco, Palmiro Togliatti, Angelo Musco, Maria Picicco, Temistocle Curcio

3) 4) Via Canalone (Estate 2015)




Per gentile concessione della famiglia Picicco
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Alessia










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