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domenica 31 ottobre 2021

Ricordando i nostri cari

 In questi giorni dedicati ai defunti il nostro pensiero va a chi ci ha lasciato.

Quest'anno nel cimitero di Ponza riposa anche la nostra cara Giuseppina che è andata via per sempre, in punta di piedi, in un giorno di luglio. Ancora non riusciamo a renderci conto che lei non c'è più.

Riposa nella piccola cappella gialla di fronte al Monumento ai Caduti insieme alla sua mamma e alla zia.

Per anni ha insegnato nella scuola dell'infanzia di Le Forna e sicuramente i suoi alunni la porteranno nel cuore.

Il  piccolo cimitero di Ponza in questo periodo diventa un po' il fulcro della comunità ponzese. Ognuno si reca per portare un fiore, un lume, a parenti e amici.
E' il luogo della memoria di Ponza dove riposano non solo ponzesi ma anche coloro che l'hanno amata a tal punto da non volerla mai lasciare scegliendola come ultima dimora. Vediamo in alcuni punti del cimitero piccole cappelline con le ceneri di qualcuno che è diventato ponzese d'adozione come il cantante Mike Francis, solo per fare un esempio.
Il cimitero di Ponza, situato sulla collina della Madonna sui resti di una villa romana, fu sistemato nel 1892 quando era sindaco Vincenzo De Luca.
Furono costruite le cappelle dei notabili ma già nel '700 c'erano delle sepolture.
In questo luogo c'è la storia della nostra isola, lì ci sono i nostri antenati.
Una delle cappelle più antiche è il sepolcreto Tricoli del 1837 dove riposa Giuseppe Cesare Tricoli, autore della Monografia del 1855, che ci ha fornito tante informazioni sulla storia di Ponza.
Non tutti sanno che è sepolto lì.
Ecco cosa scrive Caterina Bon a proposito del cimitero di Ponza: "Nella riorganizzazione del cimitero venne mantenuta la primitiva collocazione sulla collina della Madonna, luogo ideale perchè, per la sua conformazione geografica, era naturalmente separato dal paese, un'isola nell'isola. Bisognò poi abbattere la batteria Leopoldo e trasformare le grotte, già dormitori delle truppe, in cappelle-sepolcreti, recintando il tutto con mura che sottolineassero la divisione fra città dei vivi città dei morti."
"...scendono verso il mare le strade delle città dei morti. Si intersecano ad angolo retto, una rete ordinata e perfetta di scisse e ordinate che sembra voler contraddire la disposizione spontanea e disordinata dei vicoli del paese giù al porto, alle Forna, dovunque sull'isola."

E proprio lì che un giorno vorremmo riposare...























Alcune foto del cimitero di Ponza (Agosto 2021)

venerdì 29 ottobre 2021

Le Necropoli di Ponza

 Ponza ha un patrimonio archeologico notevole che purtroppo versa in pessime condizioni perchè la gente ha sempre cercato di nasconderlo per scopi personali o per ignoranza.

Solo da qualche anno si sta prendendo coscienza di questa potenzialità che la nostra isola possiede con il recupero delle due cisterne romane, ma ce ne sono altre da recuperare.
Puntando sull'archeologia si potrebbe allungare la stagione turistica, si potrebbero creare nuovi posti di lavoro.
Oltre alle cisterne a Ponza ci sono delle necropoli, una sui Guarini e l'altra quella del Bagno Vecchio.
Sono tombe ipogee che risalgono al periodo ellenistico ma utilizzate anche agli inizi del Cristianesimo. Queste necropoli sono situate nei fianchi delle colline e le tombe sono state scavate nel banco roccioso ed erano miste sia per incinerazione che inumazione.
Già il Tricoli le cita ed il Mattei le ha visitate nel 1847, possiamo attraverso i suoi disegni vedere com'erano.

















La Necropoli del Bagno Vecchio
(Foto di Rossano Di Loreto)


La Necropoli dei Guarini in un disegno del Mattei, aprile 1847

mercoledì 27 ottobre 2021

Il pozzo antico di via del Comandante

 In pieno centro storico di Ponza, precisamente in via del Comandante, vicino all'Hotel Feola c'è un antico pozzo che viene elencato dal Lombardi nel libro Ponza impianti idraulici romani.

Secondo il Lombardi è una cisterna con vera di pozzo antica che riceveva l'acqua dalle cisterne sovrastanti e riforniva sicuramente l'area portuale sottostante.
Adalgiso Coppa, incaricato della Cassa del Mezzogiorno, ha sempre sostenuto che ci sono a Ponza quattro sistemi di cisterne collegate tra loro a gruppi di quattro.
Il pozzo del Comandante è dietro la Palazzina, oggi Palazzo Comunale, e la sua presenza è già attestata nel 1572 dalla Consulta della Regia Camera. Lo troviamo, nel 1768,  poi nel progetto del nuovo porto redatto da Winspeare.
Non è collegato con la Cisterna del Corridoio o del Comandante.
Il Tricoli lo annovera tra i pozzi con la dicitura "pozzo dietro il 1° Padiglione".


Vera di pozzo antica accanto all'Hotel Feola in via del Comandante 
(Foto di Marianna Licari, 2015)



Sovrapposizione della planimetria di rilievo del porto di Ponza con quello originale di Winspeare (Disegno di O. Fasolo)


Ricostruzione sulla base del progetto di Winspeare



Ponza porto 1815


Il pozzo di via del Comandante
(Estate 2020)


Via del Comandante

domenica 24 ottobre 2021

L'isola di Palmarola descritta dal Graeser alla fine dell'Ottocento

 Carl Graeser nel suo "Aus Indien und Italien" racconta il suo viaggio nelle isole del nostro Arcipelago avvenuto verso la fine dell'Ottocento.

In questo brano racconta la sua visita all'isola di Palmarola. Ecco la sua descrizione:

"...Sono circa le nove: passiamo davanti alla Punta di Mezzogiorno, tra le dentate rupi trachitiche chiamate "due Fratelli" modellate bizzarramente dal vento e dal mare.

Siamo all'estremo lembo sud dell'isola di Palmarola che è una piccola copia dell'isola di Ponza: un pò meno alta (con il monte Guarnieri alto 180 metri).

E' formata in prevalenza da tufi e lave vulcaniche dei vari colori; in un punto della costa occidentale dov'è l'approdo, luccica un filone nero come la pece, che riga la roccia gialla: è l'ossidiana.

C'è quasi aria di festa in questo breve viaggio lungo la costa silenziosa dove rocce scure si alternano a baie di finissima sabbia. Colonne di pietra bruna agli ingressi di grotte buie formano alte pareti costituite da massi simili a tronchi di quercia. Rondini guizzano come ombre sulle balze di tufo chiazzate di mirti.

Verso l'approdo c'è un faraglione detto Scoglio di Silverio sul quale biancheggia il rudere di una antica cappella. Si dice che l'abbia fatta costruire lo stesso papa Silverio durante la sua relegazione. Oggi è venerato come santo e martire.

Ma la storia è un pò strana. Al tempo cui ci riferiamo le lotte di religione sono passate. Sotto Giustiniano i conflitti interni cominciano a fiaccare la Chiesa. Teodora, elevatosi da prostituta a imperatrice, si schiera con l'antipapa Vigilio e fa catturare Silverio esiliandolo in queste isole dove si spegne.

Così le isole ebbero l'onore di un papa e un faraglione ne prese il nome. Persino un concilio, benchè ristretto nel numero dei partecipanti, fu tenuto dal papa confinato nel 539.

Sulle colline presso l'approdo abitano alcune famiglie. Hanno scavato le loro dimore incavandole nella roccia, così come hanno fatto i coloni di Le Forna, pure loro dei veri cavernicoli.

Qui a Palmarola coltivano la vite, grano e patate. Ma tutto ciò che producono è bastevole appena per sopravvivere e d'inverno devono essere provvisti da Ponza, spesso con il pericolo della vita.

Sono uomini robusti, taciturni, dai volti duri come fossero intagliati nel legno. Vengono e vanno, qui, senza levatrice e senza dottore!

"A bestia! a bestia!", digrignando i denti una donna bruna mi grida quasi e mi racconta di come questa primavera il monte si è scosso ed ha distrutto tutti i terrazzi coltivati a vite, ricavati faticosamente durante i lunghi anni.

"A bestia!", continua a ripetere, digrignando ancora i denti e serrando i pugni nerboruti verso il monte, come a maledirlo.

Il marito è emigrato in Argentina per "guadagnare i soldi". "Ma anche là c'è solo truffa", e accompagna le parole con un gesto sdegnoso della mano. Mi dà gentilmente dell'acqua e non accetta denaro."

Nota:

Carl Graeser, svizzero, laureato in Medicina, ricercatore sulle malattie tropicali, dopo essere stato in India si stabilisce a Napoli e da qui visita l'Arcipelago Ponziano

Altra nota:

"A bestia" a cui riferisce la donna a Palmarola presumo siano le scosse di terremoto avvenute in queste isole tra novembre e dicembre del 1892


Queste splendide foto dell'isola di Palmarola sono di Dimitri Scripnic, maggio 2021

















































venerdì 22 ottobre 2021

Archeologia subacquea

 A Ponza possiamo trovare reperti archeologici non solo a terra ma anche in mare.

L'isola di Ponza era sulle rotte commerciali dei più grandi navigatori non solo romani, chissà quanti naufragi ci sono stati durante le tempeste.
Nel settembre del 1985, in prossimità della Secca dei Mattoni,poco distante dai Faraglioni di Lucia Rosa, i sub Giuseppe Mazzella e Roberto Calò scoprirono il relitto di una nave romana del I secolo d.C. Giaceva ad una profondità di trenta metri.
All'interno del relitto trovarono tantissime anfore di tipo Dressel e ricordo ancora che dal muretto di piazza Pisacane ne vidi un camion pieno.
Chissà che fine hanno fatto, dovevano servire per il Museo di Ponza...bah
La nave apparteneva ad Aulo Saufeio e con il suo carico di vino e olio era diretta in Gallia.
Nel 2010, tra Ponza e Zannone, la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio con la Fondazione americana  Aurora Trust, Ocean Exploration and Education Trust scoprirono cinque relitti di navi romane a cento metri di profondità. Nei relitti c'erano moltissime anfore ben conservate che contenevano olio, vino e conserve di frutta. Questi relitti risalgono al periodo tra il I secolo a.C. e il IV d.C.
Che dire una bella scoperta!!!
L'idea, in questo caso, era di creare un Museo subacqueo ma finora sembra tutto finito nell'oblio.
Ponza non è solo mare ma anche storia, archeologia, tradizioni...


La Secca dei Mattoni si trova al largo dei Faraglioni di Lucia Rosa
(Foto di Rossano Di Loreto)


Anfore romane


Anfore ritrovate in un  relitto tra Ponza e Zannone

(Immagini reperite in rete)

Nota:
La Secca dei Mattoni si trova al largo dei Faraglioni di Lucia Rosa. Deve questo nome al naufragio di una nave carica di mattoni negli anni '30.