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giovedì 22 luglio 2021

Da un disegno del Mattei, 1847

 In una descrizione del 1572 in cui si esaltavano le qualità di Ponza, in vista di un possibile ripopolamento, emergono queste righe scritte dai cronisti dell'epoca:

"...al molo del porto vi era prossima un'isoletta, sulla quale dai cennati appaltatori vi era costruito un casamento di 7 stanze (Palazzina del Governatore)...

Il Mattei in un disegno del 1847 mostra i ruderi del vecchio casamento.


I  resti dell'antico casamento, Mattei 1847




(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)




Dovrebbe essere questa l'isoletta dov'era il vecchio casamento

martedì 20 luglio 2021

La vite all'isola di Ponza

 " Inselvatichita negli incolti occupati dalla boscaglia a Ponza, Palmarola e Zannone. E' la pianta più importante dell'isola, dalla quale si ottiene frutta che viene consumata fresca o passita.

Dalle viti ponzesi si ottiene un vino asciutto e leggermente dolce. Tra i vitigni più pregiati vanno ricordati quelli del Fieno, di Frontone, delle Forna e delle Grottelle. La vinificazione, lenta e laboriosa, dura vari giorni, durante i quali bisogna avere l'accortezza di sommergere gli acini che, fermentando,  salgono in superficie (cuòcchele). Lo spumante (sfumànte) è il prodotto con il mosto passato al setaccio di un sacco di tela (scappùccio) e poi versato, quando la fermentazione è ancora in corso, in robuste bottiglie colorate chiuse da tappi rinforzati (tappi automatici con due guarnizioni). Con il vino cotto si preparono rustici dolci come i turtanièlli e le mostàrde. Tricoli ricorda come il vino cotto veniva usato come astringente nel caso si avesse consumato fichi d'India maturi e anche per combattere il mal di mare. "Pria di esporsi al viaggio convien cibarsi di cose asciutte, bevendo solamente poco del vino generoso: allorchè sopravviene il disturbo mangiarsi il biscotto appena temperato in detto vino, ed a ristoro ripeterlo anche al vomito."  I tralci delle viti, eliminati nella potatura  ( i pennecìlli) erano utilizzati come legna per il forno o come legacci dei fasci d'erba raccolti per i conigli." 

(Dal libro "Flora illustrata di Ponza" di G. e S. Mazzella)



Grappoli (pigne) d'uva 




Piante di vite ncòppe i Cuonte

domenica 18 luglio 2021

Cèrbule o cèrbe cioè elicriso

 Dovrebbe essere il nome in dialetto ponzese di questi fiori, cèrbule o cèrbe.  Credo siano i fiori dell'elicriso (helichrysum italicum). Possiamo trovare questa pianta in tutto l'Arcipelago Ponziano.

E' conosciuto anche come fiore di carta. 

Questi fiori sono legati al Culto del Sole e sono simbolo di eternità.


Nello splendido scenario di Cala dell'Acqua i fiori dell'elicriso

(Foto di Annalisa Sogliuzzo)


I fiori dell'elicriso 

(Immagine reperita in rete)


giovedì 15 luglio 2021

Abbasce a Parata

 Un tempo noi che abitavamo sulla Parata avevamo un gioiellino di spiaggia a pochi passi dalle nostre case, in pieno centro storico  di Ponza, quella sottostante l'hotel Bellavista.

Questo fino al settembre 2009 quando il Comune di Ponza con un ordinanza ne vietò l'accesso e da allora addio Parata. 

Non ci si può nemmeno affacciare dal muretto sovrastante perchè è transennato dal lontano 2009.

Eppure questa cala è di una bellezza da togliere il fiato.

La scala per accedervi la fece costruire Linda Verde, imprenditrice turistica degli anni '60, che lungimirante trasformò la piccola pensione con annesso ristorante in hotel Bellavista. Oggi praticamente la scala è stata devastata dalle mareggiate e per ora resta tale visto che la spiaggia non è fruibile.

Possibile che in quest'isola esista solo Frontone e Palmarola???

La spiaggia della Parata ogni anno cambiava aspetto, in base alle mareggiate invernali, a volte era ricoperta da sassi colorati oppure da soffice sabbia. Che bei ricordi!!!

La Parata è stata completamente dimenticata, ci sono luoghi che contano meno di niente. Che peccato!!!

Avevamo tanto... oggi non abbiamo più niente...










Le foto della Spiaggia della Parata le ho scattate durante l'estate 2008

lunedì 12 luglio 2021

Una gara di solidarietà

 Un tempo, all'isola di Ponza, si aiutava chi era in difficoltà, c'era la povertà ma un gran cuore.

Come nel caso che ricorda Ernesto Prudente in cui ci fu una gara di solidarietà per liberare una goletta che si era arenata con il suo carico di aragoste. Aiutarono anche i confinati presenti sull'isola, ognuno fece la sua parte.

Ecco il racconto di Ernesto:

" Ero bambino quando, in quella mattina di ottobre, il Maria G, un veliero adibito al trasporto delle aragoste, entrando nel porto di Ponza andò ad arenarsi sul bassofondo antistante la spiaggia di S.Antonio.

Non ricordo i motivi dell'incaglio, calma di vento o errore di manovra. Ricordo solo che immediatamente dalla murata di un'altra " mbrucchièlle", così venivano chiamati i bastimenti vivai, ormeggiata nel porto, si staccò una lancia con due marinai per correre in soccorso. E, dopo questa, altre barche si affollarono sulla poppa del Maria G. Ognuna si fece dare un cavo che legarono al baglio di poppa. 

I marinai ognuno ad un remo, presero a vogare con tanta energia con la speranza di staccare lo scafo dalla sabbia.

Venne stesa anche un'ancora che veniva tirata direttamente dai marinai di bordo. Il Maria G non ne voleva sapere di muoversi.

La gente, tanta gente, si era ammassata sulla striscia di banchina della Punta Bianca e sul costone di roccia della Punta Rossa. Voleva fare qualcosa, ma non poteva. Era inerme.

Non vi erano, nel porto, natanti a motori che potessero dare una spinta maggiore. tutto doveva essere fatto a mano.

Quando dal Maria G venne steso, sul molo Musco, un lungo cavo di manilla tutta quella gente si riversò sul molo, afferrò la cima e incominciò a tirate. Il poco spazio disponibile non consentiva a tutti di operare. Si creò più confusione che altro. Allora da un altro bastimento venne sbarcato un altro cavo che, legato al precedente e steso sulla banchina per tutta la lunghezza del molo, permetteva a tutti di mettere le mani vicino e tirare. Il cavo venne fatto scorrere dietro una bitta in modo da non mutare la posizione del bastimento arenato. Come era entrato, così doveva uscire.

La lunga fila di gente si snodò per tutta la banchina ed arrivò in Piazza Pisacane. e da lì prese a salire per via Roma. Un capitano, impartendo ordini a voce alta, prese a dirigere le operazioni perchè lo sforzo per tirare venisse prodotto contemporaneamente. 

Per evitare che, durante la pausa, la cima cedesse, cioè per tenere il cavo sempre in tiro, venne impostata una "genovese" vicino alla colonna dietro cui passava il cavo. Due marinai erano pronti per il continuo recupero dell'imbando.

Lo sforzo diventò sovrumano quando dal Maria G venne lanciato il grido: "Si muove". E da quel "si muove" al galleggiamento del bastimento il tempo fu breve."


Nota:

La goletta Maria G era di proprietà di Michele Conte e di Cristoforo Mazzella (il Caisèr)

Altre note:

Manilla significa fibra vegetale (detta anche canapa di Manila o abacà)

Imbando significa nel linguaggio marinaresco lo stato di un cavo allentato



La Maria G è la prima in fondo al molo



Questa statuina di San Silverio era sulla goletta Maria G. Su ogni barca ponzese c'era la statua di San Silverio

venerdì 9 luglio 2021

I marùzze

 Nel dialetto ponzese i marùzze sono le chiocciole. 

Alle prime piogge di settembre in campagna, di sera, appaiono centinaia di lucine in cerca di marùzze. 

Piacciono a molti...

Prima di cucinarle devono spurgare almeno due giorni.



Una marùzza ponzese. In fondo l'isola di Palmarola

(Foto di Annalisa Sogliuzzo)


mercoledì 7 luglio 2021

L'isola di Ponza attraverso il racconto di un relegato nel 1857

 Federico Priorelli, relegato, in una lettera inviata al fratello datata 10 aprile 1857 descrive un pò la vita all'isola di Ponza.

Dopo un viaggio burrascoso per raggiungere Ponza, durato circa 40 ore,  in cui perse anche il bagaglio in mare così scrive:

"...Mio caro fratello alle mie sventure un'altra per accrescerne il numero. sappiate che io non mi avvilisco mica e ripongo ampia fiducia in Colei a cui nulla sfugge ed è il motore di questa gran mole. 

L'isola di Ponza è grande della circonferenza di quasi venti miglia. Essa è di forma di un semicerchio ed ha un bellissimo porto costruito naturalmente. E' tutta coltivata tranne pochi luoghi ed abbonda in particolare di frutti italionici tra i quali vi sono moltissime piante di uva, fichi nostrali e fichi d'India,  le di marittime piante sono talmente copiose che si danno numericamente negli assegni dei capitoli nuziali. 

Il suo clima è soave e l'aria è salubre.

La pasta e il pane sono di qualità eccellentissima e il prezzo tenue, la carne è buona tanto vaccina che di animale lanuto ed il prezzo è tollerabile, le legumi buone e non scarse, i pesci poi sono squisitissimi ed in abbondanza tale che le migliori qualità come murene, ronghi, triglie, scorfani, calamari, dentici, cefali, ed altri si acquistano per pochi grani, la caccia finalmente è del pari buonissima di animali pennuti in modo che i migliori uccelli si vendono a prezzo tenue.

L'isola è abitata da circa 2500 anime, i di cui abitanti sono tutti ben nutriti, tanto per gli uomini che per le donne le quali sono per la maggior parte brune e simpatiche, ma non tralasciano però di essere isolane.

Le case si locano per pochi carlini al mese che un quartino di due o tre stanze si affitta per quasi 12 carlini, la ragione è la seguente: siccome tutto il fabbricato dell'isola si compone di pochi casamenti comprevasi la chiesa e gli edifici comunali, il rimanente dell'abitato è costruito con scavi fatti nei fianchi delle colline sparse sull'isola di modo che sembrano tanti abituri di selvaggi; ecco che il costo per costruirle è meschinissimo. Tutto il rimanente pel bisogno della vita è pessimo e carissimo.

Salami e salumi carissimi ed orridi, i latticini cattivi, scarsi e cari; vini mediocri ma carissimi e a causa che non essendosene fatto da più anni quello che qui si vende viene dalle Puglie mentre il vino di Ponza è squisitissimo e poderoso. Nulla  vi dico poi degli altri generi come sarebbe a dire tessuti in generale, ardegni di casa, attrezzi di cucina, mobilio ed altro non escluso il cuoiame per uso di calzatura il cui prezzo fa spavento, non solo ma sono di qualità cattivissima: basta dirvi solo che un paio di traspi di legno, due tavole, un materasso ripieno di stoppa invece che di lana, un cuscino e due lenzuola, tutto usato, mi costano ducati 9. Se si desidera un paio di scarpe si ànno di pessima qualità e non meno di carlini 22 a 24, ma non si portano che pochi mesi a causa che le strade sono tutte scabrose e si consumano presto...."

"...vi dico che qui sto benissimo, perchè sto in mia piena libertà non solo ma ò trovato anche moltissimi amici con i quali mi diverto tanto bene che mi sembra di essere passato dalla stalla alle stelle e se non fossi in qualche momento occupato dal solo pensiero della lontananza, il quale mi occupa di tratto in tratto, vi dico che non penserei a nulla. .."

La lettera è conservata nell'Archivio storico di Salerno









L'isola di Ponza nel disegni del Mattei, 1847


domenica 4 luglio 2021

Buon viaggio Giuseppina!!!

 Oggi ci ha lasciati Giuseppina Migliaccio. L'isola di Ponza ha perso una bella persona, siamo tutti sgomenti. Siamo cresciute insieme, la sua mamma era cugina della mia. 

Insegnante di scuola dell'infanzia, ha educato intere generazioni. Molto amata dai suoi alunni e stimata dalle loro famiglie. 

Giuseppina ha svolto il suo lavoro con amore e passione che aveva lasciato lo scorso anno per la pensione e che, purtroppo, non è riuscita a godere.

I tuoi alunni ti porteranno sempre nel cuore, non possono dimenticare una persona come te.

Buon viaggio Giuseppina!!!



Giuseppina, una grande insegnante ponzese                                                                               

venerdì 2 luglio 2021

'A Madònne d'ì Grazie

 All'isola di Ponza, sulla parete del Molo Musco, c'è un'edicola votiva del Settecento dedicata alla Madonna delle Grazie. Sicuramente è una delle più antiche realizzate sull'isola

La festività ricorre il 2 luglio e, un tempo, in quel giorno i fedeli si radunavano per pregare davanti a questa edicola votiva.

L'antica immagine con il tempo è stata sostituita.



L'edicola votiva al Molo Musco