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mercoledì 13 gennaio 2021

Il soldato che non trovava pace

 Ho trovato questa storia nel libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita" e mi sembra di averla già sentita.

Eccola:

"Una famiglia di Ponza, che viveva nella sua casa di Castelforte, si trovò in grave pericolo perchè era nell'area conosciuta come linea Gustav durante lo scontro tra Alleati e tedeschi nell'ultimo conflitto mondiale. Allontanati come sfollati, genitori e figli, fecero ritorno alla loro abitazione solo a guerra finita e vi rimasero qualche settimana in attesa di poter fare rientro a Ponza.

Distruzione ovunque e campi devastati, ma per fortuna avevano qualche scorta alimentare e ancora disponibile l'acqua del ruscello che vicino casa si allargava a laghetto. 

Tornati a Ponza desideravano lasciare alle spalle gli orrori della guerra per riprendere una vita serena nella loro amata isola. La loro figlia di otto anni però non riusciva a riposare nelle notti estive. 

-"Sono ancora gli incubi della guerra, poverina. Speriamo che si riprenda presto".

La situazione invece peggiorava e nelle manifestazioni di angoscia durante il sonno assumeva anche un lamento a voce maschile, innaturale e terrificante. Contattato il parroco sperando in un esorcismo fu convocato sull'isola una figura carismatica e misteriosa.

Dopo una lunga e faticosa preghiera a cui assistettero i genitori, finalmente la bambina fu liberata "dalla presenza di quell'anima dannata". Era l'anima vagante di un giovane soldato morto nello stagno durante uno dei tanti combattimenti corpo a corpo de quei tragici eventi. Il suo corpo era stato inghiottito dal fango dello stagno, e utilizzando quell'acqua, i familiari ignari dell'accaduto avevano permesso all'anima del soldato di impadronirsi del corpo della bambina."

Nota: Questo libro di Silverio Mazzella contiene storie, tradizioni, la nostra cultura e non può mancare nella libreria del ponzese ma anche degli amanti di Ponza. Lo consiglio vivamente.






Ponza com'era
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

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