Quel 30 settembre 1953 a Ponza si compì un'impresa straordinaria.
Al largo di Palmarola il batiscafo Trieste raggiunse la profondità di più di 3150 metri.
Ernesto Prudente, nel libro L'ombra, racconta questa impresa che portò Ponza agli onori della cronaca.
Ecco cosa scrive: " Nel tardo pomeriggio di una di quelle giornate entrarono nel porto di Ponza, le cui banchine erano quasi totalmente libere, un grosso rimorchiatore della Marina Militare, il "Tenace", che trainava un mezzo che, all'apparenza, sembrava più che semiaffondato.
La lenta manovra di entrata e di preparazione all'ormeggio suscitò viva curiosità nei ponzesi che si accalcarono sul molo Musco per vedere e assistere, da vicino, a quanto stava accadendo.
Il rimorchio, a prima vista, sembrava un piccolo sottomarino.
Aveva, all'apparenza, le caratteristiche di un sommergibile: una piccola torretta, una minuta passerella centrale sovrastante la struttura ricurva che appena sporgeva dalla superficie del mare.
E alla torretta un nome: TRIESTE."
..."Ad ormeggio ultimato sapemmo notizie sensazionali. Quel natante era un "batiscafo" destinato a scendere nella profondità del Tirreno con due persone d'equipaggio: Auguste Piccard e il figlio, Jacques."
..."A Ponza si era riversato un nutrito gruppo di inviati speciali di vari giornali italiani che, per la verità, erano molto scettici sul risultato.
Inviavano le notizie ai giornali attraverso l'unico telefono pubblico sistemato nell'agenzia della SPAN, la società di navigazione che gestiva i collegamenti con il continente.
E venne il giorno fatidico."
..."Alle otto il Tenace con il suo prezioso rimorchio raggiunse, alla velocità di sette nodi, la Fenice che stazionava nelle acque dell'immersione.
Essendo tutto previsto e organizzato, i preamboli furono brevissimi.
I due Piccard, con un battello, si trasferirono sul batiscafo dove due marinai, uno a poppa, e l'altro a prua, già provvedevano a immettere quella zavorra necessaria per vincere la resistenza dell'acqua e far scendere lo scafo."
..."Le due navi, in attenta vigilanza, si allontanarono dalla zona dove si era immerso il Trieste lasciando sul luogo soltanto il battello.
Sui ponti delle due unità, gli uomini di guardia, gli ufficiali, i giornalisti e i tecnici al seguito dei Piccard, muniti di binocoli, scrutavano la zona di mare circoscritta dalle due unità. sul loro viso si leggeva una opinione di diffidenza."
..."La riemersione del batiscafo venne accolta dal sibilo delle sirene. quando Jacques aprì il portellone e mise fuori la sua testa, il battello a remi, con i tre marinai, era già alla murata del batiscafo che venne raggiunto, a forte velocità, anche dalle due unità.
Fu allora che comparve anche il vecchio Auguste accolto dal saluto alla voce degli interi equipaggi schierati sui ponti. Rispose agitando il foulard mentre il figlio, usando le mani a mo' di megafono, annunciò: "Ci siamo fermati sul fondo alla profondità di 3150 metri."
..."Mentre, sulla banchina, una bambina offriva al vecchio professore un fascio di fiori, un subacqueo si tuffò per visionare lo scafo. Risalì mostrando una manciata di fango che aveva estirpato dalla griglia di acciaio che proteggeva il vetro dell'oblò posto alla base della sfera.
Era la testimonianza pratica che quello scafo si era posato sul fondo marino."
Ecco cosa scrive Auguste Piccard sull'isola di Ponza, nel suo libro di memorie "Earth, sky and sea" del 1956:
"In the bright intervals we could see more and more clearly the countours of Ponza. Bit by bit the waves subsided, as we came under the lee of the island. The cliffs dropped perpendicularly to the sea. The "Faraglioni" rocks stood up starkly.
Running along the coast, the Tenace rounded a headland, then entered a bay. The commandant of the port came out in a launch to meet us, and then went off with the officers of the Tenace and my son to look for a berth in the port where the Trieste could be moored.
...
Ponza is a strange island, full of the unexpected: the climate is extremely dry and springs are rare. The water has to be brought from the mainland in tankers. One of the chief crops is the Agave or sisal-hemp, the dried leaves which are used for fuel. The houses of little town are grouped around the port and on the slopes surrounding it: their neat, clean look makes an agreeable impression.
We asked the Mayor who welcomed us what the inhabitants lived on. Crayfish -fishing - the Ponza crayfish is renowned throughtout Europe - provides for their needs in great part. Secondly, there is the tourist trade. Little hospital restaurants face the quays and visitors lodge with the inhabitants: you are as well off as in a good hotel. Another source of wealth is emigration. Of the 15.000 native-born, 8000 live in New York. Very much attached to their little country, hardworking and intelligent, they send their savings to their families left behind in Ponza. As far as is possible, they spend their holydays in the island: when their working life is done, they come back to live there.
We were guests to the municipality."
Questa è la traduzione dall'inglese:
"Nei momenti di luce noi abbiamo potuto vedere più e più chiaramente i contorni di Ponza. Poco a poco le onde si placarono, appena siamo arrivati sotto al riparo dell'isola. Le falesie scendevano perpendicolarmente al mare. Le rocce "Faraglioni" si alzavano in piedi nettamente.Correndo lungo la costa, il Tenace girò un promontorio, poi entrammo in una baia. Il comandante del porto uscì fuori su una lancia per incontrarci, e poi se ne andò con gli ufficiali del Tenace e con mio figlio a cercare un ancoraggio nel porto dove il Trieste poteva essere ormeggiato.
...
Ponza è un'isola strana, piena dell'inaspettato: il clima è estremamente secco e le primavere sono rare. L'acqua deve essere portata dalla terraferma in cisterne. Una delle colture principali è l'agave o agave sisalana, le cui foglie essiccate sono usate come combustibile. Le case della piccola città sono raggruppate intorno al porto e sui versanti intorno a esso: il loro aspetto pulito e ordinato fa un'impressione piacevole.
Abbiamo chiesto al sindaco che ci ha accolto di cosa vivono gli abitanti. La pesca dell'aragosta - l'aragosta di Ponza è rinomata per tutta l'Europa - provvede in gran parte ai loro bisogni. Secondariamente, c'è il settore turistico. Piccoli e ospitali ristoranti si affacciano sulle banchine e i visitatori alloggiano presso gli abitanti: stai bene come in un buon albergo. Un'altra fonte di ricchezza è l'emigrazione.Dei 15.000 nativi, 8000 vivono a New York. Molto attaccati al loro piccolo paese, laboriosi e intelligenti, mandano i loro risparmi a alle loro famiglie lasciate indietro a Ponza. Per quanto possibile, trascorrono le loro vacanze sull'isola: quando la loro vita lavorativa è finita, tornano a viverci.
Siamo stati ospiti del Comune."