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venerdì 22 maggio 2020

La descrizione dell'abate Fortis in visita all'isola di Ponza nel 1789

Nel 1789 giunse a Ponza l'abate Alberto Fortis, padovano, naturalista, che girò Ponza in lungo e in largo, ed incantato scrive: "E' indescrivibile l'effetto che produce sull'animo il ritrovarsi in una piccola feluca tra quelle rupi elette a piombo, continue l'una sull'altra, grigie o nere di colore, spoglie quasi affatto di qualunque indizio di vegetazione, e minaccianti da ogni parte sfaciamento e rovina. L'azzurro celeste cupo dell'acqua limpidissima sino al fondo; il fremito delle onde che percuotono il fianco di quelle scogliere esposte al mare; l'angustia dello spazio occupato da canali, e impenetrabili per quasi tutta la giornata ai raggi del sole; la freschezza, l'inabitabilità muta e pacifica del luogo, promuovono una sorta di melanconia così seria e tranquilla, così grandiosa, che mi sembrava colà trovandomi, di essere piuttosto passato ad una nuova esistenza, che a una modificazione della mia abituale."
Queste le impressioni dell'abate Fortis che, mentre è tutto preso a raccogliere rocce da studiare, non può fare a meno di contemplare il paesaggio.




I Faraglioni della Madonna





I Faraglioni del Calzone Muto

(Foto di Rossano Di Loreto)

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