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sabato 18 aprile 2020

C'era una volta la trattoria Italia...all'isola di Ponza

Leggendo il libro di Mino Maccari Visita al Confino del 1929 mi sono imbattuta nella trattoria Italia.
Maccari scrive così:
"Salgo dunque le tre rampe di erte scale che, mi si permetta l'espressione, bucano il ventre di Ponza, attraversandone i tre strati di case che si distendono, uno addossato all'altro, sul declivio della collina, e, soddisfatto della mia risoluzione, giungo alla trattoria Italia, col'intenzione di chiedere ai commensali qualche consiglio circa l'impiego della mia vacanza. Ma mentre sto per infilare la porta, mi vedo sbarrato l'ingresso, mi sento gentilmente apostrofare, ed eccomi di nuovo preda dell'ennesimo confinato. Lo riconosco subito: è Ambrosini. Vittorio Ambrosini, siciliano, già capo di Arditi del popolo, sindacalista, dice lui, integrale, ma in realtà girovagante tra Roma, Parigi e Vienna con intermezzi giornalistici e con avventure e disavventure svariate..."
"...Ambrosini è cliente fedele della trattoria Italia, dove hanno bazzicato notissime figure della lotta politica in Italia, fra cui il Gran Maestro della Massoneria, Tor. Il proprietario, il signor Verde, che ha servito per 31 anni nella Regia Marina, pervenendo al grado di maresciallo, e navigando per tutti i mari del mondo, mi ha raccontato a proposito del Tor, una curiosa questione, che mise a repentaglio la sua "parente d'esercizio".
Il sig. Verde ebbe un giorno a subire la tremenda accusa di non voler servire il pranzo a colui che fu già capo della Massoneria Italiana; e ci volle da parte sua del bello e del buono, per scongiurare i fulmini del Commissario di Pubblica Sicurezza, che gli contestava la grave colpa. Il povero Verde, uomo correttissimo, esperto della vita e incapace di commettere torto a chicchessia dovette, con prove alla mano. dimostrare che fra lui ed il Tor. s'è di comune accordo stabilito che, nuocendo evidentemente la presenza del Tor. agli interessi della trattoria Italia e provocando l'allontanamento della pacifica clientela, al Tor. stesso sarebbe stato servito, da allora in poi, il pranzo a domicilio. Non è da credersi, infatti, quali complicazioni producesse l'avvennimento, in sè tanto semplice e innocente, del desinare di Tor. La trattoria veniva a costituire, per un'ora l'oggetto principale della attenzione delle autorità responsabili e delle forze esecutive di cui esse dispongono: la signora Verde cucinava sotto gli occhi della Pubblica Sicurezza, il piccolo Verde, recando i pasti, s'imbatteva nell'agente di servizio, del quale padron Verde, compilando le note, si sentiva gli occhi addosso. Ne risultavano bistecche bruciate, rotture di stoviglie, errori di somme: un turbamento generale, che il cliente non tardava ad avvertire. La conversazione, la compagnia del Tor. erano ritenute compromettenti e pericolose; e volendo evitare d'essere sospettati in contatto con la Massoneria, uno per uno i vecchi e affezionati avventori prendevano il largo, e i nuovi si guardavano bene dall'insistere nella loro frequenza. E' facile immaginare gli umori dell'ex Maresciallo Verde e della sua famigliola; ma il racconto che egli mi fa dell'episodio, è veramente inimitabile. La sua voce cupa di marinaio, che gli scivola dalla bocca come se giungesse, attraverso una tromba-a-vento dal ventre della nave; l'alta figura, un pò curva, dai gesti lentissimi, calcolati, esasperanti, danno alla rievocazione un sapore ed un colore gustosissimi, e un tono tanto lugubre, che sembra fatto apposta per sottolineare la comicità e la goffaggine del fatto. La Massoneria, il Gran Maestro, i clienti impauriti, la desolazione dell'oste, il fare circospetto delle guardie, l'odor di soffritto,; tutto questo mescolato, impastato, fuso in un napoletano temperato da trentun anni di navigazione, diventa qualcosa fra la pagina di Dickens e l'acquaforte del Goya."

Ho chiesto in giro per Ponza dove si potesse trovare la trattoria Italia nel 1929 e qualcuno mi ha detto che era sul palazzo del Giudicato. Ecco quindi "le tre rampe di erte scale che, mi si permetta l'espressione, bucano il ventre di Ponza, attraversandone i tre strati di case che si distendono, uno addossato all'altro, sul declivio della collina..."



In questa foto, nel cerchio rosso, c'è scritto Trattoria Italia, quindi era veramente sul palazzo del Giudicato (ingrandire la foto)

Nota:
Mino Maccari, giornalista della Stampa venne inviato, nel 1929, prima a Ponza e poi a Lipari in visita ai luoghi di confino
Altra nota:
Tor.  è Domizio Torrigiani, Gran Maestro della Massoneria, confinato a Ponza

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