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venerdì 25 ottobre 2019

Il Faro della Madonna

Il Faro della Madonna è situato sul promontorio omonimo, all'isola di Ponza.
Lo racconta molto bene Annamaria Lilla Mariotti nel suo libro Fari.
Ecco cosa scrive, a  pag. 170, del Faro della Madonna:
Il vecchio faro dPunta Madonna fu edificato nel 1858: era costituito da una torre pentagonale con una lanterna poligonale illuminata elettricamente, capace di una portata di 15 miglia. In caso di mancanza della corrente elettrica entrava in funzione una lampada a 6 becchi ad acetilene che veniva alimentata a mano dai faristi. Nel 1954, a seguito del crollo di una cisterna posta al di sotto del faro, tutta la struttura fu dichiarata pericolante e i guardiani che vi abitavano vennero allontanati.
Il faro rimase comunque in funzione e nel 1957 il Genio Civile decise di fare dei tentativi di consolidamento, che si dimostrarono però insufficienti per recuperare la struttura. Nel 1958 iniziarono dunque i lavori per la costruzione di un nuovo faro a circa 30 metri dal precedente che venne demolito. Il nuovo faro entrò in servizio il 20 luglio 1959 e il 20 febbraio 1960 i guardiani, o fanalisti, come si chiamano in Italia, presero possesso dei nuovi alloggi adiacenti alla torre, dove abitano ancora oggi. Il nuovo faro ha una torre cilindrica bianca alta 8 metri,ma essendo costruito su un'alta falesia, risulta a 61 metri sul livello del mare. La sua ottica a luce fissa lancia tre lampi bianchi, seguiti da un 'eclisse di un secondo, e un quarto lampo bianco, seguito da un' eclisse di otto secondi, a una distanza di 25 miglia.
Grazie alla gentilezza di Cristoforo Tagliamonte, l'ultimo fanalista, ora in pensione, lo scorso anno ho potuto visitarlo.



























(Estate 2018)



Il Faro della Madonna com'era un tempo, una torre a base quadrata con le pareti bianche.

Quando calava la sera, il raggio del faro che col buio si posava d’autorità sul tappeto mettendone in rilievo il disegno, alla luce più dolce dell’estate si mescolò col chiaro di luna e scivolando gentile come per posare una carezza indugiava di soppiatto a guardare, per poi tornare di nuovo amorevole.
(Virginia Woolf)

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