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mercoledì 6 marzo 2019

Il fanalista che salvò il Narduccio in difficoltà

Scorrendo le pagine del bellissimo libro di Silverio Mazzella Ponzesi, gente di mare Storie di barche, di pesca, di navigazione mi sono imbattuta in questa storia.
Eccola:
Il 28 gennaio 1948 una violenta tempesta si scatenò sull'isola di Ponza, così raccontò Filippo Vitiello, fanalista reggente al Faro della Guardia, al giornalista Alfonso Gatto che pubblicò su Epoca del 14 agosto 1955.
"...Uscito a dare uno sguardo alla torre, m'accorsi che la salsedine in poche ore aveva reso opachi tutti i vetri della lanterna e che il faro aveva perduto la sua luminosità. Il vento urlava e sembrava portarci via le parole. Salimmo, io e il mio compagno, sul terrazzino che gira intorno alla torre, mi feci legare a una fune e mi arrampicai ai montanti della lanterna. Con una mano stretta a un appiglio, con l'altra e con tutto il braccio pulii i vetri centrali. Sulla faccia accecata dalla luce sentii che il faro riaveva il suo splendore. Erano le 23 e 45. Ricordo che scendendo fissai l'ora e i minuti per trascriverli nel giornale di servizio. Al mattino, finito il mio turno, mi recai in paese. Alcuni uomini scalzi e imbambolati, quasi fuori dal mondo, uscivano dalla chiesa, accompagnati da una folla di curiosi e di parenti. 
Uno di loro, vedendomi, mi abbracciò e quasi senza fiato disse, grazie ripetè più volte.
Un altro con maggior voce tentò di spiegare: "Non vedevamo più nulla. La Narduccio incassava acqua per una falla e noi, perduta ogni speranza ormai, non pompavamo più, sfiniti, ansiosi quasi di rassegnarci alla nostra sorte.
All'improvviso il timoniere gridò: Il faro della Guardia!
..."Tutti ci sentimmo come presi alla sprovvista dal lampo che prima, ignari di essere alla sua portata, mai avremmo creduto di vedere.
Riprendemmo a pompare, a pompare.
Guardai l'orologio, era mezzanotte meno un quarto."
Quei naviganti mi ringraziavano come avrebbero ringraziato il faro stesso.
Ma nessuno di loro ha mai saputo che fu la mia mano, intenta disperatamente a pulire il vetro, a liberare alfine quel raggio che giunse sino a loro.
Chi mi aveva dato in quell'attimo il presentimento di uscire a vedere la torre?
Mi sentivo come chiamato."
Un intervento provvidenziale per l'equipaggio del Narduccio, senza quel presentimento non so come sarebbe andata.



Velieri nel porto di Ponza

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



Il Faro della Guardia illumina con la sua luce



Il Faro della Guardia che con la sua luce, nella notte di tempesta, ha aiutato i naviganti

(Le foto sono di Giancarlo Giupponi)



Il fanalista, Filippo Vitiello, che salvò il Narduccio

(Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")

Nota:
Il Narduccio era un cutter costruito nel 1901. Nel 1942 fu acquistato da Antonio Feola (Tatonno primo) e cambiò nome prendendo quello dell'armatore.
Mio nonno Peppino Iacono è stato per un periodo, negli anni '40, al comando del Narduccio.



Il Narduccio nel porto di Ponza

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