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domenica 21 gennaio 2018

Tesori nascosti

Ogni tanto si sente parlare di tesori nascosti o ritrovati secoli fa all'isola di Ponza.
Questa storia è raccontata nel libro di Silverio Mazzella Racconti e leggende dell'isola dei pescatori che scrive: "Si narrano ritrovamenti di favolosi tesori nascosti dai saraceni quando per secoli hanno saccheggiato navi e paesi cristiani. Durante i lavori di costruzione delle nuove case i primi coloni, arrivati dall'isola d'Ischia nel 1734, trovarono spesso oggetti e monete d'oro e finanche forzieri stracolmi. Nei primi anni dell'Ottocento, si racconta, due energumeni con piccone ed un grande rotolo di carta nautica sotto braccio, entrarono di prepotenza nella casa di Ciccillo Conte sulla Dragonara, quando era a tavola con la famiglia a cenare.
Il primo individuo fece cenno e costrinse i familiari a spostarsi in un angolo della stanza mentre il secondo che lo seguiva incominciò a picconare il pavimento nel bel mezzo della cucina, là dove aveva indicato quello che possedeva la mappa. Con grande stupore Ciccillo vide spuntare dallo scavo un forziere che, aperto, risultò pieno di monete d'oro e pietre preziose. Era un tesoro nascosto anni prima da loro stessi ed erano tornati a Ponza per recuperarlo.
Prima di lasciare la casa i due diedero una generosa manciata di quel tesoro a Ciccillo Conte che investì nell'acquisto di terreni sulla Guardia, dispensando la proprietà ai figli e per questo fu chiamato il " re della Guardia". Investì parte del tesoro anche nella costruzione di bastimenti, diventando uno dei maggiori armatori di Ponza."
La storia potrebbe essere vera perchè a Ponza di incursioni saracene ce ne sono state, quindi è plausibile che ci siano stati tesori nascosti.



La scalinata che porta alla Dragonara



La piazzetta del pino sulla Dragonara...da queste parti i saraceni nascosero il forziere con il tesoro



Il passaggio di un'antica abitazione sulla Dragonara

(Foto estate 2017)



Il Monte Guardia
(estate 2016)



Un forziere con il tesoro

Nota:
Da Ponza Mia: " Appena imboccato il tratto di strada fra i due muri a secco, la salita si fa un pò meno faticosa per un centinaio di metri, poi uno strappo di altri 100 metri fino ad un tratto di una ottantina di metri di falsopiano, dove incontrerete le prime casette dei contadini della zona. A questo punto vi dirò qualcosa di questi contadini. Li conosco tutti questi simpaticissimi personaggi che trascorrono la loro vita in questo luogo che ha più di romitaggio che di compagnia. Vi sono i fratelli Conte, il cui padre, buonanima, era chiamato "il re della Guardia", per essere il proprietario per lo meno di mezza collina. Morto il padre, i fratelli Conte si suddivisero il regno in tanti domini più piccoli. Ognuno di essi recintò il proprio territorio con robustissimi muri a secco, costruì al centro di esso la cantina colla casetta e cominciò a produrre il proprio vino con orgoglio. Sono Aurelio, Peppino, Giovanni, Luigi, ma più di tutti fanno spicco Emidio e Silverio."

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