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domenica 6 novembre 2016

Evangelista e i garibaldini

Quest'estate parlando con Silvana è venuto fuori il discorso che sua madre, Emilia Di Lorenzo, le raccontava di quando a Ponza aspettavano l'arrivo di Garibaldi.
Questa storia Emilia l'aveva sentita dalla sua famiglia di origine perchè pare che il suo bisnonno, Evangelista Feola, fece nascondere le figlie femmine in una grotta mentre ai maschi fece indossare la camicia rossa.
Mi sono chiesta Garibaldi a Ponza??? Possibile???
Ho iniziato a cercare qualche traccia di questo episodio ed ho trovato qualcosa nel libro di Silverio Corvisieri All'isola di Ponza.
Pare che durante la spedizione dei Mille, nel 1860, quando Garibaldi arrivò a Napoli, il re borbonico, Francesco II, si rifugiò a Gaeta, e proprio da lì, concesse la grazia ai relegati di Ponza e Ventotene.
Il 13 settembre mentre i relegati stavano partendo da Ponza si misero ad inneggiare a Garibaldi e all'Italia, sventolando la bandiera tricolore. I soldati borbonici cominciarono a sparare uccidendo alcuni relegati, ne ferirono altri e strapparono il tricolore.
A Ponza ormai temevano, da un momento all'altro, una rappresaglia dei garibaldini dopo questo episodio.
Intanto le barche ponzesi, cariche di merci, facevano strani giri. Partivano da Castellammare per andare ad Ischia invece sostavano a Ponza e poi via verso Gaeta che era sotto assedio. Il Tricoli era furioso per questa cosa che aveva più volte denunciato.
Il 7 novembre 1860 arrivarono i garibaldini...ma capitarono a Ponza per caso...
Ecco il racconto di un anonimo garibaldino tratto dal libro di Corvisieri: " Eravamo sul vapore Roma una cinquantina di Garibaldini reduci da Napoli, per motivo di salute parte, ed altri in congedo. Nel tragitto essendo un tempo bellissimo, costeggiammo l'isola di Ponza, e allora quando fummo prossimi a questa spiaggia, con nostra sorpresa vedemmo sventolare sulla costa la bandiera borbonica. A quella vista fu un solo pensiero di tutti i garibaldini. Si costrinse il capitano del vapore a portarci a Ponza, e appena scesi gridammo "Viva Garibaldi! Viva l'Italia!" e tosto la popolazione e il clero fraternizzarono con noi, ed in meno di due ore si tolse di ogni dove la bandiera borbonica e fu sostituita con la bandiera tricolore, e al grido "Viva Garibaldi" la reazione a cui era riuscito rialzar la testa, fu schiacciata, e nello stesso giorno fu cantato il Te Deum, ed ala sera tutta la città fu in festa, e splendidamente illuminata."
Probabilmente, anzi sicuramente è in questa occasione che Evangelista fece indossare le camicie rosse ai figli ma solo per paura non per convinzione.


In queste grotte, vicino al tunnel che da Sant'Antonio porta a Giancos, abitava Evangelista Feola con la sua numerosa famiglia



Questa foto è molto antica...sembra che sia in corso una processione....qui viveva Evangelista



Ponza com'era un tempo....

(Foto dell'Archivio Fotografico di Giovanni Pacifico)


Garibaldini con le camicie rosse

Nota:
Evangelista Feola e Gabriella Conte erano anche i miei antenati.
Evangelista Feola era nato il 24 novembre 1814, Gabriella Conte il 12 gennaio 1817. Erano i genitori della mia bisnonna Francesca Feola.

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