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martedì 24 marzo 2015

A proposito di Zannone

Ultimamente l'isola di Zannone è finita al centro di tante discussioni perchè il sindaco, Piero Vigorelli, vorrebbe che fosse gestita dal Comune di Ponza.
Dal 1979 Zannone  fa parte del Parco Nazionale del Circeo che in effetti ha un po' protetto l'isola dalle masse estive e dalla caccia. Ma credo che, fino a qualche tempo fa, non si sia capito il valore reale dell'isola, si puntava tutto su Palmarola.
Zannone è l'isola verde dell'Arcipelago Ponziano. In primavera ed in autunno si fermano gli uccelli migratori. Sarebbe interessante farla conoscere ai ragazzi. Ma a quanto pare i sentieri versano in cattive condizioni ed anche la casa del guardiano.
A me le polemiche non interessano e voglio proporre cosa scrive un viaggiatore dell'Ottocento.
Nel 1897 Johann Karl Graeser visitò le isole Ponziane e nel "Viaggio alle isole del confino" così scrive di Zannone: "Dopo quattro ore di viaggio ci avviciniamo all'isola di Zannone. E' simile a un grande giallo budino sul piatto azzurro del mare. Zannone, o Sinonia come anticamente veniva chiamata, non è abitata che da un guardiano con la sua famiglia. Si è installato sui resti di quello che una volta era un convento cistercense.
Una comoda stradina di pietre sgrossate, tenute da malta cementizia, ci porta, in leggera salita, dall'approdo verso la cima (di mt. 179). Camminiamo per questa stradina su uno strato di pietre vulcaniche, dure e acuminate. Naturalmente sono molto meravigliato.
"Questa strada l'ha fatta costruire il "cavaliere-sindaco" per la sua casa di caccia!," mi viene risposto. "In primavera e in autunno, quando è il passo delle quaglie, lui viene sull'isola per qualche giorno a caccia".
La stradina di pietra nuda che conduce alla casina del sindaco di Ponza mi infonde un grande rispetto.
Mentre salgo, piacevolmente immerso nella luce del sole, mi vengono alla memoria i bagni di S. Calogero a Lipari e rifletto sulla assurdità del mondo. Là hanno costruito uno stabilimento splendido nel deserto però hanno dimenticato la strada e qui, invece, abbiamo solo la strada, una strada che genera illusioni fastose, ma che sbocca nel vuoto.
C'è qualcosa di "signorile", di "cavaliere" in questa strada che serve soltanto due volte l'anno ad agevolare la caccia a stanchi uccelli migratori del "cavaliere-sindaco". Nelle isole questi piccoli animali vengono presi con reti di ogni sorta. Zannone è forse il posto più frequentato per questo vile sport in cui si gareggia allo sterminio di utili uccelli canori. Del resto questa è un'abitudine comune anche al resto d'Italia.
Monasteri e castelli di predoni si trovano sempre sui punti più belli e non fa eccezione il convento di S.Benedetto.
Zannone emerge dall'acqua come la calotta di una palla affondata. 
Dalle rovine del vecchio convento lo sguardo vaga liberamente in ogni parte nella "lontananza azzurra della primavera che non è possibile comprendere". Una solitudine impenetrabile, come se la grande distesa d'acqua avesse trasportato dall'intera terra tutti qui i tormenti e le pene. anche i picchi più alti che si levano alti nell'aria, sono come pietose lapidi commemorative su un campo di battaglia. 
Per questo i monaci si sono installati nell'isola, calma e silenziosa, per dimenticare e mortificare ogni desiderio, così da ottenere la pace fino a che la terra non li avesse accolti".
(da "Vivere Ponza" )

Nota: Il cavaliere-sindaco era Vincenzo De Luca che amministrò Ponza dal 1867 al 1898 che il Graeser descrive dall'aspetto fisico simile al Crispi.


L'isola di Zannone



In questa foto si vede il faro di Capo Negro



Questo cartello si trova a Punta Rossa, San Felice Circeo, indica il faro di Zannone e la sua importanza



I resti del convento cistercense
(foto di Silverio Mazzella)



"Il vecchio guardiano di Zannone", in un ritratto del Mattei che visitò l'isola nel 1847 e rischiò di essere colpito da "uno schioppo improvviso di archibugio" sparato da qualche cacciatore.

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