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giovedì 27 febbraio 2014

Ponza 5 marzo 1944- 2014...per non dimenticare...

Dopo settanta anni, Ponza si appresta a ricordare Antonio Feola (Totonno Primo), una figura dimenticata che però ha avuto un ruolo importante per le sorti dell'isola di quel tempo.
Il 5 marzo 2014 ci sarà una cerimonia commemorativa per ricordare quel giorno di settanta anni fa in cui Totonno Primo entrava nel porto di Ponza portando i viveri ad una popolazione ridotta alla fame.
Totonno Primo, durante la guerra faceva la spola con il continente caricando sui propri motovelieri viveri e, talvolta anche persone, soprattutto dopo l'affondamento del piroscafo Santa Lucia avvenuto il 24 luglio del 1943 nelle acque di Ventotene.
Con Totonno Primo la mia famiglia era legata da rapporti di parentela perchè era cugino sia di mio nonno Peppino Iacono che di mia nonna Olimpia...erano nipoti di  Evangelista Feola che abitava a Sant'Antonio, morto a 104 anni.
Ma ritorniamo a quei giorni del 1944 che sono ben raccontati da Silverio Corvisieri nel suo libro All'isola di Ponza...
"Dopo l'affondamento del "Santa Lucia" il problema degli approvvigionamenti divenne quasi insolubile. Di acqua non ne arrivò più e si dovette fare ricorso esclusivo all'acqua piovana raccolta nelle cisterne mentre la sorgente di Caladinferno risultava molto indebolita a causa degli sconvolgimenti del bacino imbrifero causati dalla miniera di bentonite. Il rifornimento dei viveri, affidato ormai a qualche viaggio avventuroso del motoveliero di Antonio Feola, risentiva oltre che delle difficoltà della navigazione in un mare minato e attraversato dalla guerra, anche della rarefazione del cibo sul continente. Ponza, oltretutto, si trovava collocata davanti a una costa che fu a lungo investita da furiosi combattimenti; dapprima la battaglia del Garigliano, pochi chilometri  oltre Formia, e, dal gennaio 1944, la furibonda resistenza tedesca ad Anzio e Nettuno per ritardare l'avanzata alleata su Roma. I ponzesi che non si trovavano sotto le armi o che non avevano abbandonato l'isola per trovare un  riparo in continente, dovettero arrangiarsi con le magre risorse della loro agricoltura, dell'allevamento dei soli animali da cortile e di una pesca praticata, con molto timore e quando il tempo lo permetteva, soltanto sottocosta. Chi possedeva un pezzetto di terra poteva dirsi fortunato; per gli altri la situazione divenne tragica. Per mesi molti i ponzesi poterono nutrirsi soltanto con "erba e pesci cotti con l'acqua salata " del mare. Si arrivò persino a tagliuzzare le palette dei fichidindia in fili sottili per poi bollirli come una normale verdura. La denutrizione, e per alcuni, la fame vera e propria provocarono malattie gravi.
Durante la battaglia di Anzio alcuni ponzesi, pur di sopravvivere, si avventurarono in mare per recuperare i cadaveri dei soldati, la capitaneria del porto pagava una certa cifra per ogni corpo strappato al mare. Il mese più terribile fu forse il febbraio 1944; alla fine del mese, quando si contavano già 15 persone morte di fame, il maltempo bloccò per molti giorni qualsiasi possibilità di navigazione. L'isola raggiunse il culmine della disperazione. Il parroco, che intanto aveva acquisito una grande autorità come era accaduto a Ponza ai suoi predecessori in altri tragici momenti, insieme al comandante del porto Giovanni Di Cecca, fece lanciare al governatore alleato d'Ischia un drammatico appello: "Popolo Ponza muore fame" e, al tempo stesso, riunì i fedeli per tre giorni di preghiere ovviamente rivolte a San Silverio affinchè intercedesse presso l'Onnipotente. Il caso volle che proprio un'ora dopo la predica di domenica 5 marzo, una nave inglese pilotata  da quel vecchio lupo di mare di Antonio Feola facesse il suo ingresso nel porto di Ponza nonostante l'incredibile bufera che agitava le acque. La nave trasportava un carico di farina bianca e di farinella (un miscuglio di legumi macinati), una vera e propria benedizione che salvò la vita a molta gente." 



Antonio Feola (Totonno Primo) figlio di Angelo Feola e Concetta Mazzella, nipote di Evangelista Feola e Gabriella Conte



Il motoveliero "Santuario di Pompei" con cui nonno Peppino Iacono, navigava durante la guerra






Motovelieri alla Banchina di Ponza

domenica 23 febbraio 2014

Il ricordo non muore mai......



Mio padre, Ciro, con mia sorella Olimpia e mio fratello Peppino dentro ad una barca.
Che  tenerezza vedere un padre con i propri figli.......
Io non c'ero ancora......
Un bellissimo quadretto!!!

"Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo e il futuro con l'attesa"
Kahlil Gibran

Il ricordo non muore mai......

venerdì 21 febbraio 2014

Ponza antica # 12



Nella foto si vede una donna che  sta riempiendo il secchio alla fontanella di Sant'Antonio.
Non tutti in casa avevano l'acqua corrente.
Ricordo che c'erano diverse fontanelle a Ponza poi all'improvviso sono scomparse.
Vicino al negozio che ora ospita la Profumeria "La Ginestra" c'era una bella fontanella ....la ricordo bene perchè io abitavo proprio lì vicino.
Un'altra era in piazza di fronte al negozio di De Luca.
Ma ritornando a questa foto.....la piazzetta di Sant'Antonio mi sembra diversa da ora....c'erano dei giardinetti...delle panchine.....

(Foto dell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

martedì 18 febbraio 2014

Ponza in inverno



Il porto di Ponza all'alba...ci sono un pò di nuvole.....


Ora il cielo è libero dai nuvoloni......il  paesaggio è  fantastico


Nuvole su Palmarola al tramonto.....


Le nuvole giocano nel cielo di Ponza......la spiaggia di sant'Antonio è deserta

Le foto sono di Rossano Di Loreto che ogni giorno ci regala delle fantastiche immagini della nostra isola

Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Giovanni Verga

domenica 16 febbraio 2014

Le fortificazioni a Ponza nell'ottocento: Il Fortino Bentinck

Entrando nel porto dell'isola di Ponza incontriamo subito lo scoglio della Ravia su cui possiamo vedere un piccolo fanale verde ed una casa......si proprio una casa......
Ma nell'ottocento sopra quello scoglio c'era una fortificazione fatta costruire dagli inglesi....il fortino Bentinck
Così lo descrive Giovanni Maria De Rossi nel suo libro "Ponza Palmarola Zannone":
"A ridosso del porto di Santa Maria, fu costruito un fortilizio sullo scoglio della Ravia, detto, dal nome del suo costruttore Forte Bentinck.
Oggi al posto dell'impianto militare vi sono una villetta ed un piccolo faro.
Possiamo però avere l'idea della strutturazione originaria da una descrizione, degli inizi dell'ottocento, corredata da una dettagliata planimetria:.......costruzione di una batteria da stabilirsi su dello scoglio della Ravia che giace innanzi al capo S.Maria, nell'isola di Ponza.
L'oggetto di tal batteria è di proteggere tutti i punti accessibili della costa, che sono veduti dalla medesima, e di difendere di fronte e di fianco l'ingresso del porto, incrociando i suoi fuochi con quelli della batteria Leopoldo. La batteria avrà la conformazione d'un rettangolo, la cui aia avrà un lato di canne 9 , e l'altro, di canne 6 dalla parte interna......
(la canna misurava m.2,646)
Già fatiscente era l'impianto militare alla metà del secolo XIX, allorquando fu visitato e disegnato dal Mattei"
Il Mattei a quanto pare nell'aprile del 1847 salì sullo scoglio della Ravia e così scrisse:
"Distrutta ogni traccia della scaletta che prima vi conducea, l'erta del Fortino della Ravia è quasi inaccessibile, se pur non si vuol guadagnarla, come io feci, brancolando.
Ivi son le macerie di una batteria a mezzaluna, e pochi ruderi di caserma e di una polveriera."



Lo scoglio della Ravia all'entrata del porto di Ponza



Planimetria del progetto di batteria alla Ravia (Forte Bentinck) (C.Afan De Rivera)



Fortino di Bentinck sullo scoglio della Ravia disegno del Mattei nel 1847



Lo scoglio della Ravia visto dalla collina della Madonna



Foto più recente.....la casa ed il faro

giovedì 13 febbraio 2014

La controra

Noi bambini ponzesi avevamo timore della controra.......
Ma cos'è la controra?
La parola controra, dal latino contra horas, significa ore contrarie.
In dialetto indica le prime ore pomeridiane destinate al riposo.
Tutto nasce dal mondo contadino perchè in quelle ore, in estate, era massacrante lavorare nei campi per il troppo caldo quindi ci si fermava, si faceva "u scampulille" per poi riprendere quando il sole era più basso.
Era anche l'escamotage per far riposare i bambini durante i  pomeriggi d'estate in cui non si poteva uscire per il gran caldo.
Altri tempi!!!
Ernesto Prudente nel suo libro "Leggende isolane" così racconta della controra.
"Basta, altrimenti chiamo la controra.
Era questo uno dei segnali per ristabilire l'ordine fra i figli, com'era un rigido avvertimento perchè i figli non uscissero di casa.
Nessun bambino ha mai contrastato il contenuto di questa espressione.
I bambini, tutti, all'ascolto di questa parola cadevano in un silenzio profondo.
Quando la mamma voleva che tu restassi in casa invocava la controra e tu non ti muovevi....
Era come un fantasma, la controra, avvolta in un ampio lenzuolo bianco che volteggiava in tutte le case.
La controra esisteva solo d'estate  e in uno specifico momento della giornata, il dopopranzo."
Ancora oggi quel lasso di tempo a Ponza lo chiamiamo "int' a cuntrora"



Via Corridoio
......immaginiamo la controra che passa.........avvolta in un lenzuolo bianco



 Corso Pisacane.....com'era tempo fa.....



La Banchina Di Fazio è deserta.....

(Foto dell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

"La paura alimenta l'immaginazione"
Joseph Joubert

martedì 11 febbraio 2014

Dal video “Via Corridoio”:Ciro Iacono



Qualche anno fa Francesca Alderisi ha realizzato il video “Via Corridoio” in cui intervista diversi personaggi ponzesi sulle tematiche attuali,anche dell’isola di Ponza.
Nel video ci sono alcune parti in cui Francesca intervista mio padre,Ciro Iacono,mentre realizza una delle sue barchette.
Quest’estate ho chiesto a Francesca il permesso di pubblicare le parti di video in cui c’è mio padre e lei ha acconsentito  con entusiasmo.Grazie!
Ovviamente,un grazie va anche a mia figlia Marianna che ha montato insieme le varie parti.

sabato 8 febbraio 2014

U' spusalizio i na vota

U' spusalizio (il matrimonio), a Ponza, in genere, un tempo, veniva celebrato di domenica, oggi non è più così.
Nei giorni precedenti c'era l'appriezzo cioè la stima del corredo della sposa che veniva trascritto pezzo per pezzo su un foglio dall'apprezzatore (una persona scelta dalle  famiglie degli sposi).
E finalmente arrivava il giorno fatidico.....
La sposa, vestita di bianco, veniva accompagnata in chiesa dal padre, dietro c'erano le coppie di familiari, di amici e quindi  formavano un corteo nuziale che attraversava le strade dell'isola.
Un matrimonio era pur sempre un evento.......
Dopo la cerimonia il corteo nuziale con in testa gli sposi avevano davanti a loro tanti bambini che cercavano di prendere qualche confetto o qualche soldo che gli invitati lanciavano in segno di augurio.
Un tempo il pranzo nuziale si faceva in casa perchè non c'erano ristoranti  adatti ad ospitare un gran numero di invitati.
Ora qualche foto di coppie di sposi di un tempo......


Francesca Iacono (mia zia) e Silverio Musella sposi nel gennaio del 1948.
Sono andati a vivere ad Arbatax in Sardegna



Rita Di Fazio e Aniello Conte sposi del 1953.
Insieme a Ciro Iacono, Elvira Conte ed alla piccola Olimpia.
Sono andati a vivere vicino Napoli.





Renata Iossa e Aniello Iacono sposi nel settembre del 1959....sono fuori al ristorante Bellavista.
Sono andati a vivere negli Stati Uniti


Questa bella sposa è Olimpia Iacono (mia sorella) accompagnata da papà Ciro....dietro c'è il corteo nuziale....
Lo sposo Rocco Pagano attende la sposa in chiesa....
Marzo 1974......
(Le foto dell'album della mia famiglia)



Questa coppia di sposi non li conosco però si può avere l'idea del corteo nuziale.......
(Foto dell'archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

"L'amore vero è una presenza dolce e quotidiana"
Stephen Littleword

mercoledì 5 febbraio 2014

Ponza con la neve

Anche all'isola di Ponza è capitato di trovarsi con un paesaggio innevato...
Ecco un brano tratto da "Vivere Ponza" del 1985 che descrive una giornata in cui i ponzesi si sono svegliati con la neve...
"Neve a Ponza
Insolito e inaspettato il paesaggio dell'Isola al mattino del 10 gennaio 1985. Un manto di neve ricopriva le colline, le spiagge e le case di Ponza. Pochi centimetri bastavano a cambiarne l'aspetto, rendendolo molto simile a quello nordico.
L'eccezionalità dell'evento (che si ripropone mediamente ogni venti- trenta anni) ha fatto gioire i bambini che, marinando la scuola, improvvisavano battaglie all'ultima palla di neve. Ma un sole splendente nel giro di poche ore scioglieva il leggero manto bianco.
L'undici gennaio il vino di produzione locale era tutto prenotato.
Una vecchia tradizione isolana conferma la eccezionale bontà dello stesso in quegli anni nei quali nevica."
Un pò di foto di Ponza con la neve...







Queste foto di parecchi anni fa...sono infatti in bianco e nero...però belle...















Queste foto sono più recenti...30 gennaio 1999

Le foto sono tratte dall'archivio fotografico di Giovanni Pacifico


"...ti sembra cotone
ti sembrano piume
nessun tipo di sforzo
non fa neanche una piega
c'è chi ne ha già abbastanza
ma tanto la neve, lei se ne frega
copre i coppi e le piazze
le altalene e i bidoni
i sorrisi dei pazzi
e le bestemmie di qualche barbone
tutti quanti costretti
ad un tempo diverso..."

Luciano Ligabue "La neve se ne frega"

lunedì 3 febbraio 2014

Bambini di tanto tempo fa a Ponza # 7


In questa foto che ritrae i bambini di Ponza di tanto tempo fa credo di riconoscere Ernesto Prudente.
Credo sia il quarto bambino seduto un prima fila partendo da sinistra.
Riconosco pure Silverio Morrone ('u Barbariello) in seconda fila il quinto partendo da sinistra.
Quanti Bambini!!!

"Nella nostra infanzia c'è sempre un momento in cui una porta si apre e lascia entrare l'avvenire"
Graham Greene

sabato 1 febbraio 2014

Le donne dell'ottocento a Ponza: la mia bisnonna Agnese

La mia bisnonna materna, Agnese Vitiello, è vissuta a cavallo di due secoli........
Figlia di Luigi Vitiello e Angela Maria Mazzella, nacque a Ponza nel 1845 e sposò Placido Conte, un contadino di sopra i Conti.
Abitavano in una casa di campagna con una grande cantina in cui c'erano i palmenti dove pigiavano l'uva delle loro vigne, c'erano le botti con il vino, la mola per macinare il grano e non solo......
Davanti alla casa c'era un bel cortile e adiacente c'erano le grotte con le galline, i conigli, l'asino ed il maiale.
Nonna Agnese diede alla luce ben quattordici figli però quattro morirono in tenera età.
Nell'ottocento la vita era dura, la mortalità infantile era alta e si moriva anche per una banale febbre.
Agnese era la madre di mio nonno Salvatore, contadino pure lui, che era uno dei figli più piccoli ed anche di don Aniello Conte, cappellano dell'ergastolo di Santo Stefano.
La mia bisnonna si spense nel 1921.
Sarebbe bello sapere qualcosa di lei ma ormai non c'è più nessuno che possa raccontarcelo, l'ultima è stata Maria Conte, la dolce signora d'altri tempi, che aveva un vago ricordo di nonna Agnese.
Era sua nonna, la mamma di suo padre Carlo, che faceva parte dell'Arma dei Carabinieri.
Avendo avuto così tanti figli Agnese insieme a Placido sono gli antenati di chissà quante persone.......sicuramente in giro per il mondo....non solo a Ponza....
Mi piaceva ricordarla........


Agnese Vitiello....la mia bisnonna....la foto che sta sulla sua tomba nell'ultima cappella giù alla Batteria



Le case di sopra i Conti....si vede anche la casa dove abitava nonna Agnese



La zona dei Conti vista da un'altra angolazione