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giovedì 27 settembre 2007

La quiete dopo la tempesta

È  arrivato settembre  e i ponzesi si riappropriano della loro isola.
Dopo notti insonni, caratterizzate da bande rumorose  di ragazzi anche un po’ brilli, non sembra vero poter riposare  in tranquillità.
E che dire delle strade gremite, all’inverosimile di gente che ti spintona da una parte all’altra.
Il mare è strapazzato da centinaia di imbarcazioni  d’ogni grandezza, che hanno creato tante di quelle onde da mettere in difficoltà le piccole barchette.
A settembre il mare è cristallino e l’acqua, un po’ più fresca, ti accarezza la pelle in un bagno rigenerante. Le calette intorno a Ponza sono quasi deserte, le rocce sembrano assumere un colore più bello.
Quest’anno però, in alcune parti dell’isola, non c’è quel bellissimo contrasto tra il verde della vegetazione con l’azzurro del mare. L’incendio di fine agosto ha reso spettrale la zona del Monte Guardia e mi hanno detto che si sente ancora l’odore di bruciato. Che peccato!
Ora che i villeggianti sono partiti, molti negozi chiudono e tra un po’ per comprare anche un pezzetto di pane o un po’ di frutta, che prima trovavi sotto casa, devi camminare un pochino.
Molti ponzesi, con le loro famiglie, si trasferiscono in continente, con la scusa dei figli che devono studiare e praticamente Ponza  si spopola. Anzi i ragazzi, oggi, sono più fortunati di quelli del passato, che per poter studiare venivano mandati in collegio quindi restavano per lunghi periodi lontano dalla famiglia.
Oggi c’è un istituto superiore che garantisce l’istruzione senza dover lasciare la propria isola. È  già qualcosa!
Da settembre in poi la popolazione si riduce a poche anime coraggiose.
In primavera poi c’è il gran ritorno dal continente. Bisogna prepararsi all’arrivo dei turisti, quindi sfruttare le bellezze dell’isola, per poter guadagnare tanto, anche se la maggior parte di quel denaro non viene speso a Ponza.
È  una quiete un po’ amara per i pochi isolani che restano.

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