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mercoledì 5 settembre 2007

Cisterne romane

In tutto questo tempo si è trascurata completamente la parte archeologica che possiede Ponza.
 Penso che molte cose siano distrutte dalla negligenza e dall’incuria. C’erano molte e ampie cisterne romane ricavate nella roccia viva, con pilastri di sostegno a più navate che potevano contenere molte cubature di acqua. Molte di queste sono state distrutte, in altre addirittura alcuni hanno ricavato mini appartamenti.
Un esempio è la Cisterna di Via Parata, che durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come rifugio antiaereo. Negli ultimi anni i proprietari di case attigue alla cisterna hanno sfondato il muro e hanno costruito camere, bagni ed altro per il loro personale utilizzo.
Non c’è controllo. Tanti anni fa vennero a Ponza anche incaricati della Sovrintendenza del Lazio ma tutto venne messo a tacere. Chissà!!!
E pensare che la vicina Ventotene ha recuperato le sue cisterne, che sono visitabili dai numerosi turisti che lo richiedono.
Anche Formia ha recuperato il suo Cisternone, che era pieno di immondizia, ed ora è visitabile facendo scoprire l’ingegno e l’abilità dei romani.
 E che dire del Museo che Ponza NON possiede: chissà dove sono finite le anfore ritrovate su un relitto anni fa. Recuperando queste opere si darebbe un’impronta culturale al turismo, si potrebbero impegnare dei giovani come guide. Ponza potrebbe avere non solo un turismo balneare, ma anche culturale.


A lato pianta Cisterna in via Parata. In giallo i pozzi di luce e di presa d’acqua; in marrone le strutture moderne, elevate per ricavare vani abitabili a ridosso della cisterna;in verde le murature antiche di rinforzo.
Tratto dal libro
Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale
“Le Isole Pontine attraverso i tempi” a cura di G.M. De Rossi, 1986
Guido Guidotti Editore

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