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venerdì 24 agosto 2007

Ricordo di...

IN RICORDO DI PAPA’ CIRO,
MAESTRO D’ASCIA A PONZA

In un giorno di fino Febbraio 2006 l’isola di Ponza veniva privata, improvvisamente, di una persona che certamente non passava inosservata, era un pezzo di storia locale. Ciro Iacono, classe 1920, con i suoi capelli bianchi, gli occhi azzurri e un sorriso beffardo, aveva sempre una battuta scherzosa per chi entrava nella sua bottega. Era un maestro d’ascia e negli anni cinquanta aveva incominciato a costruire le prime barchette con cui i turisti visitavano calette, grotte, spiaggette dell’isola. Avevano tutte una linea inconfondibile, un elegante particolare, ad occhio subito si capiva chi le aveva costruite.
Ciro lavorava in una bottega del porto borbonico dove, appena entravi, sentivi nelle narici l’odore dei trucioli di legno. Quello che colpiva di più erano le sue mani, in continuo movimento, che segavano e limavano i pezzi di legno per poi assemblarli fino a formare lo scafo della barca che stava costruendo. Quando la barca era pronta la portava fuori dalla bottega per verniciarla.
Negli anni sessanta costruì la barca che, riempita di garofani rossi, porta in processione la statua di San Silverio, il santo protettore dell’isola. Quando è andato in pensione si è messo a costruire modellini, sempre in legno, di lance, gozzi, tartane, golette dai colori bellissimi e perfettamente rifiniti. Molti si fermavano nella sua bottega per ammirarlo e anche per fotografarlo mentre lavorava. Quando conversavi con lui, tornavi indietro nel tempo e veniva fuori un ritratto inedito di Ponza. Non raccontava solo il passato: la sua conversazione spaziava in tutti i campi, la sua bottega spesso sembrava un salotto, visitato da persone comuni e da qualche vip.
Era molto galante verso sua moglie Elvira, spesso le portava dei fiori e il loro amore era immutato da circa sessanta anni.
Questo era mio padre e il suo ricordo sarà sempre nel mio cuore.  
 
    Francesca Iacono      
                                                                                                                                                         
Pubblicato sul settimanale “Gente” n°37 del 14/09/2006

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