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venerdì 29 aprile 2022

I crape ncòppe u cigle...

 I crape ncòppe u cigle: zòmpe a mamme, zòmpe a figle

( le capre sul ciglio: salta la mamma, salta la figlia)

Ciò che fa la mamma fa la figlia. I figli ereditano le caratteristiche positive o negative dai genitori.

(Da "A Pànje - i proverbi di Ponza" di Ernesto Prudente)




Le caprette a Frontone 

(Foto di Gerardo Mazzella)


Capretta lungo la stradina che porta al Faro della Guardia 

(Foto di Paolo Mercurio)


Caprette sulle rocce

(Foto di Dimitri Scripnic)

mercoledì 27 aprile 2022

Butteglione e la pesca dei calamari

 "Avevo 17 anni, verso la fine della prima guerra mondiale, quando una sera andai a pescare calamari con mio fratello di due anni più piccolo e mio padre. 

Mio padre prese un calamaro e mentre lo tirava a bordo sentimmo delle grida provenienti dall'isolotto di Gavi. Un'"Ombra" faceva cadere molte pietre che piovevano sulla riva senza riuscire, per fortuna, a colpire la barca. Tutto durò quasi una mezz'ora quando mio padre, temendo il peggio, si fece il segno della santa croce. L'ombra smise di colpo di tirare pietre e noi approfittammo per riguadagnare la riva a Cala Fonte.

Alle domande, che gli facevamo io e mio fratello, mio padre non rispondeva e sminuiva l'accaduto. Arrivati a casa raccontai tutto a mia madre.

Il giorno dopo andai con la barca all'isolotto di Gavi per vedere cosa fosse accaduto e sulla riva non c'erano segni della frana vista la sera precedente. 

Sono anime perdute. Durante la guerra su quegli scogli hanno preso della gente morta."

(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni degli anno, gli anni della vita")



Un calamaro
(Immagine reperita in rete)



L'isolotto di Gavi 

(Foto di Annalisa Sogliuzzo, aprile 2021)



Cala Fonte com'era

domenica 24 aprile 2022

BUON 25 APRILE!!!

  In questo giorno ricordiamo che il 25 aprile 1945 ci fu la fine dell'occupazione nazista, la caduta del fascismo.

Per combattere il nazifascismo, in quegli anni, si era organizzata la Resistenza formata dai partigiani.
Anni di lotte, di sacrifici per conquistare la libertà.
Una pagina di storia, quindi, molto importante.
Furono anni terribili ma alla fine riuscirono a vedere l'Italia libera, altri, purtroppo, come  Antonio Camporese non ebbero questa possibilità.
Antonio Camporese fu ucciso dai tedeschi il 28 aprile 1945 a Porta Savonarola, una delle vie d'accesso di Padova, proprio mentre era in corso l'ultimo scontro armato in quella città.
Aveva solo 39 anni, nel pieno della vita...
Era nato a Padova il 21 febbraio 1906 ed era un operaio meccanico che durante il regime fascista, per le sue idee, venne mandato in carcere e poi al confino, anche nell'isola di Ponza.
E proprio all'isola di Ponza conobbe e sposò una donna ponzese, Carolina Guarino, che condivise con lui anni difficili e di persecuzioni visto il momento ed il contesto in cui si trovarono.
Antonio Camporese, dopo la sua morte, venne insignito, dallo Stato Italiano, della medaglia d'argento al valor militare con questa motivazione: "Distintosi in azioni di sabotaggio durante tutto il periodo dell'occupazione tedesca, partecipò attivamente ai combattimenti, intesi ad impedire l'accesso al nemico alla città di Padova, al momento della ritirata, per preservare l'abitato da inevitabili distruzioni, incontrando gloriosa morte".

Onore a questi eroi, spesso dimenticati, che hanno fatto grande l'Italia.

Sono tante le storie italiane che non sono scritte nei libri.
Non possiamo dimenticare.

"Una mattina mi sono svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! Una mattina mi sono svegliato, e ho trovato l'invasor. O partigiano, portami via, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! O partigiano, portami via, ché mi sento di morir..."

Antonio Camporese


Antonio Camporese con la moglie Carolina Guarino

venerdì 22 aprile 2022

Una bella goletta: il San Salvatore

 Il San Salvatore era una bella goletta costruita a Torre del Greco nel 1924. Apparteneva alla famiglia Sandolo, era adibita al trasporto di aragoste vive ed il comandante era Raffaele Sandolo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale molte imbarcazioni ponzesi vennero tirate in secco a Ponza  sulla spiaggia di Santa Maria aspettando tempi migliori.

Alcune però ancora navigavano tra mille pericoli e peripezie tra cui la goletta San Salvatore.

Purtroppo durante quello che doveva essere il suo ultimo viaggio  venne colpita mortalmente da un sommergibile olandese ed affondò. Era la notte tra il 21 e il 22 novembre 1941. Era carica di formaggio ed altri viveri più due asini. L'equipaggio sulle scialuppe fu mitragliato e si salvò perchè scese la nebbia. Raggiunsero la Sardegna remando per 40 miglia che raggiunsero stremati.

Il relitto giace nel mar Tirreno a 1660 metri di profondità.

(Notizie attinte dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")



La goletta San Salvatore fotografata nel 1927 da Biagio D'Arco




Il luogo in cui è affondata la goletta San Salvatore (Immagine tratta dal libro di Silverio Mazzella)




mercoledì 20 aprile 2022

San Silverio a Carloforte

 Nel 1881 i francesi allontanarono i ponzesi da La Galite, isola della Tunisia, in cui viveva una nutrita comunità. Alcuni tornarono a Ponza mentre altri si trasferirono a Carloforte, in Sardegna sud occidentale, aggiungendosi alle comunità di sardi e tabarchini.

Le prime famiglie ponzesi giunte a Carloforte furono i D'Arco, i Vitiello, i Sandolo, i Cuomo, i Romano, i Feola ed altre...

Ci volle un pò di tempo per integrarsi con gli abitanti di Carloforte ma i ponzesi pian piano ci riuscirono.

Il 20 giugno nella chiesa di San Carlo Borromeo le famiglie ponzesi festeggiano San Silverio, Santo patrono di Ponza.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...

(Notizie attinte dal libro di Gino Usai " I pescatori ponzesi in Sardegna dal Settecento ai giorni nostri")




La statua di San Silverio a Carloforte

(Immagini reperite in rete)


domenica 17 aprile 2022

Dall'album dei ricordi

 Sfogliando l'album di famiglia ho trovato questa foto che racchiude un pò le mie origini, dai volti sorridenti doveva essere una giornata felice.

Credo sia una Pasquetta...
Il luogo forse è Tre Venti oppure il Pagliaro, dietro si vede il monte Guardia.
Ci sono i miei nonni paterni Peppino Iacono e Olimpia Feola, i miei nonni materni Salvatore Conte e Assunta Mazzella. Poi zia Francesca Iacono, sorella di mio padre, con il marito Silverio Musella. Ed ancora zio Antonino Conte, fratello di mia madre, con la moglie Carmela D'Arco. Infine i miei genitori Ciro Iacono ed Elvira Conte.
Questa foto è stata scattata più di settant'anni fa.

Vediamo le persone nel dettaglio:
In primo piano da sinistra zio Silverio Musella, zia Francesca Iacono, la donna al centro non la riconosco, nemmeno la bambina, mia madre Elvira Conte, mio padre Ciro Iacono. 
Dietro da sinistra zia Carmela D'Arco, zio Antonino Conte, nonna Assunta Mazzella, nonno Salvatore Conte, nonna Olimpia Feola, nonno Peppino Iacono e il signore a fianco non lo conosco







sabato 16 aprile 2022

BUONA PASQUA!!!

 Tanti auguri di Buona Pasqua con la speranza  di pace in tutto il mondo. 

E' triste vedere immagini di orrori che ogni giorno arrivano dalle zone di guerra  e che pensavamo ormai appartenenti al passato.


Una bella foto dell'isola di Ponza che si veste con i colori della primavera 

(Foto di Maurizio Musella, aprile 2022)

giovedì 14 aprile 2022

La preparazione della Madonna Addolorata per il Venerdì Santo

 Un tempo, all'isola di Ponza, la Madonna Addolorata veniva portata dai giovani a casa di Ersilia Parisi, sugli Scarpellini, in vista della processione del Venerdì Santo, da cui poi usciva per incontrarsi con Gesù morto.

I ragazzi andavano a raccogliere i pugnienti (pungitopo) da Maria Picicco, i dònne ncamicje (calle), il biancospino, mentre Maurino sistemava le luci intorno alla Madonna.
Rosa Maggio (Rusinella) e le altre sistemavano il vestito lucidando l'argento.
Un fucarazze si faceva tra il camerone e le suore.
Ersilia premiava i ragazzi con del cioccolato.
Altri tempi...

(Un ricordo di Aniello De Luca)



La Madonna Addolorata
(Foto di Rossano Di Loreto, 2018)


La Madonna Addolorata in processione
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

martedì 12 aprile 2022

U canìste

 Un tempo, a Ponza ma anche nei piccoli paesi del Sud Italia, vedevi calare da una finestra o da un balcone u canìste, un canestro con la corda. Praticamente per non scendere continuamente in strada magari per una piccola spesa, tipo il pane , si calava u canìste, così si evitavano un bel pò di scale.

Qualche giorno fa a Procida, Capitale della Cultura, anche al Presidente della Repubblica Mattarella  hanno calato u canìste.





U canìste
(Immagini reperite in rete)







Il Presidente Mattarella e u canìste calato da un'abitazione
(Immagini tratte dal video di Repubblica)

domenica 10 aprile 2022

San Silverio a Golfo Aranci

 A Golfo Aranci, in Sardegna, esiste una comunità ponzese che il 20 giugno festeggia San Silverio.

Si sa che il ponzese  ha portato ovunque la fede verso il suo Santo. I pescatori ponzesi che hanno lasciato l'isola di Ponza per lavoro hanno portato anche qui, a Golfo Aranci, il culto di San Silverio a cui si affidavano nei momenti di difficoltà.

San Silverio è venerato in diverse località della Sardegna come Arbatax, Cagliari, Olbia...

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio.



Questa è la statua di San Silverio a Golfo Aranci

(Foto concessa gentilmente da Tiziana Varchetta)

venerdì 8 aprile 2022

Parmaròle m'a cuòtte u còre

 Parmaròle m'a cuòtte u còre

(Palmarola mi ha cotto il cuore) 

Questo detto in dialetto ponzese vuol dire che la bellezza naturale di Palmarola, accoppiata a quel qualcosa di misterioso e magico che questa isola possiede, mi ha fatto innamorare perdutamente.









L'isola di Palmarola

(Foto di Dimitri Scripnic)

mercoledì 6 aprile 2022

Peppe e Salvatore, una notte terrificante

 Questa storia è tratta dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita".

Eccola:

"Drammatico l'incontro che fecero Giuseppe Anello e Salvatore Vitiello in una notte del 1942. Pescivendoli, trasportavano da Le Forna le cassette di pesce per imbarcarle sul traghetto che partiva alle cinque del mattino dal porto di Ponza.

Arrivati alla contrada Pantano, sopra Forna Grande, dove la strada vecchia si strozzava in quello stretto passaggio di scalini in roccia e percorreva una breve discesa per poi risalire verso Campo Inglese, scorsero una figura di vecchia vestita di nero che li precedeva. Peppe dovette faticare non poco per convincere Salvatore a non tornarsene indietro e proseguire con lui per imbarcare i pesci: -" Sarà una vecchia che deve partire e quindi si avvia in tempo per arrivare al porto. Cerchiamo di raggiungerla così percorreremo la strada insieme."

Ma ad ogni tentativo di raggiungerla la vecchia aumentava l'andatura senza voltarsi. In una curva la figura scomparve alla vista e Salvatore fu sempre più convinto che fosse meglio tornarsene a casa. Ancora qualche minuto di cammino e la scorsero seduta sul muro che protegge la strada alla curva della Croce, Edicola votiva sopra Lucia Rosa. al chiarore della luna riconobbero quella figura un attimo prima che scomparisse nel nulla. Incredibile da credere, era una donna morta l'anno precedente. Non fu più possibile trattenere Salvatore che riprese la strada di casa. 

Peppe si fece coraggio e, aiutandosi con segni di croce, proseguì per il porto."




Le Forna con una bellissima Luna

(Foto di Rossano Di Loreto)



Forna Grande com'era

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



Una cassetta di pesce

domenica 3 aprile 2022

Un antico detto ponzese

 Abbrile ògne gòcce nu varrile

(aprile ogni goccia un barile)

Per il contadino ponzese la pioggia di aprile è molto importante. 

Se in questo mese ci sarà tanta pioggia la vendemmia sarà abbondante.







Isola di Ponza con la pioggia

(Foto di Annalisa Sogliuzzo)

venerdì 1 aprile 2022

San Giuseppe ncòppe i Cuònte

 All'isola di Ponza ci sono tante edicole votive dedicate a San Silverio, alla Madonna, ncòppe i Cuònte c'è anche San Giuseppe.

Sulla facciata dell'abitazione di Alessandro Balzano da qualche anno c'è una bellissima edicola votiva dedicata a San Giuseppe dove ha fatto sosta anche la processione con la statua del Santo.

Un tempo era la casa di don Aniello Conte che, prima di essere cappellano dell'ergastolo di Santo Stefano, curò la chiesa di Santa Maria dedicata appunto a San Giuseppe. 

In questa parte dell'isola sono molti i devoti a San Giuseppe e sicuramente ci saranno altre edicole votive dedicate al Santo.



L'edicola votiva dedicata a San Giuseppe

(Foto di Alessandro Balzano)



Un pò più giù c'è l'edicola votiva dedicata a San Giuseppe



Don Aniello Conte con la sorella Concetta