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mercoledì 30 giugno 2021

I boccaliòne

 Fioriscono sui muri e nelle zone pietrose, all'isola di Ponza, dei bellissimi fiori che in dialetto ponzese chiamiamo boccaliòne (bocca di leone).

Il nome scientifico è Antìrrhinum maius che deriva da alcune parole greche il cui significato è  simile ad un muso o un naso.

Questa pianta, nella medicina popolare, può essere impiegata negli stati infiammatori e può lenire le scottature usando le foglie e i fiori essiccati.



Qualche fiore di boccaliòne ed in lontananza Palmarola

(Foto di Annalisa Sogliuzzo)





Boccaliòne

(Immagini reperite in rete)


domenica 27 giugno 2021

Una piccola statua di San Silverio antica

 Qualche giorno fa Giovanni Pacifico su Facebook ha pubblicato la foto di una piccola statua di San Silverio antica.

Giovanni racconta che era sul suo comodino, che quando era piccolo la fece cadere e si ruppe in tanti pezzi. Il suo papà, Giggino, con infinita pazienza la ricompose ed ora è nella sua bottega. 

Apparteneva alla sua famiglia, forse al fratello della nonna, e sicuramente ha più di cento anni.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...



La piccola statua di Giovanni e dietro il panorama di Ponza in inverno

venerdì 25 giugno 2021

La pianta di fichi

 " Presente in numero rilevante su tutte le isole, appartiene alle piante selvatiche del caprificus. Le radici possono allungarsi, nella ricerca di risorse d'acqua, per decine di metri.

Nel passato i fichi hanno rappresentato un'importante risorsa alimentare: seccati al sole erano conservati per mesi e da essi si estraeva anche un decotto efficace come espettorante. Il lattice dei piccioli era utilizzato per seccare i porri della pelle.

Un bell' esemplare di fico si trova a Ponza all'ingresso della Grotta del Serpente a S.Maria. Sicuramente centenario, perchè ricordato da Carl Graeser nella sua Memoria di viaggio a Ponza del 1898."

(Dal libro "Flora illustrata di Ponza" di G. e S. Mazzella)




Pianta di fico all'isola di Ponza  


La pianta di fico di cui racconta il Graeser nel 1898 davanti alla Grotta del Serpente. La foto è di qualche anno fa quando l'ingresso fu ripulito da alcuni volontari



Un bel cesto pieno di fichi di Ponza
(Foto di Tulica Coppola, Ristorante Monte Guardia)

martedì 22 giugno 2021

A mòla

 Un tempo in ogni casa c'era la mòla per macinare il grano per poi preparare il pane. I miei nonni, contadini i ncòppe i Cuonte ne avevano una nella grande cantina. La ricordo bene.

Ernesto Prudente in uno dei suoi libri ci racconta qualcosa. Ecco cosa scrive:

"Negli anni addietro, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, l'agricoltura rappresentava la fonte economica più importante dell'isola. Oltre ai legumi si coltivavano anche i cereali fra cui il grano che si usava per fare il pane. A Ponza non esistevano mulini e quasi tutte le famiglie contadine avevano la mola in casa per macinare il grano che producevano.

In un angolo di una parete della cucina era sistemata la mola. Consisteva in due grossi lastroni di roccia viva, basalto, lavorati dallo scalpellino. Essi avevano uguale circonferenza. Il lastrone inferiore veniva bloccato con il calcestruzzo su un tavolato quadrato, con il lato di un metro, munito di bordo. Al centro aveva un foro in cui passava una asta di ferro su cui poggiava un ferro sagomato (u zucculètte)  che andava ad incastrarsi in un incavo nel vuoto, appositamente creato, dall'altro lastrone di pietra, quello superiore.

Il lastrone superiore, la cui parte scalpellinata combaciava con quella identica, inferiore, presentava  un foro centrale di circa 10 cm.  da cui si notava l'attrezzo di ferro sagomato incastrato nell'apposito sito.Questo marchingegno permetteva alla parte superiore di ruotare. In questo foro veniva immesso, a manate, il grano da macinare. Il movimento rotatorio al lastrone  superiore veniva dall'azionare un bastone di legno, una mazza di scopa, la cui parte inferiore era sistemata in un incavo del lastrone e la parte superiore andava ad infilarsi in un buco circolare di un pezzo di legno, infisso nella parete ma che doveva essere perpendicolare al foro centrale della macina. Mediante questo bastone, il cui movimento era azionato dalla forza delle braccia, si faceva girare la pietra e si otteneva la frantumazione del grano."

Quanta fatica!!! Oggi la farina la compriamo al supermercato...





Ncòppe i Cuonte...qui abitavano i miei nonni


La mòla dei miei nonni era simile a questa



Il grano

(Immagini reperite in rete)

sabato 19 giugno 2021

Buon San Silverio!!!

 Buon San Silverio!!!

E' l'augurio che ci scambiamo tra ponzesi il 20 giugno ma che va oltre...ormai sono molti i forestieri che amano così tanto Ponza da seguirne anche le tradizioni come il culto di San Silverio.
La processione con la statua del Santo posizionata nella barchetta colma di garofani rossi è il momento più toccante della festa.
Molti seguono con le barche il Santo quando viene portato da un peschereccio nella baia del porto per la benedizione in memoria dei caduti in mare.
Un tempo San Silverio veniva portato in processione sopra un trono poi su una barca ma quella odierna venne costruita dal maestro d'ascia, Ciro Iacono, più vicina ai modelli di imbarcazioni ponzesi, nei primi anni sessanta,
San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola...nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni...
La devozione verso San Silverio oltrepassa i confini dell'isola...dove c'è un ponzese c'è San Silverio...


San Silverio esce dalla chiesa
(Foto di Giovanni Pacifico, 20 giugno 2018)


La barchetta di San Silverio
(Foto di Rossano Di Loreto, 20 giugno 2018)

venerdì 18 giugno 2021

Una bella coppia di sposi!!!

 Nell'album della mia famiglia ho trovato questa foto che ritrae una bella coppia di sposi.

Sono Francesca (figlia di Silverio Iacono e di Candida Califano) e Carmine Migliaccio. La sposa è cugina di mio padre Ciro e sono andati a vivere in California.
Credo che questo matrimonio sia fine anni '40.



mercoledì 16 giugno 2021

Il cuore di San Silverio

 Il cuore d'argento che la statua di San Silverio porta al collo è un pegno d'amore che i ponzesi, in partenza per la Prima Guerra Mondiale, avevano donato al Santo con la speranza di ritornare salvi nella loro isola.

All'interno del cuore ci sono dei foglietti di carta in cui sono scritti i nomi dei ragazzi che partivano per il fronte e le loro preghiere.
Chissà forse c'è anche il nome di mio nonno Peppino Iacono...questo non lo so...lui, per fortuna, è ritornato dalla guerra ed ha costruito una splendida famiglia con sua moglie Olimpia Feola.

Speriamo che i foglietti siano ancora dentro il cuore d'argento, sarebbe triste perderli...




20 luglio 2019, chiusura della festa di San Silverio, si vede bene il cuore d'argento


Nella foto il soldato a destra è mio nonno Peppino Iacono

domenica 13 giugno 2021

L'antico percorso della processione di San Silverio

 Un tempo, fino al 1955, la processione di San Silverio percorreva un tragitto diverso.

Lo racconta il Tricoli, storico dell'Ottocento così: "Di mattino dopo la messa cantata, dalla Parrocchia sorte lo stendardo, ed indi due o trecento divoti colle torcette, il gonfalone nonchè la congrega, la banda musicale, la croce e il clero, la statua, pallio, indi il comandante, giudice e sindaco seguiti dagli uffiziali e funzionari, la truppa con lo stuolo de' seguaci di ogni classe e condizione, girando, per la Parata, Scarpellino, Santantuono, Molo e ritorna."
"Mentre il convoglio gira per lo cennato abitato presso al porto, il clero vi canta inni, la musica tocca, il popolo ripete: Gran Santo protettore - Silverio venerato - Il popolo adunato - a te s'inchina..."
In queste foto c'è la storia di Ponza, persone che non ci sono più...


La processione con la statua di San Silverio nella vecchia barca si avvia sulla Parata
(Dall'album di famiglia)

Scende dagli Scarpellini


San Silverio veniva portato su un trono...anni '20 a Sant'Antuono


Ancora a Sant'Antuono


In questa foto si vede nonna Olimpia

venerdì 11 giugno 2021

Un ponzese all'Assemblea Costituente

 Il ponzese che partecipò ai lavori dell'Assemblea Costituente fu il prof. Ezio Coppa. Il professor Coppa nacque a Ponza il 24 febbraio 1898 da Giovanni, sindaco e notaio, e dalla maestra, di origini brianzole, Gabriella Moriondo. Esercitò la professione medica a Modena e poi a Napoli, dove insegnò all'Università Medicina del Lavoro. 

Fu eletto deputato all'Assemblea Costituente con 12.601 voti di preferenza e alla Camera con 19.331 voti personali.

Venne eletto nelle liste dell'Uomo Qualunque e poi passò al partito monarchico nazionale.

Ezio Coppa da medico si prodigò nel curare molti ponzesi.


Nota:

L'Assemblea Costituente fu l'organo legislativo per la stesura della Costituzione della nuova Repubblica Italiana. Le sedute si svolsero dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio 1948.



Ezio Coppa



I deputati dell'Assemblea Costituente


mercoledì 9 giugno 2021

Trase a' festa i San Silverie

 Ogni anno la sera del 9 giugno ha qualcosa di magico, è speciale per Ponza e per i ponzesi.

Trase a' feste i' San Silverie, il Santo patrono dell'isola.
Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono la barca con lo stendardo di San Silverio.
A mezzanotte ecco sbucare da dietro il promontorio della Madonna una barca illuminata seguita da altre.
E' un tripudio di fuochi, canti, tante belle sensazioni ed emozioni.
Una suggestiva processione notturna si snoda per le strade dell'isola portando lo stendardo fino alla chiesa madre che verrà poi collocato sul finestrone centrale.


Sulla spiaggia di Santa Maria i fedeli attendono l'arrivo dello stendardo di San Silverio


La barca sta arrivando


Davanti alla Cappellina della Punta Bianca


Quando si accendevano le luminarie

(Le foto sono di Rossano Di Loreto di qualche anno fa)

domenica 6 giugno 2021

Il mandolino di Matilde i Frontone

 Nel Museo etnografico di Frontone, all'isola di Ponza, curato con passione e amore da Gerardo Mazzella, spicca il mandolino  di sua nonna Matilde. Ma questo mandolino ha una storia...

E' appartenuto a Conte Matilde che per parecchio tempo è vissuta lontano da Ponza, in Dalmazia. Matilde era soprannominata "mamma rossa" ed imparò ad orecchio a suonare il mandolino. Una vera passione!!!

Sposò Antonio Mazzella e nel cortile della loro abitazione a Frontone, una casa- grotta, suonava il mandolino insieme alla sorella Amalia. Amici e parenti apprezzavano molto e arrivavano a Frontone da diverse parti dell'isola per ballare. Ma dopo la guerra, purtroppo, il mandolino scompare. Non si riuscì più a trovarlo.

Matilde fino alla fine dei suoi giorni pensò al suo mandolino.

Dopo tanti anni, nel dicembre del 2005, suo nipote Gerardo tramite un amico riesce a rintracciare il mandolino rubato a nonna Matilde. Finalmente torna nella sua casa, ora è esposto nel Museo Etnografico di Frontone. 

La nonna da lassù sarà contenta che il mandolino sia tornato al suo posto.

Un oggetto fa rivivere le persone, la loro storia e nel Museo di Frontone ritroviamo la vera isola. 

Credo sia arrivato il momento di dare una mano a Gerardo con il Museo, si spendono tanti soldi in manifestazioni inutili investiamoli nella cultura isolana. Ma a Ponza la cultura è un optional...ci sono poche speranze.



Il mandolino di nonna Matilde

(La foto è di Gerardo Mazzella)



Il mandolino nel Museo di Frontone insieme ad altri oggetti



L'entrata del Museo


Nel cortile c'è anche la statua di San Silverio

(Agosto 2018)

venerdì 4 giugno 2021

Bagnanti ponzesi negli anni '30

 Questo gruppo di bagnanti è sulla spiaggia di Frontone, all'isola di Ponza. Siamo negli anni '30 e si andava al mare con dei costumi particolari che coprivano buona parte del corpo.

Altri tempi!!!




mercoledì 2 giugno 2021

Un personaggio ponzese

 Qualche anno fa, in una mostra fotografica di Italo Insolera a Roma, c'erano anche foto dell'isola di Ponza e precisamente della processione della Madonna della Civita sugli Scotti. Erano state scattate nel 1974. Ho trovato la foto di questo personaggio ponzese, non so il vero nome. Veniva chiamato Silverio u matte ma era solo una persona sfortunata e innocua.


 Nota:
Maria Conte da Padova mi ha inviato questo suo ricordo di Silverio u matte: "A proposito della foto di questo.personaggio del 1974, hai suscitato in me un ricordo affettuoso e vivo di un essere umano, buono, desideroso di affetto, di amicizia, pronto a sorridere, grato a chi gli porgeva un frutto, un tozzo di pane. Non era matto, proprio no; aveva la sindrome di Down. Abitava con i genitori anziani e un fratello in una casa sugli Scotti, poco più su del ristorante Monte Guardia. Solo l'ignoranza e la mancanza di sensibilità di altri esseri umani ne avevano fatto un infelice. Ma, Silverio, a modo suo, non lo era ed aveva una sua personalità: si chiamava Silverio Conte. E, se ci credi, per i miei amici e per me era..un amico. Non la tiro per le lunghe. Ti dico solo che amava la musica e le canzoni in maniera incredibile. Era pazzo di gioia, quando lo accoglievamo nella nostra compagnia per scherzare e cantare insieme, e quando gli davo la mia fisarmonica tra le braccia per fargliela suonare. La musica faceva il miracolo: gli occhi di Silverio, piccoli e cisposi, si illuminavano, diventavano lucidi e vivi, e noi ci commuovevano. Silverio era povero e, come tutti i poveri di oggi, nell'isola, sono spesso oggetto di scherno, mai di aiuto, sostegno e comprensione. Lo ricordo con affetto ed amicizia. E Lui, sornione, mi sorride da lassù, come faceva quando gli prestavo la mia fisarmonica rossa.."