Quella della barca di San Pietro è un'antica tradizione popolare diffusa nel Nord Italia ed alcune parti della Toscana.
Nella notte tra il 28 ed il 29 giugno, festa dei SS. Pietro e Paolo, si mette in un contenitore di vetro trasparente dell'acqua e l'albume di un uovo. Poi si poggia questo contenitore all'aria aperta per tutta la notte.
Al mattino seguente si dovrebbe trovare un qualcosa che somigli alle vele di una barca.
Secondo la tradizione San Pietro durante la notte soffia nel contenitore dando all'albume la giusta conformazione.
E' un fenomeno dovuto alla variazione termica tra notte e giorno tipico di questo periodo.
Ovviamente da tutto questo si traevano auspici...
Una bella tradizione che anche se non riguarda Ponza volevo condividere
La barca di San Pietro
(Immagini reperite in rete)
Pagine
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martedì 30 giugno 2020
lunedì 29 giugno 2020
La grotta sotto la Torre
A Ponza, sotto la Torre dei Borboni, c'è un'ampia grotta con una spiaggetta dove un tempo si tiravano in secco le barche. Era una sorta di ricovero per le barche durante la stagione invernale essendo abbastanza riparata. Anche mio padre, Ciro, ogni anno, a settembre, trasferiva le sue barche dìnte a ròtte. Ricordo le file di barche che andavano in questa specie di ricovero.
Era un rito di fine estate...
Forse lì dentro c'è ancora qualche barca...non so...
Questa grotta è citata anche dal Tricoli nell'Ottocento che scrive così:
GROTTA SOTTO LA TORRE.
"Lo speco è profondo 300 palmi, avendo l'entrata assai degradata con gli avanzi di grotte laterali. I primi due terzi modellano un parallelogramma, il resto in forma circolare, essendovi altra grotta in fondo. E' incrostato all'interno di grosse fabbriche, non chè di pezzi di colonne, e nicchie alle pareti, e che tutto indica un bagno marino ora ingombro di arena per deposizione del mare."
La grotta sotto la Torre
La Torre
La grotta sotto la Torre un una foto di tanti anni fa
Ruderi sotto la Torre disegnati dal Mattei, aprile 1847, probabilmente il bagno marino citato dal Tricoli
Era un rito di fine estate...
Forse lì dentro c'è ancora qualche barca...non so...
Questa grotta è citata anche dal Tricoli nell'Ottocento che scrive così:
GROTTA SOTTO LA TORRE.
"Lo speco è profondo 300 palmi, avendo l'entrata assai degradata con gli avanzi di grotte laterali. I primi due terzi modellano un parallelogramma, il resto in forma circolare, essendovi altra grotta in fondo. E' incrostato all'interno di grosse fabbriche, non chè di pezzi di colonne, e nicchie alle pareti, e che tutto indica un bagno marino ora ingombro di arena per deposizione del mare."
La grotta sotto la Torre
La Torre
La grotta sotto la Torre un una foto di tanti anni fa
Ruderi sotto la Torre disegnati dal Mattei, aprile 1847, probabilmente il bagno marino citato dal Tricoli
venerdì 26 giugno 2020
La festa di San Silverio al tempo del covid
Ogni anno il 20 giugno, all'isola di Ponza, si festeggia il Santo protettore, San Silverio papa.
E' una grande festa con processione del Santo posizionato in una bellissima barchetta colma di garofani rossi ed anche benedizione del mare.
Quest'anno a causa della pandemia tutto si è ridimensionato.
La statua del Santo è sfilata per le strade dell'isola sopra un furgone ed è giunta fino a Le Forna.
E' stata una sorta di benedizione dell'isola che in questo periodo così triste si è affidata alla protezione del suo Santo.
In effetti finora la nostra Ponza è stata un'isola felice, non ci sono stati casi covid e spero che continui così.
Gli esperti continuano a raccomandare prudenza, il nostro Santo è vero che ci protegge ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte e rispettare le regole.
Un pò di foto del 20 giugno 2020
(Foto di Giovanni Pacifico)
E' una grande festa con processione del Santo posizionato in una bellissima barchetta colma di garofani rossi ed anche benedizione del mare.
Quest'anno a causa della pandemia tutto si è ridimensionato.
La statua del Santo è sfilata per le strade dell'isola sopra un furgone ed è giunta fino a Le Forna.
E' stata una sorta di benedizione dell'isola che in questo periodo così triste si è affidata alla protezione del suo Santo.
In effetti finora la nostra Ponza è stata un'isola felice, non ci sono stati casi covid e spero che continui così.
Gli esperti continuano a raccomandare prudenza, il nostro Santo è vero che ci protegge ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte e rispettare le regole.
Un pò di foto del 20 giugno 2020
(Foto di Giovanni Pacifico)
mercoledì 24 giugno 2020
La notte delle streghe
Si racconta che la notte di San Giovanni, tra il 23 ed il 24 giugno, sia quella delle streghe.
Il Tricoli nella Monografia dell'Ottocento così scrive: MAGHE- Si pensa che nella notte di S.Giovanni queste introducansi nelle abitazioni per succhiare il sangue dei ragazzi, percui divengono rachitici od in altro modo deformi. A preservarsene nella vigilia ligano per lo interno della porta e finestra alcune borsette con arena, sulla certezza che non potendola la strega numerare, tampoco potrà entrarvi.
Secondo il Tricoli, quindi, mettevano alle porte e alle finestre dei sacchetti pieni di granelli di sabbia così la strega era impegnata a contarli cosa alquanto impossibile. In questo modo proteggevano i bambini.
Molte leggende circolano a proposito della notte di San Giovanni questa è di un ponzese dell'Ottocento.
L'isola di Ponza di notte
(Foto di Rossano Di Loreto)
Granelli di sabbia
(Foto da Flickr)
Il Tricoli nella Monografia dell'Ottocento così scrive: MAGHE- Si pensa che nella notte di S.Giovanni queste introducansi nelle abitazioni per succhiare il sangue dei ragazzi, percui divengono rachitici od in altro modo deformi. A preservarsene nella vigilia ligano per lo interno della porta e finestra alcune borsette con arena, sulla certezza che non potendola la strega numerare, tampoco potrà entrarvi.
Secondo il Tricoli, quindi, mettevano alle porte e alle finestre dei sacchetti pieni di granelli di sabbia così la strega era impegnata a contarli cosa alquanto impossibile. In questo modo proteggevano i bambini.
Molte leggende circolano a proposito della notte di San Giovanni questa è di un ponzese dell'Ottocento.
L'isola di Ponza di notte
(Foto di Rossano Di Loreto)
Granelli di sabbia
(Foto da Flickr)
lunedì 22 giugno 2020
San Silverio nel mondo
San Silverio è il Santo protettore dell'isola di Ponza e viene festeggiato il 20 giugno con una caratteristica processione che quest'anno a causa del covid 19 è stata ridimensionata.
Ma in tante parti del mondo troviamo San Silverio, dove i ponzesi nel loro girovagare hanno deciso di fermarsi in Sardegna, negli Stati Uniti, in Argentina...
Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...
San Silverio nella chiesa di Santa Teresa a Formia dove c'è una grande comunità ponzese
(Foto di Fausto Forcina)
San Silverio a Olbia
(Foto di Rossano Di Loreto)
San Silverio a Ingeniero White, in Argentina
(Foto di Patricia Branca Feola)
San Silverio ad Arbatax
San Silverio a Dover Plains N.Y., Stati Uniti d'America
San Silverio a Bonifacio in Corsica
Ma in tante parti del mondo troviamo San Silverio, dove i ponzesi nel loro girovagare hanno deciso di fermarsi in Sardegna, negli Stati Uniti, in Argentina...
Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...
San Silverio nella chiesa di Santa Teresa a Formia dove c'è una grande comunità ponzese
(Foto di Fausto Forcina)
San Silverio a Olbia
(Foto di Rossano Di Loreto)
San Silverio a Ingeniero White, in Argentina
(Foto di Patricia Branca Feola)
San Silverio ad Arbatax
San Silverio a Dover Plains N.Y., Stati Uniti d'America
San Silverio a Bonifacio in Corsica
venerdì 19 giugno 2020
Le edicole votive dedicate a San Silverio
A Ponza, di edicole votive, ce ne sono tantissime, alcune sono antiche altre più recenti.
L'edicola votiva è una struttura architettonica di piccole dimensioni, una nicchia, spesso, incastonata nel muro esterno di una casa che custodisce un'immagine sacra, la statua della Madonna o di un Santo.
Queste piccole costruzioni nascono per opera di privati, spesso per adempiere ad un voto.
Con la loro piccola luce erano un punto di riferimento nel buio della notte, rischiaravano il cammino, davano coraggio a chi percorreva quel tratto di strada quando ancora non c'era l'illuminazione pubblica.
Fanno parte di un patrimonio storico-culturale spesso dimenticato e poco valorizzato.
Le prime edicole votive, pare, siano state fatte costruire a Roma, sul Campidoglio, dal Re Tarquino ed erano dedicate a Giove, a Giunone ed a Minerva.
Spesso capita di vedere gli abitanti di un quartiere che pregano davanti ad un'edicola votiva.
Qualche foto di edicole votive dedicate a San Silverio
San Silverio è dipinto sul mare in tempesta a Le Forna
Questa bella statua di San Silverio è nel palazzo di Clorinda sulla Punta Bianca
San Silverio nel muro di un'abitazione sugli Scotti
Questa è sulla scalinata che porta sulla Dragonara ed è recente
Anche questa è più recente ed è sulla Dragonara
Questa edicola votiva è in via Madonna. San Silverio con un faro
BUON SAN SILVERIO!!!
L'edicola votiva è una struttura architettonica di piccole dimensioni, una nicchia, spesso, incastonata nel muro esterno di una casa che custodisce un'immagine sacra, la statua della Madonna o di un Santo.
Queste piccole costruzioni nascono per opera di privati, spesso per adempiere ad un voto.
Con la loro piccola luce erano un punto di riferimento nel buio della notte, rischiaravano il cammino, davano coraggio a chi percorreva quel tratto di strada quando ancora non c'era l'illuminazione pubblica.
Fanno parte di un patrimonio storico-culturale spesso dimenticato e poco valorizzato.
Le prime edicole votive, pare, siano state fatte costruire a Roma, sul Campidoglio, dal Re Tarquino ed erano dedicate a Giove, a Giunone ed a Minerva.
Spesso capita di vedere gli abitanti di un quartiere che pregano davanti ad un'edicola votiva.
Qualche foto di edicole votive dedicate a San Silverio
San Silverio è dipinto sul mare in tempesta a Le Forna
Questa bella statua di San Silverio è nel palazzo di Clorinda sulla Punta Bianca
San Silverio nel muro di un'abitazione sugli Scotti
Questa è sulla scalinata che porta sulla Dragonara ed è recente
Anche questa è più recente ed è sulla Dragonara
Questa edicola votiva è in via Madonna. San Silverio con un faro
BUON SAN SILVERIO!!!
giovedì 18 giugno 2020
L'antico percorso della processione di San Silverio
Un tempo, fino al 1955, la processione di San Silverio percorreva un tragitto diverso.
Lo racconta il Tricoli, storico dell'Ottocento così: "Di mattino dopo la messa cantata, dalla Parrocchia sorte lo stendardo, ed indi due o trecento divoti colle torcette, il gonfalone nonchè la congrega, la banda musicale, la croce e il clero, la statua, pallio, indi il comandante, giudice e sindaco seguiti dagli uffiziali e funzionari, la truppa con lo stuolo de' seguaci di ogni classe e condizione, girando, per la Parata, Scarpellino, Santantuono, Molo e ritorna."
"Mentre il convoglio gira per lo cennato abitato presso al porto, il clero vi canta inni, la musica tocca, il popolo ripete: Gran Santo protettore - Silverio venerato - Il popolo adunato - a te s'inchina..."
In queste foto c'è la storia di Ponza, persone che non ci sono più...
La processione di San Silverio sta per andare sulla Parata
(Dall'album di famiglia)
La processione scende dagli Scarpellini
San Silverio sul trono. Il signore con la camicia bianca, accanto al marinaio, è mio nonno Peppino Iacono
San Silverio veniva portano su un trono
San Silverio sulla vecchia barca
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Lo racconta il Tricoli, storico dell'Ottocento così: "Di mattino dopo la messa cantata, dalla Parrocchia sorte lo stendardo, ed indi due o trecento divoti colle torcette, il gonfalone nonchè la congrega, la banda musicale, la croce e il clero, la statua, pallio, indi il comandante, giudice e sindaco seguiti dagli uffiziali e funzionari, la truppa con lo stuolo de' seguaci di ogni classe e condizione, girando, per la Parata, Scarpellino, Santantuono, Molo e ritorna."
"Mentre il convoglio gira per lo cennato abitato presso al porto, il clero vi canta inni, la musica tocca, il popolo ripete: Gran Santo protettore - Silverio venerato - Il popolo adunato - a te s'inchina..."
In queste foto c'è la storia di Ponza, persone che non ci sono più...
La processione di San Silverio sta per andare sulla Parata
(Dall'album di famiglia)
La processione scende dagli Scarpellini
San Silverio sul trono. Il signore con la camicia bianca, accanto al marinaio, è mio nonno Peppino Iacono
San Silverio veniva portano su un trono
San Silverio sulla vecchia barca
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
martedì 16 giugno 2020
'A murtèlle
'A murtèlle è la pianta di mirto che nasce spontanea all'isola di Ponza.
Un tempo gli steli venivano usati per le ossature delle nasse e per i canestri.
Con le bacche che sono di colore blu scuro si fanno i liquori e decotti astringenti.
I ramoscelli profumatissimi vengono utilizzati anche per pulire i palemiènte, vasche in cui si lavora l'uva per fare il vino.
Ecco cosa scrive Ernesto Prudente a proposito della murtèlle:
"Sin dai tempi antichi, il mirto era considerato il simbolo della bellezza e dell'amore e i rami fioriti venivano usati per ornare le case in occasione di matrimoni. Per i romani il mirto assieme all'alloro, era considerato il simbolo della pace e della vittoria. A tal proposito per Ponza circola un antico proverbio: "Nun se po' fa a fèste sènze a murtèlle", non si può fare la festa senza la mortella. E' rimasto il simbolo della festività"
Infatti 'a murtèlle, secondo un'antica tradizione serve per addobbare le strade per la festa di San Silverio, il 20 giugno.
domenica 14 giugno 2020
Una situazione di pericolo e un'invocazione a San Silverio nel 1888
I ponzesi quando si trovano in difficoltà invocano il loro Santo protettore, San Silverio, ovunque si trovino e da sempre.
Don Luigi Coppa , nel 1921, nella "Vita di San Silverio Papa e Martire" racconta questo episodio:
" Il 14 febbraio del 1888 una violenta tempesta si abbattè sull'isola di Ponza. Mai si ricordava un mare così agitato. Due barche incapparono nell'improvvisa mareggiata, non riuscendo a far ritorno in porto si rifugiarono nel ridosso di Le Forna.
I due pescatori, Cristoforo Tagliamonte e Vincenzo Colonna, dovettero faticare non poco per tenere le barche ancorate. anche a ridosso della tempesta il vento era forte e le onde alte non accennava a diminuire mentre la pioggia incessante cadeva in tale quantità da impressionare i più anziani ed esperti pescatori.
I parenti e una parte della popolazione si raccolsero in chiesa per pregare San Silverio.
Dopo molte preghiere e suppliche esposero la statua sotto il colonnato mentre la tempesta infuriava ed ecco che " il Santo invocato da tante voci condusse nell'isola le due barche sane e salve."
Racconti come questo ce ne sono tantissimi...
Una foto antica di San Silverio
Il colonnato della chiesa in cui esposero la statua di San Silverio
Barche sulla spiaggia di Sant'Antonio
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Il mare in tempesta nel porto di Ponza
Mare in tempesta alla Parata
(Foto di Rossano Di Loreto)
Don Luigi Coppa , nel 1921, nella "Vita di San Silverio Papa e Martire" racconta questo episodio:
" Il 14 febbraio del 1888 una violenta tempesta si abbattè sull'isola di Ponza. Mai si ricordava un mare così agitato. Due barche incapparono nell'improvvisa mareggiata, non riuscendo a far ritorno in porto si rifugiarono nel ridosso di Le Forna.
I due pescatori, Cristoforo Tagliamonte e Vincenzo Colonna, dovettero faticare non poco per tenere le barche ancorate. anche a ridosso della tempesta il vento era forte e le onde alte non accennava a diminuire mentre la pioggia incessante cadeva in tale quantità da impressionare i più anziani ed esperti pescatori.
I parenti e una parte della popolazione si raccolsero in chiesa per pregare San Silverio.
Dopo molte preghiere e suppliche esposero la statua sotto il colonnato mentre la tempesta infuriava ed ecco che " il Santo invocato da tante voci condusse nell'isola le due barche sane e salve."
Racconti come questo ce ne sono tantissimi...
Una foto antica di San Silverio
Il colonnato della chiesa in cui esposero la statua di San Silverio
Barche sulla spiaggia di Sant'Antonio
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Il mare in tempesta nel porto di Ponza
Mare in tempesta alla Parata
(Foto di Rossano Di Loreto)
venerdì 12 giugno 2020
I gigli bianchi
Il giorno della Prima Comunione i bambini ponzesi lo aspettavano con tanta ansia.
Ricordo che ci preparavano a ricevere il sacramento le suore e si entrava in chiesa con in mano un fiore candido, profumatissimo, u gigle janche ( il giglio bianco), simbolo di purezza come il cuore dei bambini.
Si cantava: Oh, che giorno beato, il ciel ci ha dato...
Il gruppo dei maschietti con i gigli bianchi si apprestano ad entrare in chiesa.
In primo piano, a destra, mio fratello Peppino Iacono
Bambini che vanno in corteo verso la chiesa per ricevere la Prima Comunione portando dei gigli bianchi.
(Dall'album di famiglia)
Gigli bianchi simbolo di purezza come il cuore dei bambini
Un gruppo di bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione, credo, anni '60
Prima Comunione anni '30
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Ricordo che ci preparavano a ricevere il sacramento le suore e si entrava in chiesa con in mano un fiore candido, profumatissimo, u gigle janche ( il giglio bianco), simbolo di purezza come il cuore dei bambini.
Si cantava: Oh, che giorno beato, il ciel ci ha dato...
Il gruppo dei maschietti con i gigli bianchi si apprestano ad entrare in chiesa.
In primo piano, a destra, mio fratello Peppino Iacono
Bambini che vanno in corteo verso la chiesa per ricevere la Prima Comunione portando dei gigli bianchi.
(Dall'album di famiglia)
Gigli bianchi simbolo di purezza come il cuore dei bambini
Un gruppo di bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione, credo, anni '60
Prima Comunione anni '30
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
mercoledì 10 giugno 2020
U papàgne
Nel dialetto ponzese u papàgne è il papavero.
La pianta di papavero è molto diffusa nell'Arcipelago Ponziano. Il fiore contiene codeina, una sostanza antidolorifica.
Un tempo si preparava un infuso da somministrare ai bambini per favorire il sonno.
L'infuso veniva ricavato da pezzetti di calice essiccato.
La pianta è tossica.
U papàgne (papavero)
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)
La pianta di papavero è molto diffusa nell'Arcipelago Ponziano. Il fiore contiene codeina, una sostanza antidolorifica.
Un tempo si preparava un infuso da somministrare ai bambini per favorire il sonno.
L'infuso veniva ricavato da pezzetti di calice essiccato.
La pianta è tossica.
U papàgne (papavero)
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)