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venerdì 28 dicembre 2007

Momenti di poesia

“Era già l’ora che volge al desio,
ai naviganti intenerisce il core”
così scrive Dante nel V canto del Purgatorio.
Il momento della giornata che per me dà un senso di serenità, di tranquillità e di pace interiore è l’ora del tramonto.
I raggi del sole accarezzano le case dai colori pastello e il rosso mattone del porto s’infuoca.
Sulla spiaggia di Chiaia di Luna si resta incantati da un tramonto spettacolare, si può ammirare il sole che si nasconde dietro Palmarola e un cielo dipinto con colori straordinari. Sublime!!!
Ci si può dimenticare della propria vita, del mondo, di tutto, andare in estasi totale.
Il cielo imbrunisce e pian piano viene illuminato da una miriade di stelle, la luna con la sua luce dà un tocco di romanticismo.
A Ponza si può godere di una notte stellata straordinaria, tra le più belle della propria vita, magari insieme alla persona amata.

domenica 9 dicembre 2007

Natale è….

Qualche giorno fa ho chiesto ai bambini della mia classe: “cos’è il Natale?” La risposta è stata unanime: “i regali!”
Per me, bambina degli anni sessanta, era il presepe e ricordo con molta nostalgia soprattutto il momento in cui lo preparavamo.
L’artefice di tutto era mio padre, Ciro, che con la sua creatività, rendeva tutto speciale.
Il nostro era un presepe in cui le montagne erano di sughero e le casette erano state costruite sempre da mio padre. Mettevamo dei ramoscelli di pino che con il loro aroma inebriavano l’aria e il muschio (quello vero), per me quello era il profumo del Natale.
Io e mio fratello ci litigavamo i pastorelli (ne avevamo alcuni preferiti) che passavamo a papà, che poi li collocava con cura al posto più consono.
Nel nostro presepe c’era un pastorello che il mio papà aveva comprato da bambino e l’aveva pagato mezza lira.
Davanti alla capanna di Gesù Bambino alla fine, mia madre metteva la sabbia, che sembra sia di buon augurio.
Quando ero piccola passavo molto tempo davanti al presepe, immaginando quella famiglia di Nazareth.
A Ponza arrivavano anche gli zampognari che facevano il giro per le case. Io avevo un po’ paura di loro, mi rifugiavo nell’altra stanza, ma ascoltavo incantata la loro nenia natalizia.
Erano tempi molto diversi da oggi, c’erano pochi regali ma tanto amore e noi piccoli non chiedevamo molto, ci accontentavamo di poco.
Nella mia casa odierna, in tutti questi anni, non è mai mancato il presepe.
Un Natale senza presepe che Natale è………….

Presepe sul porto di Ponza

Questo presepe è stato realizzato dal maestro d'ascia Ciro Iacono. Riproduce il porto di Ponza. Realizzato nel 2003.

mercoledì 5 dicembre 2007

Ponza segreta

Quando torno a Ponza amo fare passeggiate per strade solitarie, lontane dalla folla estiva.
Sulla collina che sovrasta Sant’Antonio, c’è un angolo di Ponza, poco conosciuto, che somiglia ad un presepe.
Per arrivarci c’è una lunga scalinata in mezzo a case ben curate che seguono la linea della collina.
La salita è un po’ faticosa, il fiato potrebbe diventare un po’ corto, le gambe essere un po’ stanche ma ne vale la pena.
È Salita Croce, che prende questo nome dalla cappella votiva intorno alla quale, nelle sere d’estate, un tempo, la gente della contrada si raccoglieva in preghiera.
Arrivo fin su alla cappella e rivolgo lo sguardo verso il porto, la vista è splendida. I colori delle case risaltano sull’azzurro del mare, nel porto ci sono una miriade di barchette.
Proseguo per un viottolo che passa sulla collina sovrastante la centrale elettrica e arrivo a sopra Giancos che è un tripudio di case e giardini. Fuori una villa c’è Mamozio, una statua romana senza testa, che un tempo stava in piazza Pisacane. C’è una tranquillità totale, lo spirito si ritempra ora sono pronta a tuffarmi nel caos estivo.