giovedì 6 luglio 2017

Il telegrafo senza fili e il raglio dei somari...

Nel libro di Giulio Vitiello Ponza brevis insula...brevis historia ho trovato un aneddoto che ci riporta ai primi anni del Novecento, all'isola di Ponza, durante il periodo in cui Guglielmo Marconi faceva gli esperimenti per la telegrafia senza fili.
Ecco cosa scrive Giulio Vitiello: Nei primi anni del secolo, a seguito di esperimenti eseguiti dall'èquipe di Marconi della R.Marina, si accertò che Ponza è in posizione tale che le onde erziate, tra lo stretto di Gibilterra ed il continente in qualunque ora e con qualsiasi tempo, sono percepibili con estrema chiarezza.
Il Governo, sulla segnalazione dei tecnici, destinò Ponza a ponte radio tra le navi, che attraversavano lo stretto di Gibilterra, e Roma.
Sul monte Guardia, a levante del semaforo, svettarono tre antenne di legno alte una trentina di metri. I motori e le attrezzature elettriche furono installate nel palazzo del semaforo.
Si fece appena in tempo ad iniziare le ricetrasmissioni quando un ciclone di inaudita violenza abbattè le antenne benchè fossero ancorate con controventi.
Le antenne furono ricostruite con tralicci in ferro su basamento di calcestruzzo; i materiali occorrenti, quotidianamente sbarcavano nel porto da navi della R.Marina.
La stazione riprese a funzionare con soddisfazione di tutti. Un messaggio diretto al Sindaco e al Capitano di Porto preavvisò l'arrivo nel giorno X ora Y, di un cacciatorpediniere d'alto mare, con scienziati, tecnici, ministri, ammiragli e forse lo stesso Marconi. Col messaggio si pregava di approntare una decina di cavalcature per trasportare persone e materiali sul monte Guardia.
Dodici proprietari di somari- a Ponza non ci sono cavalli- nel giorno e nell'ora fissati concentrarono sulla banchina le cavalcature ben strigliate e bardate a sella. La nave ritardò parecchio, gli animali stanchi per l'immobilità cominciarono a  scalpitare, fu necessario farli muovere ed abbeverarli.
Finalmente, con oltre un'ora di ritardo, la nave gettò l'àncora e, mentre attraccava alla banchina, lanciò un colpo di sirena in segno di saluto.
I somari impauriti, scalpitarono, uno di essi ragliò, gli altri per contagio si unirono al primo facendo coro. Fu una risata generale che, tra presentazioni e strette di mano, rallegrò il benvenuto.



Il Semaforo sul monte Guardia



Il monte Guardia alto m. 283



Le foto sono di Rossano Di Loreto e sono state scattate con il drone



Asinelli ponzesi
(La foto è di Emiliano Mazzella, Ristorante Monte Guardia)

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