giovedì 30 aprile 2015

L'alba di primavera

Una bellissima alba sull'isola di Ponza nel cielo di aprile...
Foto di Rossano Di Loreto










C'è un momento in ciascuna alba in cui la luce è come sospesa; un istante magico dove tutto può succedere. La creazione trattiene il suo respiro.

Douglas Adams

lunedì 27 aprile 2015

Dopo una giornata di pesca...

E' sera e la barca torna al porto di Ponza dopo una giornata di pesca.
I pescatori sistemano il pescato nelle cassette per portarlo in pescheria.
















Le foto sono di Rossano Di Loreto
(aprile 2015)

Ed ora una foto di tanto tempo fa ...
Una pesca fruttuosa...


Archivio fotografico di Giovanni Pacifico


sabato 25 aprile 2015

Donne ponzesi del Novecento: La partigiana

Maria Vitiello, sorella di don Mario, sindaco di Ponza verso la metà degli anni settanta, è stata una delle prime partigiane.
Dopo settanta anni da quel 25 aprile, giorno della Liberazione, è importante ricordare queste figure che tanto hanno dato alla nostra Italia.
Maria Vitiello, a Ponza lavorava nella farmacia di famiglia e nel retrobottega erano in affitto alcuni confinati.
Tra quei confinati c'era Gianbattista Canepa e tra i due sbocciò l'amore.
L'amore tra le ponzesi e i confinati era ostacolato dai fascisti e dalle loro famiglie ma, nonostante le avversità, molte coppie riuscirono a sposarsi. Maria Vitiello sposò Gianbattista Canepa, nel 1931, il loro testimone di nozze fu Lelio Basso.
La giovane Maria condivise in pieno le idee di Canepa, nome di battaglia "Marzo", anzi lo aiutò nella lotta contro il nazifascismo.
Dopo l'otto settembre 1943, "Marzo" ebbe un ruolo molto importante per la Resistenza in Liguria e Maria raggiunse i partigiani in montagna  diventando una di loro.
Ha rischiato la vita ed è uscita da alcune brutte situazioni grazie alla sua prontezza di spirito ed al suo coraggio.
Grazie a persone come lei che oggi possiamo festeggiare il 25 aprile, giorno della Liberazione.

Buon 25 aprile!



Maria Vitiello, la prima partigiana d'Italia, accanto al marito Gianbattista Canepa, il comandante "Marzo"



Maria Vitiello con la figlia Enrica

(Le foto sono tratte dal libro di Silverio Corvisieri "Zi' Baldone")

mercoledì 22 aprile 2015

Dal monte Guardia...

Con l'aiuto di un drone scopriamo il fantastico paesaggio dell'isola di Ponza attraverso queste bellissime immagini dal monte Guardia  (283 mt.)
Tutto questo grazie a Rossano Di Loreto


I resti del Semaforo sul monte Guardia



La baia di Chiaia di Luna e dall'altra parte il porto



Chiaia di Luna...in lontananza Palmarola



Il versante orientale con la chiesetta della Madonna della Civita



La cima del monte Guardia...sotto i faraglioni del Calzone Muto



Praticamente dall'alto vediamo tutta Ponza...in fondo Zannone



Il promontorio con il faro della Guardia

Più alto vola il gabbiano, e più vede lontano

Richard Bach

lunedì 20 aprile 2015

Frammenti di memoria ponzese

Credo sia importante, quando ti capita tra le mani una fotografia del passato, cercare di dare un nome a quelle persone finchè se ne ha memoria.
Grazie all'aiuto di una memoria storica ponzese ho potuto dare un nome ai protagonisti di questo momento di vita che ho tratto dall'immenso archivio fotografico di Giovanni Pacifico.
Il luogo è il Lanternino al molo Musco dell'isola di Ponza.
Intorno a Suor Teresa delle belle ragazze, credo facessero parte dell'Azione Cattolica, ed un bambino.


Cominciamo dal basso, al centro: il bambino è Tonino Vitiello, figlio del maestro Salvatore.
A sinistra: Laura Tagliamonte, con il fiocco
A destra: Carmela Colonna
In seconda fila, in mezzo: Maria Conte, vive a Padova
A sinistra: Ida Conte
A destra: Maria Zecca, figlia di Domenico e Luciella
In terza fila, a sinistra: Verina Mazzella
In mezzo: Giulia D'Atri
A destra: Giovanna Pacifico
Dietro Giovanna: Geppinella Verde, per anni ha lavorato al Comune di Ponza
Davanti alla suora, a sinistra: Maddalena Colonna 
A destra:  Amalia Bosso
A sinistra della suora: Maria Di Fazio e Peppina D'Atri
Dietro: Giovanna Di Fazio e Lucia Di Meglio (figlia di Nannina i' parabbul) con le treccine

Nota:
Carmela e Maddalena Colonna erano figlie di Marcantonio ed abitavano in Corso Pisacane in una casa con il giardino sopra il negozio di elettrodomestici di Onorato

La foto deve saper raccontare

Ferdinando Scianna



sabato 18 aprile 2015

U' voie marino

Un tempo nelle acque dell'isola di Ponza, fino agli anni '40, era di casa la foca monaca.
Nel dialetto ponzese veniva chiamata u' voie marino (bue marino) perchè muggiva rumorosamente.
Si rifugiava negli anfratti e nelle grotte dell'isola, anche in quelle sotto la Torre, era però la disperazione dei pescatori perché  rubava il pescato e distruggeva le reti.
U' voie marino era goloso d'uva e la depredava dai vigneti posti vicino a qualche spiaggia o riva.
Un contadino che aveva la vigna vicino alla spiaggia di Frontone aveva notato che qualcuno, ogni notte, gli rubava l'uva.
Una notte si appostò per smascherare il ladruncolo e con stupore scoprì che era u' voie marino.
Si racconta anche che un esemplare di voie marino salendo gli scogli di Punta Rossa giunse fino in Piazza Gaetano Vitiello (Punta Bianca)
Poi anche a Ponza la foca monaca come in altri posti del Mediterraneo è scomparsa.
Solo qualche sporadico avvistamento, l'ultimo a settembre del 2009 nei pressi dell'isolotto di Gavi.


Veduta aerea di Ponza...la spiaggia di Frontone



La spiaggia di Frontone vista dal mare



La spiaggia di Frontone
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



U' voie marino



Grappoli d'uva



Grotta sotto la Torre
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



Dalla Punta Rossa "u' voie marino" saliva queste scalette ed arrivava in piazza Gaetano Vitiello
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



La Punta Rossa...non c'era la Banchina... c'era solo mare e scogli e "u' voie marino" poteva salire le scalette 
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

mercoledì 15 aprile 2015

A volo di gabbiano

Ancora l'isola di Ponza in primavera attraverso l'obiettivo di Rossano Di Loreto




























Una bella poesia...

Nemesi mediterranea

Vivo sopra un'isola
uno scoglio di pietra viva
pinastri e dirupi
un fico, la vigna e l'ulivo
e il faro di tutta la vita sta qua
sopra uno sperone trachitico.
Vivo sospeso tra la terra e il cielo
mi nutro di succo d'uva, frutti di mare
e lettere d'amore dal mondo
del mare conosco la luce e le tenebre
utilizzo catrame di resina.
Una nemesi mediterranea.

Antonio De Luca
(Dal libro "Adespota" scritto con Andrea Simi)

lunedì 13 aprile 2015

Le barchette del maestro d'ascia

Per una vita, Ciro Iacono, maestro d'ascia dell'isola di Ponza, ha costruito delle bellissime barche in legno che si distinguevano da altre per la loro forma elegante.
Quando andò in pensione per non annoiarsi e tenere anche la mente impegnata cominciò a costruire barche in miniatura.
Dalle sue mani cominciarono ad uscire piccole filughe, gozzetti, lance, tartane, tutte molto colorate e costruite con lo stesso procedimento, solo in scala minore.
Per rendere l'idea un pò di foto delle barchette di Ciro Iacono


Questa è la mia filuga, tipica imbarcazione ponzese



Barchette in costruzione



Una piccola tartana



Barchette colorate



Dopo aver costruito la barca che porta S.Silverio in processione ecco il modellino



In questo video di Rossano Di Loreto vediamo Ciro Iacono e le sue barchette

Nota:
"La filuga ponzese è stretta e lunga e sembra disegnata dal mare. Quando naviga non muove acqua, non fa onde perchè è stata concepita per ridurre al massimo la resistenza dell'acqua e fare in modo che i pescatori, remando, facessero il "minimo" sforzo."

(Dal libro "La filuga ponzese" di Giovanni Hausmann)


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