lunedì 28 dicembre 2015

Passeggiata al Faro

Un post già pubblicato il 16 settembre 2013 su questo blog

Così racconta Norman Douglas, in Isole d'estate, la sua passeggiata al Faro della Guardia quando, nel 1908 visitò Ponza:

Visitando l'isola non bisogna trascurare la passeggiata al Nuovo Faro (effettuandola possibilmente di pomeriggio, quando c'è un pò d'ombra).
La torre si trova appollaiata su una guglia rocciosa, all'estrema punta meridionale di Ponza, ed il sentiero per arrivarci inizia inerpicandosi sulla collina che è alle spalle del paese.
Ecco distendersi l'intera isola ai nostri piedi: la sagoma circolare del porto ( un cratere vulcanico estinto), e sullo sfondo una serie di colline ove spicca, simile ad una miriade di puntini bianchi, la moltitudine di bianchi casolari.
Proseguendo il cammino s'incontra ben presto una biforcazione: un ramo ripidamente in salita si dirige verso Monte Guardia, la più alta cima di Ponza che ospita un semaforo ed una stazione radio.
L'altro ramo invece passa sotto quelle balze color pece e, dopo aver traversato gallerie e superati taglienti spigoli rocciosi, s'inerpica fino a giungere ad uno spiazzo artificiale sul quale, all'estrema punta del promontorio, s'erge la torre del faro.
Resta un enigma come i ponzesi siano riusciti a portarla fin lì.
Indubbiamente questa strada costituisce un brillante lavoretto ingegneristico:
non stupisce che abbia richiesto in sacrificio d'un certo numero di vite umane.
La roccia del promontorio è semplice trachite, ma ciò non impedisce che-  veduta dal mare, alla prima luce del mattino- l'intera montagna appaia carica di riflessi rosati così intensi da sembrare finti, come prodotti da un sogno. 
Questo è l'incanto di Ponza.





Questo bellissimo video è di Giancarlo Giupponi
Il Faro della Guardia, 127 anni di storia

domenica 27 dicembre 2015

Il faro della Guardia

Questo post è già stato pubblicato, su questo blog, il 29 settembre 2008.
Qui il link del post originale.

 Chi non ha mai sognato di rifugiarsi in un’isola lontana?
Andare a vivere, per un po’, magari, in quella splendida casa del faro della Guardia che sovrasta quel promontorio che è la parte più a sud dell’isola di Ponza.
Da lassù si può osservare da una parte il sorgere del sole con i suoi colori rosati mentre dalla parte opposta restare abbagliati da tramonti infuocati.
Credo che stare lassù sia affascinante anche con il mare in tempesta, con il vento che ulula da tutte le parti, avendo per compagnia, di notte, la luce intermittente del faro.
Poi svegliarsi al mattino con i versi dei gabbiani e passare ore ad osservarli volteggiare nell’aria, padroni del cielo, liberi tra il vento.
Un posto straordinario!!!
Arrivarci certo è un po’ faticoso ma il percorso è molto interessante perché bisogna salire fin sugli Scotti per poi ridiscendere su una piccola stradina che porta fino al faro.
Comunque è raggiungibile anche via mare, con una barchetta, perché sotto il promontorio c’è un punto di approdo.
Quella casa l’ho visitata circa trent’anni fa, è molto grande e nel piazzale antistante c’è anche un piccolo giardino.
Da lassù il panorama è stupendo e sotto c’è un mare che è di un blu intenso perché molto profondo.
Tanto tempo fa ci vivevano i fanalisti, con le loro famiglie, che erano addetti al funzionamento e alla manutenzione del faro, chissà quante storie potrebbero raccontare…
Ora che  è tutto automatico lì non ci abita più nessuno e non si può nemmeno visitare, ci si ferma al cancello sotto al promontorio.
Veramente un peccato!!!

Ora aggiungo delle foto di Rossano Di Loreto scattate a novembre 2015









mercoledì 23 dicembre 2015

Pacchiaròtte e la notte di Natale

A Ponza per  distinguere le persone, soprattutto quelle omonime, si affibbiavano dei soprannomi.
Uno di questi era Pacchiarotte alias Silverio Conte che era basso e tarchiatello e con la sua barca trasportava le persone dal porto a Cala Inferno. C'è addirittura uno scoglio che porta il suo nome.
Ci racconta di questo personaggio Ernesto Prudente nel libro "Fogli Sparpagliati": 
Pacchiaròtte era il mitico personaggio della sua epoca. Era dotato di una voce possente e tonante, per cui gli venne affidato il compito di cantare, nella notte di Natale, la pastorale, tratta da quel celebre canto natalizio scritto da Alfonso Maria de Liguori, eminente figura della storia della chiesa tanto da essere santificato. Chi non conosce: Tu scendi dalle stelle / o Re del cielo /  e vieni in una grotta / al freddo e al gelo.
La sua presenza in chiesa, la notte di Natale, era diventata una regola, un rito, una usanza difficile da cancellare.
Quante volte è stato ritardato l'inizio della messa per l'assenza di Pacchiaròtte.
Quante volte i parroci dell'epoca, dopo averlo atteso invano, sguinzagliavano i ragazzi, in cambio di una sedia da occupare sulla balconata dell'organo, per rintracciarlo.
Era la voce della festa tanto che, in uno degli anni che vanno dal 30 al 33, nella settimana precedente il Natale, durante un trasporto di tre donne a cala d'Inferno, Pacchiaròtte, forse distraendosi per l'avvenenza delle utenti, andò a finire su uno scoglio proprio davanti al fortino di Frontone che, da quell'avvenimento, si conosce come la "chiana di Pacchiaròtte". La barca sbandò su di un lato e si capovolse. Nel trambusto che ne seguì una delle passeggere morì. Pacchiaròtte venne arrestato per omicidio colposo e trasferito nelle carceri dell'isola in attesa del trasferimento in quelle di Littoria.
Ponza, di quei tempi aveva le carceri perchè sede mandamentale di Pretura.
Si era giunti all'antivigilia di Natale e il parroco, il celeberrimo "u parrucchiane Tagliamonte", pur impegnandosi, non riuscì a trovare un sostituto per Pacchiaròtte.
Non avendo altra alternativa, si recò dai Carabinieri e dal giudice e, con il suo procedere da santo, come veniva definito, riuscì ad ottenere la libertà provvisoria per Pacchiaròtte.
Il magistrato, facendo uno strappo alle regole, autorizzò, sotto scorta dei carabinieri, a cui aveva addossato eventuali responsabilità di fuga, l'uscita di Silverio Conte, ammanettato, dal carcere per il tempo strettamente necessario per quello spezzone di funzione religiosa che lo vedeva impegnato.
Il paese intero era a conoscenza del disastro causato da Pacchiaròtte, del suo arresto e delle relative conseguenze ma non sapeva, nessuno sapeva, le conclusioni dell'incontro tra il parroco e il magistrato che fu e restò un segreto.
In chiesa c'era un certo fermento per come venisse condotta la funzione. Le tradizioni in materia religiosa sono importanti.
Quella  sera la chiesa era gremita, come al solito, in ogni ordine di posto. Tanta gente era all'impiedi accalcandosi l'una all'altra. Il parroco non aveva fatto parola della sua richiesta al giudice, aveva, però, incaricato, all'inizio del rito, un suo collaboratore, il rev. Don Raffaele Aprea, di portarsi sulla soglia della chiesa per aprire il varco ai carabinieri quando si sarebbero presentati.
Tutto funzionò alla perfezione e appena dopo la Consacrazione i fedeli sentirono, stupefatti, riecheggiare la voce tenorile di Pacchiaròtte che, accompagnato dalle note dell'imponente organo alla cui tastiera sedeva il rev. Don Luigi Parisi e ai mantici, per dargli fiato, il giovane Ciro Vitiello, prozio dell'attuale direttore della centrale elettrica, aveva intonato, con più trasporto, data la sua particolare situazione di carcerato, Tu scendi dalle stelle / o Re del cielo.

Foto di presepi nella Chiesa di Ponza porto, negli anni passati
















La chiesa com'era un tempo
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



L'interno della chiesa (estate 2013)



La Piana Bianca con la "chiana di Pacchiaròtte"
(Foto tratta dal libro "Le isole di Circe. Ponza Palmarola Zannone" di G. e S. Mazzella)

Nota:
Don Raffaele Tagliamonte fu parroco dal 18 maggio 1920 a gennaio 1934.
(da "Isola di Ponza. Appunti per un libro" di don Salvatore Tagliamonte)

martedì 22 dicembre 2015

Buon Natale!!!

Qualche foto di presepi un po' particolari...

Buon Natale!!!


Presepe in ceramica realizzato da Guglielmo Tirendi



Presepe realizzato all'interno di una pinna nobilis



Presepe in cristallo



Presepe all'interno di una pallina di vetro



Presepe in un cestino a forma di stella

domenica 20 dicembre 2015

La magia del presepe

Il presepe rimane un elemento centrale e imprescindibile della nostra cultura, bisogna salvaguardarlo e valorizzarlo.
Davanti al presepe la realtà, il tempo e lo spazio si trasformano: cambiano i suoni, i profumi, i silenzi, le melodie e le luci della vita.
Il presepe più bello, per me, rimane quello dei miei ricordi realizzato da mio padre, Ciro, un vero artista. Tutta la famiglia collaborava e noi piccoli avevamo il compito di passargli i pastorelli di terracotta.
Mi sembra di sentire ancora il profumo del Natale con  fràsche (rami con foglie) e  pastòcchje (il muschio) che papà usava per fare il nostro presepe.
In casa mia non è mai mancato il presepe e ogni anno lo realizza mio marito che per farmi contenta cerca di mettere qualcosa di Ponza nel contesto. Quest'anno ha costruito un piccolo Lanternino, il faro che è alla punta del Molo.
Il presepe ci riporta all'infanzia, ad un tempo passato, che non torna più, però provo piacere a ricordare...

Qualche foto del mio presepe di quest'anno










mercoledì 16 dicembre 2015

La bambola

Leggendo questo articolo di giornale sul Messaggero di domenica 13 dicembre sono tornata un po' indietro nel tempo, alla mia prima bambola.
Ricordo ancora l'arrivo di quel pacco con dentro la bambola che mi sembrava grande, avendone altre piuttosto piccole. Erano i primi anni '60 e abitavamo  in una piccola casa in Corso Pisacane che è stata per molto tempo nel mio cuore, dove ho moltissimi ricordi dell'infanzia.
La bambola la conservo ancora anche se il vestitino che, un tempo, era azzurro si è molto rovinato.


Il trafiletto dell'articolo sul Messaggero del 13 dicembre 2015






La mia bambola



Le mie sorelle. le gemelle Lella e Anna Maria con le loro bambole davanti alle torte del primo compleanno
(La foto fa parte dell'album di famiglia)

La fotografia è un magnifico strumento per raccontare e cogliere situazioni che le parole non possono comunicare.

Mario Dondero

lunedì 14 dicembre 2015

Una bella passeggiata

Ponza ha luoghi nascosti che i visitatori della nostra isola non conoscono perchè bisogna camminare, salire, non tutti hanno tempo e voglia.
Salendo per la Dragonara, anzi ancora più su, c'è una strada da cui possiamo ammirare un panorama fantastico.
In questa zona tra i coloni che giunsero a Ponza, nel 1734, in cerca di fortuna, si stabilirono prevalentemente i Coppa.
Il Tricoli, infatti, quando scrive dei primi fuochi (famiglie) giunti a Ponza, specifica che, in questa parte dell'isola, si stabilì quello composto da Domenico Coppa (n. 1692) e Barbara Grimaldi (n.1704). Arrivarono con tre figli il 30 ottobre 1734 da Campagnano d' Ischia.
Quest'estate 2015, molto calda, in una giornata dalla temperatura accettabile ho fatto veramente una bella passeggiata...in primavera o in autunno deve essere qualcosa di stupendo...
Un po' di foto (estate 2015)

























domenica 13 dicembre 2015

Il video dell'Immacolata 2015

Rossano Di Loreto ha realizzato questo video sulla caratteristica processione d'i giuvane d'a Mmaculate che si snoda per le strade dell'isola di Ponza, il mattino dell'otto dicembre, quando è ancora buio.
Tutto da vedere...



venerdì 11 dicembre 2015

Ncopp' a Parata

Questa zona di Ponza è chiamata così dal termine apparata perchè, un tempo, i ponzesi, proprio qui, mettevano le reti per prendere le quaglie che passavano sull'isola, Teniamo conto che la caccia era di vitale importanza per la sopravvivenza poichè c'era ben poco da mangiare.
Un posto magico!!!
Quando ti affacci sul mare resti senza fiato...lo scoglio di Pizzo Papero, piccoli faraglioni, la spiaggia a volte sabbiosa oppure coperta di sassi, dipende dalle mareggiate.
Lo sguardo spazia... all'orizzonte Ischia, Ventotene e nelle giornate chiare il Vesuvio.
Per non parlare dello spettacolo durante le mareggiate...
Un luogo stupendo... a due passi da casa mia.
Era la strada che facevo, quando ero piccola, per andare a scuola e quando c'era molto vento confesso che avevo un po' paura a passare proprio lì. Il vento mi spingeva ed io con la mia cartella in mano cercavo di tenere i piedi piantati per terra per non cadere.
Quanti ricordi!!!

(Foto estate 2015)
La luce è sempre diversa...come si può vedere dalle foto
































Il piazzale della Parata 
(Questa foto mi è stata inviata da Salvatore Migliaccio e ho aggiunto successivamente)

Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte

Konrad Adenauer

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