lunedì 22 dicembre 2008

Ritornar bambini

Ritornar bambini
Le cose che il bambino ama
Rimangono nel regno del cuore
Fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
È che la nostra anima
Rimanga ad aleggiare
Nei luoghi dove una volta
Giocavamo.

Kahlil Gibran


(davanti al presepe ritorniamo bambini….)


BUON NATALE!!!

martedì 2 dicembre 2008

E vanno pure in chiesa…

Qualcuno ha scritto che Dio creò Ponza di una bellezza spettacolare…troppa….e per bilanciare la cosa creò i ponzesi…
Anche io sono ponzese ma mi dispiace dirlo, ultimamente, non si guarda più in faccia a nessuno…PARENTI o AMICI non esistono più.
Con l’arrivo del turismo, quindi del benessere, sono diventati EGOISTI e provano interesse solo per ciò che è materiale.
È una cosa vergognosa!!!
Addirittura c’è gente che circuisce le vecchiette pur di accaparrarsi un buco di casa da poter affittare durante l’estate.
Per loro le persone, che per motivi di lavoro o familiare e non per scelta volontaria, hanno dovuto lasciare l’isola in cui sono nati, non hanno diritto a niente…come se fossero figli di nessuno….
Non sanno che questi, ogni giorno, rimpiangono la loro isola lontana e sperano di ritornarci…..almeno alla fine della vita.
A Ponza ci sono una marea di cause civili per motivi d’interesse…intere famiglie che si fanno la guerra per quattro mura.
La cosa bella è che vivono in un posto fantastico e invece lo disprezzano….non fanno niente per migliorarlo.
L’inverno lo passano a contare i giorni che mancano all’estate….solo per affittare…per guadagnare….per sfruttare l’isola.
Lavorano quei pochi mesi l’anno e poi il nulla….solo lamentele…
E dopo aver fatto tante cattiverie vanno in chiesa a lavarsi la coscienza…o per apparenza…
Ma che bravi cristiani!!!

domenica 16 novembre 2008

Linea blu….a Ponza

Sabato scorso, finalmente, Linea blu ha fatto il suo bel servizio sull’isola di Ponza.
Ormai disperavo di vederla…in questa stagione televisiva avevano trasmesso di tutto, anche Ventotene, ed ero convinta che Ponza fosse ignorata del tutto...
Mi sbagliavo!!!
È apparsa una Ponza, per lo più sconosciuta ai turisti che la visitano durante l’estate, con i colori tenui dell’autunno….ma sempre bellissima.
Niente caos, niente pontili che la deturpano, niente barche che vanno avanti e indietro, la vera Ponza che io conosco bene…
Hanno intervistato la signora Luisa De Luca Spignesi, simpatica nonnina che ha da poco compiuto cento anni, perfettamente lucida e autonoma.
Complimenti a lei!!!
Donatella Bianchi poi è andata in barca con dei pescatori che hanno raccontato il loro modo di pescare. Non dimentichiamo che i ponzesi sono dei veri maestri nell’arte della pesca, li troviamo in tante parti del mondo.
Molto toccante il servizio su San Silverio, nella chiesa di Ponza centro, con sottofondo la canzone dell’Immacolata scritta tanti anni fa da Monsignor Dies….mi ha fatto tornare indietro nel tempo…a quando da ragazzina frequentavo la parrocchia.
Non poteva mancare Ernesto Prudente, lo storico locale, che ha spiegato l’uso del Murenario romano detto anche grotte di Pilato.
Si è vista una Palmarola stupenda ma non mi è piaciuto quell’obbrobrio a Punta Vardella davanti a quella grotta….ma chi l’ha autorizzato? Possibile che nessuno ha visto niente? Eppure è così evidente….
Hanno fatto anche delle riprese a Le Forna, precisamente a Cala dell’Acqua, dove l’anno scorso c’è stata una frana e ancora non è agibile. Si è vista quella terribile ferita causata dalla miniera di bentonite che ha visto tante abitazioni distrutte e abitanti costretti ad emigrare.
Che brutta pagina di storia!
Nell’insieme Ponza è stata raccontata abbastanza bene….ho provato tanta nostalgia…come credo l’abbiano avuta i molti ponzesi che vivono lontano e che l’amano con tutto il cuore….come me.
 

domenica 2 novembre 2008

L’orazione

Durante la guerra per avere notizie dei propri cari che combattevano, per la Patria, in luoghi lontani, bisognava attendere qualche telegramma, se arrivava…oppure…il nulla.
Le mamme non sapevano, per mesi, cosa fosse successo ai propri figli ed alcune disperate si affidavano a delle persone, che dopo aver recitato una preghiera, ricevevano dei messaggi che solo loro riuscivano ad interpretare.
Mia nonna, Assunta, era molto preoccupata per suo figlio Antonino, di cui non aveva notizie da un po’ di tempo e chiese aiuto ad una sua vicina di casa, Santella, che aveva questo dono.
Una sera mia nonna, accompagnata da mia madre che era molto giovane, andò da Santella per un’orazione.
All’improvviso la vallata dei Conti fu illuminata da una luce, si udirono passi di soldati in marcia, qualcuno che prima stava per affogare e poi si sgrullava l’acqua di dosso.
Santella spiegò a mia nonna che suo figlio aveva avuto un problema con l’acqua, stava bene ma non poteva comunicare con la famiglia.
Dopo pochi giorni arrivò il sospirato telegramma e informava che Antonino era prigioniero degli inglesi ma aveva rischiato di morire annegato.
Santella ci aveva preso!!!
A mia madre, quando racconta questa storia, vengono ancora i brividi…
 

giovedì 30 ottobre 2008

Ponza si allaga

Quest’anno da Ponza fosse arrivata una notizia positiva….prima il crollo a Chiaia di Luna, poi la bandiera nera data da Goletta verde, poi un’estate non proprio brillante…ed ecco l’alluvione.
Ci mancava pure questa!!!
L’altro giorno, dopo ore di pioggia incessante, gli abitanti di Ponza si sono ritrovati a far fronte ad una vera emergenza.
Il tunnel che collega la zona Porto a Santa Maria è parzialmente crollato (non è la prima volta che accade), le fogne sono saltate a Sant’Antonio e a Giancos.
Ci sono stati danni nella zona del Canalone, i muretti a secco (parracine), a Le Forna, sono crollati, alcuni negozi e abitazioni si sono allagati.
Dal Monte Guardia è sceso un fiume d’acqua che ha portato giù tutto quello che capitava e questo è anche una conseguenza del grosso incendio che ha colpito l’isola l’anno scorso.
Gli alberi trattengono l’acqua è cosa risaputa….
Per ritornare alla normalità ( si fa per dire) sono arrivate le idrovore dal continente.
Il sindaco ha chiuso le scuole e ha chiesto lo stato di calamità naturale.
Bisogna curare di più l’isola altrimenti rischiamo di perderla completamente.
Bisogna lavorare non solo in vista della stagione estiva ma sempre e far in modo che i ponzesi rimangano sull’isola tutto l’anno invece che andare a “svernare” sul continente.
Speriamo in bene….
 

domenica 12 ottobre 2008

Secondo alcune leggende...

“Secondo alcune leggende,
il mare è la dimora
di tutto ciò che abbiamo perduto,
di quello che non abbiamo avuto,
dei desideri infranti, dei dolori,
delle lacrime
che abbiamo versato.”

(Osho)
 

lunedì 29 settembre 2008

Il faro della Guardia

Chi non ha mai sognato di rifugiarsi in un’isola lontana?
Andare a vivere, per un po’, magari, in quella splendida casa del faro della Guardia che sovrasta quel promontorio che è la parte più a sud dell’isola di Ponza.
Da lassù si può osservare da una parte il sorgere del sole con i suoi colori rosati mentre dalla parte opposta restare abbagliati da tramonti infuocati.
Credo che stare lassù sia affascinante anche con il mare in tempesta, con il vento che ulula da tutte le parti, avendo per compagnia, di notte, la luce intermittente del faro.
Poi svegliarsi al mattino con i versi dei gabbiani e passare ore ad osservarli volteggiare nell’aria, padroni del cielo, liberi tra il vento.
Un posto straordinario!!!
Arrivarci certo è un po’ faticoso ma il percorso è molto interessante perché bisogna salire fin sugli Scotti per poi ridiscendere su una piccola stradina che porta fino al faro.
Comunque è raggiungibile anche via mare, con una barchetta, perché sotto il promontorio c’è un punto di approdo.
Quella casa l’ho visitata circa trent’anni fa, è molto grande e nel piazzale antistante c’è anche un piccolo giardino.
Da lassù il panorama è stupendo e sotto c’è un mare che è di un blu intenso perché molto profondo.
Tanto tempo fa ci vivevano i fanalisti, con le loro famiglie, che erano addetti al funzionamento e alla manutenzione del faro, chissà quante storie potrebbero raccontare…
Ora che  è tutto automatico lì non ci abita più nessuno e non si può nemmeno visitare, ci si ferma al cancello sotto al promontorio.
Veramente un peccato!!!
Qualche giorno fa ho letto su un sito internet di Ponza che il tutto è stato messo in vendita, con una basa d’asta di cinque milioni di euro.
Chissà chi sarà il fortunato…

domenica 21 settembre 2008

Un ricordo...

Oggi mio padre avrebbe festeggiato il compleanno ed io voglio ricordarlo in un modo insolito…..con una foto di quando era giovane con la sua bambina in braccio ( sono io ), veramente un bel quadretto!!!
Il ricordo non muore mai….

sabato 13 settembre 2008

Camminando,camminando…

Rubèn Blades nella sua “Camminando” scrive:
“Camminando si apprende la vita,
camminando si sanano le ferite del giorno prima,
cammina guardando una stella,
ascoltando una voce,
seguendo le orme di altri passi.
Cammina cercando la vita,
curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.”
Queste parole sono un invito a tornare ad un modo diverso di conoscere il mondo che ci circonda.
Oggi si usa troppo l’automobile e quasi perdiamo la sensibilità verso le bellezze, a volte nascoste, che la natura ci offre.
L’uomo è fatto per camminare…
Camminando possiamo ascoltare il soffiare del vento, il rumore del mare, il fruscio degli alberi, il vociare dei bambini ma anche il silenzio.
Camminando possiamo sentire il profumo della terra, dei fiori o del mare.
Camminando ci riappropriamo della nostra fisicità, del nostro benessere fisico e mentale.
Un luogo dove si cammina tanto è Ponza ed è proprio girovagando per le sue viuzze, sconosciute ai turisti che la popolano durante l’estate, che riusciamo ancora ad emozionarci.
La bellezza di Ponza non è solo nel mare ma anche nei vicoli, nelle scalinate che s’inerpicano verso luoghi sopraelevati da dove si possono ammirare panorami mozzafiato.
Solo camminando possiamo cogliere particolari che altrimenti sfuggono, come il colore di un portone, le edicole votive situate davanti agli ingressi delle case (ce ne sono tante in giro per l’isola, tutte bellissime!) ma anche i volti delle persone.
Camminando nel buio della notte per le strade dell’isola, sostando su qualche belvedere, lo spettacolo è assicurato…volgendo lo sguardo verso il cielo restiamo incantati dalle stelle del firmamento ma anche da una splendida luna.
Camminando, lentamente, possiamo ritrovare i nostri pensieri…

mercoledì 20 agosto 2008

Nascere a Ponza…..tanto tempo fa

Oggi non si nasce più a Ponza e le donne, al momento del parto, si trasferiscono sul continente per far nascere i loro bambini in ospedale, con l’assistenza dovuta.
Tanto tempo fa, i bambini nascevano nelle loro case e le donne venivano aiutate dalle ostetriche locali.
Io sono nata in una piccola casa sul corso Pisacane e mia madre aveva già due bambini ma con me ebbe dei problemi. Ci fu bisogno, urgentemente, di un medico e per fortuna il dottor Martinelli abitava poco lontano altrimenti mia madre perdeva la vita.
Mio padre, ogni tanto, per prendermi in giro mi diceva, che già alla mia nascita, aveva dovuto pagare trentamila lire, tanto si prese il dottore per il suo intervento.
Per quei tempi era una bella cifra!
Quante mamme di Ponza sono morte di parto ma anche tanti bambini non sono riusciti a sopravvivere ad un parto difficoltoso.
I tempi erano difficili….ora  sono rose e fiori.
L’altro giorno parlando con Maria, simpatica signora novantatreenne, lucidissima, mi ha raccontato la nascita del suo primo figlio.
Era il 18 luglio 1950 ed erano ventiquattro ore che lei era in travaglio, era ormai sfinita, mancava anche di lucidità. Il bambino era troppo grande per lei che aveva un fisico minuto e l’ostetrica chiese l’aiuto di un medico.
Il dottor Sandolo abitava a Le Forna, quindi dalla parte opposta dell’isola e non c’erano automobili per andarlo a prendere, l’unico mezzo era la barca.
Il fratello di Maria, Carlo, s’imbarcò sulla piccola imbarcazione, a remi, di “Cuncetta a tiramola” ed arrivò a Cala Inferno. Salì di corsa tutti quei scalini e andò a chiamare il dottore.
Fortunatamente trovarono un camion della SAMIP ( la miniera ) così poterono giungere più velocemente al porto e far nascere il bambino.
Finalmente nacque Salvatore che pesava ben K.G .4,500 un bel bambino con gli occhi chiari.
Tutto è bene quel che finisce bene….
Nella foto,le scalette che portano alla casa dove sono nata.

mercoledì 6 agosto 2008

Finalmente….la verità

Qualche sera fa, mentre stavo a Ponza, ho partecipato ad una serata veramente speciale.
Sulla banchina Mamozio si ricordava l’affondamento del piroscafo Santa Lucia avvenuto il 24 luglio di 65 anni fa a due miglia dall’isola di Ventotene.
La serata è stata presentata da Piero Vigorelli, ponzese d’adozione e vicedirettore del TG5.
Mirella Romano, che in quell’affondamento ha perso il papà, era molto emozionata, i suoi occhi brillavano. Dopo 65 anni, finalmente, grazie alle sue ricerche, riusciva a raggiungere un obiettivo prefissato tanto tempo fa, cioè sapere la verità su quell’affondamento.
Per anni erano circolate voci e leggende ma nessuna verità sull’accaduto.
L’estate scorsa, durante una vacanza a Ponza, il sottotenente di vascello Giulio Cargnello, responsabile dell’archivio storico del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, incontra Mirella e prende a cuore la sua storia.
Nell’archivio riesce a ritrovare l’incartamento riguardante il Santa Lucia.
Finalmente la verità!
È stata un’operazione di guerra in quanto gli alleati volevano fiaccare l’Italia bombardando tutto quello che capitava.
Quella mattina del 24 luglio 1943 gli aerei erano otto ed erano partiti dalla base di Protville, in Tunisia.
Quattro si lanciarono sul Santa Lucia mentre gli altri colpirono una piccola imbarcazione, presumibilmente tedesca.
Nella serata del 24 luglio 2008 era presente anche un ospite d’eccezione, l’ultimo superstite di quell’affondamento, ritrovato, per puro caso, qualche mese fa.
È Vincenzo Moretti, oggi ottantanovenne, in quel tempo carabiniere, si trovava su quella nave insieme ad altri colleghi. Non sapeva nuotare e si salvò restando attaccato ad un pezzo di legno.
Da tutta questa vicenda è stato realizzato un documentario storico, proiettato quella sera, che racconta la storia e raccoglie molte testimonianze.
Io però ho una testimonianza inedita: quella di mia madre Elvira.
Era appena diciassettenne ed era andata a Ventotene il 18 luglio per aiutare sua sorella Olga che aveva due bambine piccole.
Racconta che su quella nave c’era anche una sua amica, Antonietta Galano e si dovevano incontrare a Ventotene.
Mia madre vide l’orribile spettacolo dell’affondamento dalla finestra di casa di don Aniello Conte, suo zio, che era cappellano dell’ergastolo di Santo Stefano.
In 28 secondi la nave affondò con il suo carico di vite umane, lasciando sulla superficie del mare un’enorme macchia.
Racconta anche che il giorno precedente all’affondamento, oltre al Santa Lucia, fu mitragliata la lavanderia di Santo Stefano, per fortuna senza danni. Lei ed altre persone trascorsero la notte in una grotta sotto l’ergastolo.
Anche se era molto giovane ricorda perfettamente quell’orrore.
Durante i miei giorni a Ponza sono andata a visitare quella stanza, nel museo di Ponza, dove sono raccolti i reperti ritrovati in fondo al mare del Santa Lucia. Ci sono innumerevoli oggetti, le foto delle persone disperse in mare, articoli di giornale ma quello che mi ha più colpita è il cappottino di Mirella. Suo padre glielo aveva regalato prima di morire ( lei aveva due anni ) e che sua madre aveva conservato gelosamente per tanto tempo.
È grazie alla tenacia di Mirella che questa storia non è stata dimenticata e dopo 65 anni si è giunti alla verità.
Chi volesse visionare il documento storico può farlo andando sul sito:
Il dipinto nell'immagine è di Luca Ferron ed è visibile nel museo di Ponza.
Ecco il sito dell'artista: http://www.lucaferron.com/index.php?pagina=dipinti

lunedì 4 agosto 2008

Ancora su Chiaia di Luna

In questa foto c’è Chiaia di Luna, nel mese di luglio, completamente DESERTA mentre la spiaggia del Frontone è affollatissima di bagnanti tanto da paragonarla a Rimini o a Riccione.
Credo proprio che convenga a parecchi non eseguire i lavori di messa in sicurezza della falesia e tenere chiusa la spiaggia.
Fare il bagno a Chiaia è gratis, basta attraversare il tunnel romano mentre per andare al Frontone o in barca bisogna mettere mano al portafoglio e questo vale sia per i turisti che per i ponzesi.
Sta qui il vero giro d’affari (per alcuni).
In questi giorni si sono attivate molte persone chiedendo la riapertura della spiaggia ma sembra che i giochi siano ormai fatti: RESTERA’ CHIUSA (ahimè).
Durante la mia vacanza a Ponza sono andata a vederla, dal piazzale sovrastante, quasi ogni giorno…..sempre bella da togliere il fiato…..fa molto male non poterci andare…

 

giovedì 24 aprile 2008

Ci risiamo…

In questi giorni si torna a parlare di Chiaia di Luna.
Purtroppo non in modo positivo ma come al solito per i crolli della falesia.
Non riesco a capire come mai non si riesca a trovare il modo e i fondi per salvaguardare questa spettacolare spiaggia che è un po’ il simbolo di Ponza.
Quando ho visto le foto in rete dell’ultimo crollo ho avuto un tuffo al cuore, la falesia con una profonda ferita…tutta quella roccia sgretolata….
Chiaia di Luna è la spiaggia di tutti i ponzesi.
Chi non c’è mai stato una volta nella vita, anche solo per una passeggiata!
Uscire dall’oscurità del tunnel romano e trovarsi davanti quello spettacolo lascia senza fiato. È una sensazione difficile da descrivere…
Osservare un tramonto da questo angolo di paradiso, cullati dalle onde del mare, è fantastico!
Purtroppo, negli ultimi anni, questa spiaggia è stata spesso chiusa, a causa dei crolli.
Per fare un bagno le persone della zona circostante devono prendere la barca e andare a Frontone con costi esagerati.
Spero che qualcuno prenda a cuore il futuro di Chiaia di Luna, si dia da fare, trovi il modo per metterla in sicurezza, con le tecnologie odierne mi sembra strano che non si possa fare qualcosa…oppure non si vuole fare…
Poter tornare a passeggiare sulla spiaggia lunata sarebbe fantastico!

giovedì 20 marzo 2008

I ponzesi di oggi…

Sono molti anni che non vado a Ponza d’inverno perché, purtroppo, non riesco ad andare in quel periodo ma le persone che si sono recate in questi ultimi anni, mi hanno descritto un quadro desolante.
Ponza, d’inverno, è un’isola di fantasmi, un mortorio, negozi chiusi, per strada non incontri nessuno, a parte qualche cane o gatto.
La maggior parte dei ponzesi si è trasferita a Formia ma tra poco, in primavera, sarà un pullulare di persone che biancheggiano, riassettano le loro case da affittare ai turisti che vengono nella nostra amata isola.
I negozi riapriranno e per fare la spesa sembrerà di entrare in una gioielleria perché tutto costa molto più che altrove.
Ormai molti ponzesi lavorano solo i tre mesi estivi, sono quasi spariti i mestieri dei nostri nonni come il contadino e il pescatore, si sa rendono poco…..ed ecco spuntare barcaioli,ristoratori, affittacamere improvvisati.
Ormai il lavoro dei ponzesi ruota solo ed esclusivamente intorno al turismo ma non si fa niente per prolungare la cosiddetta “ stagione “.
Tutto questo benessere economico ha portato all’individualismo.
Non c’è più collettività e altruismo mentre nel passato, quando il ponzese era povero, c’era molta solidarietà.
Ora tra di loro non corre buon sangue, c’è molta invidia, prevalgono i propri interessi su quelli altrui.
L’isola, purtroppo, è intesa soltanto come fonte di guadagno, da sfruttare all’inverosimile, non un luogo da amare, da salvaguardare, per noi e per le nuove generazioni.
 

sabato 9 febbraio 2008

Caro papà…

Caro papà
Sono già due anni che ci hai lasciato…ed ancora non riesco a rendermi conto che non ti vedrò più, che non potrò più incrociare il tuo sguardo, che non sentirò più le tue battute scherzose.
Mentre eri in vita non ho mai manifestato l’amore che provavo per te, non era nel mio carattere ed ora questo mi dispiace.
Oggi che non ci sei più cerco, in questo blog, di mantenere vivo il tuo ricordo in quanti ti hanno conosciuto.
Questo per me è molto più importante che portarti i fiori al cimitero perché come scrive Isabel Allende “ non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo!”
Nella tua bottega ne passavano tante di persone…ed io spero tanto che qualcuno voglia rendermi partecipe dei propri ricordi…..
Eri un grande papà!
Hai fatto i salti mortali per non far mancare niente ai tuoi figli ed eri orgoglioso di questo.
Eri un bravo nonno!
Quante ore passavi a coccolare i tuoi nipoti, a disegnare per loro, a raccontare storie.
Eri un ottimo marito!
Tua moglie ancora non riesce a darsi pace di averti perduto per sempre.
Per noi, comunque,sei ancora molto presente e penso che da lassù continui a farci qualche scherzo com’era tuo solito…
Con amore
Tua figlia Francesca

domenica 20 gennaio 2008

Un amore sfortunato

A Ponza c’è una baia con dei faraglioni stupendi, l’acqua è trasparente e i fondali ricchi di pesce.
Il nome di questo tratto di mare è legato ad una storia d’amore finita tragicamente.
“Lucia Rosa era una bella ragazza, proveniente da una famiglia agiata,che viveva a Ponza nell’ottocento.
Un giorno incrociò lo sguardo di un giovane contadino e tra i due scattò la scintilla dell’amore.
Quest’amore fu subito osteggiato dal padre della ragazza che aveva ben altre ambizioni per lei, altro che sposare un povero contadino.
Lucia Rosa implorò, tra le lacrime, suo padre di lasciarle sposare quel ragazzo, di cui era perdutamente innamorata, ma fu tutto inutile.
Presa dalla disperazione, la povera ragazza si lasciò andare nel vuoto di quella baia”
Ogni primavera, su quella rupe, fioriscono centinaia di ginestre quasi a ricordare quell’amore sfortunato.
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